da Alessas » 16/12/2018, 19:30
Parto col dire che, ormai da 3 mesi, sono in terapia presso una psicoterapista proprio per questi problemi e che forse scrivo qui solo per sfogo e perchè sento che la terapia non sta avento successo. Seguo invece col dire che convivo con un generale malessere fin dall'infanzia come conseguenza del fatto di aver subito bullismo e di non aver mai avuto un buon rapporto con i miei genitori. Per questo motivo sono cresciuto non riuscendo a dare fiducia nelle persone e che ho sempre puntato a dare importanza a poche persone nella mia vita. Questo per vari motivi, uno era che avevo un buon amico d'infanzia con cui riuscivo a essere me stesso e con cui potevo sfogarmi, e l'altro era che odiavo la vita che facevo e quindi puntavo a creare meno rapporti possibili e a tenerne solo di qualità perchè consapevole che un giorno avrei dovuto rinunciarvici poichè ho sempre puntato ad andare studiare lontano da casa mia, per ricominciare una nuova vita. Ed è quello che ho fatto. Mi son solo concentrato sul finire le scuole superiori, per poi spostarmi ed andare ad un università in cui avrei potuto studiare quello che mi interessava, in una città nuova, e dove avrei potuto finalmente conoscere nuove persone. Quindi l'anno scorso mi son trasferito, ma per scherzo del caso, mi son ritrovato in una serie di situazioni che hanno reso la mia vita lì un inferno. Prima su tutti una difficile convivenza con i miei coinquilini. Infatti mi ero trasferito in questa città con gente che conoscevo già prima di partire. Questi ragazzi, seppur bravissimi e persone con cui andavo e vado tutt'ora molto d'accordo, non erano portati per la vita lontani da casa, ed io per dispiacere nei loro confronti mi son ritrovato a fare lavori per 3 persone, spompandomi completamente e portandomi allo stremo. Secondo fattore che ha reso la mia vita infernale mentre ero fuori per studio è il fatto che io non fossi in grado di studiare. Avevo passato le superiori con il massimo dei voti ma lo avevo fatto perchè, avendo frequentato un tecnico, riuscivo ad ottenere risultati solo grazie alle mie capacità, senza studiare troppo. Ritrovandomi invece in una facoltà che richiede una grande dose di studio io non riuscivo a superare questo muro, per me era impossibile concentrarmi sui libri, per quanto io volessi studiare, per quanto sentissi la voglia ardermi dentro, io non riuscevo a tenere in mano un libro, lo prendevo e lo abbandonavo da lì a poco. Ho quindi deciso dopo un anno che non potevo continuare a vivere così e son tornato al mio paese originale, mi sono iscritto all'università più vicina, ed ho cercato di riprendere tutto al meglio. Non ha ovviamente funzionato, anche qui non riesco a studiare. Mi ritrovo ora a vivere quindi una vita vuota, vorrei provare ad imparare un arte come il disegno, arte che ho sempre amato, ma per lo stesso motivo dello studio non riesco a concentrarmi sull'apprendimento di quest'ultima. Nel frattempo una volta tornato a casa ho ritrovato e son tornato a frequentare coloro che frequentavo prima di partire, togliendo il mio amico d'infanzia, che nel frattempo ha "cambiato" vita. Mi ritrovo in questo stato di nulla, in cui non riesco a fare nulla, in cui passo le mie giornate a stancarmi solo pensando, in cui non ho vicino a me qualcuno a cui voglio davvero bene e con cui mi sento totalmente libero e a mio agio, mi sento di conseguenza solo e mi ritrovo a fingere di stare bene quando sono fuori con gente. Ho anche il vizio di non dare possibilità alle persone, riesco a capire molto facilmente se ho davanti la persona giusta o meno, rendendomi impossibile il rapporto con le ragazze per cui tendo a perdere interesse fin da subito se non vedo qualcosa di interessante in loro. In contemporanea non riesco ad avere successo nell'accrescere la mia persona, nel riuscire a creare una valvola di sfogo per la rabbia che ho generato durante la mia infanzia. Tutto questo mi porta in un circolo vizioso in cui genero sempre più rabbia ed in cui tendo a perdermi sempre di più. Tendo a passare le mie giornate pensando interrottamente, fino a che non inizio a sentirmi male e non inizio a provare dolore per la mia situazione. Ho avuto anche un problema con l'alcool, che riusciva quanto meno a non farmi pensare per un pò di tempo, ma l'ho abbandonato quando mi son reso conto che non faceva altro che mettere da parte i miei problemi e a far esplodere tutte le mie emozioni in una volta. Sebbene mi ritenga una persona molto empatica, in grado di mettersi nei panni di chiunque, mi ritrovo spesso poi a vedere la vita da "esterno", come se non fossi io in prima persona protagonista di quest'ultima, mi porta a non dare importanza a ciò che mi circonda e a dare per scontato qualunque cosa mi accada, e tutto questo mi distrugge. Sento di essere entrato in un sistema da dove posso uscire solo grazie al caso, ed è una cosa che potrei sopportare, se non fosse che nel frattempo provo un forte senso di dolore e sconforto. Scusate lo sfogo, ma nonostante io abbia parlato con ciò con una professionista, nonostante io ne parli spesso con chi mi è più vicino, io sento di non star risolvendo nulla, e quindi tento anche con questo.