"Non si vive per accontentare gli altri", bella frase, bellissima, ma io non sono mai riuscita a metterla in pratica.
Ho 27 anni e mezzo, mi manca una materia e la tesi per terminare l'università, ma io non volevo andarci all'università. Ricordo quando un giorno, alle scuole medie, la professoressa chiese chi voleva prendere la laurea e io feci finta di non sentire per poter non alzare la mano e rispondere a quella domanda così scomoda. Poi arrivò il liceo, io ero indecisa tra vari indirizzi e mia madre mi disse: "Io ti lascio libera di scegliere, puoi andare al classico o allo scientifico". La cosa bella era che ripeteva questa frase anche davanti ad amici che le facevano notare come in realtà non ci fosse questo gran margine di libertà. Comunque come una stupida scelsi lo scientifico che frequentai con risultati nella norma e con poco entusiasmo. Poi arrivò il diploma e l'obbligo da parte della famiglia (soprattutto al solito mia madre) di iscrivermi all'università. Un giorno io ero sul letto depressa e lei mi tirò per le mutande pur di obbligarmi ad accendere il computer e informarmi sull'offerta formativa della mia città.
Negli anni del liceo forse, ma sicuramente durante quelli all'università, posso dire con sicurezza di aver conosciuto la depressione, la consapevolezza di fare una cosa che ti fa stare male, di non aver voglia di alzarti dal letto la mattina perché priva di stimoli. Non sono una persona senza ambizioni, voglio solo una vita tranquilla e un lavoro che mi permetta di vivere dignitosamente. Se avessi avuto il coraggio di prendere in mano le mie scelte probabilmente avrei frequentato il commerciale o il geometra e poi cercato un lavoro appena uscita dalle superiori, ma ad ogni mio tentativo di svincolamento mia madre rispondeva con scenate di vittimismo e poi si muoveva nervosamente per casa infondendomi una sorta di terrorismo psicologico.
Adesso non so ancora cosa voglio fare della mia vita ma sto cercando qualche lavoretto e faccio qualche breve viaggio soggiornando da amici in giro per l'Italia; e non mi sento in colpa. Ho un po' di ansia e pressione ma mi sento libera (da un paio di anni non vivo più a casa e mi mantengo da sola per il 75% grazie alle borse di studio). Sicuramente mi direte di stringere i denti e terminare gli studi perché mi manca poco, ma non credo di voler lavorare nel campo in cui sto studiando quindi mi sembra tutto tempo perso.
Ho solo la consapevolezza di aver sprecato molto del mio tempo che più nessuno mi ridarà indietro e spesso mi sento impotente di realizzarmi, bloccata dal peso che le scelte imposte hanno avuto sulla mia vita e il mio umore . Cosa mi consigliate per vivere meglio?