Cosa fareste al mio posto?

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"Mi sento troppo triste" quante volte lo hai detto o sentito dentro? Hai mai guardato in faccia il tuo dolore? Qual è la sua voce? Fallo parlare, qui.
Disturbo depressivo, bipolare, maniacale, e altri disturbi dell'umore.
La depressione in particolare è una sofferenza drammatica, dalla quale occorre uscire attraverso la pazienza e la dedizione a noi stessi; ma anche attraverso la fiducia e la vicinanza di chi sa bene come ci si sente. Questo forum è aperto anche a chi è semplicemente triste e ha voglia di sfogarsi.

Cosa fareste al mio posto?

Messaggioda Val77 » 18/11/2019, 14:28



Ciao amici, lo psichiatra da cui sono stato venerdì, 300 euro per un'ora, ha fatto una ipotesi di disturbo bipolare di tipo 2.
Questa cosa già mi fu detta da un altro 10 anni fa. Poi altri mi hanno detto depressione maggiore grave, diagnosi retta per anni.
Farò un altro consulto da un altro, non credo che si possa diagnosticare disturbo bipolare in un'ora. Ovviamente propone Litio.
Nella descrizione del D. Bipolare io mi ritrovo, ma una cosa è certa: qualsiasi cosa io abbia, le condizioni oggettive della mia vita sono dei fattori di rischio che mi aumentano la pesantezza del mio stato d'animo: non ho lavoro, ho rinunciato a lavori precari e di sfruttamento per non sentirmi inappagato, vivo con mia madre... Io da sempre mi sento un umore malinconico dentro, con brevissimi periodi di gioia, guarda caso coincidenti con periodi lavorativi intensi. Inoltre ho una rabbia che spesso viene fuori quando mi sento giù. In un attimo posso aggredire verbalmente e rompere cose. C'è una frustrazione in me. Chi senza lavoro non lo sarebbe?
Poi, di certo c'è in me una fortissima autosvalutazione di fondo, e in psicoterapia i motivi sono abbastanza venuti fuori. Il valore che gli altri mi danno supera quello che io do a me stesso. Pur scoprendo questo, e divenendo consapevole di come funziono, l'inconscio mi precede spesso.
Per fare ordine: una predisposizione naturale, una fragilità creatasi nell'infanzia e adolescenza ( bullismo...) + vita precaria e vicinanza a cose innaturali per la mia età ( vivere con mia madre) fanno la persona che sono ora.
Mi sento nel pieno del circolo vizioso: è la mia vita che mi ha causato il disturbo che mi ha rovinato la vita che mi peggiora il disturbo che mi peggiora la vita...e così via. È come chiedermi se sia nato prima l'uovo o la gallina. Prima la depressione o la mia vita precaria? Forse entrambe. In quest'ottica come faccio ad uscire dal circolo vizioso?
A: riparando la mia vita, e ci vorrà del tempo.
B: ritorno agli psicofarmaci, perché così mi sembra di impazzire. Mi sembra una scelta obbligata.

Ancora non ho lavoro, nel frattempo il mio umore va reso più calmo, non posso fare del male a me e a chi mi è intorno. Mia madre è devastata. L'ho mandata in ospedale per un picco pressorio e lei è ischemica. Ho vissuto un senso di colpa immenso, poiché invece di godermi mia madre che è dolce e viva, soprattutto , la sto distruggendo.
Ho una compagna che mi sta aiutando, ma prima o poi cederà anche lei.

La cosa che mi fa male è che c'ho messo due anni per togliere schifezze che non mi hanno curato, ma intontito. Se sedi un elefante per forza sembrerà che è tutto ok. È un elefante rincoglionito, dorme 12 ore. Volevo purificare il mio corpo, perdere il bel regalo di 20 kili causato dagli psicofarmaci.

Data la mia fragilità, se per di più la mia vita è precaria a livelli gravi, io non posso togliere farmaci. Voi cosa ne pensate?

Mi sono detto anche: resisto, voglio purificarmi.
Poi però vedo mia madre che per amore mi accudisce, il lavoro che manca, l'isolamento... E arriva l'ansia da tagliarmi il fiato e l'abbattimento profondo. E pur volendo resistere ( perché non è detto che un precario diventi depresso), i "fattori di rischio", cioè le circostanze ambientali, di vita, e la ia predisposizione fanno un effetto bomba.
Vi prego, cosa ne pensate?
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Messaggioda Stevie » 18/11/2019, 15:12



Tra A e B, io sceglierei A. Certo, ci vorra del tempo ma cerca di resistere. Io ho il problema contrario a tuo gli altri mi attribuiscono meno valore rispetto quanto penso e so di valere e questo e una delle ultime cose, che mi fa star male, da risolvere.
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Messaggioda stefano71 » 18/11/2019, 17:18



Strano, mi sembrava di aver già risposo a questo post. Forse ho dimenticato di premere INVIO...
Comunque io dico prima B e poi A. Come fa uno a cambiare le circostanze della propria vita se è disturbato da sintomi ansiosi e depressivi forti? Come fai a prendere decisioni difficili, affrontare situazioni di stress? Secondo me tu eri stato sovra-medicato da qualche medico poco attento. Tu al prossimo psichiatra curante, che sia questo o un altro, devi spiegare, facendogli vedere l'elenco, l'esperienza negativa che hai avuto, che hai bisogno di alleviare i sintomi per cambiare in meglio il tuo regime di vita, ma che NON puoi farlo se sei sedato. Quindi ok i farmaci, ma senza esagerare.
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Messaggioda La Musica del Vento » 18/11/2019, 17:27



Guarda mi sono fermata e fatto gli occhi a palla quando hai detto che hai speso 300 € in un'ora di seduta. Ragazzi andate da uno psicologo comunale, privati o non non c'è differenza, la differenza la fa la persona che incontrate.
Le denominazioni dei disagi servono solo ai medici per cercare di inquadrare il più possibile la persona che va da loro in cura (che tipo di farmaci consigliare, tipo di terapia, ecc), e possono sbagliarsi anche loro quindi meglio non ragionarci troppo sopra. Lo sai tu cosa ti affligge, il bisogno di darci un nome lo costringe in un recinto secondo me... Devi valutarlo anche tu, ecco.

Val77 ha scritto:Nella descrizione del D. Bipolare io mi ritrovo, ma una cosa è certa: qualsiasi cosa io abbia, le condizioni oggettive della mia vita sono dei fattori di rischio che mi aumentano la pesantezza del mio stato d'animo: non ho lavoro, ho rinunciato a lavori precari e di sfruttamento per non sentirmi inappagato, vivo con mia madre... Io da sempre mi sento un umore malinconico dentro, con brevissimi periodi di gioia, guarda caso coincidenti con periodi lavorativi intensi. Inoltre ho una rabbia che spesso viene fuori quando mi sento giù. In un attimo posso aggredire verbalmente e rompere cose. C'è una frustrazione in me. Chi senza lavoro non lo sarebbe?

Ti capisco, sono in attesa di trovare anch'io un lavoro. Ho meno opportunità rispetto ad altri e il non avere l'indipendenza economica mi rattrista non poco ( pure io a volte vorrei fare a pezzi qualcosa! Se sentite qualcosa non sono stata io eh :angelsmile: XD )
Mi dispiace che tu stia vivendo male questi periodi. Bisogna che ci distraiamo a fare cose che si piacciono, coltivare le proprie passioni, non pensarci, perché anche se ci impegniamo a cercarlo è il caso a scegliere!


Val77 ha scritto:In quest'ottica come faccio ad uscire dal circolo vizioso?
A: riparando la mia vita, e ci vorrà del tempo.
B: ritorno agli psicofarmaci, perché così mi sembra di impazzire. Mi sembra una scelta obbligata.

Premetto che parlo principalmente degli psicofarmaci a lungo termine ad esempio gli antidepressivi.
Non voglio dare consigli sulle terapie da seguire, ti dico solo una cosa che ho imparato e che vorrei dirti perché è un'esperienza che ho vissuto anch'io: gli psicofarmaci possono... contribuire a creare un umore apatico, il che inizialmente, quando il disagio è rischioso per la propria persona, è concesso, potrebbe anche affiancare. Ma appena possibile meglio toglierli, il cervello crea una sorta di dipendenza dai farmaci e non ti dico la tortura (non so se tu l'hai provata) del percorso di disintossicazione in un certo senso... si sta parecchio male, e per cosa? Poi si instaura anche la paura di vivere una vita senza quelli dopo... Tanto l'apatia e la tristezza già ci sono nelle depressioni, il brutto è proprio che quando si sta migliorando si fa fatica a notare perché i farmaci ti stanno stabilizzando l'umore, quindi bloccano questo percorso.

Mi dispiace moltissimo per quello che avete passato tu e tua madre, però a meno che uno non voglia male ai propri cari non è colpa di nessuno che sia andata in ospedale... Purtroppo quando si passano dei periodi difficili c'è un'atmosfera tesa, c'è stress, difficile non scattare anche solo per una sciocchezza.

Val77 ha scritto:Ho una compagna che mi sta aiutando, ma prima o poi cederà anche lei.

Perché... se ti vuole davvero bene invece non ti abbandonerà. Non puoi saperlo.

Val77 ha scritto:La cosa che mi fa male è che c'ho messo due anni per togliere schifezze che non mi hanno curato, ma intontito. Se sedi un elefante per forza sembrerà che è tutto ok. È un elefante rincoglionito, dorme 12 ore. Volevo purificare il mio corpo, perdere il bel regalo di 20 kili causato dagli psicofarmaci.

Ma lol ok scusa, ho letto ora questa parte. Hai ragione infatti.

Il fatto che tu utilizza o meno psicofarmaci non cambierà il fatto che tu stia male... i disagi se ne vanno quand'è il momento, a forzarli non si ottengono risultati, bisogna fargli fare il loro corso. L'ansia ti sta dicendo qualcosa, perché insorge quando i pensieri e il lato razionale sovrastano ciò che siamo realmente.

Ti mando un augurio per tua mamma, e se anche lei ti vuole bene lo sa che le bizze che fate sono del tutto normali!
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Messaggioda rosablu85 » 18/11/2019, 22:03



stefano71 ha scritto:Strano, mi sembrava di aver già risposo a questo post. Forse ho dimenticato di premere INVIO...



Ci sono due post uguali?
Pure io avevo già risposto ieri…..
Misteriosamente appare questo post che risulta essere stato scritto oggi
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Re: Cosa fareste al mio posto?

Messaggioda malika » 19/11/2019, 11:05



Per i farmaci ti hanno dato comunque scelta?
Più che altro passare da uno psichiatra all'altro rischi di essere più confuso.
Hai parlato di psicoterapia, la fai ancora? Magari hai bisogno di/anche/solo questo. I costi è vero non aiutano, ma se hai speso 300 euro per i farmaci e non ti senti comunque pronto ad assumerli c'ècomunque molta confusione...
Magari potrebbe essere utile che magari lo psichiatra sia in contatto con lo psicoterapeuta: lavorando in sinergia si possono capire più cose ipotizzo.
La psicoterapia ti può essere di supporto e non ha effetti collaterali aldilà del rapporto tra te e il terapeuta.
Pero ecco è la mia opinione. Anche a me è stato consigliato di prendere farmaci, dovrò decidere io dopotutto se ne vale la pena o no.
Questo per dirti che ognuno qui dice la sua, ma non siamo medici né terapeuti e non possiamo sapere cosa è meglio per te purtroppo.
Sd vuoi puoi raccontarci cosa senti e provi.
Un abbeaccio

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Messaggioda Stronzhg » 19/11/2019, 22:19



Si può diagnosticare un disturbo bipolare in un ora. Queste malattie hanno bisogno di farmaci quanto quelle degli altri organi.
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Messaggioda Val77 » 19/11/2019, 22:42



Io credo sia avventato invece, dopo tanti anni di diagnosi evidentemente sbagliate e di conseguenza le cure, mi sembra che la mia diffidenza sia ben motivata. Non certo prendo una cosa così a cuor leggero e a scatola chiusa, partendo con Litio e quant'altro. Questo medico non mi ha convinto, e chiederò un altro consulto di diritto, da un'altra parte.
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Messaggioda Stronzhg » 19/11/2019, 22:46



Se non ti ha convinto è un altro discorso. Alla fine dietro i professionisti ci sono persone e non sono tutte capaci allo stesso modo. Ed un altro consulto è una seccatura, ma più che lecito. Credo sia fondamentale curarsi adeguatamente o comunque nel modo più consono possibile
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Messaggioda Run » 19/11/2019, 22:46



Infatti bisogna fare attenzione con la propria salute
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