Amore e depressione ai tempi del coronavirus.

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"Mi sento troppo triste" quante volte lo hai detto o sentito dentro? Hai mai guardato in faccia il tuo dolore? Qual è la sua voce? Fallo parlare, qui.
Disturbo depressivo, bipolare, maniacale, e altri disturbi dell'umore.
La depressione in particolare è una sofferenza drammatica, dalla quale occorre uscire attraverso la pazienza e la dedizione a noi stessi; ma anche attraverso la fiducia e la vicinanza di chi sa bene come ci si sente. Questo forum è aperto anche a chi è semplicemente triste e ha voglia di sfogarsi.

Amore e depressione ai tempi del coronavirus.

Messaggioda Merope » 12/03/2020, 13:44



Eccoci qua.
Dopo pochi mesi di convivenza con l'amore della mia vita, lui torna a casa infetto e parte la quarantena.
Niente di nuovo, niente di originale, in queste settimane va così per molti.
Il problema sono io, come sempre.
Appena cambiata città, le mie crisi depressive sono tornate più forti e strambe di sempre.
È stressante cambiare città, regione, finire in un posto dove non si conosce nessuno, dove non si capisce nessuno per via del dialetto, dove non c'è lavoro, non c'è una famiglia (vabbè come se ne avessi mai avuta una degna di questo nome), dove non ci sono amici né cani o gatti a risollevare l'umore, dove non ci sono gli spazi verdi sconfinati a cui sei abituato da sempre, dove c'è solo nebbia e freddezza.
È dura.
È dura scoprire che la persona che ami ha dei difetti non indifferenti, è dura sotto tanti punti di vista.
Ma piano piano con tanta forza di volontà sono riuscita a calmarmi, a capirmi, a trovare una piccola tranquillità, soprattutto grazie alle piccole cose come svegliarsi abbracciati, il bacio prima di andare a lavoro, i ritmi nuovi ma accoglienti, le regole fissate per avere ognuno le sue responsabilità.
Fino a poche settimane fa potevo dire di essere quasi riuscita a "guarirmi",almeno un po', almeno in superficie.
Ma poi l'universo decide che è il momento del caos.
Lentamente, giorno dopo giorno, una lieve inquietudine fa capolino infondo allo stomaco, giorno dopo giorno le notizie diventano più pressanti, più assordanti, più snervanti.
Giorno dopo giorno il caos si avvicina, finché non esplode completamente a pochi km e infine raggiunge, viscido, il tuo nido di salvezza che hai costruito lentamente per mesi, a misura tua, dove hai faticato tanto per trovare un equilibrio, un ordine.
Il caos entra prepotente, e così all'improvviso la solitudine diventa estrema.
Vivendo in un bilocale lo spazio non è molto, ma lui è costretto a dormire sul divano, non possiamo avvicinarci né toccarci, e improvvisamente le parole diventano di fuoco, la sua paura diventa la tua paura, non ci sono appigli, perché il tuo unico appiglio nemmeno puoi sfiorarlo. Sembra assurdo ma avevo trovato la quiete per la mia mente instabile fra le sue braccia. Ogni abbraccio era una terapia. Ogni abbraccio, ogni respiro in cui sentivo il suo cuore contro il mio, era un momento di pace e guarigione.
E improvvisamente non c'è più niente.
E lui arrabbiato e spaventato non fa che raccontarmi cosa ha visto nell'ospedale dove lavora, il panico, il caos, il terrore.
Io assorbo tutto come una spugna e improvvisamente tutti quei muretti costruiti con tanta fatica, tutte quelle reti da sicurezza con cui mi ero salvata, saltano in aria.
Mi dispiace, non sono mai stata forte.
Cedo all'inevitabile. Sprofondo in un abisso di pensieri oscuri che avevo represso per mesi. Esplode tutto in pochi minuti, non aiuta che la comunicazione fra me e lui sia sempre stata altalenante, noi non riusciamo a esprimerci bene, ci hanno sempre aiutato gli abbracci, le carezze, per capire le nostre paure, il nostro amore.
E così, nel momento del bisogno, nel leggendario "in salute e in malattia", nell'esatto istante in cui c'è bisogno di essere forti e positivi e ottimisti, io mi ripiego su me stessa come una foglia secca e piango, piango, piango, piango per ore, per giorni.
Lui si allontana ancora di più, si arrabbia, giustamente, perché mi vorrebbe più forte.
Ma io non lo sono.
Oggi mi sono svegliata lucida, stranamente. Mi guardo allo specchio e non riconosco quella faccia gonfia di disperazione, con occhiaie nere e occhi ancor più neri.
E vorrei dirgli che lo amo da morire, ma che ho avuto paura, che tutta questa situazione, l'esercito, le restrizioni, i decreti, la paura, non mi aiutano a essere calma. Vorrei dirgli che tutto questo esaspera i miei problemi mentali, che mina la stabilità della mia anima fragile, ma non ci riesco.
Non riesco a dirglielo.
Allora mi chiudo in bagno e con freddezza quasi professionale, mi taglio.
Dopo tre anni, mi taglio.
E sto un po' meglio dopo.
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Amore e depressione ai tempi del coronavirus.

Messaggioda Ennon » 12/03/2020, 14:27



Sembri tornata di nuovo al punto di partenza e che il tuo castello di carte, costruito dopo tanto tempo e sacrifici, sia caduto nuovamente per stare peggio di prima. Comunque grazie della testimonianza, così mi sento di dire.
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Amore e depressione ai tempi del coronavirus.

Messaggioda Mafalda75 » 17/04/2020, 20:29



Lui già sapeva dei tuoi disturbi e quindi è disposto ad affrontarli con te.

Certo non è utile quando sei depressa e ti dicono "ma dai tirati su", però in effetti mi rendo conto che chi ci sta vicino quando siamo depresse non sa che fare.

Io delle volte ho blackout di giorni, prima di riprendere a vivere.

Dagli un segnale che tu vuoi stare meglio e vedrai che supererete questo momento. <3
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