*Ofelia* ha scritto:Ciao a tutti. Purtroppo soffro di depressione, sono ipersensibile e al minimo cambiamento di tono di espressione di qualcuno temo che mi abbandonerà perché ho sbagliato qualcosa o sono socialemnte inaccettabile. Mi sforzo sempre di non essere un'ameba che risponde sempre e solo "sto male, sono depressa..." perché temo che alla lunga la gente si stanchi, però anche riscire a fingere una forza e una vitalità che non mi appartengono mi è impossibile. Già questo lockdown è stato duro per tutti e ha colpito fortemente le relazioni sociali, ma noto che quelle pochissime che avevo hanno cavalcato l'onda pandemica per dissolversi e farsi sentire sempre meno.
Mi chiedo se una persona depressa avrà mai un amico che gli voglia bene comunque, dal quale non deve nascondersi o vergognarsi o tenere lo stigma sociale...capisco perfettamente che non sia semplice stare accanto a chi è così fragile, mi metto spesso nei loro panni e penso che hanno tutto il diritto di non avere voglia di farsi apoensantire dalla compagnia di una persona così...questo però ovviamente mi butta ancora più giù, mi fa sentire ancora più depressa, non amabile e sempre più sola, in una spirale senza via d'uscita.
Mi sento davvero un rifiuto della società, un errore generico da fare sparire immediatamente e sollevare gli altri da questa compagnia fastidiosa. Vorrei essere migliore ma ogni mattina mi sveglio con il groppo in gola e le lacrime che sgorgano a fiumi, parte la mia battaglia al nascondere la mia ombrosità ma la verità è che vorrei solo sapere che ci possa essere qualcuno al mondo che mi amerà lo stesso anche così. Ma non sarà mai possibile.
Scusate tanto lo sfogo. Grazie per avermi dedicato qualche minuto.
Buonasera Ofelia, le risposte di Germano e Massimiliano mi sembrano ben appropriate, quindi ascolta ciò che ti hanno detto.
Io mi soffermerei su altro: dici che soffri di depressione. Qualcuno ti ha diagnosticato questo oppure tu, alla luce degli insuccessi nelle amicizie e del tuo stato, ti senti depressa? In questo caso è bene cambiare prospettiva: non bloccarti da sola sul fatto che soffri di qualcosa, non interiorizzarla. Ti senti depressa, ok bene, questa è un'altra cosa perché innanzitutto significa che tu e la depressione non corrispondete, siete due cose diverse. In questo momento ti senti depressa, lo sarai sempre? Speriamo di no, perché non rientra nell'essenza di una persona, come del resto non rientra nell'essenza della persona nemmeno l'essere felici. Quindi bisogna imparare a barcamenarsi tra gli eventi che la vita ci mette davanti, negativi e positivi, anche con una certa distanza. Tu sei tu, come dice Germano, avrai degli interessi e dei tuoi gusti che devi perseguire. Limitiamoci a questo. Poi in un certo momento ti sentirai depressa, speriamo che altre volte ti sentirai anche felice, ma tu non sei le tue sensazioni, le due cose non coincidono.
Temi che le persone si stanchino di te perché sei una persona depressa, ancora: tu sei tu, in questo momento sei depressa. Se una persona entra in contatto con te, non vedrà esclusivamente la tua tendenza verso la tristezza, almeno che tu non gliela dimostri in ogni momento dandogli una prova inconfutabile della tua depressione. Dunque è giusto, come diceva Massimiliano, evitare di stremare le persone con il proprio stato d'animo. Ciò non significa però che tu non possa condividere una passione o un interesse con altre persone, e in questo modo anche rivelare che non ti senti bene: "io non mi sento bene, tendo a pensare di essere un errore e di dar fastidio ad altre persone". Magari la persona che avrà condiviso con te qualcosa, ti smentirà e ti dirà che non sei un errore da far scomparire.
Mi raccomando, dal tuo topic noto che fai coincidere quello che provi e che senti con te stessa. E' un errore da cui bisogna guardarsi. Io sono io, ho la mia essenza, ho le mie passioni, domani sarò un'altra persona rispetto ad oggi, ma a prescindere dalla mia essenza, posso provare tristezza, senso di depressione, oppure gioia. Nella lingua spagnola, per indicare questo stato d'animo, si usa il verbo estar, ovvero "stare". Mentre per indicare cosa si è, si usa il verbo "ser", essere. Ti suggerisco di rifletterci su per capire cosa si addice di più a te: come sei è una cosa, come stai è una cosa diversa. La prima è un aspetto essenziale di te, che cambierà ma comunque sul lungo periodo, per questo diciamo che "siamo alti, siamo intelligenti, siamo furbi, siamo interessanti". La seconda cosa è uno stato temporaneo, anche se si può prolungare per molto tempo: "oggi sto male, domani anche, dopodomani chissà". Per quanto il tuo dolore sia longevo, ricordati sempre che tu non sei lui.
Buona serata e facci avere qualche aggiornamento.