Infelicità e fallimento.

credo di aver capito qual è il problema. ok, l'ho già scritto in molte occasioni ma secondo me stavolta ho capito davvero. il problema è il più banale in assoluto e cioè che la vita, la mia vita in particolare, non ha senso. è una delle prime cose che ho scritto su questo forum e probabilmente sarà anche una delle ultime. io non ho, non ho mai avuto e non avrò mai una ragione per continuare ad andare avanti. la vita è caratterizzata soltanto da preoccupazioni, problemi di ogni tipo, obblighi e doveri, incombenze, circostanze sfortunate, stress, ansia, paura per ciò che accadrà stasera e domani e tra un mese, prove da superare, obiettivi da raggiungere e non certo per mia scelta, scadenze, aspettative altrui, sofferenza, brutti eventi di tutti i generi. questo è, non c'è mai stato nient'altro.
chi ha detto che la vita è un pendolo che oscilla tra dolore e noia con brevi attimi di felicità in mezzo era decisamente troppo ottimista perché il paragone più corretto sarebbe con un pendolo che oscilla tra dolore e altro dolore con "brevi" attimi di preoccupazione per l'avvicinarsi della disgrazia successiva.
non c'è un singolo giorno in cui io non abbia sperato di morire, né una singola notte che non sia trascorsa tra incubi e senso di soffocamento al pensiero di dover iniziare a breve un'ennesima giornata orribile.
sono assolutamente incapace di svolgere quelle attività che sono considerate necessarie per la sopravvivenza, tipo lo studio e il lavoro, e lo dico per esperienza diretta.
come già ho scritto da qualche parte: ma perché se qualcuno [=io] è chiaramente incapace di avere risultati nello studio, nel lavoro ecc. dovrebbe "continuare a provare"? ma dopo un po' la cosa è evidente, e che cazzо, serve davvero passare per altri fallimenti, altre umiliazioni, per tutta la vita? dopo un po' dovrebbero darti un foglio che conferma che sei effettivamente incapace di fare qualsiasi cosa, che raggiungerai meno degli altri [o più probabilmente nulla] mettendoci dieci volte il loro tempo, che sei uno sbaglio della natura, un errore dell'evoluzione umana, un fallimento del sistema di educazione scolastica e lavorativa, un individuo inadatto a contribuire allo sviluppo della società, un essere inutile, uno scarto di lavorazione, un intoppo sulla linea di produzione, un giocattolo difettoso, un frutto già marcito prima di maturare, un esperimento andato male, un prodotto danneggiato ritirato dal commercio, un bug che si presenta ancora prima di avviare il programma, un modello non funzionante da trasferire al più presto in discarica, un parassita in via di estinzione, un punto morto della realizzazione sociale, una scommessa persa in partenza, il prevedibile risultato di un gioco truccato dal principio, un monumento all'inettitudine, un capolavoro di incompetenza, un cumulo di insuccessi senza possibilità di redenzione, un inno alla sconfitta.
servirebbe una specie di documento che dichiara che sei un fallito completo e che non hai nulla da dare a questa società, a questo paese e pure a te stesso. e basta, la questione si chiuderebbe così, poi potrebbero pure decidere di mandarmi direttamente al forno crematorio in quanto soggetto inutile nonché parassita, poco mi importerebbe. non ho mai chiesto di partecipare a questa competizione assurda e priva di senso, non ho i mezzi né la speranza di ricavarci qualcosa e, se pure li avessi, niente di ciò che potrei ottenere mi interesserebbe al punto di farmi pensare che ne sia valsa la pena.
non ho mai conosciuto qualcuno che abbia fatto scelte di vita peggiori delle mie e non è affatto vero che basta "la forza di volontà" per riuscire a migliorare la propria condizione, per una persona che ce l'ha fatta ce ne sono mille che dopo avere sbagliato ripetutamente probabilmente sono andate a comprare corda e sgabello e "la forza di volontà" l'hanno usata per saltare. qualche volta ho visto persone felici comprensive con chi era infelice, persone speranzose che provavano a capire chi aveva perso la speranza... ma da parte di chi ha successo ho sempre e solo visto disgusto e presunzione nei confronti dei falliti. e io dovrei convivere con gente entusiasta perché ha "nuove sfide da affrontare"? o con chi riesce a concludere con facilità qualcosa che ho provato per anni e che tuttora più volte al giorno mi torna in mente e mi getta in uno stato di disperazione infinita? ma per favore. invidio molto chi ha poco da vivere e sinceramente spero che mi accada una malattia o comunque un evento per cui nessuno possa darmi la colpa che provochi la mia morte o almeno l'esclusione temporanea o permanente dalle aspettative altrui per quanto riguarda qualsiasi tema di "realizzazione personale".
credo di avere cercato da sempre uno scopo per la mia vita ma senza il minimo risultato, forse sarei dovuta nascere in qualche epoca del cazzо in cui la gente se ne andava felicemente a crepare per conto della religione o di qualche idea ormai obsoleta e putrefatta. non mi interessa di fare esperienze, di conoscere persone, di provare emozioni, non l'ho mai voluto. mi sembra che qualsiasi attività non sia altro che un misero tentativo di distrarsi per un attimo da quello che in realtà è la vita, cioè il succitato cumulo di preoccupazioni, stress e quant'altro. non so perché ma con me non funziona. la vita è pessima oppure è accettabile, non entrambe le cose, e mettere una ciliegina candita su una merdа non la farà diventare una torta al cioccolato. sono stufa, non volevo svegliarmi oggi e certo non vorrò svegliarmi domani. non ne posso più.
chi ha detto che la vita è un pendolo che oscilla tra dolore e noia con brevi attimi di felicità in mezzo era decisamente troppo ottimista perché il paragone più corretto sarebbe con un pendolo che oscilla tra dolore e altro dolore con "brevi" attimi di preoccupazione per l'avvicinarsi della disgrazia successiva.
non c'è un singolo giorno in cui io non abbia sperato di morire, né una singola notte che non sia trascorsa tra incubi e senso di soffocamento al pensiero di dover iniziare a breve un'ennesima giornata orribile.
sono assolutamente incapace di svolgere quelle attività che sono considerate necessarie per la sopravvivenza, tipo lo studio e il lavoro, e lo dico per esperienza diretta.
come già ho scritto da qualche parte: ma perché se qualcuno [=io] è chiaramente incapace di avere risultati nello studio, nel lavoro ecc. dovrebbe "continuare a provare"? ma dopo un po' la cosa è evidente, e che cazzо, serve davvero passare per altri fallimenti, altre umiliazioni, per tutta la vita? dopo un po' dovrebbero darti un foglio che conferma che sei effettivamente incapace di fare qualsiasi cosa, che raggiungerai meno degli altri [o più probabilmente nulla] mettendoci dieci volte il loro tempo, che sei uno sbaglio della natura, un errore dell'evoluzione umana, un fallimento del sistema di educazione scolastica e lavorativa, un individuo inadatto a contribuire allo sviluppo della società, un essere inutile, uno scarto di lavorazione, un intoppo sulla linea di produzione, un giocattolo difettoso, un frutto già marcito prima di maturare, un esperimento andato male, un prodotto danneggiato ritirato dal commercio, un bug che si presenta ancora prima di avviare il programma, un modello non funzionante da trasferire al più presto in discarica, un parassita in via di estinzione, un punto morto della realizzazione sociale, una scommessa persa in partenza, il prevedibile risultato di un gioco truccato dal principio, un monumento all'inettitudine, un capolavoro di incompetenza, un cumulo di insuccessi senza possibilità di redenzione, un inno alla sconfitta.
servirebbe una specie di documento che dichiara che sei un fallito completo e che non hai nulla da dare a questa società, a questo paese e pure a te stesso. e basta, la questione si chiuderebbe così, poi potrebbero pure decidere di mandarmi direttamente al forno crematorio in quanto soggetto inutile nonché parassita, poco mi importerebbe. non ho mai chiesto di partecipare a questa competizione assurda e priva di senso, non ho i mezzi né la speranza di ricavarci qualcosa e, se pure li avessi, niente di ciò che potrei ottenere mi interesserebbe al punto di farmi pensare che ne sia valsa la pena.
non ho mai conosciuto qualcuno che abbia fatto scelte di vita peggiori delle mie e non è affatto vero che basta "la forza di volontà" per riuscire a migliorare la propria condizione, per una persona che ce l'ha fatta ce ne sono mille che dopo avere sbagliato ripetutamente probabilmente sono andate a comprare corda e sgabello e "la forza di volontà" l'hanno usata per saltare. qualche volta ho visto persone felici comprensive con chi era infelice, persone speranzose che provavano a capire chi aveva perso la speranza... ma da parte di chi ha successo ho sempre e solo visto disgusto e presunzione nei confronti dei falliti. e io dovrei convivere con gente entusiasta perché ha "nuove sfide da affrontare"? o con chi riesce a concludere con facilità qualcosa che ho provato per anni e che tuttora più volte al giorno mi torna in mente e mi getta in uno stato di disperazione infinita? ma per favore. invidio molto chi ha poco da vivere e sinceramente spero che mi accada una malattia o comunque un evento per cui nessuno possa darmi la colpa che provochi la mia morte o almeno l'esclusione temporanea o permanente dalle aspettative altrui per quanto riguarda qualsiasi tema di "realizzazione personale".
credo di avere cercato da sempre uno scopo per la mia vita ma senza il minimo risultato, forse sarei dovuta nascere in qualche epoca del cazzо in cui la gente se ne andava felicemente a crepare per conto della religione o di qualche idea ormai obsoleta e putrefatta. non mi interessa di fare esperienze, di conoscere persone, di provare emozioni, non l'ho mai voluto. mi sembra che qualsiasi attività non sia altro che un misero tentativo di distrarsi per un attimo da quello che in realtà è la vita, cioè il succitato cumulo di preoccupazioni, stress e quant'altro. non so perché ma con me non funziona. la vita è pessima oppure è accettabile, non entrambe le cose, e mettere una ciliegina candita su una merdа non la farà diventare una torta al cioccolato. sono stufa, non volevo svegliarmi oggi e certo non vorrò svegliarmi domani. non ne posso più.