Massimiliano89 ha scritto:Nel mio caso, non riesco a mandar giù il fatto di essere timido e introverso.
E' certamente un limite che può ostacolare seriamente...
però attenzione a non fermarti al sintomo, ma andare al di sotto, all'
origine.
Non sei nato timido. Lo sei diventato per qualche ragione

Di solito
la timidezza è una difesa, una protezione da qualche "rischio sociale".
P.es.:
"Poiché sono timido, non mostro pienamente me stesso, oppure non dico quel che penso; evito così di essere giudicato, o ridicolizzato, o respinto, o abbandonato" (uno può essere consapevole di questo meccanismo, ma spesso non lo siamo).
Vedi bene, che visto così, il problema non è la timidezza in sé, ma
le paure sottostanti.
Quindi potresti chiederti:
Quali paure mi portano ad essere timido? Cosa temo? Cosa mi terrorizza di più, in ambito sociale?Tieni anche conto che
gli altri non possono farci nulla; il peggio che possono fare è
abbandonarci (e questo per alcuni è un rischio inaccettabile).
Anche se ci giudicano negativamente, nel 99% dei casi questo non produrrà conseguenze significative.
Invece spesso ci lasciamo
paralizzare dai giudizi altrui, come se questi potessero avere conseguenze catastrofiche.

Io per esempio, tanti anni fa, avevo il
terrore di essere respinto (come tanti, del resto). Quindi esitavo fortemente a mostrare il mio interesse alle ragazze che mi piacevano, e in questo modo perdevo molte occasioni (oltre a reprimermi).
Poi un giorno mi sono reso conto che, se anche una respingeva il mio interesse, non succedeva nulla di grave. Certo ci rimanevo male, ma non moriva mica nessuno.
E quindi ho imparato ad
esprimere i miei sentimenti verso qualcuna, anche col rischio di ricevere un "No", perché ho deciso che provarci era più importante che evitare la sofferenza del "No".
Ma per arrivarci ho dovuto prima fare i conti con la mia paura del rifiuto.
