Brava, argomento davvero interessante.
VeraVita ha scritto:Oppure, che si dica che siamo troppi in questo pianeta e le cose non vanno bene appunto per questo.
E' una questione certo non nuova.
Oltre due secoli fa (quindi con una popolazione di circa un miliardo nel 1800), l'economista Thomas Malthus prevedeva il rischio di sovrapopolazione ed esaurimento delle risorse. Questo perché all'epoca la produttività agricola era molto più bassa (come è tutt'ora in certe aree arretrate).
L'analisi di Malthus era sensata per l'epoca, ma non poteva prevedere il grande incremento di produttività (in tutti i sensi) che avvenne in seguito, e che permette oggi di sostenere una popolazione dieci volte più grande.
Ma è anche vero che c'è un limite a tutto. Non credo che nessun progresso potrebbe rendere sostenibile una popolazione di 100 miliardi; senza contare l'esaurimento di risorse non rinnovabili.
Penso che l'abbondanza ci sia per tutti. E, che è bello poter condividere.
Per cui è vero che condividendo equamente, al momento ci sia abbastanza per tutti. Però:
- Non sempre ci riusciamo.
- E' nella natura umana volere più degli altri (anche per quello il comunismo non ha mai funzionato). P.es. se hai dei figli non vuoi che stiano come tutti gli altri; vuoi che stiano il meglio possibile.
- E comunque sia, le risorse non sono mai infinite.
Secondo voi siamo troppi in questo pianeta?
Al momento no...
però siamo tanti, ed infatti alcuni problemi globali derivano da questo. L'aumento dell'immigrazione, ad esempio. O certi conflitti bellici.
Ignorare il problema della (sovra)popolazione è stupido o ingenuo. O credere che, in qualche modo, "Dio provvederà". Quando ci sono carestie, non è Dio che provvede.
Voi quando andate in qualche posto preferite che ci sia poca gente oppure scappate quando vedete tanta gente?
A me la gente piace... ma fino a un certo punto.
Quando sono bloccato in auto nel traffico, sarei felice se fossimo molti meno
Ognuno ha un suo "punto critico".
Un problema è che siamo "animali sociali" ma, al tempo stesso, gli altri spesso ci danno fastidio. Come ha argutamente espresso Sartre col suo "L'enfer, c'est les autres" (L'inferno sono gli altri).
Siamo creature sociali e anti-sociali al tempo stesso.
In America (dove si paga la sanità e devi addirittura pagare l'assicurazione) secondo voi funziona meglio? Vieni curato nel modo migliore?
Se puoi pagare... sì.
Se non puoi pagare... ti arrangi.
Ed a volte anche se hai pagato (l'assicurazione privata)... ti vengono rifiutate le cure.
Direi che ci sono ben pochi dubbi a riguardo: il sistema di sanità centralizzata e pubblica è il sistema migliore, tutto sommato. Infatti in occidente lo hanno tutti (in diverse variazioni) tranne gli USA.
E' un po' come con le armi: gli USA sono gli unici a permetterne una detenzione così facile (coi risultati che sappiamo). A volte "l'eccezionalismo americano" appare a noi europei come alquanto stupido.
Cosa ne pensate poi della meritocrazia? Cioè, è giusto dare cure migliori a chi si è comportato meglio? O dare più soldi a chi è stato più bravo?
Io sono completamente a favore... ma con limiti e assistenza verso i meno fortunati.
Cioè è del tutto naturale ed anche funzionale che i migliori vengano remunerati in proporzione; in caso contrario, costoro che motivo avrebbero di dare il proprio contributo alla società?
Se un imprenditore non ottiene i frutti del suo lavoro, non avrebbe motivo di rischiare e sbattersi per creare un'azienda; e quei posti di lavoro non ci sarebbero.
(altro motivo per cui il comunismo non funziona: se i migliori non ottengono di più... perché impegnarsi? Si fa il minimo... o nemmeno quello)
Al tempo stesso, ci devono essere limiti al potere personale (infatti ci sono norme contro i monopoli, p.es.) come anche sistemi di supporto per quelli meno dotati.
Credo che questa posizione si possa considerare una sorta di "capitalismo illuminato" (argomento su cui ben altri hanno discusso).