Qualche parola di conforto

Questo forum di aiuto vuole essere una vera casetta della coccola.
"Mi sento troppo triste" quante volte lo hai detto o sentito dentro? Hai mai guardato in faccia il tuo dolore? Qual è la sua voce? Fallo parlare, qui.
Disturbo depressivo, bipolare, maniacale, e altri disturbi dell'umore.
La depressione in particolare è una sofferenza drammatica, dalla quale occorre uscire attraverso la pazienza e la dedizione a noi stessi; ma anche attraverso la fiducia e la vicinanza di chi sa bene come ci si sente. Questo forum è aperto anche a chi è semplicemente triste e ha voglia di sfogarsi.

Qualche parola di conforto

Messaggioda Pain » 10/05/2014, 18:50



Ciao a tutti ho 17 anni quasi 18. Potrei sembrare un normale ragazzino come tanti ma in purtroppo non è così... La solitudine e la tristezza che questa comporta mi stanno consumando sempre di più, mi sento sempre piu freddo e morto dentro.
Questo perchè non ho amici o persone con cui passare il mio tempo oltre alla famiglia e ai compagni di classe. Non sono mai riuscito a capire il motivo della mia solitudine e questo mi porta ancora piu disagio. Come ho già detto potrei sembrare un ragazzo normale e felice esteriormente ma in realtà il mio io interiore sta morendo lentamente: cerco sempre di essere simpatico con gli altri, di vestirmi in maniera decente nonostante le modeste possibilità economiche della mia famiglia e molte ragazze mi trovano carino, ma tutto questo scompare appena torno a casa da scuola. Cerco comunque di sorridere sempre nonostante ciò che provo ogni giorno e faccio così perchè non voglio che i miei genitori vengano a scoprire la mia condizione. Infatti loro fanno già tantissimi sacrifici per renderci felici e farci studiare e se venissero a sapere della mia vita si sentirebbero solo piu tristi e io non voglio che questo accada. Quindi sono 8 anni che tengo dentro di me questo mostro della solitudine. Non ne ho mai parlato con nessuno perchè rischierei solo di spaventare le persone con la mia storia. Chi mai sarebbe interessato a conoscere una persona senza uno straccio di amico? Mi sento sempre giu soprattutto nei week-end, quando tutti escono e si divertono coi loro amici mentre io me ne rimango chiuso in casa a cercare quell'introvabile risposta al cosa ci sia di sbagliato in me e nella mia persona... sono molto timido questo è vero, ma una volta che prendo confidenza con le persone mi apro abbastanza e riesco anche ad essere molto simpatico solo che non riesco a stringere forti legami di amicizia. E non capisco il perchè. Forse perchè ho paura che le persone conoscendomi meglio possano venire a conoscenza della mia cupa realtà e di conseguenza allontanarsi irrimediabilmente. Ed è per questo che quando quelle pochissime volte che qualcuno mi invita ad uscire (se va bene uscirò 7 o 8 volte all'anno) dico di avere già altri impegni con altre persone (ovviamente inesistenti) in modo da non apparire nella mia vera condizione. So che è tutto assurdo e ridicolo ma purtroppo è anche dannatamente vero. Non ho mai smesso di pregare e di sperare in un futuro migliore e spero di continuare ad avere la forza di farlo nonostante questa tempesta non dia segni di cedimento.

Scusate per il lungo sfogo, dopo qualche lacrima ora mi sento un pochino meglio
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Pain
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Citazione: in assenza d'amore nascono i sacrifici. nasce il dubbio, e così tutti finiamo per conoscere il dolore
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qualche parola di conforto

Messaggioda sadness » 10/05/2014, 19:34



Non capisco. Ti senti solo ma se poi qualcuno ti invita ad uscire ti inventi scuse per non andare. Pero' ti senti solo. Mi sembra una contraddizione. Scrivevi che hai paura che gli altri sappiano della tua condizione, io sinceramente non vedo cosa tu abbia da perdere. Tra il rimanere solo ed essere scontento ed il provare ad instaurare rapporti di amicizia col rischio, (relativo secondo me visto che credo la tua paura sia puramente psicologica), di vederli interrotti e quindi rimanere ancora infelice non credi cambi molto. Sfrutta gli amici in classe, sono in questi anni che si consolidano le compagnie e si forma il classico gruppo. Guarda io in passato ho avuto i tuoi problemi, ero alle superiori ma persi un anno e non riuscii piu' di tanto a consolidare i rapporti con gli amici della mia ex classe rimanendo un anno indietro. Di fatto mi ritrovai solo, senza amici, passavo tutti i weekend tra pc e televisione. Poi cambiai scuola mi rimisi in gioco ed in quarta superiore riuscii a farmi una compagnia di amici con la quale esco tutt'oggi. Insomma non e' mai troppo tardi per raddrizzare una situazione storta in ambito di amicizie. Inoltre vorrei correggerti su una cosa: dici che rifiuti di uscire con gli amici per paura che scoprano la tua condizione e che si allontanino. In realta' credimi, fara' sicuramente allontanare molta piu' gente questo tuo atteggiamento, anche perche' altrimenti come pensi di poter consolidare le amicizie? Sfrutta gli anni della scuola come ti dicevo, perche' passati quelli poi si che e' molto piu' difficile costruire amicizie forti, a meno che tu non opti per l'universita' dove avrai ancora chance di conoscere gente. Una volta entrati nel mondo del lavoro e' piu' difficile trovare nuove amicizie, vuoi perche' sono tutti un po' piu' adulti e quindi molti hanno anche famiglia, oppure frequentano gia' altre compagnie di amici etc etc, quindi forza e coraggio.
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sadness
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Qualche parola di conforto

Messaggioda Royalsapphire » 11/05/2014, 17:38



:tao: Ciao Pain!
Spero che tu possa continuare a scrivere di te perché è il solo modo che hai per farti conoscere e per far uscire fuori quello che hai dentro e che ancora non dici.
Tu parli della tua solitudine. Dici che non hai amici e che ciò ti fa soffrire terribilmente. Poi però dici che le rare volte in cui hai occasione di uscire dietro invito, lo declini per paura. Sai che chiunque altro al tuo posto non ci avrebbe pensato un attimo a raccogliere quegli inviti?
Una cosa che mi ha colpito è stato come tu abbia introdotto la tua famiglia. In questo messaggio hai citato più volte la paura che aprirti con loro possa farli soffrire, possa deluderli e lo stesso hai detto pensi che accadrebbe se ti aprissi con qualcun'altro. Ecco, questo mi fa pensare che possa esserci qualcosa sotto questa tua solitudine. Qualcosa che non è la solitudine a rendere cupe le tue giornate e a farti piangere.
Non è che i tuoi ti hanno cresciuto con un costante senso di disagio, senso di inferiorità?
Sappi che la solitudine che viviamo, spesso non riguarda la nostra timidezza o la nostra introversione. Anzi, spesso è figlia della famiglia.
Ti racconto una storia: c'era una volta un ragazzo pieno di amici. bravo a scuola. buono nell'animo, disponibile con tutti, amato da tutti, ma che viveva con un costante senso di solitudine e blocco verso l'esterno. Oltre alla solitudine che provava, non riusciva nemmeno a confidarsi con la sua migliore amica. E dall'esterno era il classico ragazzo a cui fila sempre tutto liscio. Tra feste, avventure, fumo, alcol e sorrisi, chi avrebbe mai detto che dentro si sentiva appassire sempre di più?!
Un giorno, dopo circa 20 anni di amicizia, la sua amica gli fa dei complimenti diretti. Di punto in bianco inizia a dirgli quanto lo stimasse, quanto buono lui fosse, quanto bravo e intelligente, quanto amato e rispettato fosse da tutti gli amici, quanto la sua vita avesse senso accanto a lui. E a quelle parole lui butta giù la maschera. Non resiste più. Scoppia in lacrime. Comincia a dare di matto dicendo che doveva smetterla con tutte quelle bugie, con tutte quelle prese in giro, perché lo sa anche lui di non valere niente, sa bene di quanto sia solo in realtà, sa bene che quando ha un problema non chiede mai aiuto a nessuno, perché non lo merita e perché i suoi bisogni sono ridicoli, come la sua vita, come tutto quello che fa.
Chiaramente la sua amica rimane attònita. Si trova davanti lo sfogo di una persona totalmente diversa da quella che aveva conosciuto in 20 anni.
Alla fine, dopo ore di dialogo, venne fuori che la sua famiglia lo aveva cresciuto da sempre come un disadattato. Lo aveva portato a svalutarsi completamente. Qualunque cosa desiderasse non era importante o era sbaliata, e quindi era sempre portato a cambiarla in favore di ciò che gli veniva "consigliato", di ciò che gli veniva imposto nella mente come "giusto"! Oltre a questo, i lamenti non erano ammessi. Per qualunque cosa si lamentasse, c'era sempre l'esempio di qualcuno che viveva situazioni drammatiche, e questo lo aveva portato a considerarsi un ingrato, una persona cattiva. In più gli venivano criticati tutti quelli che lui portava a casa. Per ogni sua conoscenza c'era una predica di due ore sul perché non andava bene. Etc etc.
Questo ragazzo aveva vissuto per tutta la vita con l'assoluta intolleranza di sé e col terrore che anche gli altri, oltre ai suoi genitori, lo vedessero per ciò che era veramente.
Insomma, una storia per dirti che la solitudine spesso è dentro di sé e non è nella realtà...
Il supporto che ti posso dare è quello di cercare di vivere almeno mezzora al giorno immerso in qualcosa che ti dia serenità e ti aiuti a staccare i pensieri e di accettare il prossimo invito che riceverai, o meglio ancora invitare tu stesso l'ultima persona di cui hai declinato l'invito. E se ti senti tremare dalla paura puoi pensare che noi siamo qui con te, in qualunque momento e in qualunque posto, che possiamo scriverti e sostenerti ogni volta che hai bisogno. D'altronde lo vedi tu stesso che non sei più solo ; ) !
Un po' di coraggio virtuale? :drunk:
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