Depressione : ho smesso di credere a una cura

Questo forum di aiuto vuole essere una vera casetta della coccola.
"Mi sento troppo triste" quante volte lo hai detto o sentito dentro? Hai mai guardato in faccia il tuo dolore? Qual è la sua voce? Fallo parlare, qui.
Disturbo depressivo, bipolare, maniacale, e altri disturbi dell'umore.
La depressione in particolare è una sofferenza drammatica, dalla quale occorre uscire attraverso la pazienza e la dedizione a noi stessi; ma anche attraverso la fiducia e la vicinanza di chi sa bene come ci si sente. Questo forum è aperto anche a chi è semplicemente triste e ha voglia di sfogarsi.

Depressione : ho smesso di credere a una cura

Messaggioda nuovoutente » 05/08/2014, 8:12



Ciao a tutti,
da circa 3 anni ho scoperto/accettato di soffrire di depressione in seguito a un periodo di disturbi fisici che ancora non si è scoperto se ne siano stati la causa o la conseguenza ( molto probabilmente quest'ultima).
Ho iniziato una cura con antidepressivi che mi ha aiutato molto, praticamente mi ha resuscitato, e adesso i disturbi fisici sono praticamente scomparsi.
Inizialmente ero entusiasta,pensavo anche di aver sconfitto la depressione e che, non avendo più quei disturbi fisici che mi rendevano la vita impossibile la vita, non sarebbe più tornata. Purtroppo mi sono accorto piano piano che i miglioramenti di umore erano dovuti unicamente ai farmaci...e che la mia vita nel frattempo non era migliorata così tanto da permettermi di farne a meno.
Quindi dopo quasi 3 anni ho deciso di cominciare a smettere di prendere antidepressivi e alla solita domanda del neurologo :"come va?" ho deciso di non essere del tutto sincero per cominciare a smettere di prendere quei farmaci che per me sono stati un grande aiuto, ma non una cura!
Ho cominciato a mentire anche con i miei e per quanto riguarda "amici" e i pochi parenti a cui l'ho dovuto dire non mi hanno MAI chiesto in seguito come stessi e io non ne parlo mai di mia spontanea volontà.
Insomma...ho cominciato a pensare che forse non esiste una cura nel mio caso. Che probabilmente questo è il mio carattere, sono fatto così, e i farmaci alterano solo il mio modo d'essere, non sono una vera cura.
Il problema è che continuo a stare abbastanza male...
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"Lei è psicopatico."

"Lei ha una malattia che purtroppo è di moda e si incontra ogni giorno nelle persone intelligenti. I medici, naturalmente,non ne sanno nulla. E' imparentata con la moral insanity e potrebbe essere anche denominata individualismo oppure solitudine immaginaria. I libri moderni ne sono pieni. In lei si è insinuata la fissazione di essere abbandonato, che non le importi più di nessuno e che nessuno la capisca."

"Vede. A colui che ha ormai questa malattia bastano un paio di delusioni per fargli credere che, tra lui e le altre persone, non esista assolutamente rapporto alcuno, al massimo soltanto equivoci, e che ogni essere umano si muova in fondo in perfetta solitudine, non riesca mai a rendersi ben comprensibile agli altri né condividere o avere nulla in comune con loro".
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Depressione : ho smesso di credere a una cura

Messaggioda giorgio frulli » 06/08/2014, 18:27



Caro compagno di sventura ti dico,che l impressione che hai e' anche a mio modo di vedere cosi' ,ovvero non esistono farmaci........il mio psichiatra crede che tuttora mi stia riempiendo di psicofarmaci,no,non e' cosi'voglio la piena consapevolezza sia della vita sia delle mie azioni.....paradisi indotti ....grazie no
Nonfosse altro per quel minimo di dignita' cheho per me stesso.Dovrei prendere all incirca 16cp. Al giorno,io forse sono da curare ,lo psichiatra indiscutibilmente.Come si puo' pretendere che una persona "normale" possa accettare una condizione di vita simile..come si puo'? Vivo la mia condizione di depresso che,come te non sbandiero ai 4 venti,quale titolo honoris causa...soffro,soffro molto ed ho imparato ad accettare me stesso.
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Depressione : ho smesso di credere a una cura

Messaggioda nuovoutente » 06/08/2014, 20:17



Grazie Giorgio
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"Lei è psicopatico."

"Lei ha una malattia che purtroppo è di moda e si incontra ogni giorno nelle persone intelligenti. I medici, naturalmente,non ne sanno nulla. E' imparentata con la moral insanity e potrebbe essere anche denominata individualismo oppure solitudine immaginaria. I libri moderni ne sono pieni. In lei si è insinuata la fissazione di essere abbandonato, che non le importi più di nessuno e che nessuno la capisca."

"Vede. A colui che ha ormai questa malattia bastano un paio di delusioni per fargli credere che, tra lui e le altre persone, non esista assolutamente rapporto alcuno, al massimo soltanto equivoci, e che ogni essere umano si muova in fondo in perfetta solitudine, non riesca mai a rendersi ben comprensibile agli altri né condividere o avere nulla in comune con loro".
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Re: Depressione : ho smesso di credere a una cura

Messaggioda nuovoutente » 11/08/2014, 8:03



Io no, non riesco ad accettare me stesso, perché sono convinto che potrei essere più felice di così se trovassi l'ambiente giusto, se mi circondassi di persone giuste.
Credo che il mio problema principale sia la dipendenza dagli altri. Da solo non riesco a vedermi realizzato. E dato che per me è così difficile trovare qualcuno che sia altrettanto dipendente da me, credo che dovrei cercare di cambiare.
Comunque sono arrivato a metà della dose ... spero di riuscire a smettere definitivamente al più presto.
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"Lei è psicopatico."

"Lei ha una malattia che purtroppo è di moda e si incontra ogni giorno nelle persone intelligenti. I medici, naturalmente,non ne sanno nulla. E' imparentata con la moral insanity e potrebbe essere anche denominata individualismo oppure solitudine immaginaria. I libri moderni ne sono pieni. In lei si è insinuata la fissazione di essere abbandonato, che non le importi più di nessuno e che nessuno la capisca."

"Vede. A colui che ha ormai questa malattia bastano un paio di delusioni per fargli credere che, tra lui e le altre persone, non esista assolutamente rapporto alcuno, al massimo soltanto equivoci, e che ogni essere umano si muova in fondo in perfetta solitudine, non riesca mai a rendersi ben comprensibile agli altri né condividere o avere nulla in comune con loro".
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