Vi leggo da giorni, oggi vi scrivo

Ciao,
scrivo qui per la prima volta. Mi sono iscritta qualche giorno fa, ma sono riuscita a stendere qualche riga solo oggi.
Non so se posso definire quello che sto attraversando "depressione". Ho troppo rispetto per il dolore e sottovalutarlo o sopravvalutarlo mi sembrerebbe quasi svilirlo, in un senso o nel suo opposto. Comunque sia, non sto affatto bene e per me è già tanto che stia riuscendo a scriverlo. Non sto cercando nulla di particolare, o forse sì in modo latente, ma quello che mi ha spinta a scrivere è che mi sembrava poco carino continuare a leggervi senza aver scritto un minimo, sarebbe stato quasi come "spiarvi di nascosto".
Sono abituata a tenermi tutto dentro. Perchè sono timida, riservata ed introversa e perchè sono, ahimè, orgogliosa.
E perchè sono abituata alla solitudine e all'implosione da sempre.
Ad ogni modo, ho 23 anni, non ho potuto studiare anche se mi sarebbe piaciuto e non lavoro. E non ho nè vita sociale, nè relazioni.
Non sono bella, non sono ricca, non sono particolarmente intelligente. Sono troppo sensibile, piango molto e spesso, più che posso silenziosamente e sperando che nessuno se ne accorga.
Ho sempre avvertito una malinconia di fondo in me, che ho iniziato a riconoscere nell'infanzia fino a rendermene consapevole nella prima adolescenza e che mi ha inevitabilmente condizionato l'esistenza. Indipendentemente dal dolore o dalla gioia, la malinconia è un mio stato ininterrotto, che in alcune situazioni riesco a ignorare, ma che continuo ad avvertire. Così tutto passa attraverso il suo filtro. Dal quotidiano all'eccezionale, dai momenti tra me e me a quelli in mezzo agli altri (anche se mi sto isolando sempre più), alla costruzione, totalmente fallimentare, di rapporti, sempre molto selezionati e profondi, inziati tutti con una certa diffidenza ma successivamente in cui tendevo a dare tutto quello che avevo, spendermi forse anche troppo, ma quasi tutti conclusi con strazianti distacchi.
Questo mi ha portata a sentirmi spesso usata, per quanto sia stata io a permetterlo, a non capacitarmi di come le persone cambiassero di molto dai loro periodi "tristi/negativi" (dove "c'ero per loro") (scusate l'apparente banalizzazione ma lo scrivo per rendere l'idea) a quelli in cui "rinascevano" (dove "non servivo più").
Tuttavia, negli anni ho tentato faticosissimi percorsi di autoanalisi/autocritica e introspezione. E il punto è che, onestamente, non so concludere se siano mie impressioni, dettate dal pessimismo, forse un pò di vittimismo, dai ricordi dolorosi, dalla bassa autostima, da alcuni shock e blocchi, o se la mia percezione sia realistica. Sono strana, certo! A volte metto in dubbio persino il mio nome e la mia età
Però adesso sono qui, sola nella mia stanza a sperare che si faccia sera in fretta. Non ho alcun obiettivo, nè a medio/lungo termine, nè nell'immediato, non ho alcuna speranza di nessuna natura. E la cosa difficile è tirare a sera, sperando in sonni senza incubi o insonnia, con dignità. Sto facendo degli sforzi di autocontrollo enormi per me, per il mio attuale stato psico-emotivo. Continuare a prendermi minimamente cura di me, a costringermi ad uscire almeno un'ora al giorno. Mi chiedo quanto possa resistere.
Un abbraccio a tutti coloro che soffrono.
(Se hai avuto la pazienza di arrivare fin qui ti ringrazio)
scrivo qui per la prima volta. Mi sono iscritta qualche giorno fa, ma sono riuscita a stendere qualche riga solo oggi.
Non so se posso definire quello che sto attraversando "depressione". Ho troppo rispetto per il dolore e sottovalutarlo o sopravvalutarlo mi sembrerebbe quasi svilirlo, in un senso o nel suo opposto. Comunque sia, non sto affatto bene e per me è già tanto che stia riuscendo a scriverlo. Non sto cercando nulla di particolare, o forse sì in modo latente, ma quello che mi ha spinta a scrivere è che mi sembrava poco carino continuare a leggervi senza aver scritto un minimo, sarebbe stato quasi come "spiarvi di nascosto".
Sono abituata a tenermi tutto dentro. Perchè sono timida, riservata ed introversa e perchè sono, ahimè, orgogliosa.
E perchè sono abituata alla solitudine e all'implosione da sempre.
Ad ogni modo, ho 23 anni, non ho potuto studiare anche se mi sarebbe piaciuto e non lavoro. E non ho nè vita sociale, nè relazioni.
Non sono bella, non sono ricca, non sono particolarmente intelligente. Sono troppo sensibile, piango molto e spesso, più che posso silenziosamente e sperando che nessuno se ne accorga.
Ho sempre avvertito una malinconia di fondo in me, che ho iniziato a riconoscere nell'infanzia fino a rendermene consapevole nella prima adolescenza e che mi ha inevitabilmente condizionato l'esistenza. Indipendentemente dal dolore o dalla gioia, la malinconia è un mio stato ininterrotto, che in alcune situazioni riesco a ignorare, ma che continuo ad avvertire. Così tutto passa attraverso il suo filtro. Dal quotidiano all'eccezionale, dai momenti tra me e me a quelli in mezzo agli altri (anche se mi sto isolando sempre più), alla costruzione, totalmente fallimentare, di rapporti, sempre molto selezionati e profondi, inziati tutti con una certa diffidenza ma successivamente in cui tendevo a dare tutto quello che avevo, spendermi forse anche troppo, ma quasi tutti conclusi con strazianti distacchi.
Questo mi ha portata a sentirmi spesso usata, per quanto sia stata io a permetterlo, a non capacitarmi di come le persone cambiassero di molto dai loro periodi "tristi/negativi" (dove "c'ero per loro") (scusate l'apparente banalizzazione ma lo scrivo per rendere l'idea) a quelli in cui "rinascevano" (dove "non servivo più").
Tuttavia, negli anni ho tentato faticosissimi percorsi di autoanalisi/autocritica e introspezione. E il punto è che, onestamente, non so concludere se siano mie impressioni, dettate dal pessimismo, forse un pò di vittimismo, dai ricordi dolorosi, dalla bassa autostima, da alcuni shock e blocchi, o se la mia percezione sia realistica. Sono strana, certo! A volte metto in dubbio persino il mio nome e la mia età

Però adesso sono qui, sola nella mia stanza a sperare che si faccia sera in fretta. Non ho alcun obiettivo, nè a medio/lungo termine, nè nell'immediato, non ho alcuna speranza di nessuna natura. E la cosa difficile è tirare a sera, sperando in sonni senza incubi o insonnia, con dignità. Sto facendo degli sforzi di autocontrollo enormi per me, per il mio attuale stato psico-emotivo. Continuare a prendermi minimamente cura di me, a costringermi ad uscire almeno un'ora al giorno. Mi chiedo quanto possa resistere.
Un abbraccio a tutti coloro che soffrono.
(Se hai avuto la pazienza di arrivare fin qui ti ringrazio)