Joker ha scritto:Alla fine l'ho fatto..
All'inizio non volevo più tagliarmi, avevo deciso che era una cosa passata che non sarebbe dovuta più accadere. Poi, quest'estate, ho ripreso a tagliarmi, solo nelle gambe però, perché nelle braccia sarebbe stato visibile e questo mi frenava molto.. perciò avevo deciso che mi sarei limitato alle gambe e nient'altro. E ora..
Mi sono tagliato il braccio.. e ora che l'ho fatto non credo che sarà l'ultima volta.. non so nemmeno come farò in estate, ora dovrò indossare sempre maniche lunghe. Boh, non mi sono nemmeno posto il problema, volevo tagliarmi e basta, non mi interessava di nulla, e non mi interessa tutt'ora. Non mi interessa..
Ciao Joker
Cerca di non farlo più. Non per me, né per te, ma per il bambino che sei stato.
Io ti posso capire, e quanti altri milioni di persone (tra ragazzi e adulti) ti capirebbero se ti conoscessero! Non sei l'unico a sentirsi solo, a sentirsi più piccolo delle situazioni che vive e che ha già vissuto, non sei l'unico a provare emozioni forti e deleterie. Sei unico nel come scegli di affrontarle e di guardarle. Ad esempio spesso siamo portati a giudicarci così brutalmente da confondere la vera realtà, e ti sembra poco?
Ok il tuo dolore è forte. Ma se prendessi una tua foto da bambino, ti guardassi attentamente e ti immaginassi fare quello hai fatto sul tuo braccio, cosa proveresti? (Fallo davvero!)
Cerco di farti fare questo collegamento perché il nostro cuore, è lo stesso che avevamo da bambini. E' quella parte di noi che non cresce, e che mantiene senza tempo tutta quella emotività con cui siamo venuti alla luce, tutta quella emotività che ci rende unici.
L'adulto, a differenza del bambino, è giù fragile, perché non riesce a girarsi attorno al fatto che non esistono solo i difetti, esistono anche i pregi, e non esistono solo i dolori, esistono anche le gioie, e non esiste solo una strada, ne esistono tante, e altrettante sono le vie di uscita, e un bambino questo lo sa, e lo fa in automatico. Crescendo, per la pressione degli adulti che ci circondano, perdiamo questa dote.
Attenzione, non ti sto dicendo "non ti tagliare perché anche se soffri, fai del male a te stesso", sto dicendo "so che il tuo dolore è grande, ma anche se l'autolesionismo è la via più affine al dolore che hai trovato, non è l'unica via per esprimerlo. Cerca di trovare dei motivi altrettanto importanti per te che ti possano condurre a dire "No" quando hai quell'impulso improvviso di tagliarti, e a occuparti del tuo dolore in maniera diversa. Perché in fondo, chi in un modo o chi in un altro, gli atti estremi che compie, non sono che forme estreme di prendersi cura di sé. No? <<Se il dolore è troppo grande, e non so come risanarlo, sai che c'è, mi tolgo la vita, allora smetto di soffrire>>. In realtà però, il dolore raggiunge dei picchi, come tutte le emozioni, e quando questo picco dura troppo, allora non si vedono altre soluzioni che violentare la nostra vita o porle fine. Ma perché? Il dolore ha una sola arma letale, ed è la solitudine. Per questo va sfogato ovvero condiviso con chi ti può comprendere, anche qui per corrispondenza. Abbattere le mura invisibili in cui siamo caduti è il modo per venirne fuori. Non da soli, ma insieme.
Come al solito ho deluso me stesso
Ti faccio notare che dietro queste parole c'è un bambino ferito.