Si smette mai di volerlo?

L'autolesionismo non è spaventoso. È l'affinità al dolore. E' dar voce ai sentimenti che non riescono a uscire, per sentire il dolore che si ha dentro.
Spesso mosso dal senso di colpa e spesso da parte di chi è troppo duro con se stesso: "Finalmente posso punirmi".
Autolesionismo e masochismo, un immenso dolore che non riesce a uscire se non col sangue!
La sezione è nata per trovare, col dibattito, lo sfogo, e il proprio sentire, il problema alla radice o semplicemente per poter parlare di questo problema è sentirsi meno soli.

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Si smette mai di volerlo?

Messaggioda Splien » 03/12/2023, 23:31



Sono stata autolesionista per anni. Non ho mai fatto niente di troppo "grave", e sono sempre stata attenta a tagliarmi in modo che nessuno se ne accorgesse. Poche persone lo sanno, tra cui il mio ragazzo, che è la persona che 5 anni fa mi ha convinta a smettere. All'inizio è stato pesante, una dipendenza a cui far fronte. Ora in generale non ne sento quasi mai la mancanza... quasi. Ci sono momenti in cui tutto è particolarmente più difficile, e il desiderio, il bisogno torna prepotente.
Penso che a 80 anni sarò ancora lì a combattere col bisogno di farmi del male fisico, per mettere a tacere l'uragano che sento dentro. L'ansia, l'oppressione. L'inadeguatezza costante. Come ora. Non c'è niente che vorrei di più che prendere una lametta e affondarla ovunque. Vedere il sangue scorrere.

E' così ingiusto continuare a provare queste cose dopo anni.
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Splien
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Si smette mai di volerlo?

Messaggioda elle8n » 06/12/2023, 23:18



Ciao cara Splien,
posso comprendere quel che stai passando. Combatto con l'autolesionismo da quando avevo 11 anni e dopo anni di alti e bassi sono finalmente riuscita a trovare un equilibrio. Un equilibrio che consiste nel ritorno sporadico di questo sadico nemico nei momenti più pesanti e stressanti che mi costringe a dover riprendere una lotta che credevo finita.
Per rispondere alla tua domanda: non credo che si smetta mai di volerlo. Ma si può decidere di combatterlo, come fai tu. Un consiglio? Prendi tutto giorno per giorno, una piccola vittoria alla volta.
Tornerà ma il fatto che tu ne sia cosciente è già un risultato enorme.
Ti sono vicina, davvero tanto.
Ti mando un abbraccio forte.
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Messaggioda Royalsapphire » 23/07/2024, 10:13



Splien ha scritto:
...per mettere a tacere l'uragano che sento dentro.


...E se non fosse quello il motivo? Se in realtà fosse forte il bisogno di qualcuno che si prenda cura di te, e che ti tolga quel peso, o quel dolore, in quel momento?

Splien ha scritto: Vedere il sangue scorrere. .

Credo che a volte con gli occhi vogliamo vedere quanto sia concreto cié che proviamo dentro. Anche la mente può avere il bisogno di comprendere ciò che riguarda le emozioni...

Splien ha scritto: E' così ingiusto continuare a provare queste cose dopo anni.

Penso che sia naturale provarle, invece. Una volta scoperta una strada, si tende a battere prima quella, prima di andare a cercarne altre. E il tuo IO sa che quando il peso che porti si fa troppo pesante e non ce la fa più, quando non riesce a sopportare, quando la mente è debole, e si inginocchia, non resta che cercare di alleggerirsi, appunto, con le stretegie imparate.
Ora, è vero che penso che sia naturale provare ancora certi impulsi nella vita, ma è anche vero che si può cercare di tornare al punto 1: e se in realtà fosse forte il bisogno di qualcuno che si prenda cura di te?...
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Messaggioda Massimiliano89 » 23/07/2024, 10:58



Vedo soltanto una via d'uscita: quella di non rispondere a questo tuo desiderio di farti del male.
I tagli che ti fai sono secondo me una compulsione, un rituale di risposta alla tua ossessione che ti impone di vedere il sangue che scorre.
Non rispondere a questa ossessione con il cosiddetto " rituale del tagliarti ". Se osservi il desiderio senza metterlo in atto (ignorare) pian piano l'ossessione svanisce
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Messaggioda Splien » 28/12/2024, 3:04



elle8n ha scritto:Un consiglio? Prendi tutto giorno per giorno, una piccola vittoria alla volta.


Sono successe tante cose. Belle. Ora sono tranquilla, serena. La vita scorre veloce, le mie giornate sono piene e non ho il tempo di pensare alle cose negative. Al passato. Ora tutto va meglio. Sono felice.

Però poi arriva quella giornata storta, arriva quella notizia negativa, arriva quella difficoltà troppo grande, che fanno tremare il fragile castello di carte su cui ho costruito la mia serenità, minacciando di farlo crollare. Ogni minuto senza un taglio forse sì, è una vittoria, ma dura un'eternità. È pesante da affrontare, da sopportare. Mi chiedo perché io debba farlo. Solo una promessa mi trattiene dal farmi male. Ma mi chiedo, perché? Ne vale la pena? Qual è il punto di soffrire mentalmente, quando c'è qualcosa di concreto che potrebbe far affogare questo dolore? Perché l'autolesionismo viene così ripudiato dalla società, quando è solo un modo come un altro per stare meglio? Che gliene importa alla gente se io ho qualche taglio o cicatrice in più degli altri? Alla fine la cosa importante non è comunque essere in pace con se stessi?
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Messaggioda Splien » 06/01/2025, 2:30



Royalsapphire ha scritto: ...E se non fosse quello il motivo? Se in realtà fosse forte il bisogno di qualcuno che si prenda cura di te, e che ti tolga quel peso, o quel dolore, in quel momento?


No, non credo. In quei momenti voglio solo smettere di sentire quello che sento. Il dolore fisico mi distrae da ciò che sento dentro. Da quella sensazione di pressione e soffocamento, dall'ansia, dai dolori intercostali mentre respiro, dalla sensazione che il cuore stia per saltarmi fuori dal petto. Più mi apro, più il male fuoriesce, l'interno torna a tacere, ed io provo sollievo. No, in quei momenti non voglio nessuno, non penso a nessuno, voglio solo ritrovare la quiete.

Royalsapphire ha scritto: quando il peso che porti si fa troppo pesante e non ce la fa più, quando non riesce a sopportare, quando la mente è debole, e si inginocchia, non resta che cercare di alleggerirsi, appunto, con le stretegie imparate.


:( :(
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Messaggioda Adry85 » 07/01/2025, 15:19



Splien ha scritto:
elle8n ha scritto:Un consiglio? Prendi tutto giorno per giorno, una piccola vittoria alla volta.


Sono successe tante cose. Belle. Ora sono tranquilla, serena. La vita scorre veloce, le mie giornate sono piene e non ho il tempo di pensare alle cose negative. Al passato. Ora tutto va meglio. Sono felice.

Però poi arriva quella giornata storta, arriva quella notizia negativa, arriva quella difficoltà troppo grande, che fanno tremare il fragile castello di carte su cui ho costruito la mia serenità, minacciando di farlo crollare. Ogni minuto senza un taglio forse sì, è una vittoria, ma dura un'eternità. È pesante da affrontare, da sopportare. Mi chiedo perché io debba farlo. Solo una promessa mi trattiene dal farmi male. Ma mi chiedo, perché? Ne vale la pena? Qual è il punto di soffrire mentalmente, quando c'è qualcosa di concreto che potrebbe far affogare questo dolore? Perché l'autolesionismo viene così ripudiato dalla società, quando è solo un modo come un altro per stare meglio? Che gliene importa alla gente se io ho qualche taglio o cicatrice in più degli altri? Alla fine la cosa importante non è comunque essere in pace con se stessi?


Capisco il dolore e la frustrazione che stai vivendo, e voglio che tu sappia che non sei sola in questi momenti di difficoltà. Le sfide della vita possono sembrare insopportabili e, a volte, il desiderio di allontanarsi dalla sofferenza porta a soluzioni che, seppur temporaneamente, sembrano offrire sollievo.

Tuttavia, voglio che tu consideri un aspetto importante: il farsi del male, come l'autolesionismo, è simile a droghe come l'eroina o il crack. All'inizio può sembrare che questo ti aiuti a "sfuggire" al dolore, ma è solo un rimedio illusorio. Questi comportamenti, seppur momentaneamente liberatori, sono in realtà molto dannosi, non solo fisicamente ma anche psicologicamente. L'effetto a lungo termine è devastante e crea una dipendenza che rende ogni giorno più difficile e doloroso da affrontare. Col passare del tempo, si perde fiducia in se stessi, e l'autostima va via via scomparendo, rendendo la lotta per vivere la propria vita in modo sano e positivo ancora più ardua.

Vivere il dolore è parte della condizione umana, ma non è una condanna. La vera forza sta nel cercare di affrontarlo senza rifugiarsi in soluzioni che, a lungo termine, ci danneggiano. Ogni volta che ti permetti di allontanarti dalla realtà e dalle tue difficoltà, perdi la possibilità di imparare e di crescere. Le cicatrici, siano esse fisiche o psicologiche, ti impediscono di essere la versione migliore di te stessa. La vera serenità si trova nel confronto con i problemi, non nell'evitarli o nel nasconderli.

Tu meriti di stare bene, di sentirti veramente in pace con te stessa, ma questo percorso passa per la cura e la comprensione di te stessa, e non per il dolore fisico. Se ti senti sopraffatta, ci sono tanti modi per ricevere supporto, sia da persone care che da professionisti che possono accompagnarti nel trovare un equilibrio, senza dover ricorrere a soluzioni che ti danneggiano.

Ti auguro di trovare la forza di chiedere aiuto e di affrontare le tue difficoltà in modo sano, per vivere una vita piena e autentica.

Con affetto
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Adry85
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