Ciao a tutti, mi sono iscritta da poco e ringrazio Royalsapphire perché questo sondaggio mi ha permesso di chiarire le idee a me stessa su questo delicato argomento. Ed è anche un modo per superare la paura di raccontare un'esperienza così dolorosa e suscettibile di vergogna.
Leggere le storie degli altri mi ha dato in qualche modo una spinta a voler uscire dall'autolesionismo e solo per questo ho deciso di rispondere alle domande
1) Da quanto sei autolesionista? Qual è stato il primo evento scatenante?
Sono autolesionista da circa 3 anni (ho 28 anni). La prima volta che mi sono fatta del male è stata a causa del mio ex ragazzo che voleva tapparmi la bocca ogni volta che mi faceva soffrire. Ad ogni litigio non potevo esprimere la mia rabbia, le mie opinioni, i miei sentimenti, perché se capitava in pubblico dovevamo dare un’immagine di coppia tranquilla alla gente (come se gliene importasse qualcosa) e se capitava in privato mi ignorava totalmente lasciando la sua come ultima parola. L’oppressione, la censura, il controllo di questa persona su di me mi portavano a graffiarmi per sfogarmi, non avendo la forza di lasciarlo…parlare con lui, urlare, sbraitare, o cose simili, era come farlo davanti a un muro, pur essendo a conoscenza del problema.
2) Cosa usi quando pratichi autolesionismo?
Fino a un mese fa mi graffiavo con le mani, ma adesso uso delle forbici.
3) Nascondi i segni (cicatrici, tagli, ustioni)? Perché?
Sì, li nascondo perché non voglio far preoccupare le persone che mi stanno vicino, non voglio che mi facciano domande guardandomi con la faccia sconcertata e anche perché me ne vergogno.
4) C’è qualcuno delle persone a te care che è a conoscenza del tuo segreto?
Sì, mia madre e le mie due migliori amiche.
5) Per te l'autolesionismo è un problema? Hai altri problemi?
Altroché se è un problema! E’ un problema enorme e vorrei uscirne perché non è questo il modo corretto di affrontare la vita. Il problema principale è la depressione, già causata da problemi di salute e peggiorata da ingiustizie varie, connesse ai legami d’amore, d’amicizia e con la società.
6) Come ti fanno sentire gli altri intorno a te?
Fino a qualche anno fa ero sempre vittima di bullismo psicologico che mi ha portata all’isolamento: sei brutta, fai schifo, sei secchiona, sei asociale, ecc. Mi sono liberata di questo a un certo punto, ma adesso gli altri mi fanno sentire come la stupida della situazione, come quella che non è capace di badare a se stessa o di prendere decisioni, solo perché non sono in costante agitazione per tutto ma mi piace stare tranquilla ad osservare e quando serve intervenire. La società ci spinge alla frenesia e al voler accaparrare tutto e subito, mentre io vorrei solo stare in pace, non capisco che bisogno c’è di correre tanto fino a calpestare i cadaveri degli altri. Alla gente non passa neanche per l’anticamera del cervello che se qualcuno è silenzioso e pacato magari c’è un motivo, come quello di voler zittire un fastidio provocato da un dolore intenso, causato a sua volta da una malattia; ma al di là di questo si potrà avere il diritto di non essere ansiosi?! Il diritto di essere controcorrente e di non pensarla come tutti e di voler mantenere saldi determinati principi?!
Ripongo troppa fiducia nel prossimo e mi metto sempre a completa disposizione, sia nei rapporti d’amicizia che in quelli d’amore ed è per questo che si approfittano sempre della mia bontà e anche ingenuità, fino a portarmi all’esasperazione e a farmi credere di essere pazza nel momento in cui mi ribello.
7) Quante crisi hai in media?
Fino a quando mi graffiavo succedeva a distanza di settimane o mesi, ma nell’ultimo mese il problema si è aggravato e mi taglio quasi ogni giorno, anche più volte al giorno.
8) Conosci nella vita reale una persona con il tuo stesso segreto?
No.
9) Il tuo autolesionismo sfocia anche nel masochismo?
No, non provo nessun piacere nel dolore, solo un sollievo momentaneo perché il taglio mi aiuta a scaricare la tensione.
10) Sei mai andata/o dallo psicologo?
Sì, è un aiuto grandissimo.
11) Chiudendo gli occhi e immaginando di trovarti in una bolla, di che colore è?
Trasparente.
12) C'è un luogo che puoi chiamare "casa"? Se sì quale, se no perché?
Sì, la mia casa è la mia famiglia.
13) Hai mai pensato che il tuo autolesionismo potesse essere un messaggio che il tuo inconscio ti manda per dirti che stai vivendo una vita sbagliata? Se sì, come pensi potrebbe essere la tua vita alternativa?
Non credo di capire bene il senso della domanda: il fatto che l’inconscio voglia mettermi in guardia sulla correttezza della mia vita ci sta, ma perché dovrebbe farlo con l’autolesionismo? Questo significherebbe che c’è qualcosa da punire. Per quanto mi riguarda sicuramente esiste la rabbia verso me stessa per come affronto lo stesso tipo di situazioni, ma si tratta specialmente di rabbia repressa verso la persona che mi fa del male, quindi senso di impotenza e voglia di liberarsi dei pensieri ossessivi, della malattia, delle emozioni, a volte anche desiderio di morire per non soffrire più, ma non perché la mia vita è sbagliata, anzi credo che siano gli altri a non tollerare la diversità e l’unicità dell’essere umano. Gran parte della gente è dotata di un’alta dose di cattiveria, in tutti i campi, che mi fa spesso dubitare sul senso della vita e mi fa sentire inadatta a sopportare la sofferenza di questo mondo.
14) Cosa provi quando riguardi le tue ferite fresche e/o cicatrici? Le guardi perché ti capita, o perché sei proprio tu a volerle rivedere?
A volte mi capita di guardare di proposito le cicatrici per ricordarmi di ciò che mi ha spinto a tagliarmi l’ora prima o il giorno prima. Quando le guardo da un lato vorrei infierire di nuovo per vedere uscire il sangue, dall’altro lato penso che sia crudele arrivare a farsi del male per colpa di persone e/o situazioni esterne.
15) Come hai trovato MyHelp e che cosa vuoi in questo momento?
In un momento di crisi acuta cercavo su internet qualcosa che parlasse dell’autolesionismo e ho trovato un sito che consigliava MyHelp forum.
In questo momento vorrei trovare una soluzione migliore al tagliarmi, vorrei uscire dal rituale del massacro che si compie ogni qualvolta sento il bisogno di essere un robot insensibile, vorrei evitare di infierire ancora di più lì dove ho già dolore.