stephen1x ha scritto:è innegabile che al mondo c'è chi prova piacere nel dolore, altrui o proprio. Quanto consoderarlo negativo?
Secondo me, è negativo se porta la persona a sentirsi male, e vivere male.
E' invece positivo se porta la persona a sentirsi bene - e non reca danno ad altri.
è risaputo che l'autolesionismo è basato su una situazione di disagio; ma è sempre così? è una regola fissa?
e poi ancora:
Quanto un autolesonista è masochista e quanto un masochiesta è autolesionista?
Direi che, di nuovo, quello che fa la differenza è come si sente la persona,
specialmente dopo.
Perché molte azioni possono sembrare assurde (sadismo e masochismo, ma anche sport estremi o azioni rischiose, ecc.), ma siccome
non c'è un modo "giusto" di vivere che valga per tutti, dipende sempre da quello che ogni persona sceglie.
Quindi non si può giudicare un comportamento valido o meno a priori: bisogna guardare le conseguenze che porta. Non a caso, pratiche un tempo condannate, sono nel tempo diventate accettate e riconosciute legittime (p.es. l'omosessualità).
Quindi, se il masochista o l'autolesionista, dopo che hanno terminato la propria "attività", si sentono bene, soddisfatti, sereni, appagati, in pace con sé e col mondo (o quantomeno in modo simile a prima dell'attività), allora vuol dire che quell'attività è per loro adeguata e positiva.
Se invece si sentono male, tormentati, angosciati o altro, è evidente che quell'attività non è sana per loro.
Per quanto ne sono, gli autolesionisti non si sentono mai bene e sereni. A volte il farsi male dà loro un temporaneo sollievo, ma non c'è mai vera pace.
Per contro, ci sono molti masochisti che fanno pratiche BDSM, e dopo si sentono molto bene e soddisfatti.
Detto in altro modo: se farti male ti fa star bene, ok, perché no? Se invece ti fa stare ancora più male, è evidente che qualcosa non va.
(e se ti fa star meglio per poco, ma poi stai ancora peggio, vale il secondo caso)