Non so cosa passi per la mia testa in questo periodo. A volte ho degli ''attacchi'' e voglio fare cose mai fatte o che non faccio da tempo.
Stasera, premetto, non voglio tagliarmi, ma sto pensando tantissimo a quel periodo.
Mi chiedo se sono davvero cambiato o uno dei due me è solo una maschera dell'altro.
Poi li guardo e assumono le forme delle sbarre e mi sento imprigionato dentro un'esistenza che non è mia, perchè in sere come queste odio la mia vita.
Poi li guardo di nuovo e vedo come sono rimarginati, come la mia vita si è rimarginata.
Poi penso a quello che ho perso mentre lo facevo.
Poi penso a quello che ho perso dopo che ho finito di farlo,
e mi chiedo, dal nulla, se tutto questo ha un senso. Non credo del destino, nemmeno nel determinismo, ma così tanto dolore che ho provato, così tanto dolore che sto provando, così tanto sangue che ho versato,
spero possa servire a qualcosa,
a qualcuno.
Poi penso a lei, che vorrei rivedere.
Poi penso a com'ero felice quando mi si raccontavano bugie.
Penso a me che faccio quello che amavo.
Penso a me che facevo l'amore con la persona che mi diceva di amarmi.
Poi ripenso a lei,
poi rivedo delle sbarre lì in mezzo.
E tutto questo, guardando il mio braccio, che stasera mi sembra essere dell'acqua di un lago statico: un riflesso, il riflesso del vero me stesso.