Il mio universo sta per crollare

L'autolesionismo non è spaventoso. È l'affinità al dolore. E' dar voce ai sentimenti che non riescono a uscire, per sentire il dolore che si ha dentro.
Spesso mosso dal senso di colpa e spesso da parte di chi è troppo duro con se stesso: "Finalmente posso punirmi".
Autolesionismo e masochismo, un immenso dolore che non riesce a uscire se non col sangue!
La sezione è nata per trovare, col dibattito, lo sfogo, e il proprio sentire, il problema alla radice o semplicemente per poter parlare di questo problema è sentirsi meno soli.

Moderatore: elle8n

Il mio universo sta per crollare

Messaggioda Merope » 06/11/2017, 18:17



Come posso descrivere quello che provo? È un vortice di angoscia, di senso di inadeguatezza, disperazione, rabbia, voglia di morire. Sto malissimo.
Mi sono appena tagliata. Taglietti piccoli, ma profondi, spero che non lascino cicatrici troppo evidenti. Perché l'ho fatto? Perché l'ansia mi sta uccidendo. Ho la tachicardia fissa ormai da una settimana. Per cosa poi? Dovevo laurearmi, a dicembre. Ero contenta. Così poi ero libera di andarmene, via, lontano da tutto e ricominciare una nuova vita. Ma la mia relatrice ha iniziato a mettermi i bastoni tra le ruote. Mi ha trattato nel peggiore dei modi e adesso sono in bagno in un angolo che aspetto mi risponda: mi fanno laureare o no?
Che stupidaggini vero? Una stupida formalità. Ma quanto dolore dietro. Può sembrare una sciocchezza ma non lo è, non per me. Ci ho messo secoli a finire gli studi. Mi hanno mantenuto i miei genitori. Sono in debito con loro. Ho 25 anni e non ho un lavoro, non ho la patente, non ho amici, non ho un fidanzato. Sono solo piena di ferite e questa era l'occasione giusta per dimostrare che valgo qualcosa! Ma non valgo un c***o, come già sanno tutti.. Non merito niente. I miei hanno già organizzato cene e feste, mi hanno già fatto dei regali. E dovrò dire loro che no, non mi laureo perché mi hanno considerata non idonea. Perché sono una fallita. Non valgo niente. Non merito di riuscire in qualcosa, di andarmene, di salvarmi. Resterò qui, e impazziró e vivrò con il fantasma di mio cugino che mi sussurra in un orecchio "Non avrai mai la forza di ammazzarti.. Non hai la forza per fare niente, sei una fallita"
Ho chiesto mezz'ora fa alla professoressa se aveva notizie positive o negative.
Sto aspettando. Se la risposta sarà un freddo "negative", tutto il mio universo imploderà. Il mio intero futuro si sgretolerà in una nube di sensi di colpa e frustrazione. Ho retto fino ad ora, ho tenuto duro tutto l'anno, ma se la risposta sarà "negative" credo che non ce la farò più a fingere.
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Messaggioda Lμcιfεrσ » 06/11/2017, 18:29



Parlando di una cosa alla volta:
Merope ha scritto:[...]Dovevo laurearmi, a dicembre. Ero contenta. Così poi ero libera di andarmene, via, lontano da tutto e ricominciare una nuova vita. Ma la mia relatrice ha iniziato a mettermi i bastoni tra le ruote. Mi ha trattato nel peggiore dei modi e adesso sono in bagno in un angolo che aspetto mi risponda: mi fanno laureare o no?
Che stupidaggini vero? Una stupida formalità. [...]

Non è una stupidata: non lo dico per compassione, ma ti capisco quando parli di volontà di indipendenza e di riscatto. Vuoi diventare autosufficiente e dopo tutti questi tuoi sforzi e dei tuoi genitori vuoi un risultato con cui ripagare i tuoi sforzi e quelli dei tuoi genitori. Non è una stupidata.
Merope ha scritto:[...]Ho chiesto mezz'ora fa alla professoressa se aveva notizie positive o negative.
Sto aspettando. Se la risposta sarà un freddo "negative", tutto il mio universo imploderà. Il mio intero futuro si sgretolerà in una nube di sensi di colpa e frustrazione. Ho retto fino ad ora, ho tenuto duro tutto l'anno, ma se la risposta sarà "negative" credo che non ce la farò più a fingere.

Nonostante non sia una stupidata, non deve diventare una malattia. Oggi noi viviamo per lavorare. Un tempo si lavorava per vivere. Quello che intendo dire è che capisco il tuo stato animo e la tua volontà, davvero, la capisco perchè sono immerso come te in questo mondo e ho la stessa volontà di indipendenza, se così si può chiamare, o comunque di un risultato concreto, ma questo non deve diventare la nostra malattia, altrimenti non saremo davvero in grado di goderci il nostro risultato quando sarà il momento, perchè il momento arriverà.
Merope ha scritto:[...]Mi sono appena tagliata. Taglietti piccoli, ma profondi, spero che non lascino cicatrici troppo evidenti.[...]

E arriviamo al punto che più mi sta a cuore:
non ho intenzione di fare prediche, assolutamente, ma voglio solo darti una testimonianza, la mia:
mi tagliavo. All'inizio cose leggere, come hai descritto te, poi la cosa mi è sfuggita di mano, perchè, ti giuro, che altro che la droga, quella era la cosa che mi faceva stare davvero bene. Per un motivo che non sto a descrivere perchè non è rilevante ho smesso di tagliarmi, ma non è finita lì la storia. Si pensa che una volta che si finisce sia finito davvero. Sì, la voglia di tagliarmi è quasi del tutto scomparsa, ma i tagli no, i segni no, la vergogna per sè stessi quando ci si pensa.
Pensa attentamente quando lo fai, perchè io ho capito che a tagliarsi non erano solo le braccia, ma anche te stesso. E quando finisci, la tua anima e il tuo braccio si ricordano tutto.

Spero di averti aiutato un minimo.
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Messaggioda A.M. » 06/11/2017, 18:40



Capisco che tu sia emotivamente molto provata e che hai idealizzato troppo questa tappa. Ne hai fatto un simbolo di salvezza, una battaglia apocalittica. Quella della laurea é soli una delle tante battaglie della vita credimi. Vivila in maniera più oggettiva. In guerra esistono anche le ritirate strategiche. Puoi laurearti al prossimo appello, fra pochissimi mesi. Nella vita in alcune cose ci mettiamo poco, in altre molto. Io ho avuto le mie vittorie e le mie sconfitte. Posso dirtelo sul serio. Tipo all'uni mi laureai a 23 anni in anticipo con lode (laurea specialistica). Al liceo invece dopo anni di sofferenza presi un 65. Una mia compagna del liceo la secchiona si fermò alla triennale invece. La patente la presi a 20 anni, bocciando pure al pratico la prima volta, mentre altri la presero prima. Con gli anni sono diventato un buon guidatore. Questo per dirti che si può sempre migliorare, anche se la vita é fatta anche di destino e serve pure una bella dose di fortuna. Cerca di avere più stima di te stessa. Perdona le tue fragilità, i tuoi sbagli.
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Messaggioda Merope » 07/11/2017, 11:13



A.M. ha scritto:Capisco che tu sia emotivamente molto provata e che hai idealizzato troppo questa tappa. Ne hai fatto un simbolo di salvezza, una battaglia apocalittica.

Hai proprio ragione. Il mio problema è che idealizzo troppo, tutto. Sempre.
Non ci avevo mai riflettuto fino a questo momento. Ho idealizzato ogni cosa, ingigantendola, sacralizzandola, e ovviamente le conseguenze sono sempre state terribili. Ho idealizzato la mia infanzia, idealizzato il mio primo amore, idealizzato le mie sofferenze, qualsiasi evento della mia esistenza.
Ma come si fa a non idealizzare? Per me è così che si vive. Non conosco un altro modo. Idealizzo persino questo forum.
Azrael ha scritto: Si pensa che una volta che si finisce sia finito davvero. Pensa attentamente quando lo fai, perchè io ho capito che a tagliarsi non erano solo le braccia, ma anche te stesso. E quando finisci, la tua anima e il tuo braccio si ricordano tutto.

Sono d'accordo, se sei autolesionista non smetti di esserlo da un giorno all'altro. Resti autolesionista per tutta la vita.
Io ero convinta di esserne uscita, e in effetti non lo faccio più come dieci anni fa, però guardacaso capita sempre che nei momenti di forte stress emotivo, di ansia e disperazione, l'unica cosa che mi fa stare meglio è tagliarmi. Probabilmente perchè ho idealizzato anche questo, e per me è un rito sacro di eliminazione del dolore, boh. Ma queste ricadute vogliono semplicemente dire che non ne sono mai uscita, è inutile prendersi in giro.

Comunque ancora non so se riuscirò a laurearmi, questa donna mi ha detto di andare da lei domani e vuole parlarmene a voce.
Spero si risolva tutto, non saprei davvero come reagire all'ennesimo evento negativo della mia vita.
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Messaggioda A.M. » 07/11/2017, 11:58



Ti capisco, non è facile. E' prerogativa delle persone sensibili idealizzare tutto, essere perfezionisti, essere duri con se stessi.
Anche io sono sempre stato così, ogni cosa per me è vissuta in maniera intensa, troppo intensa, ogni fallimento, ogni rifiuto, ogni cosa fatta appena al di sotto di standard di perfezione aurea, però mi sto sforzando sempre più a vedere e vivere le cose in maniera più oggettiva, razionale, fredda e distaccata.
Qui si tratta di sopravvivere in un mondo imperfetto, ingiusto, e pieno di gente mediocre e strafottente.
Ho imparato che 2 + 2 non fa quasi mai 4 e che spesso l'impegno che metti nelle cose e nelle persone non è ripagato.
Allora al diavolo, uno tira a dritto e chi se ne frega.
Rifugiati in quei pochi piccoli piaceri che la vita ci offre. Coltivali.
Un viaggio, una bella nuotata, una chiacchierata con qualcuno che ti ascolta, una serata di ballo e divertimento, un buon bicchiere di vino, ecc...
Vivi nel presente e guarda verso il futuro. Liberati dei fantasmi del passato, tanto non puoi far niente per cambiarlo.
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Messaggioda Lμcιfεrσ » 07/11/2017, 17:46



Cosa ti ha detto l'esaminatrice? O comunque, com'è finita?
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Messaggioda Merope » 08/11/2017, 13:38



È finita che devo riscrivere la tesi in una settimana, perché il tempo sta per scadere..
Giusto per aggiungere ansia all'ansia. E anche se la riscrivo come la vuole lei, non è certo che mi faccia laureare, nonostante le abbia spiegato che non posso permettermi di essere bocciata. Mi impegnerò ma continuo ad essere terrorizzata. Se dovesse andare male.. Non riesco nemmeno a pensarci. Tra l'altro non l'ho detto a nessuno che sto vivendo questa situazione. I miei genitori sono convinti che ormai sia certo che mi laureo il mese prossimo, continuano a organizzare cose.
La mia totale assenza di autostima non credo che mi sarà d'aiuto.
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Messaggioda coccolina88 » 08/11/2017, 20:57



C'è ancora da sperare, ce la farai. Mi dispiace che stai vivendo questa situazione.
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Messaggioda Lμcιfεrσ » 09/11/2017, 10:23



Merope ha scritto:È finita che devo riscrivere la tesi in una settimana, perché il tempo sta per scadere..
Giusto per aggiungere ansia all'ansia. E anche se la riscrivo come la vuole lei, non è certo che mi faccia laureare, nonostante le abbia spiegato che non posso permettermi di essere bocciata. Mi impegnerò ma continuo ad essere terrorizzata. Se dovesse andare male.. Non riesco nemmeno a pensarci. Tra l'altro non l'ho detto a nessuno che sto vivendo questa situazione. I miei genitori sono convinti che ormai sia certo che mi laureo il mese prossimo, continuano a organizzare cose.
La mia totale assenza di autostima non credo che mi sarà d'aiuto.

Sii forte. Pensa solo che lo fai per te e per nessun altro. Probabilmente avrai sentito queste parole mille volte, ma cerca di cogliere il vero significato di queste parole.
Come procede la tesi?
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