perchè..

L'autolesionismo non è spaventoso. È l'affinità al dolore. E' dar voce ai sentimenti che non riescono a uscire, per sentire il dolore che si ha dentro.
Spesso mosso dal senso di colpa e spesso da parte di chi è troppo duro con se stesso: "Finalmente posso punirmi".
Autolesionismo e masochismo, un immenso dolore che non riesce a uscire se non col sangue!
La sezione è nata per trovare, col dibattito, lo sfogo, e il proprio sentire, il problema alla radice o semplicemente per poter parlare di questo problema è sentirsi meno soli.

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Messaggioda Eco » 28/03/2018, 12:05



forum.
Sono autolesionista e tossicodipendente da sostanze pesanti da quando ho 16 anni ne ho 19 ed era da un anno che non mi tagliavo, è da un mese che sono pulito da ero e coca, prendendo il metadone e ieri ho riprovato la pace che tanto ho amato per tanto tempo, ho cercato di limitare i danni ma non ha funzionato molto, avevo smesso quando con 2 tagli ad ogni polso mi hanno piantato una ventina di punti.
la cosa che volevo condividere era che prima di tagliarmi ieri ero travolyo da una specie di malinconia piacevole, sapevo come reagire per non farlo ma è stato come se avessi preferito di fregarmene.
Volevo sapere se a quqlcuno è mai successo.. Grazie ancora.
ps:contattatemi, se vorreste approfonsire la cosa o per curiosità. e scusate gli errori
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Messaggioda GammaRayBurst » 28/03/2018, 12:52



Mi trovo tuttora nella stessa situazione con due dipendenze da combattere... Da una parte l'alcool e l'eroina, dall'altra il dolore e il colore del sangue sulle mie braccia... A volte cerco un equilibrio tra queste due cose, ma spesso finisco solo per peggiorare la situazione... Non riesco a regolarmi, ma penso mi manchi la motivazione per farlo... E sì, anche io provo una strana sensazione ogni volta che mi autoinfliggo ferite considerevoli, come un piacevole calore che pervade il mio corpo, mentre la mia mente è in guerra...
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Messaggioda Rosablanca » 28/03/2018, 13:02



Ciao, mi dispiace tu abbia ceduto dopo tanto tempo.
Forse un momento di debolezza portato dal percorso, mia figlia è autolesionista e so che le ricadute purtroppo ci sono. Cosa avresti dovuto fare x evitare (questo potrebbe essermi utile saperlo x aiutarla)? Secondo te cosa ti ha impedito di farlo?
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Re: perchè..

Messaggioda Eco » 28/03/2018, 15:53



Rosablanca ha scritto:Ciao, mi dispiace tu abbia ceduto dopo tanto tempo.
Forse un momento di debolezza portato dal percorso, mia figlia è autolesionista e so che le ricadute purtroppo ci sono. Cosa avresti dovuto fare x evitare (questo potrebbe essermi utile saperlo x aiutarla)? Secondo te cosa ti ha impedito di farlo?
bhe avrei contattato i miei ex educatori di cui mi fido ed ho instaurato un'alleanza terapeutica, quindi avrei dovuto fare io il passo, le voglio far capire che deve essere sua figlia a chiedere aiuto e le consiglio di farle intraprendere un percorso di sostegno "psicologi" "comunità" etc.. ovviamente dovreste decidere insieme, magari farsi aiutare da un terapeuta per capire come potrebbe comportarsi sarebbe la miglior cosa, comunque parlare parlare parlare, non sapendo la situazione mi limito di dirle questo buona fortuna arrivederci, le auguro ogni bene a lei ed alla sua famiglia..


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Re: perchè..

Messaggioda Rosablanca » 28/03/2018, 20:36



Eco ha scritto:
Rosablanca ha scritto:Ciao, mi dispiace tu abbia ceduto dopo tanto tempo.
Forse un momento di debolezza portato dal percorso, mia figlia è autolesionista e so che le ricadute purtroppo ci sono. Cosa avresti dovuto fare x evitare (questo potrebbe essermi utile saperlo x aiutarla)? Secondo te cosa ti ha impedito di farlo?
bhe avrei contattato i miei ex educatori di cui mi fido ed ho instaurato un'alleanza terapeutica, quindi avrei dovuto fare io il passo, le voglio far capire che deve essere sua figlia a chiedere aiuto e le consiglio di farle intraprendere un percorso di sostegno "psicologi" "comunità" etc.. ovviamente dovreste decidere insieme, magari farsi aiutare da un terapeuta per capire come potrebbe comportarsi sarebbe la miglior cosa, comunque parlare parlare parlare, non sapendo la situazione mi limito di dirle questo buona fortuna arrivederci, le auguro ogni bene a lei ed alla sua famiglia..


Per prima cosa dammi pure del tu se no mi sento vecchia:)!
Mia figlia ha iniziato una terapia l'anno scorso su mia insistenza, ora però ha segnalato che non si sente molto aiutata e vorrebbe trovare un sostegno diverso, ci stiamo informando e mi fa piacere lo chieda lei. Grazie x i consigli, siamo molto unite ma non basta x ora! Riguardo a te.....chiama i terapeuti se sai che è la cosa giusta, stai facendo un bel percorso non mollare, ho visto l'altro topic di oggi.....forza, le ferite vi danno un piacere momentaneo grazie alle endorfine ma è effimero. Chiama i terapeuti, le tue parole sono molto belle, hai un animo buono
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Messaggioda Navigator63 » 30/03/2018, 4:07



Eco ha scritto:la cosa che volevo condividere era che prima di tagliarmi ieri ero travolyo da una specie di malinconia piacevole, sapevo come reagire per non farlo ma è stato come se avessi preferito di fregarmene.

Ciao, riprendo il discorso provando a darti la mia impressione, anche se con tutta l'ignoranza di un "esterno" che non ha esperienza diretta di questo disagio (e mi rendo conto che "da fuori" uno non può davvero capire).

A me viene in mente che la tua "malinconia piacevole" potrebbe essere una sorta di "aspettativa gradevole": sapevi cosa sarebbe successo se ti fossi tagliato, sapevi che saresti stato bene (almeno per un po'), era come ritrovare una persona amata, o per un eroinomane l'appagamento di sapere che sta per farsi, che sta per ritrovare la sensazione sublime e unica della sostanza che si espande nel suo corpo...
Mi ricorda il "Sabato del villaggio" di Leopardi: a volte il piacere dell'aspettativa di un'esperienza, è tanto intenso quanto l'esperienza stessa (o persino meglio).

Tu per un certo tempo ti sei negato quell'esperienza; e una parte di te l'ha desiderata e invocata, immagino.
E nel momento in cui sai che stai per riprovarla, che potresti evitarlo ma hai già deciso che non lo farai, è forse come andare incontro all'abbraccio di chi ci fa stare bene, di chi nutre una parte nascosta di noi.

Forse quella malinconia piacevole era la dolce sensazione di chi si arrende, di chi smette di lottare, di chi apre le braccia e scivola al suolo, dopo essersi tanto sforzato per stare faticosamente in piedi.

Io chiamo la malinconia "la tristezza dolce": la si vede come negativa, ma in realtà io vi ho sempre visto una qualità di dolcezza, di morbidezza, di soavità, come di velluto. Non è stare bene... ma non è nemmeno stare male, è una sensazione sospesa a metà tra i due estremi.

Come titolava un vecchio romanzo, "Bonjous tristesse" ;)
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Re: perchè..

Messaggioda Eco » 30/03/2018, 7:29



Navigator63 ha scritto:
Eco ha scritto:la cosa che volevo condividere era che prima di tagliarmi ieri ero travolyo da una specie di malinconia piacevole, sapevo come reagire per non farlo ma è stato come se avessi preferito di fregarmene.

Ciao, riprendo il discorso provando a darti la mia impressione, anche se con tutta l'ignoranza di un "esterno" che non ha esperienza diretta di questo disagio (e mi rendo conto che "da fuori" uno non può davvero capire).

A me viene in mente che la tua "malinconia piacevole" potrebbe essere una sorta di "aspettativa gradevole": sapevi cosa sarebbe successo se ti fossi tagliato, sapevi che saresti stato bene (almeno per un po'), era come ritrovare una persona amata, o per un eroinomane l'appagamento di sapere che sta per farsi, che sta per ritrovare la sensazione sublime e unica della sostanza che si espande nel suo corpo...
Mi ricorda il "Sabato del villaggio" di Leopardi: a volte il piacere dell'aspettativa di un'esperienza, è tanto intenso quanto l'esperienza stessa (o persino meglio).

Tu per un certo tempo ti sei negato quell'esperienza; e una parte di te l'ha desiderata e invocata, immagino.
E nel momento in cui sai che stai per riprovarla, che potresti evitarlo ma hai già deciso che non lo farai, è forse come andare incontro all'abbraccio di chi ci fa stare bene, di chi nutre una parte nascosta di noi.

Forse quella malinconia piacevole era la dolce sensazione di chi si arrende, di chi smette di lottare, di chi apre le braccia e scivola al suolo, dopo essersi tanto sforzato per stare faticosamente in piedi.

Io chiamo la malinconia "la tristezza dolce": la si vede come negativa, ma in realtà io vi ho sempre visto una qualità di dolcezza, di morbidezza, di soavità, come di velluto. Non è stare bene... ma non è nemmeno stare male, è una sensazione sospesa a metà tra i due estremi.

Come titolava un vecchio romanzo, "Bonjous tristesse" ;)
Grazie per la risposta ed avermi supportato, la risposta che mi sto dando è che secondo me avendo subito sempre violenza da mio padre che picchiava me e mia sorella ed anche mia madre, automaticamente anche mia madre mi ha fatto crescere nella soggezione perchè ogni minima cosa erano colpi di cinghia etc..
dopo che si sono lasciati mi sono rifugiato al computer, parlando con gente "virtuale" in cui era l'unico posto dove non mi sentivo a disagio, dopo che mia madre mi tolse ciò iniziai ad uscire ed a stare con brutte compagnie di cui si fumava e ero sempre preso di mira, l'ultima esperienza che mi è successo con loro e mi ha fatto capire che dovevo finirla con loro è stata: eravamo in un garage, iniziai a preparare una canna all'improvviso iniziano a tenermi ed a legarmi con del nastro isolante dicendomi "se non ti liberi ti spacchiamo" hanno iniziato a fare video ed alla fine un ragazzo mi ha liberato e sono scappato, questa vicenda è stata la più umiliante della mia vita, il giorno dopo sono andato a prendere il mio primo pezzo di cocaina e l'ho sniffato insieme ad un mio parente (cosa assurda se ci penso adesso) sucessivamente dopo essere ritornato in alt'italia ho iniziato ad usare tutte le sostanze di sto mondo via endovena ma ero sempre avvolto da quella sensazione che descrivo, anche quando fumavo non parlavo con neessuno e mi chiudevo in quella malinconia, sapevo che mi provocava questo ma lo facevo lo stesso, ritornando alla risposta secondo me essendo abituato a subire dolore dolore e dolore ormai è l'unica cosa che riesco ad accettare nella mia vita e a capirla a pieno perchè lei capisce me, è vero mi sono arreso allargando le braccia e accogliendo questa cosa che fa meno male che combatterla...

Grazie a TUTTI, in questo forum mi sento libero di dire ciò che voglio senza sentirmi giudicato.. grazie ancora.
mi servirebbe parlare con qualcuno
se qualcuno vuole, contattatemi magari si organizza un bel gruppetto su skype per aiutarci a vicenda..

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Messaggioda Harleen » 30/03/2018, 13:51



Eco ha scritto:forum.
Sono autolesionista e tossicodipendente da sostanze pesanti da quando ho 16 anni ne ho 19 ed era da un anno che non mi tagliavo, è da un mese che sono pulito da ero e coca, prendendo il metadone e ieri ho riprovato la pace che tanto ho amato per tanto tempo, ho cercato di limitare i danni ma non ha funzionato molto, avevo smesso quando con 2 tagli ad ogni polso mi hanno piantato una ventina di punti.
la cosa che volevo condividere era che prima di tagliarmi ieri ero travolyo da una specie di malinconia piacevole, sapevo come reagire per non farlo ma è stato come se avessi preferito di fregarmene.
Volevo sapere se a quqlcuno è mai successo.. Grazie ancora.
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Ciao, innanzi tutto ti dico di non preoccuparti e di essere comunque consapevole che chiedere un aiuto anche se virtuale, è già un bel passo avanti, ne so qualcosa.. poi vorrei dirti questo: non sono una psicologa né una donna vissuta abbastanza da poterti dare una soluzione definitiva a tutto questo male, ma come te anch'io ero autolesionista e ho avuto problemi più grossi con altre patologie che tutt'oggi mi perseguitano.
Vorrei dirti che per qualunque cosa puoi cercarmi e parlare.. non sono sicura di poterti aiutare al meglio ma sono pienamente convinta che saprò ascoltare; so' come ci si sente, so quanto si soffre pensando che probabilmente l'unico conforto o uscita è proprio infliggersi altro male..
Detto questo spero di non aver offeso o in alcun modo infastidito, e se posso permettermi di dare un consiglio, trova qualcosa in più che non sono ti permetta di sfogarti e stare meglio ma che ti sproni a non mollare, a ricordarti perché hai iniziato a "curarti" e quanto c'è in ballo ... buona fortuna per tutto e non ti arrendere, si può vincere anche contro queste dipendenze.
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Re: perchè..

Messaggioda Navigator63 » 30/03/2018, 15:39



Eco ha scritto:avendo subito sempre violenza da mio padre che picchiava me e mia sorella ed anche mia madre

Questa potrebbe essere un'ulteriore spiegazione delle sensazioni piacevoli associate al tuo autolesionismo: avere associato la violenza alle figure affettive di riferimento (genitori), quindi ora il dolore fisico - in qualche modo contorto, ma la mente spesso lo è - ti ricollega alle persone che ti volevano bene (a modo loro), o da cui tu ti aspettavi affetto.

Un po' come certe persone associano il cibo alla figura della madre, e sul cibo riversano il loro bisogno d'affetto perché lo vivono come un "oggetto d'amore".

Tendiamo a ricercare ciò che ci è familiare, ciò a cui siamo abitutati - anche se negativo o dannoso - perché la familiarità è rassicurante e piacevole.

"Hello darkness, my old friend / I've come to talk with you again..." ("The sound of silence", Simon & Garfunkel)

l'ultima esperienza che mi è successo con loro e mi ha fatto capire che dovevo finirla con loro è stata

Per fortuna che l'hai capito :)

secondo me essendo abituato a subire dolore dolore e dolore ormai è l'unica cosa che riesco ad accettare nella mia vita

E' possibile; vedi la mia osservazione sopra su ciò che ci è familiare.

Però secondo me c'è altro che ti spinge a certe scelte (ma ovviamente parlo sapendo poco o nulla di te)... provo a tratteggiare l'impressione che ho della tua situazione:
- L'identità (il senso di chi siamo e cosa valiamo) non è innato, ma viene forgiato dalle esperienze, specialmente nell'infanzia.
- Tu sembri avere sviluppato un'identità "distorta", come se tu fossi una persona orribile e meritevole delle peggiori punizioni, perché così sei stato trattato. E anche se ora ti dicono il contrario, quell'identità è radicata nella tua mente e ti dirige.
- Uno dei bisogni primari dell'essere umano è di sentirsi bene con se stesso, di avere una buona opinione di sé. Nel tuo caso ti è impossibile, proprio perché l'esperienze coi tuoi genitori ti hanno plasmato un'identità negativa e "infernale".
- Ne consegue un profondo malessere, un disagio esistenziale e un'avversione - forse persino odio - verso te stesso. E' un po' come se fosse in corso, dentro di te, una guerra costante e feroce; come se tu fossi al tempo stesso giudice, poliziotto e carnefice, e pure la loro vittima.
- L'uso di certe sostanze (che alterano il normale funzionamento cerebrale), e dell'autolesionismo, ti forniscono una temporanea "via di fuga" da questo stato d'animo terribile: sono come mini-vacanze dal tuo "inferno" abituale.
- Tagliarsi è forse sia un sollievo a livello di sistema nervoso (poiché il cervello non può processare troppi input contemporaneamente, il dolore fisico fa smettere la sofferenza psichica), sia un modo di darti quella "punizione" che la tua identità distorta ritiene di meritare. Forse questi sono parte dei motivi per cui ti ci senti bene.

Non so, onestamente mi sento molto limitato di fronte a queste situazioni (che conosco pochissimo). Però ho voluto provare a dirti le mie intuizioni, per quanto possono valere. :hug:

Grazie a TUTTI, in questo forum mi sento libero di dire ciò che voglio senza sentirmi giudicato.

Concordo. MyHelp è il posto più accogliente e amorevole che ho mai incontrato sulla Rete. :)
Ringrazio anch'io tutte le persone che contribuiscono (oguno a modo suo) nel renderlo tale. :coolok:
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Grazie mille davvero..
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