Scrivere questo post significa, per me, lasciare una richiesta di aiuto.
Sono anni che cerco le parole giuste, quelle parole capaci di descrivere il problema che ha sempre fermato, immobilizzato, la mia vita.
So di non essere capace di trovarle. Spesso, c'è il desiderio di essere diretto, dire tutto subito. Altre volte, vorrei essere capace di essere chiaro. Ogni volta che tento di esprimermi, so che le parole che ho, cadono. Al suolo.
Scrivo qui, nella speranza che qualcuno possa darmi un consiglio. Non cerco una risposta. Non cerco una verità. So di soffrire per ciò che provo, mi sento profondamente a disagio per determinati pensieri, ossessioni, desideri e ripensando spesso alla mia vita, alle dinamiche della mia costellazione famigliare, so, forse, quali sono le radici del mio dolore.
Farò una brevissima presentazione di me, qui. Poi, appunterò, velocemente, la domanda.
Il nome non è importante (ho scelto Paolo). Sono un uomo di 42 anni. Sono una persona umilissima, con una vita molto difficile alle spalle. Penso, sento, di essere una persona molto dolce, tranquilla, introversa. Ho sempre amato leggere. Faccio, attualmente, un lavoro precario per lo Stato (potrei perderlo anche domani).
Sono sempre stato molto solo. La mia famiglia di origine fu (mi è rimasto solo un fratello) un "micromondo". Un "microuniverso" in cui - ad eccezione della famiglia 'allargata' - non incontravamo mai nessuno. Mio padre lavorava. Mia madre stava a casa e mandava avanti la nostra realtà. Come scrive una delle curatrici del sito, ho vissuto in modo molto profondo il legame tra Solitudine e Dolore.
Amo leggere, amo il cinema d'essai, conduco una vita normalissima. Ho una compagna. Da poco abbiamo comprato casa. Cerchiamo di vivere il nostro tempo. Di affrontare i giorni che vengono. Non ho figli.
So che ci sono tanti aspetti di una vita che potrebbero essere interessanti. O che magari andrebbero detti presentandosi. Ora, adesso, non riesco a vederli.
Passo ad esprimere il mio problema.
Non riesco a raggiungere l'orgasmo se non dopo aver visto, immaginato, letto, pensato, interiorizzato scene di Masochismo e Sottomissione femminile, di Dominazione e controllo.
Intendo dire che solo dopo aver visionato filmati o fotografie di donne "controllate" e "oggetto di violenza" riesco a 'venire'. Attenzione: tutto questo mi provoca un fortissimo disagio interiore. Mi fa stare male e genera un senso di colpa enorme.
Ho provato ad avvicinarmi alla 'comunità BDSM' ma non è, assolutamente, il mio mondo. Nei fatti sono una persona dolce, molto romantica, serena. Desiderosa di lavorare, di impegnarmi. Capace di emozionarsi, semplice. Amo aiutare gli altri, vorrei che le persone a cui voglio bene, stessero bene. Non sono assolutamente 'dominante' nella vita. Cerco di non giudicare nessuno. Quindi, escludiamo dal nostro orizzonte la realtà sociale AltSex e delle comunità BDSM alternative.
Sono arrivato ad un punto di rottura.
Ho bisogno di un consiglio su come distaccarmi da tutto questo. La crisi che vivo è profonda, ho il cuore spaccato a metà. In me, esistono pulsioni sessuali: ruotano tutto attorno all'affinità verso il dolore e soprattutto al rendere una ipotetica partner un "oggetto da controllare completamente" (vestiti, alimentazione, tempo, vita....).
Con la mia compagna, tutto questo non avviene. Chiaramente, ho sempre REPRESSO queste pulsioni. E se mi masturbo, se cedo, lo faccio quando lei non c'è (non c'è altro modo di affrontare la cosa). Io sono apertamente femminista. E se dico che tutta la mia mente è fondata sul più grande rispetto verso le donne, dico ciò sento. La mia cultura, la mia sensibilità, il mio essere ha il più grande rispetto verso tutte le donne, è una verità così ovvia da apparirmi in modo davvero luminoso...
Pure, come onde di un mare nerissimo, tornano queste pulsioni dominanti. Come in una notte odiata, devo collegarmi a siti come PornHub e altri e "cercare" video di dominazione e masochismo femminile.
So di aver scritto "troppo". So di dovermi fermare. So che sto sentendo, ora, questa 'scissione' che mi fa impazzire e non so se sia opportuno lasciare anche un brevissimo secondo appunto su come io penso sia nato questa sofferenza interiore.
Nella mia famiglia (l'ho scritto) mia madre stava a casa, mio padre lavorava e dava i soldi a lei. Questo suo carattere 'freddo' (mia madre non aveva alcun amico, né amica, non ne ha mai avuti), distante, altero mi porta alla mente la figura della "donna sarmatica" di cui parla von Sacher-Masoch.
Avendo avuto una madre fredda, ho pensato io stesso di avere un carattere "sadomasochista" (l'ho scritto: ho cercato un confronto con la comunità BDSM). Pure: tutte, tutte, tutte le mie fantasie ruotano attorno al dolore femminile. Non ho mai avuto un desiderio di una donna autoritaria: anzi, se accade, provo un senso di sconforto, di depressione, di abbandono. Accanto ad una donna autoritaria "mi spengo".
Al contrario, se mi è accaduto di incontrare donne 'sottomesse', "fisicamente", ho sempre provato una sensazione di libertà, di pace, di serenità. Dunque, forse, da bambino ho sviluppato il desiderio fortissimo che mia madre non fosse la donna che è stata. Più mia madre era anaffettiva, dura, distante, chiusa al mondo, più in me nasceva il desiderio che fosse diversa. Il disagio di fronte ad una donna così. Desiderare una donna sottomessa significa desiderare una donna che mia madre non è mai stata.
Essendo una mia lettura è chiaro che può essere solo una "proiezione" della mia psiche e qualcosa di assolutamente sbagliato. Stare su di un forum, significa cercare anche un confronto. In questo periodo, sento che non può essere una spiegazione. Se lo fosse, capirei. E capendo, dovrei provare lo stimolo a "cambiare". Ma non sta accadendo.
Ho scritto qui questo lunghissimo post, perché non so a chi chiedere aiuto. Sono andato in terapia 3 volte. Le risposte sono sempre state coerenti con quanto scritto (costruzione desiderante di una "anti-mamma"). Non hanno mai generato una evoluzione.
Se non riesco a controllare questa parte di me (vorrei solo fare l'amore con dolcezza e venire tra coccole e abbracci), so che impazzirò.
Mi sto infrangendo. Sto morendo interiormente. Ogni giorno di più. Credo, sento, di aver detto tutto.
Pubblico senza correggere neanche una virgola di quanto ho scritto.