Ricadute

L'autolesionismo non è spaventoso. È l'affinità al dolore. E' dar voce ai sentimenti che non riescono a uscire, per sentire il dolore che si ha dentro.
Spesso mosso dal senso di colpa e spesso da parte di chi è troppo duro con se stesso: "Finalmente posso punirmi".
Autolesionismo e masochismo, un immenso dolore che non riesce a uscire se non col sangue!
La sezione è nata per trovare, col dibattito, lo sfogo, e il proprio sentire, il problema alla radice o semplicemente per poter parlare di questo problema è sentirsi meno soli.

Moderatore: elle8n

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Messaggioda Lyra2.0 » 10/08/2020, 16:45



Beh... direi che è proprio da tanto che non scrivo qui, e a dire il vero mi ero ripromessa che non lo avrei più fatto.
Mi ero detta che adesso che ho un reale aiuto esterno per i miei problemi (sono in una comunità psichiatrica da un po') avrei parlato con chi di dovere, ma la verità è che in questo momento ho bisogno di confrontarmi con qualcuno che VIVE e non che ha studiato sui libri quello che vivo.
Cercherò di non dilungarmi troppo e di arrivare dritta al punto il più velocemente possibile: è almeno cinque anni che soffro di autolesionismo, interrotto alcune volte per qualche mese, per poi ricaderci. Questo anno ho avuto probabilmente il mio periodo di astinenza più lungo: a febbraio sono stata ricoverata a causa di un agito autolesivo improvviso apparentemente senza causa. Il ricovero è stato dovuto al fatto che il taglio era abbastanza profondo ed era nel polso, e lo psichiatra che mi ha visitato ha reputato rischioso per la mia vita restare fuori da un ambiente protetto sinché ci fosse stato il rischio di agiti simili.
A seguito di questo episodio mi è stato aumentato uno degli psicofarmaci che prendo e le cose paiono essere andate per mesi nel verso giusto: certo i miei problemi non erano spariti, ma per quanto riguarda l'autolesionismo è andata più che bene.
Ora arriviamo a questo mese: è più di una settimana che ogni santo giorno, specie la sera, ho pensieri autolesivi con difficoltà a gestirli, cioè a trattenermi dal metterli in atto.
In questo periodo di tempo è capitato due volte che mi tagliassi, le due volte che non sono riuscita a dirmi "ora vado a dirlo agli operatori della comunità". Il problema è che per me è fonte di estremo disagio parlare di questi pensieri con gli operatori, so che sono questioni che solo chi vive può capire a fondo. Inoltre come risultato ottengo di dover stare con loro, in modo che si assicurino che non rompa qualche oggetto e lo usi per tagliarmi, o come dicono loro "in modo da distrarmi da questi pensieri".

Sono stanca, sono stanca di resistere, sono stanca di questi pensieri, e ho paura di fare cazzate e che mi ricoverino nuovamente.
E la cosa peggiore è che non so che cosa mi causi questi pensieri, non mi sembra che ci sia nulla che non va in questo periodo.
Qualcuno vive la stessa cosa? A qualcuno capita di avere voglia di tagliarsi "senza motivo"? Cosa significa quando succede? E' segno di pura dipendenza? Ma allora perché per mesi non è successo? Qualcuno ha delle risposte, dei consigli o può dirmi che "succede", che non sono un mostro per volermi tagliare senza un apparente motivo?
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Lyra2.0
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Messaggioda crociato » 10/08/2020, 16:52



Sicuramente non sei un mostro
Non è facile determinare per un esterno le reali cause
Magari lo fai per sentirti (direttamente o indirettamente) più viva

Mi racconteresti un po' della tua vita quotidiana? Non serve scendere in particolari dettagli ma vorrei sapere cosa ti appassiona ad esempio, con chi vivi e se lavori o studi
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Messaggioda Lyra2.0 » 11/08/2020, 7:55



crociato ha scritto:Sicuramente non sei un mostro
Non è facile determinare per un esterno le reali cause
Magari lo fai per sentirti (direttamente o indirettamente) più viva

Mi racconteresti un po' della tua vita quotidiana? Non serve scendere in particolari dettagli ma vorrei sapere cosa ti appassiona ad esempio, con chi vivi e se lavori o studi



Attualmente vivo in una comunità psichiatrica coperta sulle 24h, vivo quindi con altre persone affette da patologie psichiatriche di vario tipo e a turni con gli operatori che lavorano qui.
Ho appena finito gli studi, seppur in ritardo, e per ora non lavoro ancora. Ho dei progetti nel breve termine però, non voglio stare troppo tempo senza far nulla, i miei problemi quando erano al culmine mi hanno già causato due anni di "far nulla", e mi sento piuttosto come se dovessi recuperare tempo perso e non perderne altro.
Rispondendo al resto della tua domanda, le mie giornate per ora trascorrono senza far nulla di impegnativo: leggo, gioco al pc, faccio delle passeggiate. Cerco di far passare le giornate in attesa di fare qualcosa di più concreto, seppur questo mi spaventi per vari motivi.
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Messaggioda Robinson » 11/08/2020, 8:15



Mia cara. Purtroppo le ricadute fanno parte del gioco. Non si diventa mai la invulnerabili. Ma puoi approfittare dei periodi più positivi per prepararti alla ricaduta. Così la prossima volta le affronterai senza... cadere. Se è possibile prova a praticare quotidianamente la meditazione. E spero al più tu possa ritornare forte e vitale. Un saluto
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Messaggioda crociato » 11/08/2020, 8:52



Spaventa tutti ma si può prenderla come una sfida :)
Se tu non fossi in comunità, saresti in un posto tuo o con i tuoi?
In ogni caso ti sento motivata ed è positivo!

E per deformazione professionale: cosa giochi al pc??
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Messaggioda Lyra2.0 » 13/08/2020, 12:35



Questo momento di crisi sta continuando... e non mi sento aiutata dal personale della comunità, loro ci provano per carità...
Mi hanno anche fatto fare un colloquio con la psichiatra e uno con la psicologa, ma nessuno dei due colloqui mi è stato utile.
Non so come uscire da questo momento di crisi, mi sembra quasi che ogni giorno vada peggio.
Negli ultimi giorni sto smettendo di lottare contro i pensieri autolesivi, sto semplicemente lasciandomi andare ad essi.
E ogni giorno mi sento più chiusa verso il mondo esterno e più aperta a pensieri del tipo "non sarebbe meglio finirla qui?".
Non so nemmeno se questi pensieri siano veri o me li invento, magari è tutta una finta perché sono così abituata a stare male e non ero abituata a stare bene come ero stata nell'ultimo mese; o magari é un segno che non "guarirò" mai dai miei problemi.
Comunque sia, mi faccio proprio schifo.


crociato ha scritto:Se tu non fossi in comunità, saresti in un posto tuo o con i tuoi?
In ogni caso ti sento motivata ed è positivo!

E per deformazione professionale: cosa giochi al pc??


Se non fossi in comunità vivrei con mia madre, ma non penso di essere ancora pronta a tornare a gestire da sola i miei problemi.
Motivata? non tanto a dire il vero...

Non sono una che ci gioca molto, ma di recente sto rifacendo qualche partita a Lol, non che mi entusiasmi comunque, oppure faccio un giochino buffo al telefono.
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Messaggioda crociato » 13/08/2020, 13:20



Posso sbagliarmi ma ti sentivo più combattiva di oggi

Nessuno di noi fa schifo: siamo ne più ne meno ciò che siamo, con pregi e difetti, nessuno escluso

Il punto è che vivendo da soli si è "costretti" a far funzionare le cose. C'è caso e caso ma spesso fare il salto fa bene

Lol non mi ha mai appassionato molto. Preferisco giocare in singolo
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Messaggioda Robinson » 13/08/2020, 14:06



Eh sì cara mia. È proprio dai pensieri che devi iniziare. Tu dai ascolto solo ai tuoi pensieri perché ti ci stai identificando. Ma tu non sei solo i tuoi pensieri. C'è molto altro a cui ora non riesci a fare caso.se vuoi spiegaci meglio perché psicologa e psichiatra non ti convincono. E stai seguendo già una terapia o nulla proprio?
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Messaggioda Lyra2.0 » 14/08/2020, 18:48



Robinson ha scritto:Eh sì cara mia. È proprio dai pensieri che devi iniziare. Tu dai ascolto solo ai tuoi pensieri perché ti ci stai identificando. Ma tu non sei solo i tuoi pensieri. C'è molto altro a cui ora non riesci a fare caso.se vuoi spiegaci meglio perché psicologa e psichiatra non ti convincono. E stai seguendo già una terapia o nulla proprio?


Eh purtroppo (o per fortuna?) da vario tempo oramai ho assunto (inconsciamente suppongo) come meccanismo di difesa lo schermare le emozioni ed i sentimenti, evitarli... quindi ciò che mi resta sono i pensieri.

Non è che non mi convincono, con la psicologa della comunità mi trovo abbastanza bene, ma devo dire che non mi ha aiutata molto quando gli ho parlato di queste ricadute di autolesionismo. Mi ha chiesto di descriverle come mi sento prima durante e dopo, ma non mi ha dato consigli su come poter fare.
La psichiatra che mi ha visitata al CSM invece non saprei... mi aveva già visitata un'altra volta e non mi era sembrata male, ma appunto questa volta non mi ha saputo aiutare. Ha detto che se volevo per aiutarmi poteva inserirmi un ansiolitico al bisogno nella terapia da usare in questi momenti, ma ho rifiutato... non sono tanto per la quale per i farmaci.

Sì, seguo da circa un anno e mezzo una terapia con un dosaggio abbastanza altino di antidepressivo, un dosaggio non tanto alto di antipsicotico, e la sera un po' di induttore del sonno perchè faccio fatica a prendere sonno. Non sto a dire i nomi e i dosaggi esatti dei farmaci, tanto non è necessario.
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Messaggioda Robinson » 14/08/2020, 19:35



Ok quindi una terapia c'è e questo è importante.
Però bisogna lavorare su di sé e possibilmente non in solitudine.
Hai mai contattato un gruppo di ascolto o aiuto? Hai mai praticato la meditazione con costanza?
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Robinson
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