Sondaggio sui motivi del proprio autolesionismo

L'autolesionismo non è spaventoso. È l'affinità al dolore. E' dar voce ai sentimenti che non riescono a uscire, per sentire il dolore che si ha dentro.
Spesso mosso dal senso di colpa e spesso da parte di chi è troppo duro con se stesso: "Finalmente posso punirmi".
Autolesionismo e masochismo, un immenso dolore che non riesce a uscire se non col sangue!
La sezione è nata per trovare, col dibattito, lo sfogo, e il proprio sentire, il problema alla radice o semplicemente per poter parlare di questo problema è sentirsi meno soli.

Moderatore: elle8n

Soffro di autolesionismo

1) perché è il solo modo che conosco per richiedere aiuto
5
4%
2) e lo faccio su polsi e altre zone visibili
9
7%
3) perché mi devo punire tutte le volte che sbaglio
19
15%
4) perché sono disperato/a e lo faccio in luoghi ben nascosti del mio corpo
26
20%
5) ed è la violenza peggiore che possa dare a me stessa
4
3%
6) e non lo nascondo, lo dico chiaramente
1
1%
7) ma voglio uscirne e non caderci mai più
8
6%
8) perché ho un un profondo bisogno di amore :' (
12
9%
9) perché sono anche masochista, mi piace soffrire, mi piace il dolore, mi piace sperimentarmi
11
9%
10) e nemmeno so il perchè
9
7%
11) per dei motivi che non ho trovato in questo sondaggio (per favore, motiva la tua risposta qui sotto)
24
19%
 
Voti totali : 128

Sondaggio sui motivi del proprio autolesionismo

Messaggioda Wilted rose » 17/06/2017, 1:47



Probabilmente non dovrei scrivere questo post... ma provo a scriverlo ugualmente, sperando che ciò che verrà fuori possa essere quantomeno comprensibile.

Il mio autolesionismo si è diviso in due "maggiori" periodi: il primo qualche anno fa, il secondo negli ultimi mesi. Nel lasso di tempo che è intercorso fra i due periodi, ho avuto molteplici momenti in cui avrei voluto tagliarmi, ma poi non l'ho fatto. Soltanto in rare occasioni sono stata talmente arrabbiata - in maniera realmente esagerata - da arrivare a picchiarmi, graffiarmi e strapparmi i capelli. In ogni caso, provo a rispondere al sondaggio basandomi soltanto sull'autolesionismo di quest'ultimo periodo. Direi che quando mi tagliavo, lo facevo principalmente perché mi odiavo in modo così forte da necessitare di punirmi; sostanzialmente, dovevo tracciare segni rossi, quanti più possibile, perché mi faceva paradossalmente stare meglio il pensiero che il mio odio si era impresso sulla mia pelle, e soprattutto la consapevolezza che avevo compiuto un'azione giusta. Perché meritavo quei tagli, meritavo il dolore e meritavo di piangere mentre mi tagliavo. Aggiungo inoltre che in un certo modo potrei affermare che, entro determinati limiti, mi piace anche il dolore, quindi direi che le risposte che scelgo sono la 5 e la 9.

Edit: mi rendo conto di aver abbozzato roba confusa e poco comprensibile, ma non sono capace di spiegarmi meglio. L'autolesionismo, almeno per me, dipende dal momento. I motivi possono variare, anche se di poco, ogni volta...
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Sondaggio sui motivi del proprio autolesionismo

Messaggioda Mustafà » 21/06/2017, 20:08



Ho scelto l'ultima opzione.
Ho iniziato da alcuni mesi, prima pugni in testa, poi unghie conficcate in testa(a volte mi restano le croste),poi coltelli seghettati premuti con forza sul braccio, ma senza segare. Ora uso un coltello serramanico, ma lo giro dala parte senza lama e uso la punta, più che tagli sono dei graffi.
Lo faccio per il nervoso, per sfogare una forza creativa che dovrebbe uscire ma non ha modo di farlo e quindi diventa distruttiva...
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Messaggioda Themis » 27/06/2017, 12:57



Ho avuto casi di autolesionismo in passato, sia tagli che pugni. odiavo il mio corpo essendo stato malato per 5 anni, non riuscivo a rendere a scuola come volevo e come tra l'altro riuscivo in precedenza, non riuscivo a stare in mezzo alle persone pur desiderandolo.
Ho spesso pensato al suicidio anche ma non l'ho mai fatto davvero, non volevo morire volevo solo che la mia vita migliorasse. Avvolte mi sono anche sfogato su oggetti.

Era comunque saltuario e niente di eccessivo. Ho avuto però un apice.
Nonostante la fine della scuola e quindi la riduzione dello stress continuavo a star male, i miei genitori non sono riusciti ad aiutarmi mandandomi solo da psicologi e psichiatri dato che ero ovviamente in uno stato di forte depressione, senza andare però alla fonte della malattia che mi aveva portato in quello stato (ora mi sembra stupido ma nello stato in cui ero non sapevo davvero dove sbattere la testa, mi vergognavo persino a rivelare il mio malessere del quale ho iniziato a parlare solo dopo un anno quando già la frustrazione e tutto mi aveva portato all'esaurimento).

Di psicologi bravi ne ho anche trovati (privati), ma fondamentalmente l'unico aiuto che potevano darmi era di avere qualcuno con cui parlare, li ho lasciati tutti perché non mi capivano in senso letterale, dopo decine di sedute veniva fuori che avevano completamente equivocato cose per me fondamentali per descrivere il mio stato d'animo, andando quindi ad equivocare anche il perché delle mie azioni e di ciò che provavo (daltra parte e lo stesso problema che ho quasi sempre avuto parlando con tutti in generale).

Psicofarmaci ne ho provati ma mi davano solo effetti collaterali.
Uno psichiatra dell'usl mi ha pure fatto rinchiudere per una settimana senza neanche dirlo ai miei.
Mentre il mio medico generico, un anno dopo, non voleva neanche darmi il certificato per la patente. Avrei voluto iniziare a cercare lavoro tenermi impegnato invece nulla, le persone che avrebbero dovuto aiutarmi non facevano altro che giudicarmi e ostacolarmi.

In più era morto mio nonno, ero costretto a badare a mia nonna per settimane, lo avrei ovviamente fatto volentieri se non fosse che non riuscivo neanche a badare a me stesso.

Avrei voluto staccare andarmene di casa anche solo per qualche giorno per allontanarmi da tutto ciò, ma no mia madre minacciava di chiamare la polizia se fossi uscito di casa. Nessuno dei miei amici o parenti voleva veramente starmi vicino, ero solo, in gabbia senza modo di sfogare, trattato come se fossi da buttare in psichiatria a vita.
Così ho avuto un crollo e ho iniziato ad autoconvincermi che ero veramente malato di mente, in pochi giorni mi sono sfregiato completamente un avambraccio, usando appositamente delle lamette così che rimanessero i segni.
Quel poco dolore era l'unica cosa che mi rimaneva in quel momento, ho iniziato a tagliarmi ogni giorno più profondamente man mano che mi assuefaccevo al dolore.
Ho dovuto smettere perché a un certo punto non sentivo più niente e avrei dovuto infliggermi ferite sempre più profonde col rischio di danneggiare tendini.

Da allora solo occasionalmente mi sono ritagliato ad esempio dopo aver interagito con qualcuno che mi dimostrasse gentilezza. Ho smesso completamente solo da quando sono riuscito a rifarmi una vita sociale.

Non mi vergogno a mostrare le ferite, le vedo come se me le fossi fatte in un incidente, d'altra parte non ho scelto io di stare così male
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Messaggioda Cuoretriste » 13/07/2017, 12:18



A causa della mia mancanza di amicizie reali ho sempre avuto un sacco di amici virtuali, con le mie stesse problematiche. A distanza di anni credo di aver capito una cosa: dietro l'autolesionismo si nasconde una personalità ben definita: siamo tutti figli di persone che pretendono molto da noi, che ci fanno sentire inferiori anche non volendolo... in più ci si mette la realtà in cui viviamo a farci sentire sbagliati. Io da che ho memoria mi son sempre sentita sbagliata, e no, non sono un'adolescente di primo pelo, ho 25 anni. Per molti le cose cambiano crescendo, capiscono di non essere poi così inetti e sbagliati, capiscono che sono semplicemente se stessi. Io non sono ancora arrivata arrivata a questa consapevolezza.
In genere un autolesionista ha anche altri problemi, non finisce tutto con dei tagli.
Io personalmente lo faccio quando sono totalmente fuori di me dal dolore, non importa cosa l'abbia causato, sostituisco un dolore interiore con uno fisico.
Sono immatura e lo so. Non ho più l'età per queste cose, tanto più ora che la gente giudica: ridono del fatto che non vada a mare, che con il caldo io rimanga coperta.
Mi dispiace ma io crescendo non sono maturata, non ho preso consapevolezza della realtà, non sono come le altre e non ho una vita come le altre.
Un abbraccio a tutti
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Messaggioda Gretla » 30/04/2018, 11:48



io lo faccio per scaricare la rabbia che provo
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Messaggioda Mustafà » 05/05/2018, 13:16



Nuova conclusione sul mio autolesionismo: lo faccio per colpire la mia madre interiorizzata che contribuendo a dominare il mio Falso Sè impedisce l'espressione del Vero Sè. Sono una non persona, un territorio occupato da un esercito straniero, senza identità,senza sovranità...una inesistenza in sostanza.
E' come la chemioterapia che per eliminare il tumore ti toglie dieci anni di vita.
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Messaggioda -Entropia » 08/05/2018, 21:39



Nutro sentimenti ambivalenti verso il mio autolesionismo.
E' cominciato tutto come sfogo... Accumulavo così tante emozioni negative dentro di me, che ho finito per esplodere. Mi sono sempre percepita come l'unica persona da incolpare per qualsiasi cosa andasse male nella mia vita, di conseguenza sono arrivata presto a detestarmi, ad infierire su me stessa, tormentandomi continuamente.

Mi tagliavo per non straparlare e ferire qualcun'altro; quando non riuscivo a rispettare tale proposito dovevo assolutamente punirmi.
Col tempo il mio malessere è peggiorato e sono cominciati anche episodi psicotici. Il senso di inadeguatezza si è acuito, facendomi sentire sempre più in trappola, soffocata ed oppressa dall'angoscia.
Il dolore fisico mi riportava alla realtà, quando la disperazione prendeva il sopravvento.

Nascondo sempre i miei tagli perché me ne vergogno. Detesto la miriade di domande che destano in chi le nota.
Al tempo stesso però, guardandole mi sento una sopravvissuta, una guerriera che porta con sé le ferite delle battaglie combattute.
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A lesson without pain is meaningless. That’s because no one can gain without sacrificing something. but by enduring that pain and overcoming it, he shall obtain a powerful, unmatched heart… A fullmetal heart...

- Edward Elric
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Citazione: La mélancolie est l'illustre compagnon de la beauté, elle est si bien que je ne peux concevoir aucune beauté qui ne porte en elle sa tristesse.

-Charles Baudelaire
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Messaggioda Chiamami come ti pare » 12/05/2018, 19:56



è bello vedere quando le persone per sbaglio ti scoprono.
Io aiuterei, proverei a parlarne. Anche se so che 'vaff******' sarà la risposta.
Invece ti guarda colma di schifo.
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E non chiamarmi artista, ma cazzaro
È chiaro? Io sono cazzaro alla radice


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Citazione: Una ragazza è nessuno
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Messaggioda elle8n » 12/05/2018, 20:32



Spesso non ci va di parlare perchè ci vergogniamo o perchè non troviamo le parole, per paura del giudizio... sono tante le cose che pensiamo, a volte a ragione a volte a torto, che gli altri o la persona che abbiamo davanti non riuscirebbe a capire.
Io non ho mai mandato nessuno a fanculo, semplicemente se non mi sento di parlare lo dico però capita che qualcuno reagisca a parole, è autodifesa.
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Messaggioda file man » 14/06/2018, 14:02



Quando ero adolescente mi capitava spessissimo, ora capita quando ho dei crolli emotivi dovuti al mio senso di inadeguatezza rispetto ai miei coetanei e quando le difficoltà della vita mi 'schiacciano' psicologicamente. Con morsi sulle braccia e pugni (coi quali una volta mi sono quasi rotto una mano) contro il muro sfogo il mio dolore e la mia disperazione che a volte risulta intollerabile: sono timido e non riesco ancora ad accettarmi per quello che sono ed inoltre faccio fatica ad accettare il mondo così come è. Se sto a contatto con la natura le cose migliorano, ma purtroppo vivo in città...
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