Picchiata dal fidanzato. Non so come comportarmi!

Come aiutare mia sorella 18enne incinta, vittima del fidanzato.

Scheletri nell'armadio. Questa piccola stanza di MyHelp è accogliente come una caramella buona.
Sei vittima di abusi? Parlane su MyHelp con chi sa capirti. Potrai aiutare chi si trova nella tua stessa situazione.
Gli stupri e la violenza fisica su donne e minori sono all'ordine del giorno. A chi è, o è stato, vittima di maltrattamenti, diciamo: DENUNCIATE !!! Avete il potere e il diritto di difendervi!! E non sarete soli nel pericolo!

Moderatore: elle8n

Picchiata dal fidanzato. Non so come comportarmi!

Messaggioda Maria93 » 11/01/2017, 19:42



Salve, mi sono iscritta da poco e leggo con piacere del supporto e dell'aiuto che date alle persone in difficoltà. Per questo mi rivolgo a voi, perché non so proprio come comportarmi.
Mi chiamo Maria e ho 23 anni. Mia sorella più piccola, neo diciottenne sta affrontando una situazione più grande di lei. Oserei dire al limite dell'immaginabile.
Premessa:
La nostra è una buona famiglia con dei genitori pazienti e sempre presenti nelle vite di noi figli (mio fratello 33 anni, io 23 anni e mia sorella 18 anni).
Tutto ha inizio 5 anni fa, quando mia sorella durante la sua adolescenza è cambiata radicalmente, fin da quall'età prova un senso di disagio e ostio nei confronti dei miei genitori e miei e di mio fratello, per nessun motivo specifico. Ha deciso di lasciare la scuola a 16 anni e di iniziare a lavorare facendo la donna delle pulizie. I miei genotori hanno cercato con tutte le loro forze di venirle in contro e di capirla, cambiate 2 scuole, proposto corsi di ogni tipo ma niente. Abbiamo cercato di trovare spiegazioni (dopo mille confronti con lei) che forse tutto ciò era da attribuire ad una ribellione adolescenziale più marcata rispetto alla mia e a quella di mio fratello. Non ho un gran rapporto con lei, non siamo molto amiche, anche se ci ho provato tanto negli ultimi anni, anche se forse delle volte non mi sono posta nel modo giusto, lei non vuole legare ne confidarsi molto con me.

Dopo questa piccola parentesi vorrei spiegarvi la situazione terribile che mi angoscia.
Mia sorella, dopo 2 mesi che sta con un ragazzo molto più grande di lei che nessuno di noi conosce (lui ha 27 anni e vive da solo) rimane incinta. Inizialmente lo stupore e l'incredulità della notizia affrontiamo la questione in famiglia.
Mia sorella vuole tenere il bambino in accordo con il ragazzo. Dopo vari confronti e discussioni io, la mia famiglia e tutte le sue amiche cerchiamo di farle capire che è giovane, che ha tutta la vita davanti, che non ha un lavoro o altro per mantenersi e che sarebbe meglio non legarsi con un figlio ad un ragazzo che conosce appena, per questo le proponiamo di pesare a fare l'interruzione di gravidanza (era al secondo mese). Inizialmente, e dopo aver parlato tanto, prende davvero in considerazione di fare l'interruzione, ma il fidanzato la convince a terene il bambino. Dopo la sua decisione definitiva di tenerlo, anche se non eravamo d'accordo con questa scelta, abbiamo espresso tutto il nostro appoggio nei suoi confronti e abbiamo cominciato a vedere la situazione sotto un punto di vista differente, sperando in positivo.

Conosciamo il suo ragazzo. Viene a cena, si presenta come un ragazzo tranquillo e gentile, molto dedito al lavoro. E siamo tutti felici.
Io decido di andare a convivere con il mio ragazzo e mi trasferisco ad 1 ora di macchina dalla mia famiglia.

Lei si stabilizza da lui e comincia una mezza convivenza (la giornata la passava da noi perché lui lavorava tutto il giorno). Dopo pochissimo tempo inizano le litigate. Viene casa nostra quando litigano e poi fanno pace il giorno dopo.
(Un rapporto davvero instabile)

23 dicembre 2016

All'una di notte mio padre riceve una chiamata da mia sorella. È al pronto soccorso ma sta tornando a casa accompagnata da alcune persone. Tornata a casa racconta tutto ai miei genitori.
Durante un grande litigata, mia sorella è uscita dalla casa del suo ragazzo per andare a casa dei miei genitori a passare la notte. Arrivata al cancello esce di strada e il fidanzato comincia a piacchiarla. L'ha buttata a terra e la presa a calci e pugni, nonostante lei fosse incinta al 4 mese di gravidanza. Davvero senza scrupoli.
Dopo averla colpita ripetutamente lui entra in casa e la lascia li per la strada a terra. Dei vicini di casa escono in strada avendo sentito le urla e soccorrono mia sorella. Il fidanzato non contento esce ed inveisce anche su di loro, intimandogli di farsi gli "affari loro". In tutto ciò mia sorella non riesce ad alzarsi per il dolore ad un ginocchio e i vicini chiamano il 118.
Contusioni in varie parti del corpo, ginocchio contuso ma non leso. Il bambino sta bene.
I vicini di casa la riaccompagnano a casa dai miei.

La mattina seguente mia sorella va a sporgere denuncia per aggressioni contro di lui e decide di lasciarlo. (Lui non l'ha chiamata per più di 10 giorni successivi a quella sera.)
Incazzata e delusa che la sua fantasia di "famiglia" era andata distrutta, si fa consolare da noi, ricordandole che noi ci siamo e che le diamo tutto l appoggio di cui avrà bisogno.
Io ero lontana a casa con il mio ragazzo ad 1 ora da casa e tutto ciò mi è stato detto solo il giorno dopo, a Natale!)

Cerchiamo di superare ed andare avanti, ma spiego ai miei la mia profonta paura.
"Ho paura che lei si dimentichi del dolore provato e ci ricaschi. Ho paura che torni da lui. State attenti."
Cerco di sentire mia sorella molto spesso per starle accanto e "tenerla d'occhio", ma accade l'inevitabile.

Lei torna con lui. Ormai da due giorni sono di nuovo assieme a casa di lui.
La chiamo ma non mi risponde. Mi ignora perché non vuole essere giudicata perché sa della cazzata che sta commettendo.

IL PUNTO È QUESTO:
Non so davvero come comportarmi con lei. Ho paura di affrontarla perché d'istinto mi viene da dirle "Ma che c***o stai facendo??!!! Ma non ti rendi conto?!",ma so che così la allontanerei soltanto, per il fatto di non avere un grande rapporto, mi direbbe di farmi gli affari miei e se ne andrebbe o mi sbatterebbe il telefono in faccia.
Non so davvero come comportarmi. Sono incazzata, delusa e molto molto preocupata. Non so come e dove può andare a finire questa storia.
Vi prego aiutatemi a capire come devo comportarmi, come sarebbe meglio che io mi approcciassi a lei per farle capire che questa situazione è assurda e non può creare una famiglia con quell'uomo orribile.
Scusate per il papiro. Volevo spiegare al meglio la situazione per avere supporto.
Grazie
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Maria93
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Messaggioda Juliet » 11/01/2017, 19:56



DENUNCIA
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Messaggioda Premio Nobel » 11/01/2017, 20:56



Bel dilemma.

Premessa: avevo un parente con una situazione simile. Cioè, veniva picchiata dal compagno anche davanti ai suoi o i suoi fratelli, tanto che andò a finire in alterchi. Era capitato che fosse anche scappato di casa, ma il giorno dopo o qualche giorno dopo tornavano come prima una normale coppia. Una cosa che non capirò molto bene. Fine Premessa

Secondo me, ci sono un paio di strade che potresti intraprendere, tenuto conto che secondo me è sostanzialmente il caso in cui: "un individuo cerca di convincere o far rinsavire qualcuno che non vuole o non riesce a collaborare" --- da quanto ho capito, il tuo interesse sarebbe quello di far porre un fine della storia di tua sorella con il suo tipo.

Potresti provare a prenderla e a 'scuoterla per bene', più semplicemente, sbattergli in faccia la realtà, e quindi dire: "il tuo moroso è uno st..zo perché ti picchia, quindi lo devi mollare, perché solo così tu potrai stare bene". Pur tuttavia, potresti avere una reazione contraria forte: ti risponde. A mio modo di vedere è più facile che i tuoi possano fare una cosa del genere, anche perché a 18 anni i tuoi genitori probabilmente potrebbero avere ancora una influenza significativa = se invece di avere un moroso violento, avesse il moroso che la fa drogare di cocaina o di eroina, i tuoi probabilmente le impedirebbero di incontrarlo perché mette a rischio la sua incolumità.
Moralmente secondo me sarebbe più che giusto: il fatto di dire "fatti gli affari tuoi" non vale, perché anche l'omissione di un intervento può essere moralmente sbagliata --- nel caso fortuito dovesse morire di overdose, sicuramente se uno non ha agito si sente in colpa.

Paradossalmente, io ti consiglierei di usare questa maniera forte: sarebbe meglio se una 'lavata di testa' la dessero i tuoi, altrimenti tu stessa.

E' come se tu fossi in macchina con un ubriaco al volante. Non risulta essere più utile dirgli sempre "stai attento", "non investire la vecchietta sulle striscie" ... etc. Poiché non ti sta ascoltando. Non si sta comportando in maniera razionale, nel mio esempio perché impossibilitato, nel tuo caso probabilmente per imperizia o negligenza. --- Pur tuttavia, io non credo tu ti senta sicura in questa situazione: nel mio esempio, quindi, gli dirai "o mi fai guidare a me, o me ne vado da solo" o se sei già su, potresti sclerargli contro fintanto che non ferma e ti faccia scendere.

Un altro esempio per spiegarmi meglio:
Mi è capitato molteplici volte di fare ripetizioni a ragazzi, ed ho notato che i ragazzi generalmente si comportano diversamente tra medie e superiori.
- alle scuole medie non comprendono che fare ripetizioni serve prima di tutto a loro, e quindi si comporteranno come si comportano in classe, cercando di fare il meno possibile, e senza prestare attenzione.
- alle scuole superiori, generalmente i ragazzi comprendono che fare ripetizioni serve prima di tutto a loro, e quindi tendono a stare più attenti.
Di solito con i ragazzi delle scuole medie mi debbo comportare più come 'baby sitter', più che come 'aiuto-compiti'.
Conseguentemente, se io voglio spiegargli qualcosa, non posso usare lo stesso messaggio.
- Posso usare un linguaggio più tecnico e profondo con quelli delle superiori, che avranno anche l'attenzione di ascoltarmi.
- Posso usare un linguaggio 'divertente' e quindi essere in grado di coinvolgerli (ma se non si è bravi, si arriva a risultati grotteschi), oppure posso imporgli qualcosa (nel limite delle mie possibilità).

Analogamente, secondo me, se tu vedi che tua sorella si sta comportando in maniera stupida, e può rischiare non tanto di 'rovinarsi la vita', ma addirittura di 'perdere la vita', credo che puoi considerare di usare un approccio più diretto, più forte e quindi 'farti gli affari suoi'
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Messaggioda Maria93 » 11/01/2017, 22:20



Premio Nobel ha scritto:Bel dilemma.

Premessa: avevo un parente con una situazione simile. Cioè, veniva picchiata dal compagno anche davanti ai suoi o i suoi fratelli, tanto che andò a finire in alterchi. Era capitato che fosse anche scappato di casa, ma il giorno dopo o qualche giorno dopo tornavano come prima una normale coppia. Una cosa che non capirò molto bene. Fine Premessa

Secondo me, ci sono un paio di strade che potresti intraprendere, tenuto conto che secondo me è sostanzialmente il caso in cui: "un individuo cerca di convincere o far rinsavire qualcuno che non vuole o non riesce a collaborare" --- da quanto ho capito, il tuo interesse sarebbe quello di far porre un fine della storia di tua sorella con il suo tipo.

Potresti provare a prenderla e a 'scuoterla per bene', più semplicemente, sbattergli in faccia la realtà, e quindi dire: "il tuo moroso è uno st..zo perché ti picchia, quindi lo devi mollare, perché solo così tu potrai stare bene". Pur tuttavia, potresti avere una reazione contraria forte: ti risponde. A mio modo di vedere è più facile che i tuoi possano fare una cosa del genere, anche perché a 18 anni i tuoi genitori probabilmente potrebbero avere ancora una influenza significativa = se invece di avere un moroso violento, avesse il moroso che la fa drogare di cocaina o di eroina, i tuoi probabilmente le impedirebbero di incontrarlo perché mette a rischio la sua incolumità.
Moralmente secondo me sarebbe più che giusto: il fatto di dire "fatti gli affari tuoi" non vale, perché anche l'omissione di un intervento può essere moralmente sbagliata --- nel caso fortuito dovesse morire di overdose, sicuramente se uno non ha agito si sente in colpa.

Paradossalmente, io ti consiglierei di usare questa maniera forte: sarebbe meglio se una 'lavata di testa' la dessero i tuoi, altrimenti tu stessa.

E' come se tu fossi in macchina con un ubriaco al volante. Non risulta essere più utile dirgli sempre "stai attento", "non investire la vecchietta sulle striscie" ... etc. Poiché non ti sta ascoltando. Non si sta comportando in maniera razionale, nel mio esempio perché impossibilitato, nel tuo caso probabilmente per imperizia o negligenza. --- Pur tuttavia, io non credo tu ti senta sicura in questa situazione: nel mio esempio, quindi, gli dirai "o mi fai guidare a me, o me ne vado da solo" o se sei già su, potresti sclerargli contro fintanto che non ferma e ti faccia scendere.

Un altro esempio per spiegarmi meglio:
Mi è capitato molteplici volte di fare ripetizioni a ragazzi, ed ho notato che i ragazzi generalmente si comportano diversamente tra medie e superiori.
- alle scuole medie non comprendono che fare ripetizioni serve prima di tutto a loro, e quindi si comporteranno come si comportano in classe, cercando di fare il meno possibile, e senza prestare attenzione.
- alle scuole superiori, generalmente i ragazzi comprendono che fare ripetizioni serve prima di tutto a loro, e quindi tendono a stare più attenti.
Di solito con i ragazzi delle scuole medie mi debbo comportare più come 'baby sitter', più che come 'aiuto-compiti'.
Conseguentemente, se io voglio spiegargli qualcosa, non posso usare lo stesso messaggio.
- Posso usare un linguaggio più tecnico e profondo con quelli delle superiori, che avranno anche l'attenzione di ascoltarmi.
- Posso usare un linguaggio 'divertente' e quindi essere in grado di coinvolgerli (ma se non si è bravi, si arriva a risultati grotteschi), oppure posso imporgli qualcosa (nel limite delle mie possibilità).

Analogamente, secondo me, se tu vedi che tua sorella si sta comportando in maniera stupida, e può rischiare non tanto di 'rovinarsi la vita', ma addirittura di 'perdere la vita', credo che puoi considerare di usare un approccio più diretto, più forte e quindi 'farti gli affari suoi'


Grazie mille per i consigli che mi stai dando. Purtoppo la situazione è molto più complessa.
Proprio riguardo la tossicodipendenza, lei è entrata nel mondo della droga. Forte dipendenza dalla cannabis (più canne al giorno tutti i giorni) e poi successivamente abbiamo scoperto che ha provato altro (cocaina). Inoltre il tipo in questione è (ex) tossicodipendente. Dico "ex" perché a detta di mia sorella non si droga da due anni (cocaina) e ha messo la testa apposto. Quando in realtà abbiamo scoperto che non è così, poiché poco tempo fa hanno avuto una brutta litigata proprio perché lui si era rifatto di cocaina.
Riguardo mia sorella, la cosa è sfuggita di mano ai miei. Non hanno alcuna autorità su di lei da anni ormai.
Inoltre durante il secondo mese abbiamo provato a "scuoterla" sbattendogli in faccia la realtà, ovvero che non puoi fare un figlio con un tipo appena conosciuto per mille motivi, che non aveva un lavoro, niente di niente in mano per mandare avanti la cosa casomai fosse finita male con lui, e che mamma e papà non ci sarebbero stati per sempre a sua disposizione. Purtroppo non ha funzionato.
Lei è profondamente egoista a mio avviso. Non gli interessa quanto faccia disperare i miei genitori,basta che lei ottenga ciò che vuole.

La mia ansia e il mio sconforto non è solamente legato a questa situazione. Sono arrivata ad un punto che mi chiedo: "Ma come diavolo ho fatto a non riuscire a fare niente per fermarla prima? Prima che arrivasse a questo punto!" E questa situazione è la goccia che fa traboccare il vaso della mia angoscia per non aver fatto niente, o almeno non esserci riuscita.

Più volte egoisticamente ho chiesto ai miei di provare a spaventarla lasciandola sola e dirle: "basta, da ora per te non ci siamo più". Ho detto loro: " Le abbiamo provate tutte! Tanto ormai che abbiamo da perdere?" E mio padre: "una figlia".
Putroppo lei ha capito che qualsiasi cosa faccia i miei per amore la riaccoglieranno a casa.

Sono dell'idea che negli anni passati abbiamo sbagliato a non mettere in mezzo i servizi sociali e mandarla in una casa famiglia.

Una situazione disastrosa.
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Messaggioda Maria93 » 11/01/2017, 22:22



Jul ha scritto:DENUNCIA

La ved inutile. Lei è maggiorenne e una denuncia da parte mia o dei miei genitori è inutile.
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Messaggioda Premio Nobel » 11/01/2017, 22:49



I miei una volta mi dissero che se fossi caduto nel brutto giro della droga, sarebbero intervenuti, proibendomi di frequentare ed uscire con queste persone. La ratio era quanto ho esposto: non ci si può 'fare i fatti propri' se l'omissione cagiona un danno molto grave.

Naturalmente, mi rendo conto che serve avere una 'pena', o quanto meno, un 'deterrente' per invogliare, o costringere il figlio a fare quello che si desidera. Di solito un genitore viene rispettato (ad esempio: se un bambino vuole restare al parco giochi, o lo si sgrida, o lo si prende a forza, sempre che si riesca, e lo si porta via) ... in questo caso è un po' più difficile: secondo me dovrebbero non solo 'rimproverarla', poiché quanto ha fatto è stato sbagliato, ma anche ad esempio, impedirle di frequentare questa persona [ad esempio anche mettendola in una casa-famiglia, o trasferirsi] --- potrebbero in teoria anche 'tagliarle i viveri', cioè non passarle che ne so più niente (ne cellulare, ne mance o paghette, ne macchina ...) anche se mi rendo conto che 1) potrebbero tagliare anche gli altri 2) il moroso potrebbe passarle a lei qualcosa o comprarle qualcosa.

Credo che però sia sbagliato non intervenire pesantemente soprattutto a livello genitoriale, in quanto se un figlio sta veramente buttando la propria vita (non per la gravidanza, ma per la droga e le molestie subite) è giusto interferire.
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Messaggioda Maria93 » 11/01/2017, 23:01



Premio Nobel ha scritto:I miei una volta mi dissero che se fossi caduto nel brutto giro della droga, sarebbero intervenuti, proibendomi di frequentare ed uscire con queste persone. La ratio era quanto ho esposto: non ci si può 'fare i fatti propri' se l'omissione cagiona un danno molto grave.

Naturalmente, mi rendo conto che serve avere una 'pena', o quanto meno, un 'deterrente' per invogliare, o costringere il figlio a fare quello che si desidera. Di solito un genitore viene rispettato (ad esempio: se un bambino vuole restare al parco giochi, o lo si sgrida, o lo si prende a forza, sempre che si riesca, e lo si porta via) ... in questo caso è un po' più difficile: secondo me dovrebbero non solo 'rimproverarla', poiché quanto ha fatto è stato sbagliato, ma anche ad esempio, impedirle di frequentare questa persona [ad esempio anche mettendola in una casa-famiglia, o trasferirsi] --- potrebbero in teoria anche 'tagliarle i viveri', cioè non passarle che ne so più niente (ne cellulare, ne mance o paghette, ne macchina ...) anche se mi rendo conto che 1) potrebbero tagliare anche gli altri 2) il moroso potrebbe passarle a lei qualcosa o comprarle qualcosa.

Credo che però sia sbagliato non intervenire pesantemente soprattutto a livello genitoriale, in quanto se un figlio sta veramente buttando la propria vita (non per la gravidanza, ma per la droga e le molestie subite) è giusto interferire.


La penso esattamente come te. Purtroppo i miei genitori non si sentono di farle questo per paura di perderla. Io non la vedo così, secondo me le servirebbe ma non vengo ascoltata. Nel mio "piccolo", da non genitore non so come comportarmi poiché dovrei fare la sorella, che la consiglia in modo amichevole, ma poiché i miei genitori non si comportano in modo duro mi viene da comportarmi come se fossi io la madre, ma non sono credibile e mi rendo solo odiosa ai suoi occhi.
Per la casa famiglia è tardi ormai, sono anni che insistiamo anche per andare dallo psicologo ma lei non ha mai voluto.
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Messaggioda SoloAndataSenzaRitorno » 12/01/2017, 2:52



dall'alto dei miei quasi 40 anni di esperienza di vita, posso dirti con certezza quasi assoluta che tua sorella può salvarsi solo se si sbarazza del figlio di questo animale che ha avuto il coraggio di picchiarla mentre era in stato interessante.....azioni del genere le possono compiere solo le persone più brutte e cattive, gente che nella vita finirà male e farà terra bruciata intorno a se...
cioè dai, questo animale ha picchiato suo figlio di 4 mesi!?!?!! MA CI RENDIAMO CONTO?

tua sorella ha la vita segnata se ''sforna'' il figlio di questo animale, e ancora di più se ci resta insieme, cosa che appunto sarà molto probabile se lei continuerà la sua gravidanza.......
non ho dubbi a riguardo, fosse mia sorella non avrei nessuna remora a farle bere con l'inganno qualche tisana di erbe che aiuta l'aborto...ma questo è ciò che fare io.
io sono una persona anche molto convinta della questione genetica, nel senso che io sono sicuro che da un seme marcio nasce quasi sempre un essere con dei problemi.
quindi non sono nemmeno tipo da preoccuparmi troppo della questione etica o religiosa di questa cosa , ma io sono io e tu sei tu.....

la cosa migliore sarebbe avere il bambino e mandare a quel paese lui ottenendo l'affidamento esclusivo, ma è quasi utopia! nel 90% di questi casi succede sempre che alla fine il nascituro fa da collante per la coppia, nel bene e nel male, e di solito finisce sempre male quando alla base ci sta una coppia dove uno dei 2 è un autentico animale! come nel vostro caso...

io ti ho detto cosa farei io se mi trovassi nella tua situazione,e capisco possa sembrare molto drastica come cosa, ma di certo non credere che esistano soluzioni più semplici per un problema come questo......come diceva quella pubblicità '' per una parte grande serve un pennello grande''.

ciao ciao
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Vivi il mio dolore, i miei dubbi, le mie risate. Vivi gli anni che ho vissuto io
e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io.
Ognuno ha la propria storia.
E solo allora mi potrai giudicare.


(Luigi Pirandello)
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