Ciao a tutti, sono una ragazza, ho 29 anni, e 15 anni fa circa mi è successa una cosa per cui giuro cercherò di non scrivere chilometri.
Avevo 14 anni, vedevo un coetaneo (in amicizia) che aveva da poco finito le medie con me, e mi piaceva. Ero ingenua, ero stupida, e non avevo mai avuto nessun ragazzino. E lui cominciò a manifestare desiderio che io lo toccassi. Successe un paio di volte o tre. Ovviamente sempre io a lui, ovviamente io non chiesi mai nulla (per paura e imbarazzo), e finché fu così, io ero solo un'illusa che veniva sfruttata per piaceri sessuali. Ovviamente io non gli piacevo manco per il c.... ma glielo toccavo, quindi ok.
Un bel giorno, eravamo qui a casa mia, lui disse che voleva una fellatio, chiamatelo come volete, io non riesco più a dire la parola con la P. Per farla breve provai a dirlgli di no, ma lui rifiutò il mio rifiuto e mi spinse la testa in basso. Non finìi, furono pochi secondi ma che mi segnarono tantissimo.
Passano dei mesi, e in estate, lui veniva al mare vicino a me. Io accettai di vederlo una sera in piazza. Si presentò con tutti i suoi amici, mi circondarono e lui cominciò a cheidermi se avessi fatto un "P" a ognuno di loro, sfottendomi pesantemente fra le risate di tutti.
Da quel giorno ad adesso i miei "P" li conto sulle dita di una mano di un amputato. Le ultime due volte due anni fa, con un ragazzo che amavo e a cui ho voluto farlo e on mi sono mai pentita. Ma ero anche strafatta di erba.
Non riesco più a farlo, non voglio, mi fa ribrezzo, solo il pensiero mi fa sentire umiliata e sottomessa, e anche le due ultime volte lo feci a 69, scusate il francesismo, ma almeno io avevo il suo in faccia, ma anche lui aveva la mia in faccia, per me era un discorso di parità.
Mi sento stupida, mi sento una nullità, ma non voglio più farlo, davvero, e io so quanto questo sia importante per i ragazzi in geneale, e allora in tutta la mia vita ho sempre messo le mani avanti, del tipo ciao, sono Tizia e non faccio P. E' idiota, lo so. Ma mi fa male, mi fa male parlarne, mi fa male quando non mi si prende sul serio, mi fa male quando "cosa vuoi che sia", mi fa male quando "e allora quelli che hanno subito una vera violenza che devono fare?". Mi fa male.
E quel che mi fa ancora più male è che non voglio risolverla sta cosa, perché magari non sarà così, ma io sono convinta che le uniche persone che ne trarrebbero vantaggi sono gli uomini a cui poi farei P. Capite? Io non penso che gli uomini siano tutti stronzi, mai pensato e mai lo farò, ma in relazione a ciò il mio unico pensiero diventa quello. Gli uomini vogliono questo. E non ci sto, non ci voglio stare. E per me è un problema.
Ho un ragazzo (che è laureato in psicologia) che mi vuole "obbligare" a risolvere questo mio problema. Attenzione, non vuole obbligarmi a fargli P, assolutamente, ma non vuole vedermi star male. Ma il mio unico pensiero è che lui lo dica solo perché gli converebbe a lui. E solo il fatto che lui mi voglia obbligare a risolvere un obbligo che ho dovuto subire mi sembra un controsenso.
E lo so che non si capisce un c... Ma sono confusa. Da decenni.
Aiuto.