Superare una violenza sessuale

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Superare una violenza sessuale

Messaggioda MaxTorino » 07/11/2017, 16:59



Grazie davvero per l'interesse e per i consigli.
Come tipo di educazione sessuale dai miei non ne ho ricevuta nessuna. Non abbiamo mai parlato di sesso.

Non sono mai andato da uno specialista... non saprei neanche dove andare o da chi. Persone giuste con le quali parlare... mannggia... avevo tantissimi amici... ma li ho allontanati proprio perchè superficiali, insensibili, provinciali. Forse cercavo qualcuno in questo sito.... boh....
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MaxTorino
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Messaggioda MaxTorino » 07/11/2017, 17:05



scusate... vorrei farvi una domanda... siccome in questo momento mi rendo conto di non essere lucido e di non riuscire ad avere una reale visione delle cose vorrei chiedervi cosa ne pensate. Sono uscito per un po con una bella donna di cui anni fa ero innamorato. Non le ho mai detto niente... comunque... siamo usciti diverse volte. Lei era sposata e ora sta divorziando. Ha due figli. Io mi trovavo benissimo con lei, ma sempre a causa dei miei problemi di relazione non sono mai andato a fondo anche se avrei voluto. Però c'è anche da dire che più volte lei ha detto che stava bene da single e non voleva più complicarsi la vita. Quindi io ho diciamo accettato questo rapporto d'amicizia. Però qualche volta ho avuto come la sensazione che forse lei avrebbe voluto di più... forse me lo sono solo immaginato io, sta di fatto che ad un certo punto lei ha smesso di scrivermi... mi sono reso conto che ero sempre io che chiedevo a lei come stava. Lei mai una volta. Mentre prima un po scriveva lei un po io. Ad un certo punto mi ha detto che con i bambini era molto impegnata e avrebbe avuto poco tempo per uscire. (i bambini li ha sempre avuti da quando uscivamo assieme....) Io so che lei esce con le amiche. Che per me non è assolutamente un problema... quello che non sopporto è che mi scrive che mi vuole bene. Un mesetto fa c'era una serata con diversi vecchi amici che però io non voglio più frequentare. Lei mi ha detto che sarebbe andata e mi ha chiesto se c'ero pure io. Io ho detto di si anche se in realtà sapevo che non ci sarei andato. Poi la sera della cena le ho detto che avevo avuto un contrattempo e non sarei andato. Poi le ho spiegato che appunto c'era gente che non volevo veder almeno per un po di tempo e per quello non c'ero. Lei mi ha risposto che gli sono mancato.. che con gli altri non ha il rapporto che ha con me... etc... A me sembra una presa per il c*lo e mi sto arrabbiando. Ora è passato un mese e non si fa più sentire. Io non capisco se quando mi scrive "il rapporto che ho con te non è neanche da paragonare con gli altri" intende che almeno con gli altri ci va a letto e quindi mi sta prendendo per il c*lo oppure che cosa vuole dire. (che ci va a letto, o almeno che ci è andata in questi anni l'ho saputo per vie traverse già da tempo...). Io non le scrivo più. E, anzi, ho l'intenzione di mandarla a quel paese nel momento in cui mi manderà quei messaggini di circostanza tipo "buone feste"... Mi sono sempre fatto in quattro, sempre interessato ai suoi problemi, e ci sono sempre stato quando aveva bisogno. Ma essere trattato da bonaccione, da prendere in giro è una cosa che non sopporto. Non vorrei avere una visione troppo distorta dal brutto momento in cui mi trovo...
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MaxTorino
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Messaggioda coccolina88 » 07/11/2017, 18:05



Ciao Max, ho appena letto tutto. Per quanto riguardo la confusione dei ricordi, il non riuscire ad esprimere il come ci si sente posso capirti perché ci sono passata anche io e come ti consigliavano potresti chiedere ad un psicologo di aiutarti. A me ha aiutato tanto perché mi ha fatto capire dove sbagliavo, le dinamiche relazionali sbagliate delle quali io non mi rendevo assolutamente conto, se non quando raccontando lei mi spiegava.
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Messaggioda MaxTorino » 11/11/2017, 16:16



grazie! non ne ho mai parlato a nessuno. Boh... non so da chi andare... e non saprei neanche da dove cominciare. in qualche modo farò. Grazie tanto dei consigli!!
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MaxTorino
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Messaggioda Royalsapphire » 11/11/2017, 20:36



MaxTorino ha scritto:ciao, grazie tanto delle tue parole. Grazie di avermi pensato, di aver cercato di capire e dei consigli e delle domande. Scusa se ho lasciato passare del tempo ma come dicevo all'inizio, faccio fatica a concentrarmi... mi viene molto difficile organizzare i pensieri e scriverli per poter far capire al meglio quello che sono. In effetti hai ragione, a pensarci meglio questo senso di vergogna probabilmente trova le sue radici proprio nel modo in cui mi sono rapportato con i miei genitori. Mi viene in mente una volta, quando ero piccolo, avevo i primi desideri sessuali... mio padre mi ha visto mentre mi toccavo... e mi ha guardato ridendo. E se ne è andato via. Mi sono vergognato tantissimo... Forse è proprio in questo rapporto coi miei che risiede questo senso di vergogna. Grazie di avermi fornito una chiave di lettura diversa! ti voglio bene!!
Riguardo al prete probabilmente ha rafforzato questo senso di vergogna, perchè per quegli anni che ho frequentato l'oratorio mi aveva convinto che la masturbazione e il sesso sono peccati, ogni volta che mi masturbavo andavo a confessarmi da lui... e in questo preciso momento, ora che scrivo, mi viene in mente la difficoltà che avevo nel dire quello che avevo fatto, me ne vergognavo a tal punto che non riuscivo a dirlo... e lui interrompeva e diceva che ero perdonato e di dire le solite preghiere...
Per i rapporti con le donne volevo sottolineare una cosa... non è che ho problemi fisici (di erezione), quando andavo dalle escort non avevo nessun problema (ricordo che una dalla quale andavo spesso, mi diceva sempre:"perchè non ti trovi una ragazza??"). Il problema è quello di toccare il discorso, di parlare di sesso... non so proprio come si fa... a dire il vero anche con gli amici cambio sempre discorso. Solo con tre ho parlato delle escort. Ho come paura di offenderle.. di sembrare un allupato.. lo so che è stupido, ma credimi... è una cosa allucinante... arrivato a quel punto finisco sempre per cercare altri discorsi per parlare di altro. E logicamente le donne si stufano.
Dal prete non mi sono allontanato dopo quell'episodio.. l'ho come lasciato passare come una cosa normale... ho frequentato l'oratorio e andavo da lui a confessarmi ogni settimana. 2 o 3 anni dopo ho cominciato a lavorare, a frequentar altri amici, e ho cominciato a maturare un atteggiamento più ribelle. Non mi accontentavo più dei "dogmi" della chiesa, volevo delle risposte. In più c'è stato un episodio.. centra niente ma lo racconto solo per far capire. In quell'oratorio c'erano anche ragazzi di una comunità per ex tossico dipendenti. Uno di loro che era bravissimo a suonare (ho cominciato a suonare grazie a lui) mi aveva preso in simpatia e mi spronava sempre a suonare. Un giorno è venuto da me dicendo che se volevo mi vendeva un piccolo ampli per chitarra... io ero contentissimo e ho chiesto i soldi ai miei. Ho preso sto ampli, poi giorni dopo sono venuto a sapere che questo ragazzo era ricaduto nel tunnel... sono quindi andato dal prete per raccontargli del fatto che avevo comprato proprio da lui una cosa e il prete si infuriò. Dicendo che era colpa mia se quel ragazzo era ricaduto e mandandomi via... Mi sono sentito una M...A. volevo sparire. Stavo malissimo... non volevo neanche tornare a casa. Poi, per fortuna, ho avuto uno scatto i ribellione.. mi son detto.. "ma è stato il prete a mettere quei ragazzi in mezzo a noi, io che ne sapevo che non dovevo dargli soldi?? non me l'aveva mai detto nessuno!" e a pensarci oggi.. se aveva deciso, i soldi li avrebbe trovati in qualche altro modo...
Ho comunque poi smesso di frequentare l'oratorio, la chiesa e il prete/i. Qualche volta l'ho incontrato di sfuggita e mi ha lanciato qualche battutina sul fatto che non andavo più da lui ma io non gli rispondevo neanche.
Come mi sono sentito in quel momento... non saprei dirti... ero bloccato. guardavo il soffitto. Non saprei proprio dire come mi sono sentito. Un paio di mesi fa è uscito il discorso di questo prete mentre ero a casa di un amico di vecchia data che veniva all'oratorio e ai campi con me, e che con me ha smesso poi di frequentare. Parlavamo proprio di questo prete per certe stupidaggini che ancora scrive sul sesso (addirittura dice che l'omosessualità è una malattia). Questo mio amico ad un certo punto se ne esce raccontandomi che quando facevamo i campi, questo stesso prete, (anche questo amico aveva avuto l'influenza... ma era d'estate) voleva a tutti i costi mettergli la supposta... lui disse più volte "no me la metto io" ma l'altro insisteva... fino a che il mio amico ha insistito e se l'è messa lui... io mi sono vergognato tantissimo perchè io invece l'avevo fatto fare... gli ho detto all'amico che a me aveva fatto la stessa cosa ma non con la supposta ma col termometro... senza spiegare oltre...
Scusa se sono confuso nello scrivere... spero di essere chiaro...


Ciao Max,
leggo ora il tuo messaggio.
Sono lieta delle riflessioni che hai fatto e anche che le mie parole ti siano state utili :)
Da quello che hai condiviso ora mi è molto più chiaro quale possa essere stato il problema di base.
Il fatto che tuo padre ti abbia sorpreso durante la tua intimità e abbia reagito fuggendo ed assumendo un comportamento imbarazzante (visto che si è messo a ridere), ha certamente lasciato il segno nella tua mente (eri immagino un ragazzino per ricordarti di questo episodio), ciò rafforzato dal fatto che a quell'episodio è seguito il silenzio. Lui non ha cercato di avere un dialogo con te o di mandare tua madre a parlare con te, cosa che ti avrebbe aiutato a superare l'imbarazzo e anche a vivere la tua intimità in modo sereno tutte le volte che ne avevi voglia. E qui mi collego al secondo trauma che ti ha dato il prete. Questo legame che avevi con lui, dato dalla stima e dall'ammirazione che provavi per lui, ti ha portato a sentirti profondamente tormentato al pensiero di masturbarti, visto che poi il prete ti faceva sentire sporco! E dato che ti confessavi ogni settimana, posso pensare che ogni settimana ti sentissi uno schifo.
Sinceramente, al di là della sessualità, credo fermamente che se tu avessi sentito i tuoi genitori vicino in ogni circostanza, non avresti sviluppato questo forte attaccamento verso il prete. Non avresti cioè cercato inconsciamente altri punti di riferimento a cui affezionarti e appoggiarti.
Solitamente, un comportamento 'evitante' da parte dei genitori, porta il bambino a crescere con una forte insicurezza verso se stesso e la ricerca di sicurezza all'esterno. Ciò significa che la sua mente è più portata ad essere manipolata dagli altri, dato che non può contare su un proprio terreno di sicurezza.
Certamente da parte della Chiesa, la masturbazione è considerata un peccato. Non credo che potresti trovare un prete, per quanto di larghe vedute, che non la considera tale.
Ecco perché la cura da parte di almeno una figura genitoriale è fondamentale per il bambino/ragazzo che così può condividere quello prova e venire rassicurato che non sta facendo niente di male.
Perché, parliamoci chiaro, tutto i traumi ruotano attorno al fatto che non ci si sente amati.
Tu non ti sei sentito amato. Né dal genitore che ti ha allontanato, né dal prete che ti ha 'giudicato'.
E questo, è un tipo di trauma che ti porterai dietro per tutta la vita. Perché non lo dimenticherai mai. E mi dispiace molto. Ma puoi imparare a conviverci :). Cioè, puoi imparare ad amare te stesso e il ragazzo che sei stato, così potrai cominciare a parlare amorevolmente al bambino ferito che è dentro di te, curando le sue ferite.
Quanto al discorso di non riuscire a parlare con gli altri di sesso o delle tue esprienze erotiche, non penso che sia legato ai traumi di cui sopra. Il sesso è un tema personale. Non tutti amano condividere discorsi così riservati. Poi se il tuo problema fosse quello di volerne parlare e non riuscire a farlo, potrei pensare che non ti trovi a contatto con persone che ti portino ad aprirti. A me sembra che qui hai parlato molto spontaneamente, e anche molto chiaramente.
Infine sul discorso del tuo amico, della supposta, e tu del termometro. Ragionamenti inutili secondo me!! Non hai di che preoccuparti. E per come la vedo io avresti potuto anche non nascondere il fatto che avessi permesso al prete di misurarti la temperatura. Non si tratta di essere stato debole tu, e furbo lui. Io la trovo una cosa molto tenera. Che tu ti sia affidato a qualcuno per cui provavi affetto. Non c'è niente di più bello, e umano, secondo me :). Ma sono comunque lieta che tu abbia preso le distanze da quel prete perché ti faceva guardare internamente come qualcuno che non sei. Non sei una cattiva persona, così come non eri un ragazzo sporco.
Tra l'altro, se mi permetto un'ultima osservazione, in base al tuo racconto il prete ha avuto torto nel valutare una tua responsabilità in quel che accadde a quel tossicodipendente!
Tu hai comprato una cosa presso di lui. La tua responsabilità finisce lì.
Poi che lui abbia investito quei soldi in droga o non so cosa, è una sua esclusiva responsabilità!!!
Ciao :hi:
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Messaggioda MaxTorino » 25/11/2017, 11:18



grazie delle tue parole. In effetti devo ammettere di essere una persona molto insicura. E, come dici tu, mi sto rendendo conto di non sentirmi amato. Non di non essere amato, ma di non sentirmi amato, e ne sto comprendendo ora la differenza. Ho coltivato molte amicizie nella mia vita, mi sono sempre interessato e ho sempre cercato di ascoltare le persone, ma ora capisco il perchè non mi sono mai lasciato andare completamente con nessuno, non ho mai liberato quello che sono realmente. In questi ultimi mesi ho allontanato la stragrande maggioranza di queste amicizie, e ora ne comprendo il motivo reale. In realtà, queste amicizie, erano per me solamente unn modo per non ammettere a me stesso di essere solo. Più persone conoscevo, più ingannavo la mia solitudine interiore, tenendo nascosto me stesso.
In questo modo ho soffocato ciò che sono realmente e ora sto facendo fatica a lasciare che quel che sono riemerga.
Con questa chiave di lettura ho forse compreso il perchè non riesco ad approfondire i rapporti con le donne. Perchè, provando vergogna per il sesso, ogni volta che il rapporto si approfondisce e sento qualcosa di più, oppure sento che dall'altra parte c'è qualcosa di più, subito scatta questo meccanismo automatico di repulsione dovuto a questo stupido senso di colpa.
Ora ammetto a me stesso che tutte le volte che incontro una donna penso subito ad amarla, a capire se ne sono innamorato, se la posso amare e se lei può amare me. La mia mente corre subito a pensare al futuro, come vivremo insieme, ecc... Mi rendo conto dell'assurdità di questi pensieri, ma avvengono in me in modo automatico. E si sono sempre conclusi con una paura fottuta di sbagliare persona, finendo poi per scappare via.
In questi giorni, con uno dei pochi amici che ho ancora mantenuto, ho parlato del fatto che mi sto rendendo conto solo ora che il senso di colpa nei confronti del sesso mi fa comportare in modo completamente sbagliato con le donne. E ne è emerso proprio questo atteggiamento adolescenziale. Questo amico cercava di farmi capire che il sesso non è legato necessariamente all'amore, e che bisogna viverlo come un modo per cercare di conoscere a fondo, intimamente, la persona che hai di fronte. E che deve essere una cosa che nasce spontaneamente, non deve essere premeditata. Il fatto di volersi innamorare prima, o di aver paura, dopo il sesso, di non essere ricambiati e di non essere amati è un comportamento sbagliato.
Ora vorrei provare ad uscire con una amica, ma non so se parlare con lei di queste cose, oppure cercare solo di vedere se riesco ad essere me stesso senza farmi coinvolgere da questi meccanismi contorti a cui la mia mente è abituata. Proprio perchè la mia mente è abituata a questi meccanismi ho un po paura di non essere in grado di liberarmene così facilmente. Non so... probabilmente la cosa migliore è uscire e cercare solo di stare bene...
Grazie davvero tanto dei tuoi consigli!! mi stanno facendo bene!!! grazie grazie grazie!!! vorrei abbracciarti!
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Messaggioda Simonarm » 25/11/2017, 13:50



Ciao Max, ho letto il tuo post e mi sono venute mille domande in mente... Prima di tutto ricordati che i ricordi cambiano col passare degli anni, a livello inconscio li rimodelliamo in base a mille fattori. Poi volevo chiederti, se hai valutato l idea di rivolgerti ad un terapista che faccia l ipnosi regressiva. Io lo sto cercando. Spero di esserti stata utile.
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Messaggioda MaxTorino » 25/11/2017, 14:07



Ciao Simona,
si grazie... mi rendo conto che i ricordi sono modificati dal tempo... questa infatti è la difficoltà anche di poter raccontare certe esperienze... perchè hai paura di fare delle accuse gravi se poi magari hai distoro i ricordi.
Ho pensato all'ipnosi regressiva, ma in realtà ora credo che la cosa più importante sia cercare di capire come riuscire a superare lla paura e la vergogna del mio corpo e di me stesso.
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Messaggioda Simonarm » 25/11/2017, 14:39



Non hai nulla di cui doverti vergognare. Primo non sei sicuro di ciò che è successo. Secondo, se la violenza c è stata, non sei andato a cercare la. Di cosa dovresti vergognarti??
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Messaggioda MaxTorino » 25/11/2017, 18:08



sto cercando di capire.... al di la della violenza, che forse è da definirsi più una molestia, i miei problemi sono con le donne. Non riesco ad appprofondire le relazioni e questo mi sta distruggendo. Sto cercando di capire il perchè... forse tutto è da ricollegarsi al senso di vergogna del sesso maturato nell'adolescenza a causa dell'educazione non ricevuta dai miei, e a causa della frequentazione di certi ambienti in cui si professava "l'impurità" di tutto quello che riguarda il sesso.... boh.... sono sempre più confuso... e stanco.
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