Non so se questo è il posto giusto per parlare di questa cosa e non so se si tratta di quello che penso io oppure se percepisco le cose in modo sbagliato. Vorrei un'opinione di qualcuno che sta passando o ha già passato una situazione simile per capire se quello che sento ha motivo di essere percepito come una violenza psicologica e fisica oppure se sono io ad essere una persona troppo sensibile e quindi a rimanere male per alcuni atteggiamenti fatti nei miei confronti.
Sto con il mio ragazzo da 6 anni, conviviamo e io lavoro nella sua attività di famiglia.
Mi sono trasferita da lui 3 anni fa, e gli anni precedenti ci vedevamo una volta al mese a causa della distanza.
Lui ha molti problemi, depressione, disturbo d'identità di genere, dice di essere asessuale, fa uso di cannabis per dormire, dorme di giorno e sta sveglio la notte e ha sempre vissuto così, è una persona molto chiusa, senza amici, che passa tutte le sue ore al computer a giocare e non esce mai.
Io sono una persona molto problematica e lo riconosco, soffro di depressione, di DOC, dipendenza affettiva, attacchi di panico e ansia generale. Ho pochi amici e adesso che vivo in un altro posto posso sentire le mie poche amiche solo al telefono, praticamente entrambi non abbiamo una vita sociale.
Insieme io e lui siamo autodistruttivi perchè ci trasciniamo l'un l'altro nei nostri problemi e non ne usciamo. Io sono troppo sensibile e lui è troppo aggressivo ed egoista.
Io l'ho sempre accettato per la persona che è, senza farmi troppi problemi e arrivando anche a fare dei sacrifici per poter conciliare i nostri stili di vita abbastanza diversi.
Io lavoro e gestisco la sua attività ma lui non ha mai fatto niente, nella sua vita non ha mai lavorato o fatto dei sacrifici per guadagnarsi da vivere, ha sempre vissuto sulle spalle dei suoi genitori. Io sono simile a lui, non ho mai lavorato seriamente o cercato lavoro se non per qualche esperienza che ho avuto in passato, ma ora che sto gestendo la sua attività da qualche anno posso dire di essere cresciuta anche da questo punto di vista, ho fatto molti sacrifici e ho costruito il mio lavoro da sola.
Oltre al fatto che lui non lavora e non aiuta in niente c'è anche il problema che lui è diventato molto aggressivo nell'ultimo anno, e io mi sto domandando se sia normale che lui si rivolga a me in questo modo.
Dopo un periodo di crisi che abbiamo avuto l'anno scorso, a causa di una sua decisione affrettata di voler intraprendere un percorso ormonale per cambiare sesso, che poi ha lasciato perdere, lui è cambiato drasticamente.
In quel periodo io non ho reagito come voleva lui, dice che non l'ho accettato e che non lo amavo veramente perché non sapevo se potevo rimanere con lui anche nel momento in cui sarebbe diventato una ragazza, decidendo di intraprendere un percorso ormonale per cambiare sesso come voleva fare lui. Poi non ha più voluto affrontare il discorso e ha accettato la sua situazione, dicendo che era lo stress che lo aveva portato a pensare ad una cosa del genere. Da quel periodo in cui litigavamo sempre lui mi ha dato la colpa di ogni cosa, svilendomi e calpestandomi in tutti questi mesi.
Poi ha iniziato a dire che lui è asessuale, già prima sapevo che lui era così ma non è mai stato un vero problema. Adesso dice che a lui non serve altro che non sia un bacio o un abbraccio, che gli basta un contatto di questo tipo e che si è distaccato perché io voglio di più di quello che vuole lui e quindi ha iniziato ad evitarmi per paura di affrontare questo discorso. Dice anche che lui sa che io ho bisogno di una relazione completa e che dato che mi ama si è sempre sforzato di venirmi incontro perché nelle coppie si fa questo. Ma io non ho mai ricevuto un suo abbraccio o un bacio sincero in questi ultimi due anni, lui non si avvicina quasi mai e mi bacia solo se mi avvicino io. La sera sono quasi sempre sola, lui sta al computer e sta con me molto tardi, quando io sono stanca, poi non mi da mai un bacio o un abbraccio, io vado a dormire sempre avvilita da questo suo comportamento. Mi da quasi fastidio stargli vicino perché lo sento distante e per non soffrire vorrei non pensare a niente.
In questi ultimi due anni ho provato a parlargli molte volte di come mi sono sentita messa da parte e data per scontata, ma lui non ha mai voluto capire come mi sentissi io, cioè sola e abbandonata da un momento all'altro.
Prima lui era una persona altruista e dolce, mi aiutava sempre e qualunque cosa io gli chiedessi la faceva, che fossero dei favori o delle stupidaggini, o qualcosa di più serio come un regalo o un prestito di soldi. Invece adesso, se parlo di qualcosa che non gli piace, o se chiedo qualcosa, mi risponde sempre male, dice che chiedo cose stupide, che le mie sono richieste insensate e che lui si è stufato di fare favori agli altri, che adesso deve pensare a lui e che io faccio sempre la vittima, che io sono cambiata a causa del mio DOC e degli psicofarmaci che prendo, dice che litighiamo a causa mia, perché io non cambio, perché ho troppe ossessioni e lui non sa se mi ama ancora. Dice che il suo distacco è dovuto al mio atteggiamento nei suoi confronti, che se io non cambio, lui non cambia.
Mi ha minacciato più volte di non farmi lavorare più per lui e mi ha detto che potevo andare a casa se le cose non mi stavano bene.
Durante dei litigi, dove io ho avuto delle reazioni esagerate, come tirargli degli oggetti piccoli addosso, ad esempio delle sigarette, oppure lanciare il suo telefono sullo schermo del computer, oppure fargli cadere lo schermo sulla scrivania, lui ha reagito sempre in modo più aggressivo, mi ha spinta e presa per il collo, mi spingeva sul letto e con una mano mi teneva il collo e con l'altra il polso. E quando gli dicevo che mi faceva male non smetteva. E ancora adesso se litighiamo mi punta le dita sul petto e mi spinge se io cerco di cambiare stanza o di allontanarmi, parlandomi in modo molto aggressivo. Ha un atteggiamento di superiorità e usa toni molto aggressivi perché secondo me non sa discutere in modo normale. Io prima reagivo alle sue minacce, ma trovo sempre più difficile rapportarmi con lui perché inizia a farmi un po' paura il suo atteggiamento, mi crea molta ansia dover affrontare con lui una litigata.
Mi sembra sempre che lui voglia manipolarmi psicologicamente facendo leva sulle mie debolezze, come il fatto che sono molto empatica, che sono sensibile e debole in molte cose, che dipendo troppo dagli altri e che sbaglio ogni cosa che dico, che dico cose senza senso, che prendo troppo xanax, che il DOC mi ha cambiata. Cerca sempre un pretesto per dare la colpa a me di tutto quello che succede, tutto quello che lui fa è una conseguenza a quello che io dico o faccio. Questa pressione psicologica mi fa anche dubitare della mia lucidità.
Inoltre lui ha degli atteggiamenti aggressivi che non mi piacciono e che ritengo offensivi nei confronti delle donne in generale.
Mi chiedo sempre se ci fosse un altro ragazzo al suo posto come regirebbe alle mie provocazioni o alle mie parole, e come affronterebbe un litigio di coppia, se reagirebbe come fa il mio ragazzo oppure se trovandosi davanti una ragazza si tratterebbe da avere certi atteggiamenti aggressivi nei miei confronti. Mi chiedo se sia normale che un ragazzo alzi le mani anche solo per spaventare una ragazza, o usi certi toni o parole offensive solo per far vedere la sua superiorità.
Mi chiedo sempre se sia normale che lui non provi neanche un po' di compassione, o di amore nei miei confronti, sapendo che io ci rimango molto male subendo certi atteggiamenti.
Non so se sto sbagliando io, forse sono troppo vittimistica come dice lui e devo migliorare questo mio lato, o forse ho ragione a vedere degli atteggiamenti malati e abusivi da parte sua. Tutto questo mi sta confondendo, non so come affrontare questa relazione in modo sano e costruttivo