Ho già parlato in un post precedente riguardo alla mia attuale situazione amorosa, ma di recente ci sono state delle evoluzioni che mi hanno dato a pensare: ho paura di stare al fianco di una persona pericolosa, di nuovo.
Sì, ho già avuto una relazione che è finita nella violenza fisica e, come se non bastasse, le maltrattazioni sono iniziate poche settimane dopo che mio fratello aveva cominciato a mettermi le mani addosso. Per cui mi ritrovavo un uomo violento a casa e uno anche fuori. Mi sentivo prigioniera e a causa di questo ho rovinato la mia vita, perdendo gli anni più belli a nascondermi nella paura. Erano iniziati verso i miei 18 anni, dopo 3 mesi ho trovato il coraggio di lasciare il mio ex, che mi ha perseguitata per più di due anni, ma con mio fratello è stato più difficile. Non solo vivevamo insieme e non avevo dove rifugiarmi, era anche più forte fisicamente e difendermi era impossibile. Nonostante questo, dopo tre anni ho iniziato a ribellarmi, rifiutando di farmicomandare tramite le sue minacce, mostrandogli che non avevo più paura (anche se non era vero, paura ne avevo, tanta mq era l'unico modo per combattere qualcuno di più forte) e questo scatenava sempre le violenze, ed io mi difendeva con calci e pugni e quando lui mi bloccava sia le gambe sia le braccia usavo i denti, perché ero stufa di essere prigioniera in casa mia e volevo liberarmi di quella situazione, a costo di farmi uccidere, cosa che più volte ho rischiato. Alla fine, un anno fa, ho vinto la mia lotta ed ho giurato a me stessa che più nessuno mi avrebbe toccata in quel modo. E ci sono riuscita senza l'aiuto di nessuno, perché la polizia non faceva niente e se avessi chiesto aiuto agli amici avrei complicato solo la situazione. Era la mia guerra e l'ho vinta e ne vado orgogliosa perché ci sono un sacco di donne al mondo che non osano nemmeno pensare di ribellarsi.
Questo fu il primo passo per la serenità, anche se avevo ancora molte battaglie da vincere, come la droga a cui mi ero affidata per "trovare rifiugio" dalle mie paure, l'insicurezza che covo da quando sono piccola e tutti altri problemi che in confronto non sono nulla, ma di questo ho parlato in altri post, per cui non mi dilungo. Sta di fatto che quasi un anno fa trovai un ragazzo e pensai che, insieme a lui, avessi trovato anche la felicità che mi avrebbe aiutata a raggiungere gli obiettivi rimasti in lista. Inizialmente andava tutto bene, eravamo una coppia felice, poi, un po' alla volta saltarono fuori dei problemi. I primi già con il lockdown di marzo, in cui lui era perennemente nervoso, urlava, delirava, malediceva a morte le persone a cui dava la colpa del suo malessere, mi trattava sempre male. Discuteremo della situazione più volte, senza però che lui capisse di star assumendo un comportamento sbagliato, sia per se stesso sia nei miei confronti. Terminato il lockdown si calmò e tornò alla normalità, anche se tra noi era nato un leggero distacco che è cresciuto negli ultimi mesi, quando è tornato il nervoso a causa del lavoro insoddisfacente che sta facendo. Ogni tanto cerca di calmarsi per paura di perdermi, ma il periodo di tranquillità è sempre molto breve. Mettendo insieme altri problemi che ho con lui, come il fatto che sia molto egoista e che cerchi sempre di controllarmi (cosa che non sopporto da quando ho messo fine alle violenze di mio fratello), ho perso la mia felicità. Non tanto quella di coppia, ma la mia personale (ne ho parlato del mio posto precedente). Per questo motivo è un po' di tempo che sto pensando di lasciarlo, anche se è una decisione davvero difficile. Ogni volta che sono sul punto di dirgli addio, cambio idea. Di recente, però, è successa una cosa che mi ha allarmata. Lui si è sempre divertito a farmi i dispetti, ma se capitava che mi facesse male per errore, la smetteva subito e mi chiedeva scusa. Qualche giorno fa aveva iniziato a lanciarmi scarpe e ciabatte, e una di questa mi era arrivata dritta nel naso facendomi parecchio male dato che l'aveva lanciata con forza (che, per di più, era un "gioco" che non aveva mai fatto), ma lui si è limitato a ridere ed ha continuato, passando poi a colpirmi con i cuscini quando aveva finito le scarpe, il tutto nonostante gli stessi chiedendo di smettere per darmi tempo di riprendermi dal dolore. Inoltre, qualche giorno prima mi ero fatta male al piede e lui si divertiva a colpirlo di proposito per il gusto di vedermi dolorante. Infine si era messo a farmi il solletico, solo che ci stava mettendo troppa forza, facendomi male, ma anche lì non ha smesso.
Allora, magari sono io che sono solo paranoica, ma per esperienza so che la violenza fisica nasce dalle piccolezze. Uno non si sveglia una mattina e decide di picchiarti. Magari inizia con offese, poi passa a provocarti dolore, anche in modi molto stupidi come i giochi, poi arriva lo schiaffo, il calcio, e solo alla fine comincia la vera violenza. Ecco perché è tanto difficile capire se uno è pericoloso o meno. A me, l'evento che ho raccontato subito ai suoi attacchi di nervoso mi ha fatto scattare qualcosa che mi ha messa sulla difensiva, difatti, quel giorno, ho mantenuto le distanze, non lo ho più abbracciato, non l'ho nemmeno baciato quando è andato via, perché, anche solo per un attimo, ho rivisto il mio ex e mio fratello. Ora non riesco nemmeno a dormire perché ho questo pensiero che mi tormenta. Che succederà la prossima volta che saremo soli? Cosa accadrà fra qualche anno, quando vivremo insieme? Sto rischiando di finire di nuovo in catene? Perche, se è cosi, non ho alcun dubbio. Non sarò di nuovo la schiava di un uomo, non sarò di nuovo il suo sacco per gli sfoghi, che siano fisici o verbali. Sono una donna e, come tale, intendo farmi rispettare. Come ho detto prima, non mi farò più sottomettere dalla paura di un uomo e, se difendermi dovesse costargli la vita, accoglierò la morte a braccia aperte, perché è mille volte meglio morire liberi che vivere da schiavi.
Voi cosa dite? Sono io paranoica e tutto questo è solo frutto della sua immaturità, o è tornato davvero il momento di riprendere in mano spada e scudo?