Sarò breve: a scuola ho avuto un esaurimento nervoso, non ho più recuperato e ancora ne subisco le conseguenze.
Nonostante i 18 anni passati, non so definire meglio la situazione. L'esercito di "professionisti" ai quali mi sono rivolto negli anni non ha saputo formulare mezza ipotesi circa la mia condizione. Ad un bel momento ho proposto io delle diagnosi: asperger prima, dpts poi, e guarda caso, i "dottori" mi davano sempre ragione. Peccato che, approfondendo, abbia decisamente accantonato l'ipotesi "asperger", mentre riguardo il DPTS mancano alcuni "requisiti" e quindi non saprei che dire.
La situazione è difficile da descrivere, ma ci provo ancora una volta:
a seguito di un forte stress, ho subito una "mutilazione" della percezione del mondo esterno. Mentre vedo, penso, parlo, non provo niente, se non ansia e spesso rabbia. Per il il resto, poco o nulla. Non riesco a mantenere la concentrazione se non per pochi minuti.
Le mie giornate sono caratterizzate dall'ansia, scaturita talora da ricordi sgradevoli o paura di eventi futuri, talora in maniera totalmente autonoma (e mi pare giusto, in fondo ha 18 anni).
Una situazione invalidante che mi ha precluso molte prospettive lavorative. Sopporto sempre meno la gente e rinuncio a occasioni ricreative (viaggi, sport) per questo motivo: non mi diverto, al limite mi innervosisco.
Cosa mi è successo? Forse una lesione al cervello? Qualunque cosa sia, è reversibile o no?
A queste domande non cerco più risposta, dopo quasi 20 anni sono ormai rassegnato (e anche un po' incazzato).
Ma se non posso estirpare la pianta, vorrei almeno provare a potarne i rami.
Mi piacerebbe sapere, a fronte della situazione descritta, se posso eliminare l'ansia con le sue cause, cosa che mi aiuterebbe certamente a migliorare il mio quotidiano.
