Ciao a tutti ragazzi, vi racconto(per l'ennesima volta) la storia della mia vita in modo che possiate comprendere meglio la mia situazione attuale, a grandi linee i vecchi utenti si ricorderanno qualcosa per altri sarà tutto nuovo, detto ciò comincio...
Premetto che sono gay e che questo influisce notevolmente sulle mie relazioni sociali, il lavoro, lo studio, le mie esperienze di vita ed il mio atteggiamento nei confronti degli altri, con i miei sono dichiarato ed anche con i miei amici(quelli che sono rimasti), tuttavia in contesti sociali come il lavoro cerco di evitare il discorso o se mi chiedono se ho la fidanzata o meno rispondo semplicemente di no, ogni volta che conosco una persona nuova mi chiedo..." e se sapesse che sono gay farebbe lo stesso amicizia con me?mi tratterebbe allo stesso modo?" e questo condiziona tutte le mie relazioni sociali, con i ragazzi non va molto bene per tanti motivi, sia perchè non mi piace approcciarmi solo da un punto di vista fisico/sessuale come la maggiorparte dei ragazzi che puoi conoscere sul web o sulle app(vivendo in Molise non ci sono altri modi), ma anche conoscendo e frequentando posti dal vivo(ad esempio a Pescara) non mi è andata niente bene nonostante provassi ad essere sciolto e disinvolto(ballando al centro della pista o su un cubo ad esempio), insomma...non standomene in un angolino da solo e...mentre i miei compagni di ventura rimorchiavano a me non mi cagava nessuno finendo spesso e volentieri ad assumere il ruolo di candela del gruppo, questo per dirne una...
Ho mollato l'università a 19 anni dopo appena qualche mese di frequentazione, facendo la facoltà che mi piaceva ed ho conosciuto anche un gruppo di ragazzi interessanti in cui mi trovavo davvero bene, ricordo che m'invaghii di uno di loro e stetti male un paio di mesi per lui ma poi passò e riuscii a frequentare lui ed il gruppo senza alcun problema, poi un giorno...decisi di mollare tutto e tornarmene a casa perchè ero a casa dei miei zii in un paese vicino l'uni anzichè vivere l'esperienza universitaria a pieno(casa con altri ragazzi, etc...) ed inoltre sentivo nostalgia di casa e volevo stare più vicino, così mollo tutto, questa è e resta l'errore più grande della mia vita, non riesco a riprendere gli studi perchè nel frattempo mio padre perde il lavoro.
Passa qualche anno da disoccupato e decido di sfruttare i miei studi nautici per tentare questa strada, così provo ad entrare nell'Accademia della Marina Mercantile a Genova, lo faccio un pò per gioco, un pò per provare nuove esperienze, mi ammettono a Maggio ma la partenza sarà solo ad Ottobre, vado a vivere nella città ligure, la città mi piace molto e l'Accademia è un' esperienza stimolante seppur non rappresenta di certo ciò che mi piace davvero(la letteratura, la poesia, la scrittura e le scienze umane in genere), abitavo in un convitto con altri 10 ragazzi e con alcuni si andava d'amore e d'accordo mentre tre o quattro mi hanno davvero filo da torcere con dispetti, scherzi di cattivo gusto(come ad esempio un giorno un tizio mi mise a soqquadro la camera con vestiti a terra, letto distrutto, etc...) oppure piombavano nel cuore della notte e prendevano la porta della mia stanza a calci e pugni(non ho dormito per notti intere in prenda a l'ansia) o ancora attaccavano sulla mia porta simboli fallici o prese per il c*lo varie, altre volte murato vivo dentro la camera mettevano il divano davanti la mia porta), tiro avanti tra lacrime, ansie e sfoghi con altri ragazzi, non dico nulla ai dirigenti dell'accademia perchè in tono minore lo facevano anche con altri e non volevo apparire come la spia o il codardo, comunque sia resto lì fino a...Dicembre dopodichè venne il momento di imbarcarsi(l'accademia ti guidava verso l'esame da Terzo Ufficiale di Macchina tra studio a terra e pratica a bordo per la durata complessiva di 3 anni), e bene...frequentai i corsi preparatori per l'imbarco, documenti, soldi spesi e tutto, ma...non mi imbarco, il giorno prima di partire attacchi di panico, ansia, paura terrificante, insomma rinuncio a l'imbarco e all'esperienza dell'accademia.
Segue un periodo di depressione di circa un anno e mezzo in seguito a questi due fallimenti, di cui il primo(l'università) pesa ancora come un macigno, ne esco grazie ad un ragazzo conosciuto qui che m'invita a casa sua per una settimana(era interessato a me), le cose fra noi dal punto di vista sentimentale non evolvono ma si crea una bella amicizia che prosegue per qualche tempo, ora non ci sentiamo praticamente più.
E così lo scorso anno verso Gennaio-Febbraio si presenta l'occasione di poter essere assunto come operaio in Fabbrica per un importante casa automobilistica italiana in una fabbrica della Basilicata e decido di provare...
Resto 6 mesi da interinale lì, un'esperienza lavorativa forte, lontano da casa, lavorando su turni giorno e notte, dopo il primo giorno di lavoro vado in crisi e volevo solo scappare, ma alla fine resto ed il tutto procede benino tra giorni migliori ed altri peggiori come per qualsiasi individuo,ad Agosto mi rinnovano il contratto a tempo indeterminato(con il jobs act) e lavoro lì fino a Febbraio(a Ottobre/Novembre faccio coming out con alcuni colleghi e la cosa si viene a sapere nel reparto ed ho avuto un pò di problemi al riguardo) con dei colleghi più adulti che dicevano frasi del tipo...
Sei l'uomo allora fai l'uomo
Ora ci pensiamo noi a cambiarlo(tipo facendomi vedere video porno con donne formose) o facendo commentini sarcastici circa le banane o cose così, mi sentivo un cretino...subivo in silenzio incapace di agire per non creare casini e per non far espendere la cosa in tutta la fabbrica visto che non tutti erano venuti a sapere della cosa, comunque sia...a Dicembre mi cambiano di reparto, qui il lavoro è mooooolto più duro ma dal punto di vista dei colleghi sono più sereno anche se la fatica del lavoro mi manda in pappa il cervello, questo fino a Febbraio quando vengo trasferito assieme a tutti i miei conterranei in una fabbrica di motori e cambi della stessa azienda vicino casa in Molise(nel frettempo riprendo anche gli studi in Lettere attraverso una telematica), il lavoro qui è molto più tranquillo e la fabbrica è gestita in modo decisamente meno autoritario e quasi privo di regole, cosa che per certi versi è positiva per altri negativa(perchè chi è più furbo riesce ad ottenere vantaggi, ed io non lo sono affatto), dove lavoro io non ci sono grossi problemi, tuttavia ogni tanto vengo spostato da un'altra parte dove ci sono alcuni colleghi che non mi vanno affatto a genio, gente di un livello culturale assai ridotto che parlano solo di sesso, figa, video porno e ti importunano in qualsiasi maniera, ad esempio facendomi vedere dei buchi nel quale inserire il loro attrezzo o lanciando molle elastiche insistemente oppure stressandoti pretendendo da te comportamenti diversi(ad esempio facendo le pause quando volevano loro o pretendendo da te una produzione maggiore perchè loro avevano fatto più di te), negli ultimi tempi in fabbrica sono arrivati molti trasfertisti che hanno preso i nostri posti "titolari" e costringendoci ad emigrare in altri punti della fabbrica(sempre dello stesso reparto però), io ad esempio son stato messo definitivamente dal lato dove ci sono questi tizi che non sopporto e lavoro in preda a l'ansia e lottando continuamente contro me stesso per starmene tranquillo ma è difficile tenere botta per 8 ore al giorno, tutti i giorni, per giorni,mesi...
Ultimamente addirittura sono stato messo a lavorare in un altro settore ancora mentre un team leader commentava ironicamente "vi abbiamo mandato il migliore..." ed io zitto ad inghiottire il rospo, mi sento poco apprezzato e preso per il c*lo sia dai colleghi sia da alcuni "superiori", tuttavia non credo si tratti ne di mobbing ne di altro, sono solo io troppo sensibile da subire il tutto e non riuscire a farmelo scivolare addosso, comunque sia in questo nuovo posto c'è un collega molto particolare che mi "insegna" come lavorare insultandomi, io nel lavoro manuale non sono una cima(un'amante della poesia della scrittura e della poesia in fabbrica) e ci metto un pochetto a prendere la mano(più degli altri) e questo m'insulta con frasi tipo...
"Non sai fare un c***o" o ma "come c***o lo fai" o "allora non capisci un c***o" tutto in rigoroso dialetto ed io mi irrigidisco, inizio ad andare in iperventilazione ed ultimamente anche a non capirci molto con la testa andando in una sorta di stato confusionale tant'è che il giorno prima di mettermi in malattia(e poi fuggire di casa, vedi il topic "la mia avventura") mi son preso anche un rimprovero dal capo perchè avevo fatto una pausa di troppo facendo così poca produzione, ma non ce la facevo davvero più con la testa...
Ne parlo vagamente con i miei e mi metto in malattia(questo giovedì), tuttavia Lunedì devo tornare a lavoro e l'ansia, la paura e tutto il resto di dover tornare lì mi rimanda in quella confusione, così...non avendo risolto molto parlandone con i miei decido di disertare il lavoro ed andarmene di casa lontano(vedi il topic "la mia avventura", dopo ve lo linko sotto), son tornato ed ora sono in malattia da qualche tempo, ho iniziato con uno psicologo della asl(lo stesso da cui andai 3 anni prima) e questo mi dice che a lavoro ci devo tornare ed io...ancora più nel panico e nella depressione.
Io ho bisogno di cambiare aria, di conoscere persone nuove, di vivere in un ambiente mentalmente più aperto e dove è possibile spaziare, cambiare, muoversi e allontanarsi dalla negatività che qui mi circonda attraverso un lavoro che odio, con persone che odio in un posto che odio, ora la mia paura è che tutto possa di nuovo ripresentarsi anche altrove con paure, ansie, fobia sociale, paura dell'omofobia e di vivere davvero per ciò che sono si ripresentasse, così come il rifiuto sentimentale ed il non riuscire a costruirmi delle conoscenze, una vita sentimentale ed un percorso lavorativo sereno come tutti gli altri.
Qual'è il mio problema?il reprimere la mia sessualità, il dover indossare una maschera, il non riuscire a viverla serenamente con chiunque può essere alla base di tutto?Il vivere di nuovo a casa con i miei?l non riuscire ad essere felice e sereno con me stesso vincola anche ogni aspetto della mia vita?e se in un ambiente mentalmente più aperto come una città riuscissi a cambiare?ad aprirmi?mi spremo il cervello per capire le cause provando a rispondere a queste domande.
Mi scuso per il pippone!
Link al topic "la mia avventura" che racconta della mia "fuga": viewtopic.php?f=31&t=15595