Storia che devi scrivere solo quando non riesci a dormire

Forum di aiuto su Paura e Ansia: Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), Disturbo d’ansia generalizzato (GAD), Disturbo da attacco di panico (DAP), Disturbo post-traumatico da stress, Disturbi del sonno, Fobie sociali o semplici (omofobia, agorafobia, etc).
Di qualunque tipo di ansia o paura si tratti, può essere superato!
L'insonnia è la conseguenza dell'ansia, delle tante peeoccupazioni che affollano la nostra mente, parliamone e buttiamole fuori dal nostro letto!

Storia che devi scrivere solo quando non riesci a dormire

Messaggioda Alostex » 09/12/2019, 3:00



Bene raga, il compito è semplice. Questa è una storia collettiva (il che significa che ognuno ne scrive un pezzo, come vuole) che deve essere scritta SOLO in caso di notti insonni. Non fatemi domande, saranno due ore che cerco di dormire e ancora non ci riesco, e mi è venuta questa idea.
Beh, come è ovvio, comincio io.
REGOLE:
- Questa storia collettiva va scritta solo da qualcuno che sta passando una notte insonne
- È obbligatorio rispettare il tempo verbale utilizzato (cioè, se la storia è al passato remoto, teniamola come tale per favore)
- Per distinguere la storia dai vostri messaggi, la storia deve essere scritta tutta in corsivo ->

C'era una volta Franco.
Franco era un tipo franco. Nel senso che non le mandava a dire a nessuno. Infatti quando parlavi con Franco avevi sempre un po' di paura che ti distruggesse ogni convinzione che avevi. Non è che Franco fosse cattivo; alcuni pensavano che fosse troppo intelligente per questo mondo, altri che fosse semplicemente così, altri invece pensavano in effetti che fosse un po' str***o.
Comunque, Franco il franco viveva tra i prati verdi e la purissima aria di montagna della Svizzera, in cui sì, come potrete immaginare, come valuta hanno il franco.
Franco il franco che pagava coi franchi ci si era trasferito perché dall'Italia era voluto scappare: là nessuno apprezzava la sua franchezza. Gli Svizzeri invece sembravano capirlo, anche se ad ogni cosa che dicevano puntualmente si mettevano a parlare o di cioccolato, o di vacche, o di orologi oppure dei soldi che i nazisti avevano affidato loro durante la guerra.
Franco il franco che pagava in franchi e che era fuggito dall'Italia a causa della sua franchezza adesso si svegliava, in una mattina d'inverno, pronto per andare al lavoro.
Franco lavorava come...
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Storia che devi scrivere solo quando non riesci a dormire

Messaggioda Happy Mask » 09/12/2019, 3:40



... magnaccio
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Oggi è un'altra giornata di troppo.
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Messaggioda Alex94 » 07/01/2020, 3:36



medico dei vip. Anche per un semplice "Kopfschmerzen" (mal di testa) prescriveva farmaci molto costosi che gli facevano guadagnare un sacco. Per lui però i soldi non significavano niente, perché quello che voleva non si poteva comprare neanche con tutto l'oro del mondo, cioé l'amore. Ebbene yes, Franco il franco non era mai stato innamorato, o meglio lo era stato ma aveva ricevuto solo batoste; infatti continuava a chiedersi :" Cos'ho che non va? Perché non piaccio alle donne?". Le paranoie d'altronde erano sempre un libro aperto nella sua vita, e sembrava quasi come se stesse fermo mentre la stessa vita gli scorreva davanti agli occhi. Si concedeva pochissimi svaghi quando non lavorava, ma usciva ben volentieri con la sua migliore amica, una bellissima donna conosciuta in Svizzera ma originaria dell'Italia. Era bassina, capelli neri e occhi castani (la parte più bella secondo Franco), mentre lui era un omone di 1 metro e 91 (il Gigante Buono lo chiamava lei). Tra di loro c'era un grande feeling, e tutti quelli che li vedevano insieme lo notavano. Sotto sotto si attraevano a vicenda, ma nessuno dei due aveva il coraggio di dichiararsi. Ogni volta che si creava la giusta atmosfera o l'uno o l'altra si faceva prendere dal panico e si ritornava sempre al punto di partenza. Si incontravano quasi tutte le sere dopo il lavoro e non si stancavano mai di vedersi. Quando stavano insieme il tempo sembrava non passare mai, soprattutto perché tutt'e due erano molto simpatici e si facevano delle grandi risate. Una sera andarono con un gruppo di amici in discoteca. Nessuno dei due era solito bere tantissimo, ma quella sera la troppa voglia di evadere prese il sopravvento! Dovevate vedere come ballavano e cantavano... Ad un certo punto, per evitare di stare troppo male visto che il giorno dopo dovevano lavorare, salutarono gli amici e si diressero a casa (le loro case distavano pochi km l'una dall'altra). Durante il viaggio Franco non poteva fare a meno di guardarla e di constatare quanto bella e femminile fosse quella sera: aveva un vestitino nero fino al ginocchio, collant, rossetto rosso fuoco, stivaletti in pelle e degli occhiali che risaltavano ancora di più i suoi magnifici occhi. Non appena si misero in macchina si sfilò le scarpe, si distese sul sedile e cercò di addormentarsi. Anche lui era stanco, e quindi decisero di passare la notte in albergo. Le uniche camere disponibili erano matrimoniali, ma per nessuno dei due c'erano problemi (nonostante fossero molto amici non avevano mai dormito nello stesso posto fino a quel momento). Appena si misero a letto si addormentarono, ma improvvisamente furono presi entrambi dal desiderio di spingersi oltre e di consolidare finalmente il loro amore reciproco ma nascosto. Iniziò prima lui a sfiorarle il viso, dopodiché lei si destò e per fargli capire che ci stava iniziò lentamente a toccarlo con un piede. In un attimo si ritrovarono nudi e fecero l'amore per tutta la notte. La mattina dopo si svegliarono felici come non mai, entrambi pronti a vivere una vita insieme...
Tutti e due, Franco e Nadine.
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Messaggioda Fior di Sole » 07/01/2020, 5:47



Franco e Nadine non vivevano la cosiddetta "favola perfetta".
Ma Franco il franco e Nadine la dolce non volevano la perfezione.
Sapevano giá che la vita avrebbe preservato loro parecchie batoste.
Franco continuava ad essere fin troppo franco. La sua schiettezza alimentava litigi ed incomprensioni che lui neanche cercava.
Mentre Nadine, in tutta la sua timidezza e la sua dolce ingenuità riceveva spesso colpi pesanti, tanto che si impauriva e ogni volta doveva cercare di trovare la forza per resistere ai problemi di tutti i giorni.
Ma a loro questo non importava.
Franco e Nadine affrontavano la vita sempre con totale fiducia, sostenendosi a vicenda, rassicurandosi di qualsiasi turbamento avessero in testa.
Non avrebbero voluto chiedere di più.
Nadine, con la sua gentilezza, faceva capire a Franco che a volte le sue parole potevano ferire le persone. Franco, a sua volta, la aiutava ad affrontare la dura realtà, mostrandole le bugie e le cattiverie che a volte le persone erano pronti a lanciarle addosso.
Erano perfetti nella loro imperfezione. E questo loro lo sapevano
Per questo Franco e Nadine stavano vivendo qualcosa di autentico, forte, unico nella loro vita.
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Messaggioda Alex94 » 08/01/2020, 5:28



Gli anni passavano e a poco a poco il loro rapporto si consolidava. Lui le chiese prima di andare a vivere insieme nella sua nuova casa di Monaco e poi di sposarla, e lei era così felice da toccare il cielo con un dito. Il culmine della felicità arrivò con la nascita della loro figlia Alessia, che man mano che cresceva assomigliava sempre di piú alla sua mamma. Si sa però che ad un certo punto accade sempre qualcosa che sconvolge il corso degli eventi, ed é così anche in questo caso. Estate 2006, 9 Luglio. Tutti erano in trepidazione per la finale mondiale, in modo particolare Franco, che per l'occasione aveva deciso di portare moglie e figlia allo stadio. Erano ormai da più di 30 anni all'estero, ma il legame con l'Italia era qualcosa che si sarebbero portati dentro per sempre! Ma quella sera Nadine si comportava in modo strano. Era assente, fissava il vuoto, e se il marito o la figlia le chiedevano qualcosa lei faceva finta di nulla e diceva di essere stressata per il troppo lavoro. Dopo la vittoria degli azzurri e dopo aver festeggiato tutta la notte in piazza i 3 fecero ritorno all'albergo, e mentre si apprestavano a coricarsi Nadine collassò! Franco prontamente le fece il massaggio cardiaco e la rianimò, dopodiché chiamò l'ambulanza che la trasportò immediatamente in ospedale. Dopo tutti gli accertamenti e quasi 15 giorni di ospedale la diagnosi era chiara: si trattava di tumore del miocardio. A Franco e ad Alessia crollò il mondo addosso! Da buon medico qual era infatti sapeva che allo stadio in cui si trovava la malattia non sarebbe sopravvissuta a lungo.
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Messaggioda Fior di Sole » 26/01/2020, 0:40



La partenza di una persona amata non è mai cosa facile da superare. Ma dirle addio in maniera definitiva, sapere che non la potrai più vedere, toccare, abbracciare, baciare... È semplicemente impensabile.
A Franco mancava, in ogni suo piccolo gesto, in ogni più futile pensiero, in ogni più esile passo che compieva ogni giorno c'era lei. Nadine se n'era andata, ma per Franco la sua assenza era paradossalmente una presenza costante nella sua vita.
I primi giorni dopo la sua morte Franco li ricordava offuscati. Erano stati giorni di un dolore eccessivo, preponderante, costante, che gli aveva attanagliato ogni singola cellula del suo corpo.
Poi le settimane erano passate. Crisi di pianto, pugni ai muri, notti insonni, istinti di farla semplicemente finita.
Mesi dopo, non era rimasta più energia nemmeno per quella. Apatia. Mesi e mesi che passavano lenti ... O forse veloci? Cosa importava saperlo. Si svegliava la mattina e poco dopo era sera. Apriva gli occhi senza sapere se c'era il sole o la luna. Viveva per il dovere di vivere.
Le persone intorno a lui continuavano le loro vite. E lui, in mezzo a loro, non si sentiva neppure fermo, semplicemente non esisteva più. E andava bene così.
....Ottobre, Novembre, Dicembre... Buon Anno.... Gennaio, Febbraio, Marzo.... Quanto tempo era passato non lo ricordava più. A Franco mancava, sempre, in ogni suo piccolo gesto, in ogni suo passo.
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Messaggioda Alex94 » 31/01/2020, 4:52



L'altra metà del suo cuore però gli diceva che doveva farsi forza e andare avanti soprattutto per Alessia, la cosa più preziosa che gli era rimasta. Un giorno, rovistando tra gli effetti personali della mamma, trovò una busta sigillata indirizzata al papà. La prima cosa che notò fu la frase "Da aprire quando non ci sarò più". Scoppiarono entrambi a piangere, però decisero ugualmente di aprire la busta. Il contenuto li sorprese. Si trattava di 10 lettere, e tra queste la prima era datata 1989, l'anno della laurea di Franco, mentre l'ultima riportava la data del 30 agosto 2007, il giorno prima della scomparsa di Nadine. Con la voce rotta dall'emozione iniziò a declamare la prima lettera ad Ale come se fosse una poesia, ma la stessa lo intimò di fermarsi perché voleva che solo lui ne conoscesse il contenuto. Rispettò la sua decisione e si diresse nella stanza preferita di Nadine, un piccolissimo "museo" dove custodiva i trofei vinti nelle gare di ciclismo, la sua più grande passione. Si mise davanti alla sua foto più bella ed iniziò a leggere a voce alta:
Ottobre '89

Amore mio,
da quando ti ho visto per la prima volta in giro per l'università non sono più riuscita a non pensarti
[...]
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Messaggioda Alex94 » 13/02/2020, 23:00



Off-topic

Cara Mela,
voglio finire la storia ma ho come una specie di blocco e non so come continuare. A te la "penna" (quando puoi naturalmente).
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Messaggioda Fior di Sole » 24/02/2020, 4:43



eri sempre con me, dovunque andassi. E se ti vedevo da lontano il mio cuore andava in gola e la paura di parlarti era tanta che qualche volta mi sono ritrovata a nascondermi in alcuni angoli dei corridoi o dietro dei vecchi distributori, cercando di calmare il mio rossore... È così strano, avere tanta voglia di vedere qualcuno e poi, quando lo hai davanti, non riuscire neanche a guardarlo. Eppure, tra di noi, tutto è nato in maniera così naturale. Niente colpi di scena, nessun atto drammatico o azione folle. Ci siamo visti e capiti. Abbiamo iniziato a parlare e, nella maniera più semplice e confortante, ci siamo innamorati. Nessun dubbio su quello che provavamo, nessuna bugia o ostentazione di qualcosa che non eravamo...solo un po' di dolce e goffo imbarazzo. Fin dal primo minuto ci siamo messi a nudo, ci siamo mostrati per quel che eravamo e non ci siamo più lasciati. Mi sono persa in te e mi sono ritrovata dentro le tue braccia. E tu tra le mie.
E vorrei che riuscissi tanto a ricordarti di ciò. Nonostante so che, come questa laurea che hai duramente conquistato, ci sono e ci saranno altre decine di difficoltà, di problemi da risolvere, di vicende drammatiche, vorrei che in mezzo a tutto ciò tu continuassi a ricordare che il nostro amore non ha nessun "se" nessun "ma". Che io ci sono e tu ci sei per me. Che, se la vita ti mette continuamente alla prova noi, nel nostro piccolo, possiamo dimostrale che non sempre tutto è complicato, infido e ignoto.
Vorrei davvero che ricordassi queste mie parole.
E ricordati,
sempre tua,

Nadine "

Franco finí di leggere le ultime parole con un sospiro. Riuardó, senza leggerla, quella calligrafia tanto particolare che aveva sempre avuto Nadine. Si sorprese di riconoscerla in quella lettera e si commosse al pensiero che, quelle parole di amore, si erano in seguito trasformate in quei piccoli messaggi che, ogni tanto, le lasciava in dei post-it attaccati al tavolo della sala. Piccoli messaggi futili, anonimi come: "Sono uscita un'attimo, torno tra poco" o "Abbi una bella giornata -e non finire tutti i biscotti-". Gli si strinse il cuore al pensiero che , le parole di Nadine, la sua calligrafia, avevano sempre fatto parte della sua quotidianità.
Fece un'altra, profondo, respiro e apri la seconda lettera.
Datava 15 Giugno, 1993... 4 anni dopo la sua laurea.
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Messaggioda Fior di Sole » 24/02/2020, 4:48



Off-topic

Caro Alex

Scusami se ci ho messo tanto a rispondere. Purtroppo la notifica di una tua risposta non mi è arrivata tanto che ho letto solo stanotte la continuazione della storia.
Anch'io non sono riuscita a dar loro un finale. Spero che tu o, chissà, qualche altra persona del forum, vorrà darglielo. Così passo anch'io la penna
Un saluto :)
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