Ciao a tutti, piacere!
Sono nuova del forum, è il primo messaggio che mando... E prima di farlo, mi sono fatta mille domande: "Scrivo? Non scrivo? Qualcuno si annoierà a leggere tutte queste lagne?". Poi ho visto che non sono la sola ad aver raccontato la propria storia e questo mi ha dato coraggio.
Sono in un periodo difficile della mia vita che va avanti da quasi cinque anni ormai. Ho avuto un'adolescenza un po' tribolata con problemi di obesità, poi di autolesionismo e disturbi alimentari. Sono riuscita a tenere insieme i pezzi fino alla fine del liceo, credendo di essere diventata più forte, fino a che non mi sono iscritta all'università ed è iniziata l'ansia.
Adesso ho 24 anni e sono quasi tre fuoricorso. Ogni volta che devo dare un esame e mi metto sul libro (può mancare anche due mesi all'appello, non è rilevante) partono nausee, tachicardia, tremori, il cervello si chiude e mi trovo a fissare imbambolata il libro, non riesco nemmeno a capire dove sono. E' come se la mia testa associasse lo studio a qualcosa di negativo. Per questo non riesco mai ad arrivare preparata alla data. Le due settimane prima sono un vero inferno, piango dal niente, non dormo (ma ormai ho difficoltà a dormire in generale, mi sveglio nel mezzo della notte anche cinque o sei volte), fumo tantissimo e non riesco a impedirmelo, mi sento isolata dal mondo.
Proprio ieri ho deciso di rimandare l'ennesimo esame che preparo da mesi e ovviamente in casa mia è scattato il panico. Mio padre vuole mandarmi a lavorare, non capisce, non si capacita. Mia madre mi dice che sono la sua disperazione, anche se cerca di sostenermi. E io mi sento una fallita che non riesce a raggiungere un obiettivo, neppure uno semplice. Dopo questo ennesimo fallimento non riesco a tirarmi su... E' vero che la batosta è fresca ma non mi sento di vedere nessuno e ho pensato più volte al suicidio, al fatto che se non ci fossi starebbero tutti meglio. Mi sento un po' persa. Perché ogni volta che mi rialzo e decido di ritentare, di mettercela tutta, alla fine va male lo stesso... E perdo ore, giorni, settimane sui libri, privandomi di tante cose, per poi non risolvere nulla. Sono seguita da una psicoterapeuta ma mi sembra non basti.
E per concludere in bellezza, la facoltà che frequento è Medicina. Quindi, a tutta questa confusione, si aggiunge spontanea la domanda: ma se faccio così per un esame, davanti al tavolo operatorio...?
Scusate se mi sono dilungata e grazie a chi avrà la voglia di leggere. Spero di trovare qui delle persone che possano capirmi, perché al momento nemmeno io capisco me stessa. Un abbraccio a tutti