La mia storia

Ciao a tutti,
vi scrivo perché da qualche tempo a questa parte ho un problema.
Vorrei spiegare il tutto fin dall'inizio e scusate in anticipo per la prolissità, ma lo faccio (forse egoisticamente) per sfogare le frustrazioni del periodo più strano, oscuro e solitario della mia vita.
Da un paio di mesi sono precipitato in un vortice di ansia, panico e pensieri oscuri che mi hanno allontanato dall'ancora alla quale mi sono sempre tenuto ben saldo: la razionalità.
Ma andiamo con ordine. Dall'ottobre 2014 ho iniziato un nuovo contratto di lavoro. Un'attività stancante e molto stressante, forse non super appagante, ma l'ottimo ambiente di lavoro mi ha dato una carica tale da permettermi di superare apparentemente stanchezze e mole di lavoro.
L'entusiasmo ha preso talmente il sopravvento da farmi prendere un piccolissimo periodo di pausa estiva (una settimana) per poi rifiondarmi a capofitto nelle mie scartoffie. Sembrava procedere tutto alla grande, fino allo scorso ottobre (esattamente ad un anno dall'inizio) che qualcosa dentro di me è andato...storto.
Da un giorno all'altro ho avvertito stanchezza generale, giramenti di testa pazzeschi, sensazione quasi di esplosione alla testa e pensieri negativi e pazzeschi (farsi del male, non riconoscersi in sè stessi, non riconoscere l'ambiente circostante come reale) che hanno avuto un'esplosione tale da costringermi ad un periodo di riposo.
Immaginate una bomba atomica che scoppia. Ecco, la sensazione è stata quella.
Purtroppo la mia estrema razionalità che mi ha sempre guidato nella vita non ha saputo suggerirmi una chiave di lettura di quello che stava succedendo, se non che stavo impazzendo.
Sono corso ai ripari...lo psichiatra. Ed ecco che si è aperto anche per me un mondo che credevo facesse parte dell'universo dei "matti". Psicofarmaci, calmanti e colloqui vari.
Depressione la diagnosi. Beh, se mi aveste visto avreste confermato. Eppure, in cuor mio, non sapevo cosa mi stava succedendo. E ciò che non si conosce fa paura, genera mostri.
Piano piano ho ripreso le mie attività quotidiane, il lavoro va e le relazioni interpersonali pure.
Eppure, la paura, il panico e l'ansia che ho provato mi hanno lasciato ferite profonde che provo a rimarginare ogni giorno: a volte mi pare di andare avanti per poi fare subito 2 passi indietro e cosi via. Un'altalena. Lentamente, mi riprenderò il mio spirito.
La mia testimonianza è fondamentalmente uno sfogo personale, per dimostrare a me stesso che io ci sono.
Spero che possa servire anche a qualcuno di voi che come me, da un giorno all'altro, hanno dovuto fare i conti con i proprio mostri repressi, le proprie emozioni nascoste e quei compiti rimandati.
Lo stress per me è stato ciò che ha fatto saltare il coperchio della pentola, una sorta di spia che segnalava la fine della mia energia vitale.
Riposatevi spesso, non sottovalutate lo stress, abbiate sempre qualcuno con cui parlare ma non "denudatevi emotivamente" mai troppo...tenetevi qualche segreto per voi.
Un abbraccio
X
vi scrivo perché da qualche tempo a questa parte ho un problema.
Vorrei spiegare il tutto fin dall'inizio e scusate in anticipo per la prolissità, ma lo faccio (forse egoisticamente) per sfogare le frustrazioni del periodo più strano, oscuro e solitario della mia vita.
Da un paio di mesi sono precipitato in un vortice di ansia, panico e pensieri oscuri che mi hanno allontanato dall'ancora alla quale mi sono sempre tenuto ben saldo: la razionalità.
Ma andiamo con ordine. Dall'ottobre 2014 ho iniziato un nuovo contratto di lavoro. Un'attività stancante e molto stressante, forse non super appagante, ma l'ottimo ambiente di lavoro mi ha dato una carica tale da permettermi di superare apparentemente stanchezze e mole di lavoro.
L'entusiasmo ha preso talmente il sopravvento da farmi prendere un piccolissimo periodo di pausa estiva (una settimana) per poi rifiondarmi a capofitto nelle mie scartoffie. Sembrava procedere tutto alla grande, fino allo scorso ottobre (esattamente ad un anno dall'inizio) che qualcosa dentro di me è andato...storto.
Da un giorno all'altro ho avvertito stanchezza generale, giramenti di testa pazzeschi, sensazione quasi di esplosione alla testa e pensieri negativi e pazzeschi (farsi del male, non riconoscersi in sè stessi, non riconoscere l'ambiente circostante come reale) che hanno avuto un'esplosione tale da costringermi ad un periodo di riposo.
Immaginate una bomba atomica che scoppia. Ecco, la sensazione è stata quella.
Purtroppo la mia estrema razionalità che mi ha sempre guidato nella vita non ha saputo suggerirmi una chiave di lettura di quello che stava succedendo, se non che stavo impazzendo.
Sono corso ai ripari...lo psichiatra. Ed ecco che si è aperto anche per me un mondo che credevo facesse parte dell'universo dei "matti". Psicofarmaci, calmanti e colloqui vari.
Depressione la diagnosi. Beh, se mi aveste visto avreste confermato. Eppure, in cuor mio, non sapevo cosa mi stava succedendo. E ciò che non si conosce fa paura, genera mostri.
Piano piano ho ripreso le mie attività quotidiane, il lavoro va e le relazioni interpersonali pure.
Eppure, la paura, il panico e l'ansia che ho provato mi hanno lasciato ferite profonde che provo a rimarginare ogni giorno: a volte mi pare di andare avanti per poi fare subito 2 passi indietro e cosi via. Un'altalena. Lentamente, mi riprenderò il mio spirito.
La mia testimonianza è fondamentalmente uno sfogo personale, per dimostrare a me stesso che io ci sono.
Spero che possa servire anche a qualcuno di voi che come me, da un giorno all'altro, hanno dovuto fare i conti con i proprio mostri repressi, le proprie emozioni nascoste e quei compiti rimandati.
Lo stress per me è stato ciò che ha fatto saltare il coperchio della pentola, una sorta di spia che segnalava la fine della mia energia vitale.
Riposatevi spesso, non sottovalutate lo stress, abbiate sempre qualcuno con cui parlare ma non "denudatevi emotivamente" mai troppo...tenetevi qualche segreto per voi.
Un abbraccio
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