Sognatore11 ha scritto:Salve, ho un estremo bisogno di capire perché ho deciso di vivere la mia vita così, dico bugie. Non dico bugie per ridere ma perché con quelle bugie ormai mi sono costruito una vita parallela, e migliore soprattutto della mia reale, mi spiego meglio. Le mie bugie riguardano principalmente 2 cose, le donne e la felicità. Ho 24 anni e sinceramente nella mia vita ho avuto pochissime ragazze al mio fianco mentre in giro racconto tante di quelle avventure che a volte spero si avverino, e credetemi a quello che sto per scrivere e cioè che a volte non ricordo se è vero una bugia che dissi, oppure la verità, ed è una cosa brutta passare una vita ad inventare cose anche soprattutto a chi io reputo amico. Le bugie sulla felicità invece non sono dette ma espresse dalla faccia, rido sempre davanti a tutti, mi dicono che sono un comico mancato a volte ma la verità non è quella che vedono di giorno ma bensì tutti i pianti che ogni notte prima di andare a letto mi faccio, pregando di cambiare vita o di farmela fare finita, ecco se sapessero questo non so come la prenderebbero quindi per ora davanti gli altri devo fare sempre quello contento quando ogni notte chiedo di avere solo l'opportunità di amare, ciò che manca nella mia vita è l'amore, mancano anche voglia di vivere e autostima, ho 0 autostima e mi blocco per ogni cosa. Non ne posso più di raccontare bugie ma allo stesso tempo ormai indietro non si torna. Voglio uscirne ma manco ho i soldi per andare da qualche psicologo quindi chiedo a voi come posso liberarmi la mente dalle bugie e stare bene? Come posso aumentare anche di 1 punto l'autostima? Per dirvi io non mi guardo allo specchio da mesi perché mi faccio schifo, ogni tanto quando capita di specchiarmi e guardarmi sono deluso da ciò che vedo.. ma comunque scusatemi per lo sfogo però non vi nego che ne avevo assai bisogno
Ricordo la confidenza di un collega, tanti anni fa. A quel tempo aveva all'incirca la tua età. Non era un adone ma nemmeno un brutto ragazzo ma si atteggiava come se fosse bellissimo. Non perdeva occasione per vantarsi con gli altri colleghi delle sue relazioni, della vita notturna. In effetti gli altri colleghi non erano da meno anzi. Io lo invidiavo perché già ero piuttosto sola, sociofobica, timida. Non avevo una vita sociale e non avevo quasi mai nulla da dire ma non ne parlavo con loro. Mi vergognavo, temevo i loro giudizi e così restavo sempre zitta e in disparte.
Un pomeriggio, eravamo solo noi due in ufficio, lui mi chiese come mai non parlavo mai e così glielo dissi:«sono sola, non ho amici, ho paura delle persone, esco raramente e non ho nulla da dire». Mi ricordo che quasi mi misi a piangere per l'imbarazzo. Pensai che mi avrebbe presa in giro e invece mi disse: «e allora fai come me, inventa, racconta agli altri ciò che vogliono sentirsi dire». Quel giorno scoprii che tutta la sua vita 'esagerata' condita di risate, era finzione. Fingeva per sopravvivere in un ambiente ostile e ahimè molto maschilista.
Ma quel giorno capii che tutti o quasi, chi più, chi meno, fingevano.
Era così allora (22 anni fa) figuriamoci oggi in una società dove il reale è diventato più virtuale del virtuale stesso. In un mondo dove tutti devono apparire felici, sorridenti, spensierati, pieni di interessi e amici, senza l'ombra di un problema (insomma formato Facebook), mentire a volte è un modo per sopravvivere.
Con questo non voglio dire che fai bene a mentire ma che la nostra società somiglia sempre più a un palcoscenico dive quel che conta è soprattutto apparire. Poi penso che la cosa più bella per te è cominciare ad accettarti per ciò che sei e per ciò che non sei e lo devi fare per te stesso. Non è facile, io stessa ci provo da anni, ma quando ci riuscirai avrai la certezza che chi ti rimane vicino ti apprezzerà davvero.