Paura di lui o di me stessa......

Il mio problema è non comprendere quale sia il mio problema.
Cercherò di essere breve anche se è difficile.
Conoscevo già quest'uomo da tempo ma, siamo diventati grandi amici quando ci siamo confrontati, sfogati, aiutati in un momento non bello della nostra vita in cui entrambi avevamo subito forti delusioni e in generale le cose andavano male! Era una di quelle amicizie che ti riempiono l'anima e oltre a stare vicino l'uno all'altra nei problemi, ridevamo e passavamo attimi di leggerezza e serenità. Le cose si sono complicate quando mi ha detto che era interessato a me, all'inizio non ho mai ricambiato però, un giorno, lui mi ha abbracciata all'improvviso ed ho sentito qualcosa di diverso dal solito. Da allora ci siamo legati sempre di più anche se io gli ripetevo continuamente che non me la sentivo di avere una relazione con nessuno. Lui è andato in depressione(forse) o non so che cosa gli è successo, la sua espressione è cambiata, anche il suo aspetto fisico,tutti stentavano a riconoscerlo. Io mi sentivo in colpa, l'ho convinto ad andare da un terapeuta(non è stato facile!)ero preoccupata per la sua salute, non solo mentale ma anche fisica(come lo erano tutti), gli volevo molto bene ma lui alternava momenti di rabbia verbale nei miei confronti ad attimi di lucidità. Così ho deciso di allontanarmi. Siamo stati lontani per un bel pò di tempo ma frequentiamo gli stessi posti, le stesse amicizie e lui ha cercato sempre un contatto, anche se indiretto con me, facendo in modo che mi arrivasse la sua presenza spesso, così ho iniziato a sentire la sua mancanza, a capire che forse anch'io provavo qualcosa di forte per lui e gliel'ho detto. Abbiamo deciso di provare ad uscire insieme(non solo da amici)e stavamo bene, almeno così sembrava. Ho creduto di amarlo, e lui lo stesso. Ma, le sue confidenze e il suo aprirsi mi hanno spaventata, ciò che mi raccontava della sua vita, del suo modo di essere o di fare mi faceva paura, mi metteva ansia, ho ingoiato bocconi amari e cercato di capire, ma non ce l'ho fatta, l'ho allontanato con le buone, con le cattive, sono tornata, andata via ancora e lui era sempre lì , non ha mai smesso di cercarmi, mai. Ad un certo punto ho detto basta. Ho chiuso totalmente qualsiasi contatto. Lui non mi cerca più come prima ma....amici in comune, luoghi ...e c'incontriamo. Lui mi tiene d'occhio, mi guarda, ma non si avvicina e non resto mai sola. Io lo ignoro. Allora, direte voi (se qualcuno ha avuto la pazienza di leggere fino a qui) tutto risolto, quel è il problema? Forse la chiave è in queste 3 parole:
Io lo ignoro.
Sono 2 mesi che non lo saluto neanche, mi comporto come se non esistesse, almeno "praticamente" .....ma ci sono momenti, in cui scatta qualcosa dentro di me e sento ancora le sue braccia che mi stringono, la voglia di chiamarlo di parlare con lui. Poi mi fermo, rifletto e penso a ciò che mi ha fatto. E resisto.
La mia più grande paura è cedere.
Molti di voi diranno che probabilmente chiamarlo non sia così grave ma solo perchè qui non sono entrata nello specifico, ho paura che lui possa trovare queste righe e capire che sono io a scrivere e non voglio. Ho letto alcune cose, sui manipolatori, narcisisti, lui mi accusava di esserlo ma io gli volevo veramente bene. Probabile che lui mi abbia manipolata ma, narcisista non credo che lo sia chi non si ama e crede di essere un mostro. Aiutatemi a capire magari spiegherò anche meglio certe cose ma io devo uscirne e arrivare all'indifferenza che è l'unica arma che potrà salvarmi. Cedere per me significherebbe rientrare in un tunnel senza uscita ( dipendenza? forse! non lo so!) . Ho paura stavolta perchè lui potrebbe farmi un male irrimediabile, forse sono ancora in tempo adesso. I miei amici lo tengono lontano da me, la mia famiglia lo stesso, chiunque lo conosce mi difende da lui...come posso ancora sentirne la mancanza o la voglia di chiamarlo? Mi sento più folle di lui. E non va bene.
Cercherò di essere breve anche se è difficile.
Conoscevo già quest'uomo da tempo ma, siamo diventati grandi amici quando ci siamo confrontati, sfogati, aiutati in un momento non bello della nostra vita in cui entrambi avevamo subito forti delusioni e in generale le cose andavano male! Era una di quelle amicizie che ti riempiono l'anima e oltre a stare vicino l'uno all'altra nei problemi, ridevamo e passavamo attimi di leggerezza e serenità. Le cose si sono complicate quando mi ha detto che era interessato a me, all'inizio non ho mai ricambiato però, un giorno, lui mi ha abbracciata all'improvviso ed ho sentito qualcosa di diverso dal solito. Da allora ci siamo legati sempre di più anche se io gli ripetevo continuamente che non me la sentivo di avere una relazione con nessuno. Lui è andato in depressione(forse) o non so che cosa gli è successo, la sua espressione è cambiata, anche il suo aspetto fisico,tutti stentavano a riconoscerlo. Io mi sentivo in colpa, l'ho convinto ad andare da un terapeuta(non è stato facile!)ero preoccupata per la sua salute, non solo mentale ma anche fisica(come lo erano tutti), gli volevo molto bene ma lui alternava momenti di rabbia verbale nei miei confronti ad attimi di lucidità. Così ho deciso di allontanarmi. Siamo stati lontani per un bel pò di tempo ma frequentiamo gli stessi posti, le stesse amicizie e lui ha cercato sempre un contatto, anche se indiretto con me, facendo in modo che mi arrivasse la sua presenza spesso, così ho iniziato a sentire la sua mancanza, a capire che forse anch'io provavo qualcosa di forte per lui e gliel'ho detto. Abbiamo deciso di provare ad uscire insieme(non solo da amici)e stavamo bene, almeno così sembrava. Ho creduto di amarlo, e lui lo stesso. Ma, le sue confidenze e il suo aprirsi mi hanno spaventata, ciò che mi raccontava della sua vita, del suo modo di essere o di fare mi faceva paura, mi metteva ansia, ho ingoiato bocconi amari e cercato di capire, ma non ce l'ho fatta, l'ho allontanato con le buone, con le cattive, sono tornata, andata via ancora e lui era sempre lì , non ha mai smesso di cercarmi, mai. Ad un certo punto ho detto basta. Ho chiuso totalmente qualsiasi contatto. Lui non mi cerca più come prima ma....amici in comune, luoghi ...e c'incontriamo. Lui mi tiene d'occhio, mi guarda, ma non si avvicina e non resto mai sola. Io lo ignoro. Allora, direte voi (se qualcuno ha avuto la pazienza di leggere fino a qui) tutto risolto, quel è il problema? Forse la chiave è in queste 3 parole:
Io lo ignoro.
Sono 2 mesi che non lo saluto neanche, mi comporto come se non esistesse, almeno "praticamente" .....ma ci sono momenti, in cui scatta qualcosa dentro di me e sento ancora le sue braccia che mi stringono, la voglia di chiamarlo di parlare con lui. Poi mi fermo, rifletto e penso a ciò che mi ha fatto. E resisto.
La mia più grande paura è cedere.
Molti di voi diranno che probabilmente chiamarlo non sia così grave ma solo perchè qui non sono entrata nello specifico, ho paura che lui possa trovare queste righe e capire che sono io a scrivere e non voglio. Ho letto alcune cose, sui manipolatori, narcisisti, lui mi accusava di esserlo ma io gli volevo veramente bene. Probabile che lui mi abbia manipolata ma, narcisista non credo che lo sia chi non si ama e crede di essere un mostro. Aiutatemi a capire magari spiegherò anche meglio certe cose ma io devo uscirne e arrivare all'indifferenza che è l'unica arma che potrà salvarmi. Cedere per me significherebbe rientrare in un tunnel senza uscita ( dipendenza? forse! non lo so!) . Ho paura stavolta perchè lui potrebbe farmi un male irrimediabile, forse sono ancora in tempo adesso. I miei amici lo tengono lontano da me, la mia famiglia lo stesso, chiunque lo conosce mi difende da lui...come posso ancora sentirne la mancanza o la voglia di chiamarlo? Mi sento più folle di lui. E non va bene.