Francesca Martini ha scritto:Sono una ragazza di 18 anni, sto frequentando l'ultimo anno di liceo e da qualche mese che sto sperimentando un'eccessiva ansia. Premetto che da quanto sono molto piccola sono sempre stata molto perfezionista e ho sempre avuto il desiderio di primeggiare. Il mio rapporto con il fallimento e con le critiche è sempre stato pessimo. Già ho passato dei periodi della mia vita in cui la mia mania di essere "al top" é andata fuori controllo; per esempio quand'ero in terza media ero diventata ossessionata dal mio peso, contavo le calorie di tutto quello che mangiavo, mi guardavo costantemente allo specchio e avevo perso una decina di chili, tanto che ero sottopeso (non credo si sia trattato di un vero e proprio disturbo alimentare dato che la situazione si è risolta spontaneamente senza bisogno di alcun supporto medico o psicologico). Un'altro periodo in cui ho perso il controllo è stato circa un anno fa quando ero diventata ossessionata dalla grandezza del mio naso, particolare a cui prima non avevo mai fatto un granché caso, tanto che era l'unica cosa a cui pensavo per la maggior parte del tempo; passavo anche un'ora e mezza nel bagno a cercare di correggerlo con il trucco, aprivo costantemente la fotocamera interna del telefono per controllarmi e avevo iniziato a documentarmi su una possibile operazione di chirurgia plastica. Per un periodo mi era sembrato di ricominciare a stare bene, ma la solitudine prolungata della quarantena mi ha dato il colpo di grazia. Già da maggio ho iniziato a notare che la mia ansia per la scuola era molto peggiorata: ho iniziato a non riuscire a dormire la notte e ad avere la nausea, talvolta anche vomito, prima delle interrogazioni. Fin da agosto ho iniziato a preoccuparmi per l'imminente anno scolastico e come al solito ho iniziato a somatizzare: es. groppo alla gola, singhiozzo, mal di stomaco. Poi questa ansia si è ampliata anche ad altri ambiti: ho iniziato a preoccuparmi di non aver fatto abbastanza esperienze per la mia età, di essere indietro rispetto ai miei coetanei e di aver sprecato questi anni del liceo ecc. Con l'inizio della scuola la situazione è peggiorata. Mi capita spesso dopo pranzo di iniziare a sentire un'ansia fortissima con palpitazioni, groppo alla gola e respiro affannoso senza che ci sia un reale motivo per il quale dovrei preoccuparmi e non riesco a calmarmi per diverse ore.Questo senso di tensione costante mi rende difficile concentrarmi, stare con i miei amici e anche mangiare. Un episodio poi mi ha veramente spaventato: stavo facendo un'interrogazione ed ero molto in ansia, ad un certo punto la classe ha incominciato a girare fortissimo intorno a me e mi è venuto da vomitare. Ovviamente ho dovuto chieder al prof. di fermarmi e sono scoppiata a piangere (figura di m.... vabbè) e non sono riuscita a smettere per un'ora. Ci sono altri momenti invece in cui mi sento completamente "depressa" (non vorrei usare questo termine impropriamente ma è per rendere l'idea) in cui inizio a rimpiangere il passato e a pensare che sono lontana anni luce dalla persona che qualche anno fa immaginavo che sarei stata a 18 anni. Ho una visione estremamente pessimistica del futuro e non sento di avere per niente gli strumenti per affrontare la vita che viene dopo il liceo e vorrei semplicemente sparire nel nulla. Per ora sto riuscendo più meno efficientemente a gestire i vari aspetti della mia vita, ma non so per quanto tempo ci riuscirò ancora. Ho parlato solo con un'amica di questa cosa e lei mi ha detto una cosa del tipo "ma no è normale anche io ho tanta ansia prima degli esami", per cui non ho molta voglia di parlare con i miei amici di queste cose. Da una parte ho paura di scoprire di avere un problema perché so che sono cose serie, dall'altra però quasi ci spero perché in qualche modo darebbe legittimità a quello che sento e saprei di non essere solo una bambina del primo mondo che non riesce ad accontentarsi di tutto quello che ha. Ho anche paura a chiedere ai miei di andare dallo psicologo perché già stanno facendo seguire mio fratello di 7 anni che soffre di mutismo selettivo, e non ho intenzione di gravare ulteriormente sulle loro finanze o di portarli a pensare di aver fallito come genitori. Boh raga scusate per lo sproloquio lunghissimo e spero che possiate darmi qualche consiglio.
Lyra2.0 ha scritto:Ciao Francesca, ho scelto di risponderti perché ho vissuto - e anche da relativamente poco - varie delle cose che stai vivendo te adesso, anche se magari in modo diverso, quindi penso di poter comprendere abbastanza bene quel che provi e senti, anche se questo non significa molto perché primo ognuno ha il proprio vissuto -unico e differente da quello di chiunque altro- e secondo non sono qui per darti certo una soluzione, perché semplicemente non ce l'ho.
Ti racconto un po' di me più brevemente che posso e poi passo ai consigli che posso darti e che mi sono stati dati: allora sono una ragazza tre anni più grande di te, tuttavia alla tua età ho sofferto di anoressia nervosa e a causa di questa patologia ho perso due anni di scuola, quindi mi sono maturata solo lo scorso anno con tanta ansia e preoccupazione per quattro principali motivi:
-anche io sono una perfezionista e pretendo sempre il massimo da me;
-soffro d'ansia facilmente;
-essendo due anni indietro rispetto ai miei compagni avevo la costante sensazione di essere meno di loro, di essere anni luce più indietro, anche io sentivo di non avere fatto abbastanza esperienze per la mia età (ancora ho tutte queste sensazioni sinceramente);
-ero preoccupata rispetto a cosa fare in futuro, perché ancora non ho le idee chiare per proseguire gli studi (altra cosa che mi fa sentire indietro e inadeguata) e pensare di mettermi a lavorare mi mette tanta ansia per vari motivi.
Scusa se ho parlato così tanto di me, ora passiamo a te...
Posso dirti che prima di tutto non è l'avere una patologia diagnosticata o meno che legittima la tua sofferenza, il tuo malessere, quello che provi... e te lo dice una che ha una diagnosi di disturbo di personalità. Ma credimi che non è questo che legittima tutto ciò, assolutamente. La prima cosa che ti consiglio è quindi di cercare di accettare di più quello che sei senza sentirti una sorta di "bambina capricciosa" se stai attraversando un brutto momento e ne hai attraversati tanti.
Non serve una diagnosi per dirti "Se soffri non sei sbagliata", non serve un foglio di carta con una firma di un dottore credimi.
Seconda cosa che voglio dirti è che il momento della maturità è un momento difficile per la maggioranza, ancora di più se sei una perfezionista, se punti al meglio, se sei incerta rispetto al passato o al futuro o ad entrambi, se vai sotto stress facilmente, o per altri mille motivi. La difficoltà di questo momento sta soprattutto nel fatto che è un momento di passaggio, ti prepari per il futuro, ad arrangiarti di più da sola, a cose totalmente nuove. Ma sai una cosa? Fanculo se la società ti dice che a tot anni devi fare questo, a tot anni devi fare quello ecc... tu datti il tempo che vuoi darti, se non ti senti pronta per certe scelte, se prima vuoi fare esperienze che non hai ancora fatto falle, prenditi un anno sabbatico (ovviamente chiedendo supporto ai tuoi genitori e facendogli capire le tue esigenze se è questo che puoi volere) e pensa a te stessa, pensa a stare bene.
Da perfezionista che sono capisco che questo è difficile, perché ti fa sentire come se restassi indietro rispetto agli altri, ma ti assicuro che a causa della mia patologia, anzi no... dei miei problemi e della mia sofferenza, ho dovuto accettare di non essere pronta per certe cose all'età che la società diceva che dovevo essere pronta. Ho dovuto accettare di perdere due anni di scuola, e non perché non andassi bene a scuola ma perché non avevo energie fisiche e mentali per andare avanti e perché non mi ero permessa di darmi del tempo per pensare a me stessa, per stare bene prima.
Ora... so che tu non sei me e magari tu non hai nemmeno bisogno di tempo da prenderti eh... volevo solo farti capire che la cosa più importante non è dimostrare agli altri che sei la migliore, o seguire un canone che decide la società per te, ma la cosa più importante è stare bene e costruirti una vita che ti soddisfi.
L'ansia è una brutta bestia, lo so. Ti porta anche a stare malissimo e ti opprime anche per intere giornate senza permetterti di respirare (a volte anche nel vero senso della frase). Per questo non devi sottovalutarla e se dovesse persistere forse dovresti valutare di parlarne con i tuoi genitori e chiedere loro un consulto specialistico.
Lo so che hai detto che già tuo fratellino va da uno psicologo e hai paura di far sentire dei pessimi genitori i tuoi, ma primo tu non vali di meno di tuo fratello, ma uguale, secondo i tuoi genitori sono adulti e penso possano capire la situazione e apprezzare il fatto che ti fidi abbastanza di loro per parlargli di come stai.
Scusa per il papiro... spero che almeno un minimo le mie parole ti saranno utili.
Ps: per quando l'ansia arriva prova a inspirare ed espirare e concentrarti sulla regolazione del respiro, a volte funziona, a volte no.
Adamas ha scritto:Ciao Francesca, innanzitutto benvenuta
Lascia che ti dica che quello che senti è assolutamente legittimo anche se non è supportato da una diagnosi. In tanto di quello che hai detto mi ritrovo: il desiderio di primeggiare (anche se non amo la competizione, non mi piace che ci siano "vincitori" e "perdenti"), il perfezionismo, il cattivo rapporto con le critiche ed il fallimento (per me anche un rapporto ambivalente con l'autorità) ed altro, per esempio il rapporto non sempre felice con il mio aspetto, anche se non ho mai desiderato chirurgie perché non ho una grande fiducia nei risultati. L'ansia e l'angoscia sono state mie fedeli compagne per tanti anni e tutt'ora l'ansia mi fa compagnia e l'angoscia si affaccia di tanto in tanto.
Comunque non ti scusare, non hai sproloquiato. Se senti la necessità di un supporto psicologico non te ne privare, abbiamo tutti così tanto bisogno di qualcuno che ci ascolti e ci consigli. È ammirevole la tua preoccupazione verso i tuoi genitori, ma lascia decidere a loro se ci stanno con le spese oppure no. Nessun genitore è perfetto, così come nessun figlio e comunque il fatto di sentire il bisogno di un supporto, il fatto di provare ansia e panico in certe situazioni, ecc,... non sono per forza spia di un fallimento genitoriale.
Comunque ti volevo chiedere una cosa: è in famiglia che hai appreso l'importanza di essere sempre la prima in tutto e di non accettare meno della perfezione? Quanto sono forti le aspettative e le pressioni su di te da parte di chi ti sta intorno? Dici che non sei come ti immaginavi a 18 anni... ma qualcuno ti ha forse suggerito come si dovrebbe essere a 18 anni?
Te lo dico perché mi è balenata l'idea che alla base delle tue crisi d'ansia e degli altri disturbi possano esserci delle aspettative esagerate ed intransigenti. Se fosse così, da dove viene tutta questa pressione?
Sono solo degli spunti venuti da una analisi di ciò che hai scritto, quindi per forza di cose inficiati dalla limitatatissima conoscenza. Ma spero che un minimo possano esserti utili.
Francesca Martini ha scritto:Oi, grazie innanzitutto per avermi risposto.
Penso che con le tue domande tu abbia abbastanza centrato il punto. Infatti oltre ad essere la primogenita sono anche la più grande di tutti i cugini, e da piccola ho ricevuto tantissime attenzioni. Inoltre sono stata anche una bambina abbastanza precoce per certi aspetti, quindi penso che i miei parenti si siano sempre aspettati tanto da me e che quindi di conseguenza io mi sia costruita un immagine idealizzata di come sarei dovuta essere. I miei genitori poi sono molto simili a me in questo senso, quindi anche se loro hanno sempre cercato di farmi capire che sono autorizzata a sbagliare io abbia in un certo senso "imparato" questo approccio. Comunque ti volevo dire che ho letto anche qualche altra tua risposta e mi sembri una persona molto profonda e brava a comprendere le altre persone, non è una cosa da tutti.
Lyra2.0 ha scritto:
Ps: per quando l'ansia arriva prova a inspirare ed espirare e concentrarti sulla regolazione del respiro, a volte funziona, a volte no.
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