Ciao a tutti ragazzi, sono nuova sul Forum.
Cercavo un luogo dove poter parlare senza sentirmi giudicata, neanche da me stessa, perchè di solito sono la peggior giuria alla quale presentare le mie paure, le mie ansie.
Ho sofferto di disturbi alimentari per circa nove anni, oramai ho ventitré anni, ed ero davvero una bambina quando ho capito che mangiare di nascosto e nascondere le tracce sotto i cuscini del divano sarebbe stato solo l'inizio di una paura che mi ha logorata per anni.
Mia madre ha lavorato fino a quando non ho compiuto tredici anni; faceva l'infermiera, e mio padre lavorava come libraio.
Sono cresciuta con i miei nonni materni che mi hanno dato sempre tanto amore; il loro modo di darmi amore si esprimeva soprattutto per il tramite del cibo.
Ho sempre mangiato tantissimo, da ragazzina; e una volta tornata a casa ho sostituito il cibo con un morboso attaccamento nei confronti di mia madre.
Mi tagliavo parti del corpo con le lamette, le mostravo il sangue e attendevo che lei si preoccupasse per me.
Non lo sapeva, che volevo amore; per lei sono sempre stata una bambina timida, introversa, troppo paurosa e dipendente.
Con il tempo ho cercato una mia autonomia, e ho creduto di poterla trovare negli altri.
Ho avuto quasi tutte relazioni disfunzionali con uomini narcisisti, o con donne non-disponibili.
Quando ho scoperto di essere bisessuale l'ho detto subito a mia madre e lei ha reagito davvero male. Sono passati quattro anni da quel momento, ma l'argomento è ancora tabù, sebbene io mi sia emancipata dall'ossessivo controllo di mia madre sulla mia vita.
So di essere libera di amare chi voglio, ma il suo giudizio mi crea una tale ansia.
Ho paura che mia madre muoia, ho paura che mio padre muoia.
A volte non dormo la notte per accertarmi che siano vivi, e se chiudo la porta della mia camera mi sento in colpa nei loro riguardi, per le loro esistenze.
Mi sto laureando in filosofia, mi mancano degli esami e vedere che i miei amici si stanno per laureare mi fa male ( hanno la seduta tra pochi giorni).
Ho perso un anno, il secondo, perchè mi sono ammalata di anoressia. Ora non ne sono completamente fuori ma ci combatto. Quando ho avuto la diagnosi avevo una relazione con un ragazzo che frequenta lo stesso mio corso di laurea. Mi ha lasciata perchè durante il percorso di guarigione sono cambiata. E' vero, non ero più io, ma stavo solo cercando me stessa. Ci ho messo un anno per riprendermi, e ci sono ancora dentro, la sto smaltendo.
Mi chiedo perchè lui va avanti ed io ci metto così tanto tempo, mi faccio così tante domande.
Ora non faccio che studiare compulsivamente, assalita dal senso di colpa per il mio percorso diverso. Perchè lo faccio? per raggiungere gli altri, nonostante il mio percorso tortuoso. E mi fermo a chiedermi: Per chi lo sto facendo? posso rallentare? ma poi ricomincio, più forte, quasi a farmi male.
A volte ho attacchi di vomito, pianto irrefrenabile e pensieri disfunzionali quando penso a cosa la gente dirà di me guardando loro che si laureano ed io che chissà quando mi laureerò.
Premetto che tengo molto allo studio, tengo molto a sviscerare gli argomenti e ciò richiede tempo, ma non basta a sentirmi meglio.
I miei non mi mettono pressione, è tutto nella mia testa e nella società.
A volte passo così tanto tempo chiusa in casa che quando esco bevo così tanto da stare male. Non so gestire le mie emozioni, ed ho gran voglia di imparare ma gran paura di non farcela.
Parlo molto con me stessa, ho imparato a calmarmi. Tengo più diari dove annoto i pensieri e le reazioni ai pensieri. Faccio tanta meditazione e leggo molti libri sulla spiritualità. Mi pongo tante domande, e ciò mi fa sembrare diversa agli occhi degli altri. Prima mi sentivo speciale, ora non lo so più. Non so più se sono speciale o sono solo incapace.
Soffro di Dismorfofobia corporea; non ho una percezione reale della mia immagine. Ciò a volte provoca panico. Non riesco a uscire di casa e se lo faccio mi nascondo. Scusate se ho scritto tante cose, sconnesse.
Avevo bisogno di sentirmi a casa. Grazie.