da Chardonnay.Rose » 08/10/2013, 15:38
Grazie per i consigli, e ora trascrivo l'incubo, anche solo per sentirmi un attimo "ascoltata" e capita magari.
"Possessioni"
Sono in bagno. Attaccata con la schiena alla porta-finestra che da nel mondo. Mio padre mi dice che devo tirare fuori la rabbia, scatenare il vero lato di me, mentre io sono tra le lacrime. Mentre vado a letto sento una frase, che già dice tutto: " io il prete non lo chiamo ".
Vado a letto, ripensando a quelle parole. E sento qualcosa dentro che comincia a logorarmi. Cominciano le convulsioni, e urlo. Un urlo malvagio e disperato. I miei accorrono subito, mi dicono di calmarmi, ma io continuo a urlare. Sento delle voci, delle parole: demonio e schizofrenia. Mia madre mi mette una mano sulla fronte umida, dice che ho la febbre. Delirio. Vado avanti a urlare, i miei escono dalla stanza. E comincio a ridere, una risata cattiva come un ghigno da bestia. Mi metto in ginocchio continuando a ridere. Sento la liberazione della mia anima, tra quegli urli. È come se stessi finalmente accontentando il male che c'è in me. La mia risata è acuta, le mie grida indemoniate. Ogni istante vorrei che smettesse, sopprimendo ancora il demonio. Invece continuo, da distesa, a torcermi urlando.
Mi sveglio.
Sono completamente sudata e rannicchiata nel letto. Non ho coraggio di aprire gli occhi. Il battito del cuore è accelerato e il respiro affannoso. Mi convinco che è stato solo un incubo, eppure sento il male in quella stanza. Ho un peso sullo stomaco, mi viene da vomitare. Comincio a mugugnare per un estremo bisogno di vomitare davvero. Sento dei pesi sulla pancia e sulla gola, da dove sta entrando il demonio. Sono sempre più terrorizzata. E cominciano le allucinazioni. Figure nella stanza o figure che mi si schiacciano addosso. Devo costringermi a pensare a qualcosa, ma non cambia molto. Cominciano le solite allucinazioni mentali. Coltelli mi tagliano le vene. Mi appaiono nella mente figure del demonio, ogni istante ripenso a quello che ho appena sognato. Il primo sintomo della possessione sono i tremiti, stai calma. Non sento più le gambe, ne perdo la coscienza.
Ma non riesco a calmarmi, è inutile. ogni secondo ho sempre più paura. Già ne ho del buio, per seconda cosa ho sempre odiato quella stanza, e ora anche doverci vivere con il demonio. Non mi sento riparata neppure dalle coperte. Dopo dieci minuti riesco ad avere il coraggio di muovermi, mi metto di fianco con al schiena appoggiata alla parete. Ma la cosa di cui ho più paura è di provare paura, come se ciò a cui penso possa diventare reale. E lentamente mi viene in mente che forse se prego in dio (non credo in dio) posso salvarmi dal demonio. E allora tento di tranquillizzarmi così, assicurandomi che sono battezzata. Poi penso al ciondolo che porto al collo, una collana come simbolo della magia. C'è la natura che mi protegge. E poi mi distraggo, cerco di pensare a qualcosa di bello. E, anche se a fatica, dopo mezz'ora mi addormento. Solo però per fare un incubo peggiore.
Sono in automobile con mia madre, corriamo a tutta velocità. Un tipo sbanda e fa strane manovre pericoloso e lo superiamo. Ma lui ci insegue fino a casa, dice di essere un nobile. Dice che dobbiamo dargli della carne, ma abbiamo solo hamburger. Mi avvicino a lui con una penna in mano, pronta per ucciderlo. Poi lui accetta gli hamburger, anche se dice che preferiva le bistecche. La scena cambia, io sono sul divano, lui dietro e fa uno strano commento sull'estate. Poi se ne va.
È sera. sono in cucina. Mio padre mi sta affianco, e mia madre poco più in là. Ho le mani che premono le tempie, dico che sono il diavolo, che sono io il demonio. E poi chiedo a mia madre se posso venire a svegliarla, ma dice di no, e si arrabbia. Vado a letto. E dopo un po' mi sveglio.
Sono immobile nel letto. Il respiro assente, il battito del cuore non lo sento. Cominciano le allucinazioni su suoni. Sento mugugni e cose varie. Poi zac! URLO. Ma non esce nulla, nessun suono. È soffocato, quasi non avessi la voce. Mia sorella spaventata del mio verso dice qualcosa, poi fa finta di nulla. E io sono immobilizzata nel letto. Nella mia testa urlo la parola "paralisi notturna". So benissimo cos'è. E so come posso svegliarmi. Sfregando la lingua sul palato, ma non funziona. E allora mi dispero. Sento che mio padre si è alzato, ma temo sia solo un'allucinazione. Provo a muovermi, ma sono completamente bloccata. Come se il mio corpo non mi appartenesse più. E comincia l'allucinazione. Mi premono sullo sterno, fino a soffocare, tutto si buio, poi mi soffocano la gola. Sento dolore solo al petto, come se qualcosa mi stesse schiacciando. E sono immobile, posso muovere solo gli occhi. Mio padre va in cucina, sente i miei "urli" soffocati, si spaventa, pensa che io sia indemoniata. E viene verso la mia camera, ma non entra. Apre la porta del bagno, io urlo disperatamente, voglio che mi sentano. Poi mi convinco a mettermi seduta, spingo con tutte le forze che ho, ma non ci riesco. Sono incollata al letto. Sento solo uno strano fremito. Mi viene in mente di usare la forza fisica della leva, faccio pressione sui gomiti e mi alzo. Ma è come se avessi staccato la mia anima dal mio corpo. Ho paura. Mi dico di stare calma, e vengo quasi spinta di nuovo distesa. Sono su un fianco, guardando verso la porta socchiusa, da cui entra una strana luce. Sento voci e suoni, poi viene tirato lo sciacquone del water. Finalmente un segno che sono veramente sveglia, mi dico, allora giro la testa di scatto, e in quell'istante mi sveglio. Mi sono girata a pancia in sù. Ho ancora in respiro affannoso, il mal di testa. E lacrime su lacrime che continuano ad uscire. Ma non è finita. Non ho coraggio di andare in bagno, perché potrei star ancora sognando. Poi dopo un tempo infinito suona la sveglia di mio padre, sono felicissima. Lui va in bagno, e accende la luce. Una luce vera, questa volta. E grazie a quel filo ho coraggio di alzarmi. Corro in bagno tra i singhiozzi, non respiro più. Sto solo tremando, preda dalle convulsioni. È durato mezz'ora, poi mi sono calmata. E per la prima volta nella mia vita sono felice di essermi svegliata.
Grazie se avete avuto al pazienza di leggerlo tutto.