Sono appena uscito da una relazione di quattro anni piuttosto tossica. Io che facevo qualunque cosa per lui, lui che per quanto non sia un sociopatico, ha sempre fatto quello che voleva lui, mi ha adulato quando voleva e rotto sempre quando voleva. Dal nulla, senza alcun segnale, tenendosi tutto dentro. Di animo manipolatore da sempre, ha voluto rompere con sadismo, dicendo cose che non so ma so solo che mi ha messo contro i miei stessi amici. Poi è tornato dopo un mese, mi ha detto che non c'entravo nulla con tutto quello, che mi ama, per poi rimangiarsi tutto il giorno dopo e sparire di nuovo senza giustificazioni. Mi ha solo detto che sarebbe tornato quando se la sarebbe sentita. Io dalla rabbia gli ho detto di non tornare più, ma ad un certo punto mi son chiesto se si comportava in maniera così strana e ingiustificata perchè depresso. Gli ho scritto e lui mi ha tirato pesci in faccia, deridendomi per la lunghezza dei miei messaggi e rilanciandomi quando gli ho scritto di non farsi mai più rivedere. Io ho cercato di rispondere ricopiandogli uno dei tanti messaggi che ha scritto a me, scoprendo che li ha opportunamente cancellati su telegram. Me li ricordo, tra cui che sono una delusione e che quando avrei capito gli avrei dato ragione. Anche se non mi ha mai dato spiegazioni, neanche per potermi correggere.
È stato ingiustamente sadico e poi si è nascosto, è ritornato ed è stato di nuovo sadico per poi rinascondersi, per poi passare io quello che non sapeva accettare una rottura perchè la seconda volta ho preteso almeno spiegazioni. E in tutto questo mi è difficile anche avere la comprensione dei miei stessi amici, perchè non so cosa gli abbia detto, ma pensano che sia un bambino egoista che fa male alle persone, fa vittimismo e non si prende le sue responsabilità. Mentre ogni suo comportamento è giustificato. Per poi usare le sue amiche per farmi sapere che ormai ci aveva messo una pietra sopra e avermi completamente dimenticato, qualche giorno dopo avermi lasciato di nuovo.
Il fatto è che la prima volta, per quanto fossi stato male, avevo accettato che qualcuno possa smettere di amare. Ma la seconda volta mi sono reso conto che il suo comportamento era davvero volto a farmi del male, nascondersi e mettermi contro i miei stessi amici. E non riesco più a smettere di soffrire, ma ancor peggio sento di aver provato un'ingiustizia a cui non riesco a rispondere, di conseguenza avendo grossi attacchi di rabbia e desideri sadici a mia volta. Ma prima di fare del male a qualcuno preferirei uccidermi.
Credo che adesso, anche se per una questione di principio perchè pensa che così mi possa fare ancora più male, non ritornerà. Ma io rimango con questo desiderio ingombrante di vendetta che mi logora.
Cosa devo fare? Sì certo, cerco di svuotare la mente, ma lui sapeva bene come farmi del male, dopo tutti questi anni, e ha fatto leva sulle mie debolezze per ferirmi più volte e infine farla passare come se non gliene fregasse niente e fossi io a tirarla per le lunghe. E in più mi ritrovo la diffidenza dei miei stessi amici, mentre lui ha il supporto a priori per ogni cosa. Come mi ha detto lui stesso "almeno lui ha amici che gli vogliono bene". Come faccio a sopravvivere a tutto questo? È difficile farsi scivolare un'ingiustizia del genere senza farsi logorare dalla rabbia, o dimenticarlo lasciandogliela vinta. D'altro canto, anche soffrirci gliela darebbe vinta.