jori ha scritto:Non sappiamo dove guardare, non sappiamo cosa cercare. Non sappiamo come crescere, evolvere, guadagnare, migliorare. Dunque ci affidiamo a modelli "preconfezionati" perchè sono quelli che ci vengono suggeriti più o meno esplicitamente. E ovviamente rimaniamo delusi. Quel che trovo di impreciso nel tuo ragionamento - ma così la pensano in moltissimi - è che non è una questione di qualità morale (non abbiamo voglia/tempo/cura di ascoltare il prossimo); anzi, quella per quanto mi riguarda non esiste o non è così centrale come si pensa. E' proprio una questione di cecità. Non c'è consapevolezza di quel che si va cercando, dei propri desideri e delle proprie necessità. O peggio, quando vi fosse consapevolezza, questa è osteggiata/limitata/annullata in quanto non sembra aderire agli standard che vengono proposti identicamente a chiunque. Quindi ci si ignora per seguire lo stesso miraggio che seguono tutti gli altri, tutti con la stessa frustrazione e lo stesso senso di vuoto. E questo avviene a ogni livello. E provoca e sedimenta disagio e sofferenza psicologica, che come ripetitori scarichiamo attraverso le nostre relazioni (di ripiego?) a chi abbiamo vicino.
Torna, messa così?
La questione morale non si può dire che non esista e non ho mai detto che sia la sola causa principale, ma è una causa che si va aggiungere ad altre già citate.
In sostanza, non ti sto dando torto, stiamo dicendo la stessa cosa
