Dipendenza affettiva?

LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali).
I tanti ritratti dell'Amore: condividiamo gioie e dolori e cerchiamo di imparare dalle nostre esperienze.
Inoltre, se vogliamo saperne di più e cerchiamo delle risposte sul sesso, se abbiamo dubbi o se viviamo male la nostra sessualità, possiamo discuterne in questo forum, che si dedica anche alle proprie tendenze omosessuali etero o transex.

Dipendenza affettiva?

Messaggioda nuovoutente » 30/07/2014, 10:12



Ciao a tutti,
ho 29 anni e questo è il mio primo post in questo forum.
Vi spiego cosa mi ha spinto a scrivere.

Ogni volta che ho una relazione sentimentale do il massimo fin dall'inizio. Sono premuroso, gentile, ho spirito di sacrificio per l'altra, empatico ( fin troppo! ). Insomma mi butterei sotto un treno per far stare bene la partner.

Mi è successo anche di cominciare a frequentare una ragazza che non mi piacesse particolarmente, con la quale non avrei mai pensato di voler avere una storia, ma quando lei mostra interesse per me e mi fa capire esplicitamente che le piaccio e che vorrebbe una storia con me, tutto cambia.
Da quel momento in poi perdo la testa ( in senso positivo ) e dedico tutto me stesso a quella persona.
Il problema è che essendo così coinvolto emotivamente, quando l'altra persona fa qualcosa di male nei miei confronti o semplicemente perde interesse, io sto malissimo. Divento molto ansioso e insicuro di me stesso.
Generalmente queste storie finiscono malissimo per me.
Mi è capitato che l'altra dia per scontato il mio amore e se ne approfitti.

Ogni volta mi ripeto che la prossima volta sarò più freddo e distaccato, vorrei essere addirittura *******. Ma non ci riesco!
A volte invece penso che sia giusto essere così, che sia una cosa buona e che se trovassi qualcuno che la pensa come me sarei finalmente felice.

Ho letto dell'esistenza di questo "disturbo" la dipendeza affettiva, ma non riesco a capire se si tratti effettivamente di questo o se semplicemente sono fatto così. Insomma se non ci sia qualcosa di sbagliato in me.
Per darvi un po' di contesto, devo aggiungere che ho pochissimi ( o nessuno ) amici e che esco raramente con loro. Per vari motivi, tra cui il lavoro, mi sono trasferito in una nuova città e non sono ancora riuscito a farmi una vita sociale. Immagino che questo possa peggiorare la mia "dipendenza" ( se di questo si tratta ), verso ogni nuova ragazza che frequento e mi mostri delle attenzioni.
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"Lei è psicopatico."

"Lei ha una malattia che purtroppo è di moda e si incontra ogni giorno nelle persone intelligenti. I medici, naturalmente,non ne sanno nulla. E' imparentata con la moral insanity e potrebbe essere anche denominata individualismo oppure solitudine immaginaria. I libri moderni ne sono pieni. In lei si è insinuata la fissazione di essere abbandonato, che non le importi più di nessuno e che nessuno la capisca."

"Vede. A colui che ha ormai questa malattia bastano un paio di delusioni per fargli credere che, tra lui e le altre persone, non esista assolutamente rapporto alcuno, al massimo soltanto equivoci, e che ogni essere umano si muova in fondo in perfetta solitudine, non riesca mai a rendersi ben comprensibile agli altri né condividere o avere nulla in comune con loro".
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Messaggioda sonietta94 » 30/07/2014, 11:26



Io ti capisco perfettamente... anche io sono così. La soluzione è che bisognerebbe avere molte cose o episodi che ci distraggono, se ti distrai e ci pensi molto meno rispetto a quanto fai vivi tutto più serenamente. Anche perchè poi va a finire che l'altra persona vive serena e noi, popolo di ansiosi, pensiamo tre volte quanto dovremmo pensare....
secondo me non è un disturbo, si tratta di carattere.... sai che il tuo massimo è tanto, spesso le altre persone non entrano in questa ottica e non capiscono...
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Messaggioda nuovoutente » 30/07/2014, 13:53



Grazie sonietta per la risposta.
Hai ragione, la soluzione sarebbe quella, ma il problema sta proprio nel fatto che non riesco a trovare cose che mi distraggano.
Questo dipende sia dalla mia situazione attuale in cui sono ripartito da zero a livello sociale ( ma non ne ho mai avuta una soddisfacente ) sia dal fatto che se avessi una vita piena di interessi, impegni, ecc... starei sempre a pensare al fatto che mi mancherebbe qualcosa.
Ormai ho capito che senza una relazione mi sento vuoto. E' l'unica cosa di cui ho bisogno e a cui penso in continuazione, tutte le altre cose passano in secondo piano.
Non ho più nessun interesse a crescere personalmente ( lavoro, hobby,cultura ) , l'ho fatto per tutta la vita e sono abbastanza fiero di questo, ma da un po' di anni mi sono reso conto che se non ho qualcuno con cui condividere quello che sono e a cui dedicarmi completamente, non mi sento realizzato.
Quindi la mia più grande paura è quella di non trovare mai appagamento in questa mia voglia di "dare". L'unico modo sarebbe quello di trovare qualcuno che abbia la mia stessa necessità, o altrimenti devo cambiare io.
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"Lei ha una malattia che purtroppo è di moda e si incontra ogni giorno nelle persone intelligenti. I medici, naturalmente,non ne sanno nulla. E' imparentata con la moral insanity e potrebbe essere anche denominata individualismo oppure solitudine immaginaria. I libri moderni ne sono pieni. In lei si è insinuata la fissazione di essere abbandonato, che non le importi più di nessuno e che nessuno la capisca."

"Vede. A colui che ha ormai questa malattia bastano un paio di delusioni per fargli credere che, tra lui e le altre persone, non esista assolutamente rapporto alcuno, al massimo soltanto equivoci, e che ogni essere umano si muova in fondo in perfetta solitudine, non riesca mai a rendersi ben comprensibile agli altri né condividere o avere nulla in comune con loro".
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Messaggioda ginetto » 30/07/2014, 14:32



il realtà dovremmo tutti capire che tutto il mondo siamo noi stessi, quindi se arriva una persona con la quale star bene insieme, ok, ben venga, ma se questa non arriva, pazienza, si sta bene uguale..è molto bello il fatto che tu ti dedichi completamente all'altro, sarebbe opportuno lo facessimo tutti..di conseguenza è normale che tu ci stia male quando qualcosa non va per il verso giusto. detto questo, non penso la tua sia una dipendenza, quanto piuttosto una paura di restare solo, che è comune a tantissime persone..
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Dipendenza affettiva?

Messaggioda Empty » 31/07/2014, 14:23



salve, chiedo venia se mi intrometto ma credo che questa la mia sezione... Ho 16 anni e sono nel mezzo della mia prima relazione con un ragazzo.
E' passato quasi un anno e siccome sono una persona ipersensibile e alquanto ansiosa, mi è spesso capitato di voler esternare le mie piccole depressioni con lui, mentre con gli altri non ero solita farlo prima. Avevo delle attenzioni finalmente, da una persona che mi amava tantissimo anche e che spesso ha fatto di tutto per aiutarmi. In questi mesi, anche se l'amore mi ha resa ancora più sensibile in generale, sono stata felice, e ho superato tutti i problemi esterni che si sono creati con amici famiglia eccetera... solo che dall'inizio dell'estate mi sono resa conto di essere diventata dipendente dalla persona, di non avere più interesse nella musica che prima mi spronava a migliorare, o negli amici di prima, o addirittura di farmene di nuovi.
Avete presente quel genere di amore che nasce nei film tra due adolescenti che oltre ad amarsi diventano talmente amici da fare tutto insieme?
Ecco. Ci siamo sempre visti tutti i giorni, scritti tutte le ore, fatto uscite di gruppo con gli amici ma solo se c'era l'uno o l'altra... in questo anno è diventato la persona a cui volevo raccontare ogni cosa mi fosse accaduta durante la giornata, come si fa con gli amici più cari.
Dopo tutto questo tempo lui sembra essere arrivato a saturazione a causa dei miei problemi costanti di autostima e di perdita di interesse. Probabilmente soffro di distimia da qualche mese e non posso fare sedute da uno psicologo. E' dipendenza cercare aiuto verso di lui? Io continuo a restarci male ogni volta che mi sembra di passare in secondo piano per lui, ogni volta che mi sembra che butti tutto sul ridere perchè non ha più voglia di ascoltare iquel che dico se non sono allegra. E' diventata una situazione pesante, lui si è convinto in tutto questo tempo di non potermi aiutare a stare bene, così non vuole lasciarmi ma non vuole nemmeno impegnarsi come prima quando magari ho bisogno. E da un po' io sono rimasta l'unica che si ammazza per accontentare le richieste dell'altro, e credo che questo non mi stia affatto aiutando a non esternargli che sono triste e mi sento vuota.
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Messaggioda Empty » 31/07/2014, 14:25



in pratica nessuno dei due vuole lasciare l'altro, ma adesso la dipendenza si trova solo dal mio lato, mentre prima avevamo la bellissima fortuna di dare tutto allo stesso modo :/
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Messaggioda nuovoutente » 31/07/2014, 16:33



Ciao Empty,
ti capisco benissimo, è proprio quello di cui parlavo. Hai tutta la mia comprensione ... ma purtroppo non so come aiutarti : /
E' una cosa che ho notato spesso, anche la gente che sembra volerti bene dopo un po' si stufa quando hai un problema di depressione o mancanza di stima e dopo un po' si allontana. La gente vuole avere gente allegra intorno.
Purtroppo non ho ancora trovato qualcuno che mi smentisca.
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