Ennon ha scritto:I rapporti di oggi finiscono più presto e concordo che non bisogna farsi troppe aspettative sopra.
Ma ricordiamo pure che,
in passato, i rapporti erano più stabili non per maggiori virtù o valori, bensì perché basati molto più su bisogni e regole sociali.
Io non farei cambio con il passato: con una compagna che sta con me "Perché se no muoio di fame", o perché "Altrimenti cosa dirà la gente"

Io mi chiedo solo perché la gente si comporta così.
Essenzialmente, perché
ogni essere vivente è alla base una creatura egoista, che pensa al proprio benessere (
altrimenti non sarebbe sopravvissuto).
Più specificamente,
gli esseri umani sono capaci sia di egoismo che altruismo; sia di opportunismo che di solidarietà.
Egoismo ed opportunismo possono apparirci deprecabili, ma sono semplicemente parte della natura umana - ed anche della propria.
L'errore è credere che non debbano esistere, che noi dovremmo essere "angeli" sempre buoni e bravi; ma questa è un'utopia campata in aria (e per me anche inquietante).
Per essere "saggi", bisogna imparare a vedere che
in ognuno c'è luce ed ombra; come pure riconoscere quelle stesse parti in sé, ed imparare a farle convivere in modo costruttivo.
Pensare che ci debba essere "solo luce", è illusorio e porta a disastri (pensiamo ai fanatismi religiosi).
Ovvero, non è bello essere scartati a piacimento altrui.
Certamente è un'esperienza orribile... ma è anche
parte della vita.
Come il dolore, le malattie, la morte.
Diventare adulto vuol dire anche saper accettare questi aspetti scomodi - ma inevitabili - dell'esistenza.
"L'antidoto" all'essere scartati, è
diventare una persona che piace e interessa (responsabilità personale), ed
andare verso le persone che possono apprezzarci.
Tante volte veniamo scartati perché
ci ostiniamo a correre dietro a persone a cui non frega nulla di noi. Questo non è destino, è autolesionismo

Arrivato a questo punto per certi aspetti fa bene chi si fa il proprio mondo e non permette a nessuno di entrargli
Questa è una possibile soluzione, ma non è ottimale.
Siamo creature sociali, l'isolamento e la chiusura abbassano la qualità della vita e ci deprimono.