Mi sono recentemente accorta di quanto sia oggi diffuso il consumismo in ambito relazionale: cerchiamo sempre nuove amicizie stimolanti, nuovi modelli di comportamento, nuovi amori.
Chi ha letto qualcosa dei miei precedenti messaggi sul forum sa che non ho avuto la vita amorosa che avrei desiderato, sa che mi sono vista voltare le spalle dalla persona che amavo quando sono rimasta incinta.
Mi guardo attorno, parlo con le persone, e mi rendo conto che i miei coetanei sono tutti tesi nella ricerca spasmodica di amori sempre nuovi e divertenti...così poi mi guardo dentro e mi accorgo di essermi sentita abbandonata, anche di recente, da chi diceva di amarmi.
Non ho mai pensato a me stessa come a un bene di consumo 'usa e getta', ma inizio a capire che per gli altri sono anche questo: un anello della catena di infiniti tentativi falliti in ambito amoroso.
Sarà per l'età che avanza (27 anni), ma comincio a guardare ai rapporti di coppia in modo nuovo, come se fossero il terreno fertile per il rispetto reciproco, per i progetti insieme...non solo un posto dove 'giocare'.
Non ho mai tradito nessuno, ma mi accorgo che il tradimento è ormai endemico! Tantissime persone che conosco non fanno altro che tradire la persona con cui stanno, a ogni difficoltà reagiscono con un colpo di testa dicendo "Bè, io voglio questo...io sento questo....io sono questo....." oppure "se con lui\lei finisce ne troverò certo un altro\a".
Molto vero, molto giusto. Ognuno deve chiedersi che cosa desidera in un rapporto, che cosa cerca, che cosa prova realmente, ma è possibile che un percorso di crescita umano così complesso venga fatto senza rispetto per gli altri?
Come possiamo pensare che le persone siano tutte sostituibili?
Quando ero più piccola anche io ho ragionato in questo modo, adesso invece mi sembra un modo davvero cretino di pensare.
Adesso guardo le persone che conosco e che hanno passato la vita insieme, in loro non trovo questa 'sete', questa valanga di esigenze del tutto individuali.
Forse perchè, una volta, dire a qualcuno 'ti amo' era una prova del forte sentimento provato.
Forse perchè si guardava all'altro come al compagno di avventure di una vita, non essendoci il divorzio non si pensava "ti amerò finchè dura", ma si pensava "sei la scelta che faccio, ne sopporterò anche le conseguenze negative".
Ho conosciuto anche persone che hanno mandato all'aria matrimoni per sciocche crisi di mezza età...famiglie distrutte dall'amante che era il fidanzato dei vent'anni.
Ho l'impressione che tutta questa lilbertà si sia tradotta in una fragilità dei rapporti, in un consumismo dei sentimenti...come se abusassimo dei doni che la vita ci elargisce solo perchè ne vogliamo ancora e ancora. E' come se tutti peccassero di ingordigia.
Voi che ne pensate? Vi ritrovate in questa rappresentazione della realtà o sono io che sto delirando?