Un cuore diviso a metà!

Quando non si sa più con chi vivere

LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali).
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Un cuore diviso a metà!

Messaggioda LucaP74 » 29/06/2018, 10:24



Ciao a tutti,
vi racconto la mia storia, che mi sta portando da due settimane, ad aver chiesto aiuto ad una psicoterapeuta, tanta è la sofferenza che mi porto ancora dentro.

Otto anni fa, a marzo 2010 per intenderci, dopo essermi separato dalla mia ex-moglie, in modo amichevole e con la quale sono rimasto in buoni rapporti, mi iscrissi a qualche sito di incontri/chat, così per flirtare un po'.
Feci conoscenza con una ragazza, che chiamerò qui Day, molto bella, un viso, un sorriso ed uno sguardo dolcissimo, e più giovane di me (io adesso ne ho 43 lei 28), già con un bambino di un anno e in fase di divorzio, che viveva in Brasile, a Fortaleza.
Nella mia testa le speranze che questa potesse essere una vera storia d'amore, fattibile, a lieto fine, erano nulle, quasi ci ridevo sopra al tempo. Ma la ragazza era testarda, si era impuntata con me, si mostrava gelosa, chiedeva sempre di parlare, voleva sempre la telefonata quotidiana, mi mandava sue foto e ne pretendeva di mie e della mia vita. Insomma, alla fine, finchè uscivo realmente con altre ragazze e flirtavo tranquillamente con altre ragazze da tutto il mondo in chat, dopo qualche mese, vedendo l'assiduità di tale ragazza nei miei confronti, compresi pianti di gelosia, iniziai a prenderla a cuore.
Da inizio marzo, quando avevamo iniziato a chattare, a inizio luglio, smisi di uscire e parlare con altre ragazze in modo malizioso, e mi concentrai solo sull'amicizia particolare con Day.
Da lì le promesse di andare a trovarla durante le ferie o lei venire qua, e lo scambio reciproco di regali grazie ad un ragazzo italiano fidanzato di una sua amica che spesso andava in viaggio nella sua città.
A settembre il mio compleanno, mi regalò una sorpresa inaspettata...si collegò in videochat, e tutti i suoi familiari più stretti presenti per l’occasione, indossavano una maglietta con la mia foto e la sua. Lì capii che per Day forse le cose erano serie, ed iniziai pensare davvero ad un potenziale futuro.
Dopo tre giorni però, doveva andare con l'ex marito a portare il figlio di un anno, che ha problemi fisici e di autismo, ad una visita medica importante, in previsione di una chirurgia. Mi disse di stare tranquillo, che tanto lei odia l'ex ecc...
La notte invece, due SMS che mai scorderò: il primo dicendo che aveva deciso tornare con l'ex marito e dopo 10 minuti specificando "in tutti i sensi".
Il giorno dopo provai a chiamarla, ma nulla, e per 4 giorni sparì.

Naturalmente ci rimasi malissimo, ma mi feci forza, pensai, tanto è una persona che mai avevo visto, mi dissi “Svegliati! Qui è pieno di ragazze, forza e coraggio”! E così feci.
Poi Day dopo pochi giorni mi ricontattò via chat, disperata, dicendo che si era pentita, che aveva pensato in un momento di confusione al bene del figlio, e non ai suoi sentimenti, che in realtà lei amava me, che mi chiedeva perdono, che voleva raccogliere soldi e venire in Italia anche solo una settimana, per conoscermi di persona, per vedere se quel sentimento forte, quasi un'ossessione nei miei confronti, fosse solo un'illusione.
Io non riuscii mai a mandarla a quel paese, perchè a 20 anni ne aveva veramente passate di tutti i colori, ma nemmeno la perdonai, e quindi le dissi che provavo tanto affetto per lei, ma non più quel sentimento di prima, e che potevo rimanerle tranquillamente buon amico, ma niente più, e che era meglio si concentrasse sul figlio. Inoltre le confessai che avrei iniziato uscire con altre ragazze.
Questo naturalmente la fece ingelosire, tanto che mi mandò perfino una email con la foto di lei in spiaggia con l'ex marito ed il bambino, dicendo che era felice con la sua famiglia ritrovata. Salvo poi dopo due giorni ricontattarmi in lacrime disperata dicendo che l'aveva fatto per vendetta, gelosia e rabbia.
Mi sentii un personaggio da telenovela, con una storia più grande di me. Le dissi che volevo quindi restare solo amico. E da lì, vista la mia freddezza nel risponderle al telefono o via chat, e nel sapere io uscivo con nuove ragazze, si dileguò a poco a poco.
Ma ogni due/tre settimane rispuntava e mi chiedeva come stavo. Fino a che a metà 2011, disse che stava raccogliendo soldi e prestiti da familiari e amici, per venire una settimana a conoscermi in Italia, e per 15 giorni quotidianamente mi supplicò. Ma dovendo il figlio subire una chirurgia a poco e sapendo la sua situazione e non volendo troppi casini, la feci desistere.
Finchè qualche mese dopo mi contattò, disperata, dicendo che pur essendo in rapporti pessimi con l'ex-marito, geloso di me, era rimasta nuovamente incinta da questo, in una notte in cui avevano festeggiato la sua promozione per la patente, ma come per il primo figlio, non si assumeva in toto la responsabilità della paternità. Rimasi allibito ed incredulo, pensando che tale ragazza era squilibrata e masochista, e provai una profonda pena per lei. In chat le chiesi di mostrami il pancione nudo, e al mio sguardo incredulo e senza tante parole, lei reagì con un pianto disperato, chiedendo perdono, ribadendo che aveva rovinato per sempre la sua vita. Da lì non mi contattò più.

A inizio settembre 2011 incontrai la mia attuale compagna, che ora ha 34 anni e chiamerò qui Lua, ed ironia della sorte brasiliana anche lei, di Salvador, che abitava in Italia già da 3 annetti, con due cugine già spostate qui in Italia. Al tempo lavorava come barista in un campeggio importante della riviera romagnola.
Una ragazza molto carina di viso e dal corpo da urlo, la classica bellezza che non passa inosservata, che quando andiamo in giro si notano subito gli sguardi maliziosi dei maschi e di invidia delle altre donne. Una ragazza che pur non atteggiandosi, ma allegra e solare e alla mano, sprizza senza volerlo sensualità e carica erotica da tutti i pori. E' passione pura, viaggi in auto dal Veneto alla Romagna per incontrarla sempre, e giornate o nottate intere passate in camera da letto o dove è possibile appartarsi.
All'inizio, essendo la quindicesima ragazza che in quel periodo frequento, dopo la rottura con la mia ex-moglie e con la parentesi virtuale con Day, non pensai subito ad una storia seria, ma la volli vivere in piena tranquillità e slancio alla giornata.
Finì però che ci facemmo travolgere dalla passione. Lei prima di me per 6 anni non si era legata più con nessuno seriamente, ma solo storielle senza innamoramento, l'unica sua storia importante l'aveva avuta da adolescente per 3 anni con il suo fidanzatino brasiliano, che lasciò due anni prima di venire in Italia.
I suoi amici e parenti quando ci incontravamo lo ribadivano, prendendola in giro, che lei stranamente con me stava durando, che non era da lei, lo spirito libero, che forse finalmente aveva messo la testa apposto, che io l'avevo "domata".
Un giorno senza volere sbirciai le sue chat con il miglior confidente, suo cugino gay simpaticissimo e sempre in pena d'amore, che sempre le chiede consigli e anche ne dispensa, e in una frase vedo che Lua gli rispondeva, alla domanda se avesse più avuto contatti con alcuni "amichetti", che no, che aveva tagliato i rapporti con tutti, che ora era veramente innamorata di me. Lì alcuni dubbi che avevo nei suoi confronti, svanirono poco a poco, complice anche il suo comportamento con me.
Decisi quindi, a gennaio 2012, di proporle la convivenza da me, e di presentarla ai miei, senza impegno. Lei ci pensò un po', perchè significava lasciare un lavoro, e da una città e movida romagnola spostarsi in un paesino veneto abbastanza monotono (non aveva ancora la patente all'epoca), ma accettò.
Io frequentavo al tempo due sere a settimana nuoto e due karate/kickboxing. Ma con lei a casa le cose cambiarono: essendo ancora senza amicizie in zona, mi chiese di darle più attenzioni e tempo, che le serate senza di me le pesavano.
Cominciai quindi a limitare il nuoto, da due a una serata a settimana, fino poi eliminarlo del tutto.
Alle serate di karate/kickboxing, la portai come spettatrice per non lasciarla a casa sola, ma niente, si annoiava. Quindi, per lei, annullai tutte le mie attività serali extra.

Eravamo io e lei.

Nel frattempo comunque, a casa da sola tutto il giorno si annoiava, ingrassò un po', sembrava depressa e molto sensibile, fragile. La convinsi allora ad uscire il pomeriggio, o studiare qualcosa, a iscriversi alla scuola serale per la licenza media italiana, alla scuola guida, a coltivare un hobby e portare curriculum in giro. Purtroppo eravamo in pieno periodo di crisi economica.
Poi anche mio fratello, due anni meno di me, uscito da un matrimonio pure lui, ironia della sorte, si fidanzò con una ragazza brasiliana di Rio, che ha due bimbe, al tempo già grandicelle. E quindi iniziammo spesso a frequentarci di più, sia con uscite che con cene e pranzi da me o dai miei genitori tutti "in famiglia", e questo fece rinascere dal punto di vista psico-fisico Lua. Periodo molto felice, in cui nella mia testa mi convinsi che forse Lua era la donna giusta per me e per creare una famiglia.

Nel giugno 2013 Day mi cercò e mi trovò su facebook, mandandomi un messaggio di saluto chiedendo come stavo. Lua intercettò la cosa immediatamente, e rispose per me, dicendo che lei era la mia compagna, intimando a Day di non scrivermi mai più. Day rispose che io ero un vecchio amico, e che sempre mi vorrà come amico, e che Lua dovrebbe essere più sicura come donna, e che se capitasse anche per caso un giorno di incontrarmi per strada mi saluterebbe sicuramente. Lua le rispose che da parte mia lei era sicura, ma non dalla sua, che si vedeva un interesse verso di me che andava oltre la semplice amicizia, e quindi ribadì a Day di lasciarmi in pace, di non cercarmi o parlarmi, e che l'avrebbe fatta pagare cara sia a me che a lei se si fosse accorta che non rispettavamo tale sua volontà.
Raccontai quindi brevemente e minimizzando a Lua la storia con Day, dicendo era stata solo una vecchia storiella virtuale, che per tale ragazza nutrivo sicuramente affetto per la sua condizione sfortunata, ma che poteva stare tranquilla.
La cosa si placò lì, e noi continuammo la nostra relazione in modo felice.

Poi però giunsero i problemi, il periodo più nero della mia vita: dove lavoravo, con uno stipendio di tutto rispetto, sui 2400 euro netti al mese, e pure l'auto aziendale in benefit tutta spesata anche per motivi personali, causa la crisi economica, sia perché ormai con l'avvento di internet le trasferte fisiche erano inutili, venivo obbligato a consegnare l'auto aziendale senza uno straccio di centesimo come contropartita. Significava dovermi acquistare subito un’auto.
Causa anche il tenore di vita alla giornata, fatto di regali, bei vestiti, uscite, weekend ecc...più che a risparmiare, allora calcolai che con quel poco che avevo lasciato in banca e con Lua a carico (trovava qualche lavoretto come barista ma niente di che), per acquistarmi l'auto, l'avrei costretta ad una vita troppo diversa da prima. Ci pensai e quindi le proposi, dopo essermi anche confrontato con i miei, ad andare a vivere un paio d'anni da loro, finchè non avrei finito pagarmi l'auto e trovato un nuovo appartamentino in affitto per vivere nuovamente io e Lua. Con molti dubbi e dispiaceri, ma concordando che la situazione lo imponeva, Lua accettò.

La situazione però degenerò. Per me, sempre stato indipendente e autonomo, la condizione mi causava un malessere e stress psicofisico, il dover tornare dai miei, mi causava irritabilità, che spesso riversavo anche sui familiari e su Lua.
Iniziai a trattarla verbalmente male, non con offese, ma in modo spazientito e meno dolce ed affettuoso. Contemporaneamente lei si bloccò nella sfera intima, ovvero essendo abituata a gemiti molto rumorosi, ora in casa dei miei si sentiva limitata, e quindi le occasioni erano ridotte al limite, sia come frequenza, che come intensità, come durata, come variazioni sul tema dal classico del missionario ecc. I preliminari quasi sparirono, li rifiutava.
Questa situazione mi portò ben presto ad andare dal medico, per risolvere il mio stress, che mi aveva condannato ad avere emicrania costante. Un bravissimo neurologo capì subito la situazione, e mi ordinò delle gocce da prendere per tre mesi. La terapia funzionò per fortuna, sparirono il mio mal di testa, tornai ad essere più rilassato, più amorevole con i familiari e con Lua, tornai ad essere piano piano quasi al 100% il ragazzo sorridente e solare di una volta.

Però Lua invece era ancora bloccata e scontenta della situazione.

Dai miei Lua iniziò a saltare i pranzi o le cene senza avvisare, o avvisando molto tardi. Nel frattempo iniziò frequentare una ragazza brasiliana del paese, con cui andava alla loro chiesa protestante in città la domenica mattina, e un'altra brasiliana di un paese vicino che come lei cercava un lavoro stabile, oltre ad un’amica dominicana conosciuta alla scuola media serale. Passava spesso i pomeriggi con tali amiche, a volte pranzi e cene comprese.
Da un lato capivo che la cosa non andava benissimo, ma non volevo costringerla a nulla. Non mi è mai piaciuto soffocare le persone, ma lasciarle libere di compiere le loro scelte, senza pretese e senza dover elemosinare nulla. Nel frattempo fu promossa e prese la patente di guida e le acquistai una piccola utilitaria usata.


Iniziarono anche le uscite serali con le amiche in discoteca.

Avevo il sentore che forse mi tradiva, ma non volevo pensarci, in quel momento, dopo aver rinunciato a nuoto e kickboxing per lei, mi tuffai nella nascita e gestione di un’associazione culturale senza scopo di lucro che opera volontariato. Dopo lo smacco del lavoro, avevo bisogno di almeno un'attività esterna alla coppia che mi facesse sentire realizzato, utile.
Lei recriminava che le due sera a settimana e qualche volta la domenica mattina che dedicavo all'associazione, erano troppe, che aveva bisogno di maggiore mia presenza e attenzioni, mentre io le ricordavo che non mi permettevo mai di limitarla nelle sue uscite.
Iniziò quindi una crisi silenziosa, dove il rapporto di coppia era vissuto bene in società o per chi ci vedeva da fuori famiglia, ma molto spento tra noi. In famiglia invece, si notava la sua assenza e il mio disinteresse.
Poi mio fratello venne lasciato dalla ragazza di Rio, e cercava di confidarsi con Lua, che era legata da ottima amicizia con questa ragazza, ma non sopportava questo ruolo di confidente/pacere.
Per farla breve, pur essendo vicino a finire di pagare l'auto e a racimolare un po' di soldini per tornare a vivere da soli, Lua divenne sempre più insofferente, facendomi pesare molto la situazione, e diventando a volte molto poco docile, ed aggressiva.
Cercai quindi di accontentarla distraendola, portandola più spesso fuori a cena, a ballare, sdoppiandomi con gli impegni di lavoro e associazione, e facendole regali, come vestiti ecc…

Nel 2015, senza farsi scoprire, tramite Skype, Day mi contattò ancora, mi raccontò che nel 2013, quando era stata beccata da Lua, mi aveva cercato perchè stava iniziando una relazione via chat con un altro ragazzo italiano, ma che prima voleva sapere se io ero single e volevo darle una seconda possibilità, perchè mai mi aveva dimenticato. Da lì era venuta 3 volte in Italia, ogni volta per 3 mesi, da questo ragazzo del centro Italia, fino a sposarsi nel 2015. Mi raccontò che il suo matrimonio, abbastanza fresco, pur essendo con un bravo ragazzo, che aveva accettato lei, e i suoi due figli (dal pancione era nata una bella bambina), non andava bene, soprattutto per la suocera, che non voleva legare con lei ed i bambini, ed il marito che puntualmente incolpava lei e non la madre. Io dialogai mantenendo le distanze, nel senso, senza raccontare le mie problematiche con Lua e ribadendo che ero felicemente fidanzato, e a tratti, lo ero veramente in quel periodo. Le consigliai di tentare di appianare le divergenze con il marito, di cercare di far funzionare il matrimonio. Day, vista la situazione, smise di parlarmi.

Intanto la vita con Lua scorreva, tra qualche rara giornata felice e molti bassi e litigate per la situazione.

A marzo 2016, comprai un nuovo smartphone a Lua, perché l'attuale non faceva foto bellissime, e mi adoperai di passarle i dati della scheda di memoria usando il pc.
Apriti cielo!

Fu così che scoprii che Lua mi aveva tradito, due volte in Brasile con due ragazzi diversi, a giugno e luglio 2015, e un’altra volta a novembre 2015 in Italia con un signore danaroso italiano. Oltre ad essersene vantata delle scappatelle con alcune amiche "libertine" che frequentava all'epoca andando in discoteca, mandando le foto di questi tre personaggi.

Da un lato era come se me lo aspettassi, da un lato però da lei, con il suo carattere, i suoi principi, i principi della sua famiglia, da come si comportava, invece non me lo sarei mai aspettato: ci eravamo sempre promessi che prima di un tradimento ci saremmo confidati qualcosa non stesse funzionando e che ci saremmo eventualmente prima lasciati.
Ma si sa, le promesse in amore a volte non valgono.

Dallo shock lei quella sera non parlò molto, pianse e basta, dicendo che aveva sbagliato, che il momento e la situazione erano difficili, dato non le davo le adeguate attenzioni e che si sentiva prigioniera in casa dai miei, ma che mi amava e non voleva perdermi. Io, essendo comunque ancora a casa dai miei, decisi di non fare scandali o scenate. Al posto di cacciarla a pedate, le dissi che provavo perdonarla, che non la giustificavo minimamente, ma che sapevo avevo anch'io le mie responsabilità. Le dissi "ci riproviamo".

Nei giorni seguenti io mi sentii come in trance, quasi come non fosse successo niente, nascondendo a tutti e a me stesso il dolore. Ma ero quasi apatico con lei da solo. Lua tornò un po' più affettuosa, non usciva quasi più, e mai di sera senza me, ma non parlava della questione, non parlava di sentimenti, non fece nulla per farsi esplicitamente perdonare o farmi sentire amato davvero.
La coppia andò avanti, ma di inerzia, almeno per me.

A giugno 2016 Day mi ricontattò via WhatsApp, dal Brasile, dicendo che le cose con il marito erano andate male, che era separata, e che stava tornando in Italia con i due bambini, che non sapeva in quale città sarebbe rimasta vivere.
Le risposi che mi dispiaceva molto non fosse stata fortunata con l'Italia, e augurandole buona fortuna. E non si fece più sentire nuovamente. Lua nuovamente la beccò, e mi fece la solita scenata, ma si tranquillizzò subito, sia perché notò la mia risposta gentile ma distaccata a Day, sia perché non era in condizioni di pretese dopo quello che aveva ripetutamente combinato.

Sistemata un po' la situazione finanziaria, a dicembre 2016 trovai un bel appartamentino nuovo arredato in affitto ad un ottimo prezzo, 350 euro mensili, ideale per una coppia. Lo presi, ed insieme provammo finalmente a ripartire da lì, a gennaio 2017.
Ma le cose non sempre vanno per il verso giusto. Iniziai a notare difetti in Lua che prima mi erano sfuggiti, ma che alcuni familiari mi avevano educatamente accennato. Scarsa cura per l'ordine e l’igiene della casa, settimane senza lavare o stirare vestiti messi nel cesto del bucato sporco, immondizia lasciata un po' in giro, piatti sporchi lasciati per qualche giorno. Iniziarono i litigi per questioni banali della vita quotidiana.
Nel frattempo Lua trovò lavoro in città per l'apertura di un nuovo fast-food, e quindi abbandonò il lavoretto saltuario a chiamata e mal pagato in un bar della zona. Io ero contrario, per gli orari, i turni, la distanza ecc...Ma Lua era irremovibile, voleva essere totalmente indipendente economicamente, anche se io, nei limiti del possibile, mi facevo in quattro per pagare da solo tutte le spese dell'appartamento, il cibo, la sua Rca, bollo e manutenzione dell'auto, le uscite a cena o al cinema, e qualche bel regalo di vestiario. Insomma, per quel che potevo cercavo di non farle mancare nulla.

Quel periodo rese ancora più acuto lo stress ed i litigi, in quanto Lua era molto tesa per il lavoro, e a casa la situazione era pessima. Decidemmo che buona parte dei lavori domestici, avendo più tempo libero di lei, li avrei gestiti io il sabato.
Ma le cose comunque non funzionarono benissimo. Tale suo lavoro si rivelò una mezza truffa, su quattro mesi lavorati, Lua venne pagata solo il primo per intero, e poi sempre piccoli anticipi. Nonostante i miei avvertimenti e volessi andare a parlare in modo chiaro al titolare quando vedevo tali ritardi, Lua non volle. Con i colleghi iniziò la processione dai sindacati per tentare di ottenere tutto lo stipendio che tanto aveva sudato e causato problemi anche nella nostra coppia. Finora non ha recuperato neanche un centesimo.

Dopo poco trovò lavoro in una città turistica ancora più lontana, 30 minuti di auto ed altri 40 di treno di andata, 6 mesi da stagionale in una gelateria. Io ero incavolato e ormai deluso. Rimarcai a Lua che questa situazione avrebbe distrutto il nostro rapporto, che nonostante i mesi nel nuovo appartamento, la nostra intimità era quasi come a casa dai miei genitori, poco frequente, fugace, rifiutava anche le praticassi il sesso orale, dicendo le faceva solletico. Mi rispose che non era una macchina del sesso, e che se non ha un lavoro, si sente inutile e va in depressione.
La relazione da parte mia era tesa, insoddisfacente. Mentre per lei la nostra coppia andava bene, ero io a dovermi abituare alla quotidianità e stabilità di un rapporto che non è più agli inizi.
Lua finì ad ottobre 2017 la stagione, e visto erano due anni non tornava vedere genitori, fratelli, nipoti ed amici in Brasile, decise andare fine anno per due mesi. Vista la nostra situazione, non ero d'accordo, dicendo che un mese poteva bastare, e litigammo. Mi sentii definire un insensibile ed egoista, visto io i genitori ce li avevo a 5 minuti da casa.
Nelle poche settimane che ci separano dalla sua partenza, era un po' più rilassata, mi cercava più spesso lei per l'intimità, che però era sempre poco soddisfacente per me, sempre lo stesso compitino per casa senza accettare nessuna variazione sul tema o slancio di trasgressione o fantasia. Mi sentivo come “il marito”, come “normale amministrazione”, come qualcosa che bisogna e non che si ha desiderio di fare.
Poi, l'ultima settimana, la passò a vedere con le amiche una partita di calcio della squadra di serie A italiana del cuore, dormendo fuori, a trovare le sue cugine, dormendo da loro fuori, e alcune giornate con le amiche tornando tardi la sera.
Lì scoppiai, e le dissi che la relazione così non mi andava più bene, che o facevamo qualcosa o per me era meglio finirla. Lei rise in modo nervoso e minimizzò, dicendo che eravamo stressati, e che al ritorno sarebbe stata più rilassata e avremmo risolto tutto assieme, che in fondo ci amavamo.

Le prime settimane dopo la sua partenza sentii un minimo di mancanza, forse per abitudine, ma poi il nulla. Non mi mancava più, e non mi frullava nemmeno un dubbio o alcuna reazione il fatto potesse ancora tradirmi. Non me ne importava più nulla.

Da lì a poco, spuntò nuovamente Day. Su Skype, mi raccontò la sua vita difficile di madre single con due bambini piccoli in centro Italia, con un divorzio amichevole in comune, quindi senza sostentamenti da parte dell'ex marito, e con l'unica fortuna di una casa data dal comune ad un affitto ridicolo, la pensione di 500 euro mensili del figlio con autismo, e qualche lavoretto come badante e pulizia di case.
Mi chiese se ero single, e le risposi ero ancora fidanzato, con alti e bassi.
Iniziammo a parlare quasi ogni giorno, giusto un saluto e qualche frase, mi mandava foto della sua quotidianità. Il suo viso, sorriso e sguardo erano ancora bellissimi, nonostante la vita difficile, ed il suo corpo era comunque attraente, anche se segnato da due gravidanze, con smagliature, pelle in eccesso nel ventre e qualche chiletto di troppo.
Mi raccontava dei suoi appuntamenti al bar per vedere ragazzi conosciuti tramite siti di incontri, quasi tutti andati male o con ragazzi che non le piacevano, mi chiedeva di augurarle buona fortuna, visto in amore per lei era sempre finita male.
Finchè mi chiese se ci potevamo incontrare, giusto 5 minuti, in aeroporto a Milano, visto arrivava suo cugino di 18 anni dal Brasile, per darle una mano con i bimbi finché lei cercava un lavoro decente.
Per motivi di lavoro, ma soprattutto per mantenere le distanze, e per restare fedele alla mia coscienza e correttezza, le risposi che non potevo.
Mi chiese allora se poteva almeno una volta sentire nuovamente la mia voce, se poteva chiamarmi. La chiamai io finito il lavoro quella sera: una telefonata di 30 minuti, in cui mi resi conto che la ragazzina immatura e un po’ instabile, era diventata donna, maturata, segnata dalla vita, che aveva la testa sulle spalle. Abituato 8 anni prima a sentire la sua voce in portoghese, sentirla parlare in italiano con accento portoghese e inflessione dialettale del centro Italia, mi mosse qualcosa dentro.
Anche lei notò questa cosa, mi scrisse che la mia voce l'aveva turbata, che era uguale a 8 anni fa, ma che era strano sentirla in italiano con inflessione veneta.

Finchè qualche giorno dopo mi chiese perché non volevo almeno una volta incontrarla di persona.

La tentazione fu grande. Avevo sempre avuto tale curiosità di incontrare Day ora che era in Italia, che per rispetto di Lua avevo sempre soffocato. Ma visto i tradimenti passati di Lua, e il suo comportamento nei miei confronti, la nostra situazione di coppia, al terzo tentativo di Day, le risposi che un giorno poteva venire in città, nel mio capoluogo, che le avrei fatto visitare i luoghi turistici più famosi.

Day non stava più nella pelle, ma per motivi logistici, i suoi bambini, soprattutto il maschietto con le terapie da seguire, dovevamo aspettare un mesetto.
Day iniziò guardare gli orari dei mezzi pubblici per venire in giornata, ma le dissi che era improponibile, visto le 7 ore di viaggio in treno o 9 di autobus di sola andata. Le proposi di partire il venerdì mattina per arrivare da me la sera, che le avrei pagato la notte in albergo, così avremmo passato il sabato da turisti, e il pomeriggio sarebbe ripartita, per tornare verso tarda sera di sabato a casa sua.
Mi ringraziò per l'idea, confidandomi però non voleva dormire da sola in hotel. Le chiesi se voleva allora prenotassi due singole vicine, ma la sua risposta fu che reali intenzioni io avessi con lei per tale incontro.
Lì, le risposi con tutta la sincerità del mondo, sapendo di addentrarmi in un terreno a me poco agevole, quello del potenziale adultero, cosa che non è mai stata nelle mie corde durante una relazione seria, oltre contraria alla mia coscienza e concezione dell'amore.
Il desiderio però, lì congelato da 8 anni, per una ragazza che era sempre stata ossessionata da me, che mai aveva smesso di cercarmi, prese il sopravvento.
Confidai che la verità era volevo vivere questo incontro come un'opportunità che capita una sola volta nella vita, facendo finta di essere single, visto per tanti anni non avevamo potuto mai incontrarci, e che se le circostanze ci avessero portato a far succedere qualcosa aldilà dell'amicizia però, sarebbe dovuto rimanere un segreto tra noi due, che poi ognuno sarebbe tornato alla vita di prima restando buoni amici e basta. Ma che se per lei tale situazione era scomoda ed inopportuna, potevamo invece tranquillamente incontrarci solo come amici e basta.


Lei mi rispose che non voleva causarmi problemi con la mia attuale compagna e portare guai nella mia vita, ma che lei per 8 anni non aveva desiderato altro, e che anche se solo per una volta, e anche se era sbagliato perchè io non ero single, non voleva rinunciare a questa occasione, sapendo che siamo due persone adulte, con l'unica paura che dopo il nostro incontro in lei potesse scatenarsi nuovamente quel sentimento così forte che l'animava verso me.

Decidemmo quindi di prendere una matrimoniale in hotel.

Quando la vidi scendere dall'autobus, l'abbraccio fu qualcosa di spettacolare, una marea di emozioni incredibili. In hotel, restammo le prime 5 ore di fila a parlare del passato, a raccontarci i dettagli delle nostre vite presenti, lei mi chiese perché per 8 anni la rifiutai o le rispondessi sempre in modo freddo, e piangendo mi chiese scusa per gli errori del passato. La rassicurai, dicendo che oramai erano passati tanti anni, e che non poteva colpevolizzarsi così tanto, che all’epoca era molto giovane ed immatura, con una marea di problemi e responsabilità, e che pure adesso la sua situazione non era rosea, che comunque era una super mamma. Lei rispose invece che malediva i suoi errori, perché per 8 anni spesso aveva pensato a come sarebbe stata la sua vita con me. Aggiunse che aveva rimorsi con la figlia, che ora adora, perché in passato, scoperta la gravidanza indesiderata, aveva pensato interromperla, e nei primi mesi di vita non riusciva amarla come il primo figlio, vedendola come una condanna definitiva.
Dopo tanti discorsi, ed ognuno a turno a farsi la doccia, continuammo a parlare tranquillamente sul letto, finché lei in ginocchio davanti a me disteso, non prese l'iniziativa, e mi baciò.
Nonostante il suo corpo non ben scolpito, le cicatrici del taglio cesareo e le smagliature sul ventre, i chili di troppo, quella notte fu amore come mai avevo sentito in vita mia. Sentivo il suo corpo vibrare, sentivo lei che non era mai sazia nel baciarmi, toccarmi ecc. Ad ogni mia lieve carezza o bacio, a Day veniva letteralmente la pelle d’oca.
Ci addormentammo parecchio dopo l'alba esausti ed appagati, abbracciati e tra baci infiniti. La mattina il suo volto era triste, non parlava tanto, dopo la doccia e la colazione andammo a visitare un paio di luoghi turistici.
Non smetteva mai di guardarmi, in silenzio, di toccarmi la mano o di abbracciarmi, e spesso si lanciava in baci appassionati. Mi disse che era ancora meglio di come immaginava: il mio comportamento verso di lei, la mia gentilezza, i miei baci ed il resto, che mai avrebbe dimenticato quella notte, la notte di un sogno covato per 8 anni, finalmente in parte realizzato. Per me fu la stessa cosa.
Quando ci salutammo nel pomeriggio, nella stazione, la sua tristezza era palpabile, l'abbraccio e il bacio infinito prima di staccarci, fu potente. Seduta in autobus era un fiume di lacrime, anche se con il sorriso abbozzato agitava la mano per salutarmi.

Da allora, messaggi, foto, audio whatsapp, telefonate. In cui ci raccontavamo a vicenda come mai prima d'ora ci fossimo sentiti così, di come fossimo due metà della stessa mela, due anime gemelle in perfetta sintonia in mezzo a miliardi di persone.
Ci vedemmo nei successivi weekend ancora e ancora. Lei si concesse a me anima e corpo, si sorbiva ore di treno e autobus, mi preparava piccole sorprese romantiche, mi implorava e voleva sapere tutto quello che mi piaceva e desideravo senza tabù,, e faceva di tutto per compiacermi in qualsiasi modo. Mi chiamava "principesso".
Suo cugino, che gentilmente fungeva da babysitter nei nostri weekend amorosi, disse che non l'aveva mai vista così bella, felice, allegra, piena di vita e ottimista. E che non la sopportava più, tutto il giorno a sorbirsi lei che solo parlava di me.
Però, sia io che lei sapevamo che da lì a pochi giorni Lua sarebbe rincasata. Lua esisteva ancora nella mia vita.

E lì iniziò per me la tragedia.
Che fare adesso?

Day è veramente l'amore della mia vita, la mia anima gemella? E la sua condizione, con due figli a carico? Sarò in grado di mantenere una tale famiglia allargata e di coronare anche il mio sogno di avere un figlio mio, con 2400 euro al mese?
E Lua, merita, nonostante i tradimenti e gli sbagli, di essere lasciata così, dopo 7 anni di convivenza tra alti e bassi, senza possibilità di tentare di recuperare il rapporto?
Io iniziai a logorami dentro. Anche se era solo Day l'oggetto dei miei sogni e desideri ad occhi aperti, sia romantici che erotici. Ero follemente innamorato di lei. Pensavo a lei costantemente.


Decisi che Lua forse avrei dovuto lasciarla, che probabilmente la nostra storia era finita da tempo, ma non volevo farla soffrire, e quindi ne parlai con Day, dicendo che quando Lua sarebbe tornata, lei avrebbe dovuto lasciarmi tranquillo, senza farmi pressioni, per poter eventualmente chiudere con Lua senza rimorsi o pentimenti, capire e decidere che scelta fare. Day accettò, dicendo che mi amava e voleva solo il mio bene, e che mi dava tutto il tempo a me necessario, per decidere se tornare per sempre con Lua o lasciarla per lei.

Ma anche in questo caso, le promesse in amore valgono poco.

Quando Lua tornò, dall'aeroporto a casa, subito mi parlò di quanto avesse pensato ai suoi sbagli, di quanto immatura fosse stata, ma che adesso aveva avuto modo di pensare, che le ero mancato tanto, che solo parlava di me ai genitori, ai fratelli ed amiche, e di come prima della fine del 2018 volesse finalmente un figlio da me e più in là sposarsi.
Il senso di colpa nello sgretolare in un sol botto tutti i sogni di Lua, sogni profondi e importanti, mi logoravano.
Decisi di non parlare a Lua di Day e del tradimento (la odiava già solo per un paio di messaggi in chat, figuriamoci il resto), di non ferirla così tanto, ma di lasciarla in modo amichevole, spingendo sul fatto che oramai non ci amavamo più, che dopo il tradimento, la sua poca attenzione, il suo viaggio di due mesi in Brasile, non c'erano più le basi per un vero rapporto d'amore, che si era sgretolato. Le dissi che un figlio ed un matrimonio si basano su un rapporto solido, e che il nostro non lo era più, che certi piani vanno desiderati in due. Le dissi anche di stare comunque tranquilla, che nel caso ci fossimo lasciati, l'avrei aiutata i primi mesi a sistemarsi, o che le avrei pagato un biglietto per tornare nel suo amato Brasile.

Naturalmente per Lua tutto questo fu uno shock enorme, non si capacitava. Non tanto che io oramai fossi deluso del suo comportamento e dal nostro rapporto e volessi lasciarla, quanto dal fatto che non volessi crederle che era cambiata, e non volessi concederle una seconda e ultima possibilità, per dimostrare che veramente era pentita, cresciuta e che ora voleva mettermi al primo posto delle sue priorità.
La sua disperazione mi feriva, tanti anni insieme, non ti rendono insensibile al suo pianto disperato, che poche volte, se non per fatti veramente gravi, avevo sentito prima.
Lua, nei vari giorni in cui litigavamo costantemente, io per convincerla che era meglio finirla, lei perchè non credeva possibile io volessi fare questo al nostro rapporto senza via di scampo, all'ennesima mia affermazione che non l'amavo più, in un fiume di lacrime e di rabbia, fece le valige, promettendomi sarebbe risalita per salutarmi e che si sarebbe trasferita dalla cugina, ed invece se ne andò in auto senza salutarmi, appositamente.
La cosa mi ferì tantissimo. Chiesi a sua cugina se Lua effettivamente fosse giunta a casa sua; mi rispose di si, che si era addormentata disperata tra le lacrime dopo un paio d'ore, e che non le aveva ancora detto nulla dell’accaduto.


Nel frattempo Day si sorbiva i miei sensi di colpa verso Lua, e mi rassicurava, un po' ribadendo il suo amore vero e profondo per me, dall'altro dicendomi che conosceva un'amica che aveva a sua volte un'amica in comune con Lua, e che sapeva si era comportata male con me, compreso alcuni tradimenti anni prima, le sue serate di baldoria in discoteca, i suoi commenti anni prima in chat di sole donne brasiliane in Italia, in cui si lamentava della sua situazione sentimentale ed economica, anche se in generale era una brava persona, simpatica e buona. Mi disse che Lua non mi meritava, che per anni aveva avuto l’opportunità di rendermi davvero felice, ma non l’aveva voluto fare, pensando solo a se stessa.
Anche questa cosa mi destabilizzò ulteriormente.

Con Lua fuori casa, riuscii a vedere altre 2 volte Day, l'ultima delle quali a cavallo dei ponti prolungati di quest'anno ad aprile, per ben 6 giorni di fila. Un sogno. Volevo conoscerla a fondo, nel quotidiano il più possibile, essere certo che quella donna era quella finalmente che mi avrebbe reso sentimentalmente felice.
Nel frattempo a Day raccontavo che con Lua non c'erano stati più rapporti, ed in parte era vero, ma fino ad un certo punto, anche se le intenzioni erano quelle.

Non ero infatti più sicuro al 100% di voler lasciare Lua, che nel frattempo, era diventata super romantica, mi scriveva papiri d'amore in chat, mi mandava foto, dediche, aforismi sul perdono e l'amore vero. Lua che mai era stata romantica, poco aperta a dire “ti amo”, molto pragmatica in amore.
Visto aveva un piccolo problema di salute da risolvere e avesse già pagato profumatamente un corso di inglese nella cittadina dove vivo, personalizzato e privato per gelatai (l'avevano riconfermata per la stagione 2018), le proposi di tornare a vivere nel nostro appartamento per il tempo necessario a curarsi e finire il corso, giusto un paio di settimane, ed io sarei andato dai miei, ma lei non accettò, e propose lei invece di andare dai miei. E così fece.

Ma aveva le chiavi di casa ancora, e quindi spesso la sera mi capitava lì, per stuzzicarmi, proponendomi di essere il suo "trombamico", tanto per lei non avevo altre. Ma io riuscivo a resistere, nonostante la forte attrazione fisica, per una donna così bella e dal corpo così prorompente. Pensavo a Day.

Mi chiese di salutarla l'ultima volta, con una notte d'amore, in cui voleva concedermi qualcosa che io spesso le avevo chiesto, senza insistere, e che lei mai per paura aveva concesso a nessuno: sesso anale. Cosa che con Day la prima sera già facemmo e regolarmente le successive, sempre su sua esplicita iniziativa ed invito.
Quella ultima notte d'amore a Lua decisi di concedergliela, e il sesso, a parte quello anale che non fu un granchè, visto le fece solo male e lei non riuscì più di un minuto a resistere, fu comunque appagante. Si liberò, si sbloccò, lasciandosi anche far godere con il sesso orale dopo anni, e molte fantasie represse si liberarono. Entrambi ci fermammo esausti ed appagati dopo qualche ora.
Day sospettò qualcosa, visto ci sentivamo varie volte al giorno, e spesso la notte addirittura spesso facessimo videochiamate o telefonate di 5 ore, fino ad addormentarci assieme all'alba. Ma la convinsi che mi ero solo addormentato.
Mi sentivo questa volta in colpa con entrambe. Lua per averla “usata”, cosa che nonostante tutto non meritava, anche se era sua precisa volontà, e Day per non poter essere sincero al 100%. Il mio logorio intero cominciava a farsi sentire molto forte, sentivo il peso delle colpe, la mia autostima si stava sgretolando.

Io, il Luca che tutti apprezzavano per la sua onestà, bontà, generosità, fedeltà, correttezza, il Luca "angelo" per Lua e "principesso" per Day, si stava contemporaneamente invece, grazie a bugie e sotterfugi, “scopando allegramente” due donne meravigliose, imperfette ed umane, ma meravigliose. Mi sentivo un uomo infido e squallido.
Con Day, senza mai confessare il sesso con Lua, ogni tanto la mettevo al corrente della mia sofferenza, che mi sentivo male per la situazione pesante, di sotterfugi verso Lua. Ma Day mi dava coraggio, dicendo che stavo trattando Lua anche troppo bene. La solidarietà femminile, di chi era stata lasciata senza risorse con due figli da un marito, aveva lasciato il posto alla gelosia e alla fretta di avermi finalmente in modo esclusivo.
Iniziarono quindi da parte di Day un po' di pressioni, a volte smorzate quando le facevo capire che la mia sofferenza era reale, per liquidare in modo definitivo Lua, incitandomi a richiedere le chiavi di casa e portare a casa dei miei tutta la sua roba, in modo potesse recuperarla senza vedermi.
Questa cosa cominciò a instillare nuovamente il dubbio se stessi facendo la cosa giusta, liquidando Lua senza possibilità di appello.

Ecco che in occasione del compleanno di un mio parente di domenica, in cui per tale motivo non mi potevo vedere con Day nel weekend, Lua capitò in famiglia, e nel pomeriggio volle la portassi a fare un giro. Inutile dire che mi tentò in tutti i modi, e alla fine cedetti, anche se con grande malessere. In auto mi costrinse fermarmi in uno spiazzo isolato, per sbottonarmi i pantaloni, e a petto nudo a darmi piacere con la sua bocca, mani, e seno, fino a bere tutto il mio seme. Non contenta, con la scusa di prendere una cosa lasciata a casa mia, una volta arrivati, passammo l'intero pomeriggio in camera, dove, tra le varie cose, nonostante il dolore, si adoperò anche per portare a compimento un rapporto anale completo.
Da un punto di vista sessuale, fisico, mi sentivo appagato. Con quel corpo nudo e perfetto, prorompente, che mi ballava nuda sopra la testa in modo invitante e sfacciato, e che si concedeva totalmente a me, come pure oggetto di piacere.

Ma il senso di colpa verso Day, che aspettava una mia chiamata o messaggio, cresceva ulteriormente.
Passata l'ubriacatura ormonale, la mia coscienza mi invitava a fare i conti con me stesso. Avevo talmente malessere psicofisico, che avevo costantemente mal di testa, crampi all'intestino e bruciore allo stomaco. Mi stavo logorando dentro.
Oramai non mi controllavo più, la mia coscienza, che per anni mi aveva reso orgoglioso di ciò che ero e del mio comportamento, ora gridava vendetta, mi sfiniva.

Ma lo shock maggiore venne il 4 maggio. Lua oramai era rassegnata, aveva raccolto quasi tutte le sue cose, si stava definitivamente trasferendo dalla cugina, sentiva che quei due episodi non erano, per me, fare l'amore, ma godere del bellissimo corpo di una donna che si concede in modo totale per l'ultima volta. Ma quel pomeriggio, recuperando le ultime cose in appartamento, complice il mio pc principale in riparazione, e l'altro pc temporaneo senza password, scoprì il mio tradimento, e che era proprio con quella Day che anni fa aveva chiesto di far sparire dalla nostra vita.

Fu la catastrofe, l'incubo che si avvera. Lua mi mandò una trentina di messaggi vocali, con le offese e le minacce più assurde. Mentre tornavo dal lavoro avvisai Day della cosa, la quale dapprima rimase incredula della mia ingenuità nel farmi scoprire, ma dall'altro canto, ribadì come questo ponesse fine in modo definitivo alla mia relazione con Lua, senza più farse e tira e molla.
Quando tornai a casa, trovai Lua inferocita come mai avevo visto, dalle 19 alle 4 di mattina, mai un minuto di scampo. Compresa aggressione fisica nei miei confronti. A nulla valse la mia ammissione, ricordando che forse non sarei mai andato con Day se lei si fosse comportata in modo amorevole e passionale prima, che oramai era troppo tardi, e che anzi, questo suo cambio di atteggiamento solo dopo la cacciata, se da un lato dimostrava che veramente a me ci teneva in qualche modo, dall'altro mi faceva ancora più arrabbiare, pensando a quanto tempo prima avrebbe potuto sforzarsi nell'essere così, invece di arrivare a questo punto, ed ad accorgersi e lottare per me solo adesso.
La vidi disperarsi come non mai, mi disse che non l'avevo mai amata veramente, che sempre avevo amato Day, che lei era stata solo un incidente di percorso, che così era come fossero 7 anni che la tradivo. Mi disse che non mi avrebbe mai lasciato vivere in pace con Day, che Day era una sfasciafamiglie, che nonostante la sua richiesta anni prima, questa persona non si era fermata, ed aveva distrutto un rapporto di 7 anni.
Minacciò anche di raccontare tutto ai miei genitori, in modo da metter in guardia sulla razza di futura nuora stavano accettando in famiglia ecc…

Esausto, alle 4 di mattina, in un momento di pochissima lucidità e forte esasperazione, cedetti. Proposi a Lua di dimenticare gli sbagli reciproci e di riprovarci, e per tranquillizzarla, commisi un altro sbaglio di cui penso mai mi perdonerò per il resto della mia vita: davanti a Lua un audio inviato alle 4:30 di notte a Day, che intanto aspettava ansiosa dalle 6 di sera un mio cenno di come fossero finite le cose, in cui mi scusavo e le chiedevo di non chiamarmi e cercarmi più.

Lua si calmò, con un pianto a dirotto liberatorio mi chiese scusa per non aver capito tutto il male e la poca premura nei miei confronti da parte sua, tanto da spingermi nelle "grinfie" di Day, e dicendo che mi perdonava, che si sarebbe ripartiti da zero.

Day, dopo tale audio, non si capacitava, infinite chiamate perse, messaggi in cui mi pregava di spiegare cosa era successo e che non poteva essere vero, che io la amavo e non poteva essere dopo tutta quella sofferenza che io avessi agito così, che non ero io ma ero stato costretto o plagiato da lei.

La notte stessa Day alle 5 partì in cerca di un autobus per giungere da me, che fosse a casa dove si trovava anche Lua o sul posto di lavoro, ma voleva a tutti i costi guardarmi in faccia e che le spiegassi cosa era cambiato, che veramente non l’amavo più, che non meritava essere trattata così.
Day aveva ragione, non lo meritava di certo. Il senso di colpa era come un macigno che mi schiacciava costantemente senza tregua.
Day era talmente sconvolta e determinata, che arrivò a inviare il proprio numero di telefono a Lua, chiedendo di voler parlare.
Lua naturalmente non la chiamò mai.
Convinsi Day comunque a tornare indietro, a fermarsi, dicendo che le avrei spiegato con una telefonata nell'ora di pranzo.
Mi inviò schermate di messaggi chat di amiche e parenti che da tempo facevano il tifo per noi, che mi offendevano ed esprimevano tutto il loro disprezzo e delusione per il mio comportamento.
Il senso di colpa mi schiacciava sempre di più. Provai a guardarmi dentro, e l’esame di coscienza fu implacabile, non mi riconoscevo più, non mi accettavo più, non mi capacitavo dei miei comportamenti totalmente irrazionali e senza tener conto della sofferenza che provocavo a chi mi ama e pensavo di amare.

Chiamai Day in pausa pranzo e le spiegai che tale audio era stata una mia debolezza, dopo ore di tortura.
Capì in parte, mi perdonò, ma mi fece capire l'immenso male che le avevo procurato, che si era sentita morire dentro.

Lua nel frattempo, che credeva io non comunicassi più davvero con Day, sapendo sono una persona sensibile e che si preoccupa, percepì il mio malessere per aver a cuore la situazione di Day, e mi rassicurò, dicendo che tale persona, mettendosi con un uomo già impegnato, sapeva molto bene e avrebbe dovuto mettere in conto un epilogo simile, e che era meglio se si concentrava nella sua grama vita di mamma single abbandonata, piuttosto che rovinare la mia, accollandomi i suoi problemi.
Tutto questo mi annientò. Mi sentii come stessi giocando in modo superficiale con la vita delle persone, anche se non con l'intenzione di ferirle.

Fingevo con Lua di riprovarci, ma comunque non ci riuscivo. Con lei le sensazioni erano solo fisiche senza trasporto sentimentale, ed in quei momenti pensavo costantemente solo a Day.
Lua iniziò nel frattempo la stagione in gelateria, e quindi rassicurai Day, dicendo che dopo il primo stipendio, avrei convinto Lua a terminare la storia, a lasciare l'appartamento. Day iniziò nuovamente a pressarmi, la presenza, o meglio il ritorno di Lua sotto il mio stesso tetto, con la promessa di riprovarci, scatenò in Day una gelosia comprensibile.
Day era sempre più dubbiosa, insicura. Non era più felice e tranquilla come una volta. Alterava giorni in cui mi esprimeva il suo amore incondizionato e si diceva sorridente pronta a sopportare tutto ciò, ad altri in cui mi invitava a scommettere che Lua mi avrebbe lasciato in pace tra tre anni, e si diceva stanca di tutto ciò.

Cominciai a non reggere più la tensione della situazione e i sensi di colpa, a non essere più sicuro di ciò che volevo davvero. Non ci stavo più con la testa, parcheggiando a casa urtai il paraurti, passai tranquillamente ad un semaforo rosso, la notte mi svegliavo anche 3 volte con tachicardia e senso di soffocamento.

Nel frattempo Lua iniziò insospettirsi io continuassi parlare con Day, visto a volte non le rispondevo prontamente al telefono. Quando dovevo interrompere una chiamata con Day per assecondare Lua, Day si inalberava e per le successive ore mostrava la sua insofferenza e oramai esaurimento di ogni riserva di pazienza. Ed io restavo sempre peggio.

Iniziai pensare alla necessità di un aiuto urgente, di un terapeuta. A Lua sfacciatamente confessai che mentre stavo provando dimenticare tutto e ripartire con lei, mi sentivo affettivamente apatico ma interessato in modo anomalo e ossessivo al sesso. Mi assecondò, dicendo che sarebbe passata, concedendosi senza remore, ed ogni sera dando sfogo a fantasie represse e richieste di rapporti consecutivi nelle più svariate modalità fino allo sfinimento. Ero ossessionato dal sesso. E anche questo iniziò a preoccuparmi, a farmi sentire “sbagliato”.

Finché una sabato mattina, i primi di giugno, Day mi raccontò che "un uccellino" le aveva confermato io con Lua stessi avendo rapporti sessuali, e mi chiese la verità.

Anche qui, indifeso, sfinito, reso ingenuo dal logorio della situazione, le confessai che qualche volta era successo, che mi dispiaceva di non averlo mai confessato, per vergogna e per non farla stare male, ma che era impensabile una storia di 7 anni troncarla in pochi giorni e senza nessun rapporto.
Day andò su tutte le furie, promettendo, appena terminate le mestruazioni, di andare con il primo che capita, e che da lì a pochi giorni, il sabato successivo, sarebbe venuta a casa mia, e guai se ci fosse stata Lua o qualsiasi piccola cosa che le appartenesse dimenticata ancora in appartamento.
Per un paio di giorni Day al telefono pretese incavolata tutti i dettagli e tutta la verità. Mi sentii un essere schifoso e meschino.

Finché, verità per verità, le confessai tutto, mi liberai di tutti i pesi. Le dissi che mi sentivo confuso ed insicuro, che pensavo sempre a lei e mi mancava costantemente, che con Lua non avevo nessun trasporto sentimentale, ma che mi spaventava anche il fatto di dovermi assumere la responsabilità di due bambini non miei, e che comunque prima di troncare una storia di 7 anni volevo essere sereno, e che al momento non lo ero, e di aspettare il mio percorso da uno specialista, per farmi aiutare a recuperare la mia autostima ed equilibrio mentale, ormai persi, per poi decidere se stare con Lua, da solo o con Day. Day si spazientì, tra le lacrime mi chiese stravolta lei di non cercarla e chiamarla più. Le chiesi due volte se fosse sicura, mi intimò di sì.
Ecco, pensai, con Day ora è davvero finita, ho combinato solo casini, l’ho solo illusa e fatta soffrire. L’ho portata in paradiso per poi ricacciarla all’inferno.
Il sogno di una vita con una donna che mi ama davvero, con l’anima gemella, è svanito confrontandosi con la dura e cruda realtà.

Tornai da Lua, affranto ed assente, sconvolto. Lua intuì forse qualcosa, mi disse di provare a stare tranquillo, di dimenticare quella sfasciafamiglie disperata, e di tornare a stare bene con lei. Che tale persona era disperata, e si era donata anima e corpo a me solo perchè nessuno avrebbe mai accettato una donna con due bambini da accollarsi, che ero un ingenuo, che si era approfittata di me, e che senza scrupoli stava distruggendo la nostra vita. Mi ripropose di dimenticare veramente tutto e ricominciare da zero con lei, di riprovarci davvero.
Accennai col capo un timido sì e mi gettai tra le sue braccia.
La voglia di scappare, prendere l'auto e guidare per 8 ore era tanta, per andare da Day. Ma non ce la facevo a metterlo in pratica, ero affranto e confuso. Mi sentivo come ubriaco.

Prima di dormire mi accorsi che Day, dopo un'ora che mi aveva detto di lasciarla per sempre, mi aveva cercato sul cellulare. Ultimo messaggio "Mi chiami amore mio? Se non puoi stasera domani mattina subito. Baci, mi manchi"

Il giorno dopo spiegai a Day che non potevo più cambiare subito idea e fare promesse come una banderuola al vento, le raccontai che convinto mi avesse lasciato, avevo accettato la proposta di Lua, pur sentendo di non amarla, di riprovarci, e che il venerdì avrei iniziato il primo colloquio dal terapeuta, perchè oramai la mia stabilità e benessere erano precari e preoccupanti.

Day era incredula, dopo quell'audio del 4 maggio, e la mia confessione di rapporti sessuali con Lua, un'altra mazzata simile. Mi supplicò di non fare così, di andare dallo psicologo, ma di non abbandonarla ancora per tentare con Lua. Che tutto quello che avevamo vissuto e tutte le sofferenze passate, non meritavano un epilogo del genere.
Che Lua non mi meritava, che la mia era solo la soluzione più comoda e semplice, ma non la più giusta e quella per la mia vera felicità. Che prima o dopo Lua avrebbe nuovamente mostrato la sua vera natura, anteponendo i suoi interessi a quelli miei e della relazione.
Iniziò quindi a pregarmi di non abbandonarla, mi accusò di averla sempre usata, si disperò, mi confessò di essersi tatuato sul collo il mio nomignolo “principesso”, con a fianco un cuore azzurro, il modo con cui mi chiamava e salutava.
Stavo sempre peggio.
Alla fine mi chiese tra le lacrime di non chiamarla più, di andarla a cercare solo se un giorno sarò finalmente single.

Nel frattempo ogni tanto mi mandava vie email video di canzoni d'amore tristi, chiedendomi se veramente volessi lasciare finire così la nostra opportunità, che forse se non sistemavo adesso le cose subito con Lua, c’era la possibilità non ci saremo rivisti mai più.
Le chiesi di lasciarmi per un po' tranquillo, per recuperare, di smettere di farmi pressioni, di provare a non sentirci per qualche giorno. Mi bloccò su tutte le chat, mi informò dell’intenzione di voler cambiare numero, che aveva già prenotato le 6 sedute laser per cancellare il tatuaggio, e che solo via messaggio facebook avrei potuto contattarla un giorno, se fossi tornato single, e che mi pentirò di non averla scelta e di essere stato così debole ed egoista, e non aver pensato anche a lei.

Iniziai dopo due giorni la psicoterapia. Era dura la situazione.

Continuavo a pensare a Day, mi mancava, avevo ancora paura per un potenziale futuro con lei di sobbarcarmi due bambini non miei, ma il desiderio verso lei era potente.
Parallelamente con Lua ero apatico, qualsiasi suo gesto d’affetto mi lasciava indifferente, senza nessun trasporto sentimentale, mi sentivo vuoto. Ci provavo, mi impegnavo, ma nulla.

Nel frattempo Lua scoprì che dal 4 maggio fino ai primi di giugno non ero stato sincero con lei, trovò le mie conversazioni sul cellulare avvenute qualche settimana prima con Day. Non mi disse nulla subito, ma la sera tornò ubriaca a casa e sconvolta, al lavoro non la lasciarono operare, la mandarono a casa a riprendersi. Tutta la notte la passai da infermiere, con lei che vomitava e urlava piangendo, dicendomi che ero un mostro, che volevo sbatterla fuori di casa per godermi la vita con Day, la sfasciafamiglia con figli a carico.

Mi sentivo sempre più mostro.

Passarono pochi giorni e Day mi contattò per chiedere come stavo. Le risposi benino, che avevo iniziato la terapia, ma che mi avevano consigliato di non parlarci per un po'. Mi rispose ok, scusandosi per il disturbo.

Dopo una settimana però ero io che non resistevo più. Provai contattare Day, ma mi rispose in malo modo, dicendo che oramai avevo fatto la mia scelta, che non voleva essere più l’amante, che era stata solo usata da me, che dal principio era tutta una farsa ed una bugia, e che ora ero felice con Lua. Mi disse che non riusciva più a concepire di poter baciare o fare l’amore con un altro uomo, perchè aveva solo in testa me, e che anche se ancora mi amava, provava con tutta la forza iniziare ad odiarmi per dimenticarmi, di non cercarla più, di lasciarla tranquilla con i suoi bambini. E che se un giorno vorrò parlarle, per chiarire tutto, dovrò essere single, e se lei sarà single e ne avrà voglia, ma non è detto, ci sarà forse un chiarimento faccia a faccia, così capirò quello che ha provato lei per 8 anni quando mi cercava.

Sono da due settimane in terapia.
Sto leggermente meglio, come autostima. Ma con Lua continuo non sentire nulla, e lei lo percepisce e si dispera, e inizia dire che sta pensando ad arrendersi. E continua a mancarmi da morire Day, che ora mi odia e vuole solo dimenticarmi.

Quando sono da solo riguardo le foto, i video, riascolto i messaggi vocali, rileggo i messaggi...sia con Day che con Lua, e non capisco cosa voglio dalla vita. Mi sento vuoto.

Secondo la terapista da una prima analisi, probabilmente dovrei lasciare Lua e stare per un buon periodo da solo.

Sono stato bravissimo a rovinarmi la vita e portare tanta sofferenza a due persone che in tempi e modalità diverse ho amato. Ho rovinato, forse per sempre, due relazioni ed il sogno che due persone avevano con me.

Mai avrei creduto, a 43 anni, di ritrovarmi in queste condizioni, senza sapere cosa fare della mia vita. Di sentirmi la copia ridicola di un personaggetto da telenovela brasiliana.
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LucaP74
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