Il mio umore dipende da lui

[Lieve]

Come da titolo.
C'è un ragazzo che sto frequentando, diciamo, la situazione è un po' complicata, di base non credo che durerà molto, comunque non è questo il punto, quanto la mia tendenza a fissarmi. Praticamente mi sono accorta (e non è la prima volta, è capitato anche con altri in passato, e la cosa è andata via solo sbattendoci la testa e dopo moooolto tempo) che il mio umore edi conseguenza le mie giornate dipendono da lui: da come lo sento, se lo sento, come si rivolge a me, insomma, da come percepisco il nostro rapporto. Sto tranquilla solo se vedo segnali positivi. Non sto a raccontarvi la situazione ma comunque non so se la cosa avrà molto futuro come dicevo e, invece di farmene una ragione e razionalizzare, continuo a fissarmi, ad aspettare suoi messaggi, a sperare che, ad esempio, se fisso un impegno futuro "chissà se quel quel giorno starò ancora a pensare a lui, se la cosa sarà risolta, etc".
Questo lato di me non mi piace, anzi mi preoccupa.
Spesso sono triste, malinconica, mi succedeva anche prima ma questa situazione ha acuito il tutto.
Vi è mai capitato? E' normale e passa? Non riesco a godermi la compagnia di nessuno, nulla, se non posso condividere cose con lui. Ok che mi piace molto, ma non so quanto sia normale. Ho quasi 30 anni, penso di essere grande per queste cose. Però da ragazza ho avuto poche esperienze e forse è per questo? Sarà il fatto che mi sento "rifiutata" da lui (anche se non è propriamente così, ma la mia autostima pari a zero mi fa vedere solo questo lato, cioè, se le cose vanno male sarà solo colpa mia) e la cosa mi ossessiona?

[BusyBee]

Ciao cara. Credo fermamente che per poter costruire un rapporto sano sia necessario prima di tutto costruire se stessi, e con questo intendo costruire la propria identità, autostima, conoscersi e apprezzarsi. senza questo presupposto è difficile che una storia duri o si approfondisca. Perché non inizi a chiederti il motivo del tuo bisogno di sentirti apprezzata per sentire di avere un senso, un valore? Rifletti sulla tua storia familiare e come individuo, per esempio: che vuoto stai cercando di riempire con questa relazione?

[Lieve]

Grazie mile per la tua risposta. Hai ragione. Sai qual è la cosa paradossale?? io, teoricamente, credo in me, ho raggiunto anche dei traguardi ultimamente per cui ho lavorato molto e che mi hanno dato soddisfazioni, mi considero una persona in gamba, sono circondata da amici (ma forse ad un certo punto cominci a sentire la solitudine tra la gente, se non ti senti pienamente a posto?), non capisco perchè ho questa visione catastrofica e mi faccio condizionare l'umore da paranoie.
Forse sono state delle vecchie, brutte delusioni?
Non riesco prorpio a distrarmi, eppure ho tanti hobby, incredibile.

[BusyBee]

Forse potresti approfondire questi dubbi parlando con un terapeuta? Io trovo davvero molto utile la terapia. Ovviamente non siamo tutti uguali, ma davvero che liberazione capirsi meglio, conoscersi. Il fatto che tu dica che credi in te è importante. Coraggio...devi trovare la forza di rompere la catena in qualche modo

[Lieve]

Non sono mai andata da un terapeuta ma forse è giunto il momento. Non so perchè ma l'idea di raccontare a qualcuno estraneo (seppur professionista) la mia situazione mi ansia e mi fa vergognare, mi sembrano problemi adolescenziali i miei...
Ho notato che non solo mi preoccupa la situazione come preoccuperebbe normalmente chiunque (quando si tiene a qualcosa non si vuole perderla o comunque comprometterla) ma la vivo proprio male, ci penso spesso e, appunto, il mio umore dipende tantissimo dalla questione (che poi, non è che ci siano grandi novità giorno dopo giorno, si va a momenti, e la situazione potrebbe metterci molto tempo ad assestarsi...come faccio a continuare così? rischio anche di compromettere il tutto).

[BusyBee]

Per me dovresti provare. Se vuoi ci sono per te

[Lieve]

grazie,davvero. La situazioen al momento non pare migliorata, anzi: la questione con lui la vedo quasi chiusa e la cosa mi sta facendo stare male. E mis to fissando che non riesco a godermi nulla, a fare nulla, perchè vorrei tanto che per una volta le cose fossero tranquille anche per me.
Mi rendo conto che con questo atteggiamento mi chiudo anche a nuove conoscenze. C'è qualcuno che si sente o si è sentito come me?

[Navigator63]

Spesso sono triste, malinconica, mi succedeva anche prima ma questa situazione ha acuito il tutto.
Vi è mai capitato? E' normale e passa?

In un certo senso è "normale" perché è comune, ma cmq non è sano.
Tantomeno per una persona di 30 anni.

Usando un concetto psicologico, direi che hai un "locus of identity" completamente esterno (prova a leggere qualcosa su "locus of identity").
Ovvero, poni la fonte della tua identità all'esterno di te.

Cos'è l'identità? In sintesi, la consapevolezza di chi sono e cosa valgo.
- Se è interna, sono io a decidere chi sono e cosa valgo: se altri non sono d'accordo o mi attaccano, non ne resto turbato più di tanto perché la mia identità è dentro di me, e gli altri non possono distruggerla o portarmela via.
- Ma se è esterna, dipendo dagli altri per sapere chi sono e cosa valgo:quello che fanno e dicono definisce chi sono (gli altri possono essere uno o tanti, dipende da vari fattori).
Così se gli altri mi trattano bene sto bene, ma se mi trattano male sto da schifo. In pratica sono in balìa dei comportamenti altrui.

Non è importante chi siano quegli "altri": possono essere un fidanzato, un amante, un marito/moglie, i genitori, un gruppo di amici, ecc.
Finché il mio "locus" è esterno, ci sarà sempre qualcuno a cui mi rivolgo per ricevere approvazione, validazione, rassicurazione, ecc. Quegli "altri" possono cambiare (es. un nuovo partner), ma io sarò sempre dipendente.

Come si risolve?
Rafforzando l'autostima, riportando il locus all'interno (sono io che decido chi sono e quanto valgo), andando a vedere le radici della mia fragilità e dipendenza, ecc.
Insomma con un lavoro di scavo, consapevolezza e ricostruzione psicologici. Non sono cose che passano da sole.

Se hai voglia di capire meglio queste dinamiche, ti linko alcuni miei articoli che sono collegati a queste problematiche:
- Perché abbiamo bisogno degli altri, e come dipendere meno
- Liberarsi dai giudizi altrui
- Come superare la timidezza (la timidezza nasce da fragilità e paura degli altri)
- Accetta quello che sei, ama te stesso (dipendere dagli altri indica che non abbiamo un buon rapporto con noi stessi)

Ricorda: il problema non sono quasi mai gli altri. Gli altri vanno e vengono. Volerli cambiare non è mai la soluzione.
La soluzione è arrivare ad avere un buon rapporto con se stessi: a quel punto, anche relazionarsi con gli altri diventa più facile

[Stevie]

Come da titolo.
C'è un ragazzo che sto frequentando, diciamo, la situazione è un po' complicata, di base non credo che durerà molto, comunque non è questo il punto, quanto la mia tendenza a fissarmi. Praticamente mi sono accorta (e non è la prima volta, è capitato anche con altri in passato, e la cosa è andata via solo sbattendoci la testa e dopo moooolto tempo) che il mio umore edi conseguenza le mie giornate dipendono da lui: da come lo sento, se lo sento, come si rivolge a me, insomma, da come percepisco il nostro rapporto. Sto tranquilla solo se vedo segnali positivi. Non sto a raccontarvi la situazione ma comunque non so se la cosa avrà molto futuro come dicevo e, invece di farmene una ragione e razionalizzare, continuo a fissarmi, ad aspettare suoi messaggi, a sperare che, ad esempio, se fisso un impegno futuro "chissà se quel quel giorno starò ancora a pensare a lui, se la cosa sarà risolta, etc".
Questo lato di me non mi piace, anzi mi preoccupa.
Spesso sono triste, malinconica, mi succedeva anche prima ma questa situazione ha acuito il tutto.
Vi è mai capitato? E' normale e passa? Non riesco a godermi la compagnia di nessuno, nulla, se non posso condividere cose con lui. Ok che mi piace molto, ma non so quanto sia normale. Ho quasi 30 anni, penso di essere grande per queste cose. Però da ragazza ho avuto poche esperienze e forse è per questo? Sarà il fatto che mi sento "rifiutata" da lui (anche se non è propriamente così, ma la mia autostima pari a zero mi fa vedere solo questo lato, cioè, se le cose vanno male sarà solo colpa mia) e la cosa mi ossessiona?

Sembri me, a me accade anche per le amicizie, domande tipo: "Ma fin quando durerà la nostra amicizia?" Non credo sia una questione d'autostima ma di forma mentis ovvero di come funziona il nostro cervello. Di passare non credo passi mai, si può solo imparare a controllarla e a essere più obbiettivi senza farsi prendere troppo dall'emotività. Per es il ragazzo che ti piace non ti saluta: avrà i suoi problemi. Piuttosto che pensare e perché non mi saluta, e che cosa gli ho fatto ecc...Inoltre, stare a pensare "ma per quel giorno staremo ancora insieme" non è una frase che cambia magicamente le cose, ovvero se la si pensa non accadrà mai o se non la si pensa accadrà, se deve accadere per destino accadrà in entrambi i casi.

[Unknown]

Come da titolo.
C'è un ragazzo che sto frequentando, diciamo, la situazione è un po' complicata, di base non credo che durerà molto, comunque non è questo il punto, quanto la mia tendenza a fissarmi. Praticamente mi sono accorta (e non è la prima volta, è capitato anche con altri in passato, e la cosa è andata via solo sbattendoci la testa e dopo moooolto tempo) che il mio umore edi conseguenza le mie giornate dipendono da lui: da come lo sento, se lo sento, come si rivolge a me, insomma, da come percepisco il nostro rapporto. Sto tranquilla solo se vedo segnali positivi. Non sto a raccontarvi la situazione ma comunque non so se la cosa avrà molto futuro come dicevo e, invece di farmene una ragione e razionalizzare, continuo a fissarmi, ad aspettare suoi messaggi, a sperare che, ad esempio, se fisso un impegno futuro "chissà se quel quel giorno starò ancora a pensare a lui, se la cosa sarà risolta, etc".
Questo lato di me non mi piace, anzi mi preoccupa.
Spesso sono triste, malinconica, mi succedeva anche prima ma questa situazione ha acuito il tutto.
Vi è mai capitato? E' normale e passa? Non riesco a godermi la compagnia di nessuno, nulla, se non posso condividere cose con lui. Ok che mi piace molto, ma non so quanto sia normale. Ho quasi 30 anni, penso di essere grande per queste cose. Però da ragazza ho avuto poche esperienze e forse è per questo? Sarà il fatto che mi sento "rifiutata" da lui (anche se non è propriamente così, ma la mia autostima pari a zero mi fa vedere solo questo lato, cioè, se le cose vanno male sarà solo colpa mia) e la cosa mi ossessiona?

Non è affatto normale quindi fai bene a preoccuparti..
Mi capitava e non escludo potrebbe ancora capitare..
E' un aspetto che va modificato altrimenti ogni relazione non potrà che essere un disastro.
Per prima cosa occorre riportare l'autostima sopra lo zero perchè al di sotto di questo valore non esistono proprio le condizioni per intraprendere un discorso di questo tipo..
Non è questione di età.. ci sono persone ben più "adulte" con il tuo stesso problema..
Certe questioni interne andrebbero risolte prima possibile, spesso invece vengono lasciate in sospeso e il debito nel tempo si accumula.. come le cartelle esattoriali non pagate che ritornano con gli interessi.
Ti consiglio vivamente di indagare in modo approfondito sulle cause che innescano certi meccanismi.. La comprensione è già un passo avanti ma
ovviamente da sola non basta.. Ma il primo step è questo.
Buona fortuna.