Sto con un ragazzo da un anno: è una relazione a distanza, ma entrambi vorremmo andare a convivere al più presto.
All'inizio ero sicura di questa cosa, ma con questa quarantena, e quindi lontananza prolungata forzata, ho avuto modo di notare alcuni suoi comportamenti un po' ombrosi e preoccupanti.
A volte è veramente pesante, perché se per caso ho da fare e non posso rispondere ad un suo messaggio per un'ora ad esempio, perde le staffe, anche se magari l'avevo avvertito di avere impegni vincolanti. Dice che per inviare un messaggio alla fine ci vuole meno di 5 minuti, che il tempo si trova etc etc. Oppure fa l'indignato/deluso tipo: capirai, tanto lo fai sempre, è più forte di te, sei così e basta.
Nonostante io non gli abbia mai dato modo, occasione e motivazione di dubitare di me (al contrario di lui, che però io evito di controllare, assillare etc), si fa mille paranoie: mi fa pesare il mio passato; mentre siamo al telefono, qualche volta è successo che mi accusasse di aver alzato il volume della musica per camuffare il fatto che stessi scrivendo a qualcuno...
Per non parlare del fatto che controlla spasmodicamente i miei seguiti di instagram e si incavola sistematicamente anche di fronte a like miei di foto vecchissime antecedenti persino al nostro incontro, e ciò vale sia per uomini che per donne dal momento che io sono pansessuale e quindi "la minaccia è doppia".
E' riuscito persino a farmi polemiche per il mio blog tumblr, che uso come diario per annotare sfoghi, pensieri, poesie. E' uno spazio mio, mio e basta dove non mi censuro in alcun modo e dove mi esprimo perché la scrittura per me è vita. Dice che se è un problema devo parlarne con lui, perché lui mi ama e farebbe di tutto per aiutarmi, che scrivere su quel blog è una mancanza di rispetto nei suoi confronti.
Dice di non controllarlo quasi mai, eppure ogni volta che mi azzardo a scrivere qualcosa, la sua ramanzina arriva prontamente.
A volte mi ritrovo ad essere trattata di merda senza capire perché e la cosa comincia davvero a seccarmi.
Io ho una struttura borderline di personalità, sono stata in cura per molto tempo e ho fatto tantissimi progressi.
Quando lui mi tratta così, si innescano sempre processi di estrema svalutazione che mi portano a voler rompere il legame immediatamente, quindi ogni volta combatto una lotta interiore per evitare di fare cose di cui mi potrei pentire, che difficilmente una persona "equilibrata" può immaginare.
Il punto è... Questi campanelli d'allarme sono legittimi? Il mio senso di soffocamento, i miei dubbi, e la mia voglia di scappare via sono realmente così patologici, o è questa relazione ad avere degli elementi profondamente sbagliati?