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A volte credo di essere insensibile, e accuso me stesso dato che (inconsciamente) associo il sostantivo " insensibilità " a quello di " cattiveria ".
Credo di essere cattivo... e questo mi turba molto. E secondo voi perché mi turba?

Puoi farci un esempio della tua "insensibilità"? Altrimenti è difficile darti un parere.

Massimiliano89 ha scritto:A volte credo di essere insensibile, e accuso me stesso dato che (inconsciamente) associo il sostantivo " insensibilità " a quello di " cattiveria ".
Credo di essere cattivo... e questo mi turba molto. E secondo voi perché mi turba?

Purtroppo, puoi rispondere solo tu a questa affermazione. Ti posso dire, che in base alla mia esperienza, se qualcuno mi diceva che ero cattiva mi faceva arrabbiare perché non mi sembrava di essere così. Perchè mi sembrava di fare molto per gli altri nel mio piccolo ma gli altri da me, volevano tutta l'anima, oppure, ritenevano che ero completamente sbagliata. Ma può essere semplicemente che tu alla parola cattivo, identifichi nel tuo passato, persone che erano cattive con te e tu non ti ci rispecchi.

Una curiosità, perché ti consideri: "insensibile"? Quali comportamenti hai che ti fanno pensare, così?
Buona giornata

Come dicono Atman e VeraVita: riesci a farci degli esempi della tua insensibilità? Magari credi di esserlo ma non lo sei.
Sai che quasi sempre non siamo obiettivi verso noi stessi.

Credo di essere insensibile perché spesso mi concentro soltanto sui miei guai e non su quelli degli altri, ma è come se non potessi farne a meno: questi guai mi mettono a tappeto

Non sei insensibile, sei solo incentrato su te stesso.

Cattiveria per me significa danneggiare deliberatamente gli altri.

Sensibilità invece è l'opposto di insensibilità che è non sentire, non prendere a cuore. Però si può aiutare gli altri anche senza sentire, a volte un aiuto obiettivo e senza emozione può anche essere più efficace.

In ogni caso per me sarebbe già tanto se nel mondo diminuissero il numero delle persone cattive, già si vivrebbe meglio senza voler danneggiare il prossimo e senza volerlo sfruttare; infatti in questo modo ognuno potrebbe prendersi cura di sè senza temere aggressioni e sfruttamenti.

Amare però è una cosa senz'altro speciale, ma io non darei per scontato che chi si occupa dei guai degli altri sappia amare, questo è tutto da vedere. Per me amare significa volere che l'altro sia felice, che trovi sicurezza in se stesso, non che l'altro sia come vogliamo noi, non che l'altro diventi dipendente da noi, non che l'altro diventi come un cucciolo di nostra proprietà.

Captivo: sei schiavo delle tue pulsioni, ad esempio perpetri una violenza sessuale.
Indifferente: qualcuno dovrà pur schiattare. Accetti, l'inevitabile discesa nell’autocompiacimento e nella turpitudine. Furto, distruzione, morte… sono tutti strumenti, non tabù. Chiedilo agli anziani, che hanno visto ignorare fior di genocidi.

Forse è quello che senti per via di un blocco interiore.

Cattiveria è quando uno è anaffettivo e fa del male volontario agli altri. Insensibile di solito è chi è anaffettivo. Non prova nè amore nè odio ma prova rancore e senso di vendetta perchè di solito uno diventa anaffettivo perchè non ha ricevuto amore e attenzioni e quindi poi diventa cattivo per vendetta.

Senza troppi giri, io noto subito un'anomalia: già che scrivi "mi turba essere insensibile/cattivo", ci vedo un controsenso. Se ti stai ponendo il dubbio a monte, vuol dire che hai l'intelligenza emotiva per sentire qualcosa, per avere sensibilità ed empatia in merito. Una persona cattiva o insensibile non si porrebbe mai certi dubbi.