Gilgamesh ha scritto:Ciao, mi sono molto rivisto in quello che hai scritto, condivido con te sia l'età che l'insofferenza legata alla paura per il futuro, nonché una recente e travagliata rottura sentimentale. Se devo essere sincero l'iter che hai descritto lo trovo abbastanza familiare, penso che la persona in questione semplicemente non avesse voglia di impegnarsi serialmente e volesse mantenere il rapporto così senza farlo evolvere. Sono abbastanza navigato in rapporti a distanza e ti confido che non è una prassi così inusuale. Perché all'inizio fosse diverso? Forse la vicinanza creava entusiasmo; forse la lontananza da casa gli creava una bolla dove coltivare serenamente le sue bugie o fantasticherei che fossero; forse semplicemente era un modo per farti legare a lui. Sapere la risposta corretta è difficile, oltre che ininfluente, ma l'unica cosa certa è che non aveva intenzione di costruire con te qualcosa proiettato al futuro. Non fartene una colpa, capitano le relazioni fallimentari e in certi casi è molto meglio sbattere la testa prima che dopo. Però queste cadute non devono mai diventare motivo per sminuire te stessa, mai e poi mai.
Rispondendo alla tua domanda: affronto la situazione con il tuo stesso sconforto. Preferisco di gran lunga la connessione emotiva ai rapporti occasionali, ma le persone con cui stabilire la complicità che vorrei sono assai rare. Potrei vivere il tutto in maniera più superficiale ma davvero, non ce la faccio e non voglio. La mia paura è quella di dovermi accontentare di una situazione che non è quella che desidero, ma più il tempo passa più sono disilluso.
Ciao. Mi fa piacere che ci sia qualcuno che possa riflettersi in ciò che ho esposto; i forum hanno questo fantastico potere talvolta, quello di farci sentire compresi, anziché magari sminuiti nelle nostre paure, come, purtroppo, qualche volta, succede nella vita di tutti i giorni. Comunque sì, penso che all'inizio fosse diverso perché, in fondo, nelle prime fasi chiunque di noi cerca di dare un'immagine il più possibile incontaminata di sé stessi, con l'obiettivo sì, di legare l'altro. Penso che, nel suo caso, sia stato questo l'obiettivo. Poi, una volta convinto di avermi conquistata, beh, finita tutta la magia. Ora, non mi interessa psicanalizzarlo, avendolo fatto un milione di volte in tutto questo tempo, ma ciò che non riesco a perdonargli è avermi fatto credere, per quasi un anno di rapporto, che non fosse lui a non volere una relazione normale con me, ma che fossi io, talmente difettosa e sbagliata, da non saper costruire. Sicuramente anche io ho fatto i miei errori, ma ho sempre cercato di essere migliore per lui e per noi e, in cambio, mi sono sempre ritrovata, non con uno, ma con dieci muri davanti. Non voglio sminuire me stessa, assolutamente, io ho fatto il possibile fino alla fine, anche quando non c'era ormai nulla da salvare, quindi non ho rimpianti.
Capisco bene quello che intendi. Qualche volta anche io penso che la soluzione sarebbe quella di arricchire semplicemente il mio bagaglio esperienziale, prendere ciò che il mercato passa attualmente, anche se è ben lontano da ciò che vorrei io e poco invitante. Ciò, però, significherebbe snaturarmi, come credo anche per te. Io non me la sento ancora di non pretendere il "meglio", cioè, quello che, nella mia accezione, è il meglio per me. Allo stesso tempo, gli anni passano e questo "meglio" sembra sempre più irraggiungibile. Spero che ne usciremo, ma è davvero difficile vivere nell'attesa dubbiosa di un qualcosa di speciale e di finalmente "giusto"