Salve a tutti. Ho bisogno di alcuni consigli su come gestire una situazione che reputo ormai al limite. Non so più come comportarmi e cosa pensare di tutto questo.
Sto da un anno con questo ragazzo, una persona a tratti premurosa e gentile che però nasconde dentro un'enorme insicurezza causata, credo, dal suo vissuto con la madre e dalla sua ultima relazione con la sua ex ragazza, con cui è finita male.
Lui è una persona che ho conosciuto in un momento di grande difficoltà, ero appena uscita da una relazione di molti anni ed era finita in modo doloroso. Anche lui era stato lasciato da qualche mese.
Ci siamo conosciuti e abbiamo da subito messo in chiaro cosa stavamo cercando e di cosa avevamo bisogno, dati i trascorsi precendenti. Sembrava che entrambi fossimo la persona mancante per l'altro. In quel momento ho pensato che era la persona perfetta per me.
I primi mesi avevamo una relazione a distanza a causa di problemi esterni alla coppia, poi dopo un po' di tempo siamo andati a convivere.
Già dopo qualche mese di relazione ho iniziato a notare dei comportamenti aggressivi da parte sua, magari una reazione esagerata per qualcosa che io invece reputavo una sciocchezza, oppure delle parole di troppo dettate dalla rabbia. Ho cercato di comprenderlo e di vedere oltre perché sapevo che aveva avuto un'infanzia difficile con la madre e che la sua ultima relazione lo aveva fatto soffrire molto, tanto che aveva perso anche dei chili per lo stress. Da persona che si interessa molto alla psicologia ho voluto fidarmi delle mie sensazioni positive e andare oltre a certi comportamenti che sapevo essere una conseguenza di varie relazioni tossiche che aveva avuto.
Successivamente abbiamo deciso di andare a convivere per poter stare insieme e non doverci più vedere ogni due settimane. Premetto che io mi trovo in una situazione complicata, per poter stare con lui ho lasciato il lavoro e insieme abbiamo deciso che i soldi che guadagnava lui sarebbero bastati per entrambi. Sono quindi disoccupata e per il momento ad entrambi va bene così.
Da questo punto di vista mi trovo in una posizione di inferiorità e lo capisco perfettamente, ma penso anche che in una società come questa, dove le donne devono costantemente rientrare nel ruolo che la società ha dato loro, cioè di donne in carriera, di madri e di casalinghe allo stesso tempo, alcune donne si possano stufare e decidano che questa vita frenetica non fa per loro. Io sono felice così e mi va bene cosi.
Il problema principale di tutta questa situazione è che lui ha occasionalmente dei comportamenti aggressivi e denigratori verso di me, del tutto immotivati per quanto mi riguarda. Stiamo bene una settimana e poi qualcosa nella sua testa scatta e inizia a rispondermi con sufficenza, così io mi rattristo e gli chiedo perché ha questi comportamenti e in lui scatta qualcosa che lo fa diventare ancora più aggressivo. Io piango e lui mi insulta, io chiedo spiegazioni e lui dice che non mi ha fatto assolutamente niente, io gli esprimo il mio dolore e lui diventa distaccato e rabbioso al punto da urlare e doversi sfogare prendendo a pugni il letto. È successo un po' di volte che lui prendesse le mie parole come provocazioni e ha alzato le mani. Parlo di pugni o schiaffi, ma solo dopo che io lo provocavo a parole e mai dal nulla quando stavamo bene. Successivamente si è sempre pentito di quello che aveva fatto e mi ha sempre chiesto scusa. So bene che questa non è una giustificazione alle sue reazioni, io non ho mai giustificato la violenza sulle donne, ma nei suoi occhi ho sempre visto il pentimento e il dolore che provava nell'aver reagito in quel modo. Mi ha spiegato più volte che le sue reazioni sono dettate dalla rabbia spropositata che prova in quei momenti in cui ci scontriamo e che in quei momenti non sa nemmeno dove si trova o cosa sta succedendo. Devo sottolineare che è un bel po' che non alza le mani ma che cerca di sfogare la sua rabbia in altri modi, comunque poco sani. Dopo averne parlato più e più volte, sembra aver capito quanto dolore mi provoca stare con una persona che reagisce in questo modo, quindi da qualche mese non ha più reazioni del genere, però a parole continua ad essere violento e mi offende per potersi sfogare. Successivamente si pente e si scusa. Ma questo circolo vizioso si ripete puntualmente, come se questa rabbia repressa fosse sempre presente in lui e dovesse tirarla fuori ogni tot tempo.
Devo precisare una cosa, credo che lui sia Asperger. Sono arrivata a questa conclusione, discutendone anche con lui, perché come dicevo prima mi interessa molto la psicologia e riesco ad analizzare bene le persone. Penso che se lui andasse a fare una terapia con uno psicologo gli diagnosticherebbero un lieve spettro autistico, nello specifico sindrome di Asperger. In famiglia credo abbia altri componenti con tratti autistici.
Mi sono molto informata sulle caratteristiche delle persone Asperger e lui ne ha veramente molte. È più intelligente della media, ha una capacità innata nel risolvere i problemi in modo razionale senza farsi coinvolgere da altre situazioni circostanti, svolge due lavori e deve sempre essere occupato nel fare qualcosa, manca quasi totalmente di empatia ma allo stesso tempo è dolce e premuroso a modo suo. Oltre a tanti pregi ha anche dei lati oscuri del carattere che però lui comprende se gli vengono spiegati e che una persona normale e semplicemente violenta di natura non capirebbe.
È privo di empatia verso gli altri e purtroppo questo lo limita molto nel comprendere la mia tristezza e i miei stati d'animo quando mi sento mancata di rispetto o data per scontata. Allo stesso tempo però, quando stiamo bene in quei brevi periodi di pace, lui è la persona più amorevole del mondo, tanto che io sono talmente felice in quei momenti che ogni volta tutti i miei dubbi su di lui svaniscono.
Sembra come che lui alterni dei momenti di lucidità e (quasi) empatia a dei momenti dove gli si annebbia la mente e appena si sente provocato e messo in dubbio si altera e perde ogni briciolo di lucidità diventando aggressivo. Basta una mia parola o un fraintendimento per farlo scattare e da lì inizia un susseguirsi di azioni senza senso che portano entrambi a non capirsi e a offendersi.
Ora, dando per scontato che lui sia realmente Asperger, tutta questa rabbia repressa sarebbe giustificata? Non riesco a pensare lucidamente a questa situazione. Ovviamente l'amore ti annebbia il giudizio e ti fa passare sopra a cose che normalmente non si tollererebbero. Sto cercando di dare una spiegazione a questo suo carattere lunatico e pieno di alti e bassi, considerando i suoi tratti aggressivi e violenti ma anche i suoi lati più umani e positivi. Mi chiedo però per quanto tempo dovrò sopportare questi comportamenti denigratori, considerando che sono una persona fortemente empatica e sensibile e che dopo certe esperienze che ho avuto mi servirebbe accanto una persona più empatica e vicina emotivamente di quanto riesce a fare lui.
Forse andando in terapia di coppia lui potrebbe modificare un po' il modo di reagire che ha ora? Forse non cambierà mai e io dovrò semplicemente accettare i suoi lati più aggressivi per poter vivere una relazione tranquilla? Forse mi sto annebbiando la mente e non voglio capire che Asperger o no, non è giustificato a reagire in quei modi.. Eppure in quei momenti di lucidità che prova, io vedo l'amore che ha verso di me.. Penso che avere una relazione con una persona Asperger sia molto difficile e in alcuni momenti si vorrebbe mollare tutto. Eppure vedo in lui delle cose che non ho mai visto negli altri.. c'è un qualcosa che mi tiene attaccata a lui e mi fa pensare che sia in realtà una persona estremamente rara..