MyHelp

Ciao,
vorrei confrontarmi con voi su una questione.

Immagino che il sentirsi e non sentirsi amati siano un cruccio per tutta la popolazione mondiale. In fondo, ogni essere umano vuole essere apprezzato e amato.

Mi rendo conto che io personalmente attuo un meccanismo di mispercezione interna ogni volta che qualcuno mi dichiara il suo amore. In primis non ci credo, o comunque credo che in realtà quella persona stia facendo un errore di valutazione ed ami più la situazione in sé che me come persona.
Razionalmente comprendo che è la parte di me che si autosabota di continuo a nutrire certi pensieri, ma emotivamente mi ritrovo a darci più peso di quanto vorrei.
Ho la tendenza ad autosabotarmi in vari ambiti della vita, ma alcuni li gestisco decisamente meglio di altri.

A voi capita? Se sì, come la gestite (se la gestite)? C'è qualche pensiero che vi aiuta a non finire nel loop negativo dell'autosabotamento?

Nessuno mi ha mai dichiarato il suo amore per cui non so. Generalmente cerco di vivermi il rapporto come viene..forse tu vorresti sentirti unica in tutto e per tutto ma nessuno si annulla completamente per l'altro ..ci va un compromesso..
Alla fine la maggior parte dei rapporti va avanti tra mille difficoltà...

Dal mio punto di vista non avresti tutti i torti se si tratta di qualcosa detto dopo poco tempo. Molti dicono che i partner si scelgono, ma raramente (e pericolosamente) ho visto tabelle, test e risultati, vere e proprie audizioni per trovare la persona giusta. La scelta è sempre limitata e quasi sempre c'è qualcosa che attrae (fisicamente, mentalmente o moralmente) prima del resto.
Secondo me l'amore è qualcosa di duraturo, un impegno che si porta avanti. Mi esprimo come il mio criceto che è morto nel 2007. Ti ama? Probabilmente ama una parte di te, in modo sincero, e può scoprire ancora cose che amerà di te. Anche quelle che non si sopportano poi si finisce per amarle.

Credo a tutti capiti di sabotarsi, ma più che per una tendenza autodistruttiva credo che sia perché non si può conoscere efficacemente il risultato delle proprie azioni. Se si tornasse indietro, senza il senno di poi, forse non faremmo altre scelte. Mi viene in mente una persona che lavorava con i metalli e le gru. Sul giornale non apparì mai "incidente evitato grazie al rispetto delle norme", le notizie brutte sono più eclatanti. Parlo in generale, ma credo che il sabotaggio possa essere ricondotto a qualcosa di più specifico: indecisione, timore, aspettativa, emozioni e traumi simili.

Quando mi capita e non vorrei che accadesse (di indietreggiare) tendo a buttarmi nelle situazioni o, più recentemente, a pensare che non ho il controllo completo e lasciare che accada. Una volta parlare in pubblico mi stressava, poi ho capito che se avevo un cosa molto forte le parole sarebbero venute da sole, senza prepararle. Forse potresti provare a lasciare che le cose accadano come vengono e domandarti come mai quella cosa ti scatena questa repulsione, quali timori si celano.

@Semir

Oddio Semir, passiamo da un estremo all'altro.
Nessuno deve annullarsi per nessuno, è ovvio.

Ad ogni modo con queste persone non ho una relazione come intende la maggioranza. Uno è un conoscente, l'altra è una delle persone più importanti ma la nostra relazione è complessa e non definibile.

Però è vero che le difficoltà ci sono.

@Malky

Sì nel mio caso deriva da un trauma ma ci ho lavorato e ci sto lavorando, con risultati tutto sommato buoni...


Le cose già le lascio accadere, io vivo tutto molto intensamente ma farmi domande da parte del mio carattere.

Le relazioni poliamorose sono complicate. Devi fare chiarezza con te stessa. Cosa e soprattutto chi vuoi davvero nella tua vita?

Semir88 ha scritto:Le relazioni poliamorose sono complicate. Devi fare chiarezza con te stessa. Cosa e soprattutto chi vuoi davvero nella tua vita?

Domande importanti. Lo sto ancora scoprendo, diciamo così.

Lena ha scritto:Immagino che il sentirsi e non sentirsi amati siano un cruccio per tutta la popolazione mondiale. In fondo, ogni essere umano vuole essere apprezzato e amato.

Ciao Lena, direi che non sentirsi amati può far soffrire chiunque, e molti in effetti patiscono la mancanza d'amore. Come giustamente dici, è un bisogno umano (e non solo, è presente anche fra gli animali).
Però solo alcune persone presentano le dinamiche di cui parli. Costoro di solito hanno delle ferite emotive dall'infanzia, che rendono particolarmente arduo essere amati ed amare (in modo sano).

Mi rendo conto che io personalmente attuo un meccanismo di mispercezione interna ogni volta che qualcuno mi dichiara il suo amore. In primis non ci credo, o comunque credo che in realtà quella persona stia facendo un errore di valutazione ed ami più la situazione in sé che me come persona.

Questa è una tipica convinzione di chi, sotto sotto, non crede di poter essere amata, o di essere meritevole di amore.
Quindi quando qualcuno la ama si convince che dev'esserci un altro motivo.

Ovviamente parlo di convinzioni radicate nell'inconscio, per cui non possiamo cambiarle solo con la ragione.

Ho la tendenza ad autosabotarmi in vari ambiti della vita, ma alcuni li gestisco decisamente meglio di altri.

Da quel che dici, è probabile che durante l'infanzia tu sia stata trascurata emotivamente, e/o ti siano arrivati dei messaggi di svalutazione o critica.
Questo forse ti ha reso sfiduciata in te stessa, o nella vita, o convinta di valere poco; e questo sembra applicarsi maggiormente all'area relazionale / affettiva.

Ho scritto un articolo dove parlo delle persone "sfortunate" in amore, e dei motivi per cui questo accade (hint: non è questione di sfortuna ).
Alla fine dell'articolo cito alcuni libri che possono aiutare a fare luce su queste problematiche.

Tu hai il vantaggio di avere già una certa consapevolezza del problema, per cui leggendoli potresti trovare chiavi di lettura e strumenti per uscirne.

A voi capita? Se sì, come la gestite (se la gestite)?

Per me lo strumento primario è la consapevolezza. Che non è capire solo a livello razionale, ma comprendere cosa viviamo con tutto il nostro essere (viscerale, emotivo, razionale, spirituale). Quella a cui si arriva dopo i momenti "Eureka!" o "A-ha!".
Quando acquisisci reale consapevolezza del perché fai una certa cosa, non puoi più farla alla stesso modo: vedi il meccanismo inconscio in azione, e questo perde potere.

Ovviamente per fare questo è necessaria una radicale onestà con se stessi - finché ti racconti storie, non ne esci.

Grazie @Navigator63

In realtà posso dirti che non ho relazioni amorose fallimentari, ma direi nella media. Alcune hanno più successo di altre, altre erano evitabili. Non mi sento particolarmente sfortunata a riguardo.

Di base, nonostante le ferite emotive, io performo molto bene perché sono una perfezionista.

Poi i conti con le mie turbe li faccio da sola e con grande sforzo

Comunque ho trovato un punto di svolta in terapia in questi mesi, almeno per la gestione della sindrome dell'abbandono (che poi di questo si parla, tutto il resto è collaterale e riferito a quello)

Lena ha scritto:io performo molto bene perché sono una perfezionista.

Spesso i perfezionisti hanno una ferita del "non sono abbastanza": i genitori non li hanno amati abbastanza, oppure hanno trasmesso un messaggio tipo "Per essere amata da me devi essere straordinaria", per cui a loro non basta "fare", devono "strafare" per sentirsi "all'altezza".

Navigator63 ha scritto:

Lena ha scritto:io performo molto bene perché sono una perfezionista.

Spesso i perfezionisti hanno una ferita del "non sono abbastanza": i genitori non li hanno amati abbastanza, oppure hanno trasmesso un messaggio tipo "Per essere amata da me devi essere straordinaria", per cui a loro non basta "fare", devono "strafare" per sentirsi "all'altezza".

Caro Navigator.
Ti rispondo solo ora perché adesso posso darti ragione.
È una cosa di cui ho preso piena consapevolezza solo recentemente, dopo la fine tragica di una storia con una donna, in cui ho ignorato io per prima ogni mio bisogno (lei non era neanche ricettiva e quando li esprimevo non trovavano accoglienza. Lei invece diceva di non aver bisogni. Pareva molto emotivamente autonoma, poi la realtà era diversa). Ecco, probabilmente ho attuato comportamenti simili in passato, ma qui il modo in cui ho calpestato me stessa per essere perfetta per un'altra, è stato chiaro e lampante.

Io non so se da certe ferite si può guarire del tutto. Man mano che vado avanti raggiungo nuovi livelli di consapevolezza.

Sicuramente, ad oggi, so che la perfezione non ti garantisce alcun amore. Ma, allo stesso tempo, a volte si viene amati e basta, senza alcun merito particolare (e meno male è così).