Accettare di essere single

[ale81]

Io ti consiglierei di lasciar stare i siti d’incontri, perché la maggior parte delle persone ci vanno per una botta e via. buona serata

Ehm! Si può avere una lista di questi siti?

[ale81]

A mio parere il problema non è tanto "accettare di essere single" ma accettare di non avere successo con le donne.

Problema anche mio eeehh! non sto di certo a fare il fenomeno, anche perché odierei profondamente me stesso visto che odio i fenomeni che si fanno grandi a parole sul lato sessuale e relazionale.

La vita da single è indubbiamente noiosa e infruttifera su ogni aspetto della vita, sociale, professionale, sessuale, relazionale.

Tuttavia sono convinto che se l'essere single comporterebbe di poter vedersi con una donna una volta la settimana (forse pretendo troppo) per un aperitivo o cena con lieto dopo aperitivo / cena, il tutto passerebbe in secondo piano. Attenzione! Ho scritto vedersi socialmente e poi sessualmente che è differente dall'appuntamento sessuale diretto che dopo un po' diventerebbe alla pari di farlo con una escort. Forse

Questo lo considero il concetto base. Da qui in poi ci sono le varie sfumature, le quali però sono rigorosamente soggettive.

Per esempio a inizio 2022 avevo intrapreso una frequentazione sporadica con una ragazza che poi è sfociata nel nulla per motivi di mia scelta.
Se avessi voluto badare esclusivamente al sesso ce ne sarei anche venuto a capo. Ma poi cosa sarebbe stato? Se non si accende la fiamma non penso ne valga la pena.

In questo periodo sempre un altra, molto giovane che vedo però in lei il non avere le idee chiare.

E' difficile arrendersi e dire "ok accetto di stare solo e asessuato e la finisco qui!". L'istinto predatorio c'è sempre.
L'unica cosa che ritengo utile è fare chiarezza con se stessi.

Io ad esempio sento ancora di far valere i miei parametri e quindi se devo attaccare con una persona che non mi dice nulla me ne sto da solo in casa col mio calice di rosso alla sera oppure vado ad escort che è meglio.

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A mio parere il problema non è tanto "accettare di essere single" ma accettare di non avere successo con le donne.

Beh, di solito il primo fatto è una conseguenza del secondo.

Ma dopo aver accettato - o riconosciuto - di avere scarso successo col sesso opposto, uno potrebbe interrogarsi sui motivi, invece di rassegnarsi e basta.
- Per esempio, sono solo perché non piaccio a nessuno?
- Oppure perché non trovo mai qualcuno che mi piace? E per quali ragioni?
- O magari mi attacco alle persone che non mi vogliono?
- O, ancora, forse sono io che scelgo sempre le persone sbagliate?

Le cose accadono sempre per una ragione - anche quando non sappiamo vederla.
Iniziare a farsi delle domande, invece di piangersi addosso o lanciare accuse, è un buon punto di partenza.

Tuttavia sono convinto che se l'essere single comporterebbe di poter vedersi con una donna una volta la settimana (forse pretendo troppo) per un aperitivo o cena con lieto [fine] dopo aperitivo / cena, il tutto passerebbe in secondo piano.

Non so.
Mi sembra una dinamica che porebbe funzionare per la maggioranza degli uomini, ma solo per pochissime donne (e/o per breve tempo).

In genere le donne ricercano la continuità e la sicurezza, oltre che le emozioni intense.

L'unica cosa che ritengo utile è fare chiarezza con se stessi.

Non potrei essere più d'accordo

[ale81]

Vedo una lista della spesa con relativo blog pieno di concetti abbastanza corretti anche se noto una stesura avente una tendenza di massima eccessivamente critica.

Non ricordo quante volte aver letto su più articoli frasi del tipo il problema è tuo. Non sono d'accordo su questo concept, spesso equiparabile alle tipiche frasi come il destino te lo crei tu.

Il destino è destino punto. O devo credere, ad esempio, che mia madre abbia scelto di ammalarsi e morire volontariamente di tumore al cervello?

Guardarsi dentro, non ripetersi e anche fare auto-critica va bene, ma bisogna anche mettere in campo che ci sono persone molto sfortunate in determinati ambiti di vita e ciò non dipende da loro.

C'è anche, tornando al topic, chi nasce con una sorta di "handicap" che comunque vada lo fa apparire sterile agli occhi di tutte le donne.

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Vedo una lista della spesa con relativo blog pieno di concetti abbastanza corretti anche se noto una stesura avente una tendenza di massima eccessivamente critica.

Ti rispondo non in tono polemico, ma perché hai sollevato diversi punti interessanti e mi piace il confronto.

La "lista della spesa" è perché rimando a temi che magari possono non interessare alla persona a cui rispondo, ma forse ad altri sì. Poiché sono temi che toccano in molti, immagino che ci possa sempre essere qualcuno che dica "Ah, volevo proprio capire questo!".

Quella che tu vedi come "critica", magari è il mio modo di dire "Se ti metti in discussione hai delle chance, se invece ti limiti a piangerti addosso resterai dove sei".
Io adotto una mentalità pragmatica e non consolatoria (vedi oltre): "Muovi il kiulo e provaci".
Mi rendo conto che questa non è accolta da tutti, e lo accetto. Ma ritengo che sia quella più fruttuosa.

Non ricordo quante volte aver letto su più articoli frasi del tipo il problema è tuo. Non sono d'accordo su questo concept, spesso equiparabile alle tipiche frasi come il destino te lo crei tu.

Allora: anch'io ritengo che se stai male, in genere "il problema è tuo" nel senso che è una tua responsabilità occupartene. Da bambino sono i genitori ad occuparsi dei tuoi problemi; da adulto tocca a te. Chi dovrebbe risolverlo al posto tuo, Babbo Natale o la Fata Turchina?

Attenzione però! Questo NON vuol dire attribuire la colpa!
Se uno nasce bruttino, od ha avuto un'infanzia infelice, certo che non è colpa sua! Anzi, poveretto. Però comunque è andata così; per cui, se ora la tua situazione non ti va bene, torniamo al concetto di responsabilità: chi è responsabile della tua felicità?
Per me l'unica risposta ragionevole è te stesso (se sei un adulto).

Quanto al "destino", io non credo alla sua esistenza. Amo la sintesi proposta nel film Terminator 3:
"There is no fate but what we make for ourselves."
(Non c'è alcun destino tranne quello che noi stessi creiamo)

In questo senso, IMHO, "il tuo destino te lo crei tu". Poiché non è scritto, esso sarà in buona parte il risultato delle tue scelte.
- Più semino, più avrò creato opportunità di raccogliere (non tutte daranno frutto, ma alcune sì).
- Se invece non semino e rimango passivo, che chance potrei avere?

Il destino è destino punto. O devo credere, ad esempio, che mia madre abbia scelto di ammalarsi e morire volontariamente di tumore al cervello?

Poiché non credo al destino (scritto a priori o determinato da forze ignote), quello lo chiamo fato o casualità: a volte le cose vanno storte. Il mondo non è creato per renderci felici. Shit happens.

Guardarsi dentro, non ripetersi e anche fare auto-critica va bene, ma bisogna anche mettere in campo che ci sono persone molto sfortunate in determinati ambiti di vita e ciò non dipende da loro.

Certamente c'è un elemento di fato, o eventi negativi imprevedibili, che può colpirci.

Però è anche vero che quella che chiamiamo "sfortuna", a volte, è invece il risultato di nostre scelte.
Esempio stupido: io a 60 anni ho ancora tutti i miei denti in bocca; mio padre a 50 anni aveva già la dentiera. E' stato sfortunato... o magari lui ha trascurato la salute dentale?

Quando alcuni mi vedono suonare le tastiere, dicono "Che fortuna che sai suonare!"... ed io penso "Fortuna un piffero! Io stavo alzato le notti per imparare a suonare, talmente mi piaceva" (a 13 anni già lavoravo).
A volta la fortuna ci cade dal cielo (un'eredità, buoni geni...), ma il più delle volte ce la costruiamo.

"The more I practice, the luckier I get."
(Ben Hogan, golfista)
(Più faccio pratica, più divento fortunato)

C'è anche, tornando al topic, chi nasce con una sorta di "handicap" che comunque vada lo fa apparire sterile agli occhi di tutte le donne.

Vero.
Ma il più delle volte, lavorandoci sopra, anche quelli potrebbero sviluppare delle qualità che li rendono più appetibili.
Ci sono innumerevoli storie di persone nate (o finite) nelle peggiori situazioni, ma che hanno migliorato significativamente la loro condizione.

"Winners find a way, losers find an excuse."

[ale81]

Capisco benissimo i tuoi ragionamenti perché ci sono già passato parecchi anni orsono.

Ovviamente non si può pretendere di pensarla allo stesso modo, specialmente se parliamo di psiche e di crearsi le proprie realtà.

Si possono passare parecchi anni sognando di poter cambiare il mondo, ma no ritengo giusto sprecare la vita a costruire un castello che non starà mai in piedi.

Naturalmente il mondo è fatto di persone diverse con punti di vista diversi.

Chi ha aperto il thread ad esempio cercava rassegnazione molto probabilmente perché ritiene aver sprecato già troppo tempo.

Se vai al casinò è naturale che il croupier ti dice di fare ancora una puntata perché l'ultima potrebbe essere quella buona. Ma in questo caso quanti ne escono ricchi vincitori?

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Ovviamente non si può pretendere di pensarla allo stesso modo, specialmente se parliamo di psiche e di crearsi le proprie realtà.

Certamente, e va bene così.
Non voglio convincere nessuno, e mi va bene che la si pensi diversamente. Rispetto sempre le scelte altrui, anche quando non le condivido. E' la tua vita, e solo tu puoi decidere come viverla.
La libertà è il mio secondo valore assoluto.

Peraltro, so bene che i miei discorsi possono interessare solo ad una minoranza. Ma spero che quella minoranza ne possa trarre qualcosa di buono.

Chi ha aperto il thread ad esempio cercava rassegnazione molto probabilmente perché ritiene aver sprecato già troppo tempo.

IMHO quel tipo di persone preferisce cercare una consolazione piangendosi addosso (e sperando di raccogliere compassione), piuttosto che investire su se stesso.
Anche quella è una scelta che rispetto.

Se vai al casinò è naturale che il croupier ti dice di fare ancora una puntata perché l'ultima potrebbe essere quella buona. Ma in questo caso quanti ne escono ricchi vincitori?

Non è un esempio calzante: la roulette è un sistema casuale dove siamo completamente nella mani del fato (e il gioco è strutturato per far vincere il banco).

Al contrario, l'esistenza è un sistema "darwiniano" che tende a premiare i più adatti e chi mette a frutto i propri talenti.
Certo non ci sono garanzie, e non sempre gli investimenti portano frutti.
Ma l'esistenza di innumerevoli persone che hanno ottenuto successo - che sia lavorativo, economico, sociale o relazionale - è la prova incontrovertibile che è possibile.

Poi uno può dire "Troppa fatica e poche certezze. Per me non ne vale la pena". Ok
La vita è una questione di scelte.

[ale81]

Su qualche concetto che hai sfoderato nelle ultime risposte devo ammettere di riconoscerti ragione in quanto mi sono rivisto nel passato.

Quindi mi sono sentito in dovere di scriverti, in senso meritocratico. Perché ad oggi si ha soltanto la tendenza alla critica e non al merito.

Infatti è vero che spesso si passano periodi in cui l'unica cosa che salta alla mente è il piangersi addosso e cercare compassione.

Sono periodi di chiusura dove nessuno può aiutarti o almeno non può farlo finché non passa.

L'importante è svegliarsi e prendersi la responsabilità delle proprie azioni.
Poi come andranno le cose sarà un evoluzione mixata tra nuove azioni e destino.

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Infatti è vero che spesso si passano periodi in cui l'unica cosa che salta alla mente è il piangersi addosso e cercare compassione.

A volte va anche bene farlo, se in quel momento ne abbiamo bisogno e ci reca sollievo. E' una forma di "tenerezza" verso se stessi.
L'importante è non fare solo quello.

[ale81]

Pensa che in questo momento mi sono recato in un bar non previsto per prendere un aperitivo in solitaria.
In altri periodi, visto che il bar canonico era chiuso sarei tornato a casa.

Invece oggi pomeriggio ho alzato il c*lo e mi sono dato una mossa. Locale tra l' altro vicino a casa e di mio gradimento.

Non ci crederai mai, ma ho notato che:
Non ci sono solo coppie ma molte single,
Tra le coppie ho notato molte lei che mi guardavano con insistenza,
Una lei di coppia è addirittura venuta a raccogliere la mia giacca che era caduta dalla sedia e non me ne ero accorto

La vita è strana, ma di sicuro non cambia di una virgola se non siamo noi i primi a cambiare