Crisi di identità

Buon pomeriggio,
mi sono iscritto a questo forum solo per esporre la mia situazione e chiedere un parere. Premetto che sono seguito da una psicologa da ormai quasi due anni e che la mia storia parla di periodi di ansia, panico e anche depressione, in svariati momenti, la prima a 21 anni e poi a svariate riprese, bene o male sempre meno gravi. Sono un uomo di 37 anni, l'ultimo percorso psicologico intrapreso nel 2023, proprio in corrispondenza di un periodo di ulteriore crisi, ha scavato molto in me fino a portarmi ad interrompere il mio Matrimonio. Avevo una relazione di quasi 15 anni con C di cui 5 di matrimonio e stavo vivendo male l'assenza di figli, che non arrivarono per una impreparazione di mia moglie ad una gravidanza (anche accentuata da problemi di salute in età infantile (crisi convulsive) ma che sono emerse concretamente solo dopo il Matrimonio, creando una grave frattura tra di noi.
Ho cercato di "compensare" (non so se sia il giusto verbo) facendo molto sport, riattivando le mie più grandi passioni, spesso coinvolgendola ma con scarsi risultati (lei sempre molto pigra, poco coinvolta nelle mie cose, scarsa attività sociale di suo). Tutto ciò, facendola breve, mi ha portato a conoscere nuove ragazze, fino a che non mi sono imbattuto in S, una ragazza che ho iniziato a frequentare e di cui mi sono innamorato al punto da prendere la decisione di andare da un avvocato e chiudere il matrimonio. In pochi mesi abbiamo creato una sintonia, più mentale che fisica, davvero notevole e non avevo alcun dubbio sul fatto che sarebbe stata la donna del mio futuro, con cui poter finalmente costruire una famiglia...
Dopo qualche mese ho iniziato a mettere in discussione il tutto, cercando di salvare in un ultimo disperato tentativo il mio Matrimonio, ma così non è stato, finché non abbiamo divorziato e sono uscito allo scoperto con S, con gli amici.
Un punto fondamentale in questa storia lo rappresenta il rapporto davvero compromesso con la mia famiglia. Sin da piccolo sono stato abituato a dovermi rimboccare le maniche e mettere pezze alla cattiva gestione economico-finanziaria dei miei genitori. Sono cresciuto con enormi responsabilità che mi hanno da sempre generato tante preoccupazioni ed ansie e tutto ciò si è trasformato in una avversione verso i miei genitori. Inoltre in questa occasione, hanno deciso di prendere le parti della mia ex moglie, lavandosene completamente le mani, smettendo di chiedermi come stessi e rivolgendo sempre un pensiero di supporto a C, secondo i loro strumenti, il vero anello debole della vicenda. Ho sofferto tanto questa cosa, subendo tantissimo il giudizio anche se mai espresso, così come di mia sorella, amica di C, madre di una bambina, ma che invece è stata anche più chiara nello schierarsi con C.
Fatta questa ampia premessa, arriviamo ai giorni nostri (nel frattempo è passato quasi un anno dalla separazione fisica con C) ed il rapporto con S è stato di alti e bassi, mai dovuti ad incompatibilità tra di noi ma ad un mio stato di non essere pronto. Sentivo di non aver pienamente elaborato la mia separazione, dandomi colpa di tutto (lei è andata via di casa e seppur ho saldato economicamente il tutto, continuo a sentirmi colpevole della rottura, per via più che altro di come è maturata ovvero per la presenza di un'altra donna, dopo 15 anni di assoluto rispetto totale).
Nei mesi di distacco e che dovevano essere di effettiva separazione, spesso ho avuto modo di rivedere C e, anche se all'inizio provavo a resistere alle sue 'provocazioni', dopo ho ceduto di schianto. Più volte ci siamo visti per soddisfare il piacere fisico, e ogni volta mi sono sentito uno schifo.
Erano quasi 3 mesi che non ci ricascavo ma me la sognavo di notte, un pensiero fisso, nonostante la mia esperienza sessuale con S non stesse andando male, pur non raggiungendo lo stesso livello che con C (soprattutto il livello di queste "scappatelle").
Prima di Pasqua, questo sogno ricorrente è diventato quasi ossessivo a tal punto da scriverle di vederci (stavolta è partita da me) e lei, con neanche troppa resistenza, non ha esitato a raggiungermi. Purtroppo non sono riuscito a controllare questa cosa, se non utilizzando le opportune precauzioni come sempre, e devo dire che questa parte con lei è davvero piacevole e mi manca, a tal punto da non creare quasi più pentimenti (in un certo senso so già che succederà di nuovo). Lei stessa mi ha confessato che non riesce ad avere relazioni se non con me.
Dopodiché abbiamo passato il pomeriggio insieme, quasi come in passato, e devo dire che è stato piacevole., pur facendo cose normalissime come comprare l’acqua al supermercato. Tutto questo è accaduto a Pasquetta.
Il problema è che il giorno di Pasqua ero in famiglia con S e già in quel giorno stava maturando in me del malessere per essere in quella situazione, non so dirvi bene che emozione fosse ma sicuramente di “fuori luogo” in un contesto dove pensavo di non dovere esserci, avvolto da forse troppa accoglienza positiva (come regalo l’uovo di pasqua, attenzione al pranzo offertomi, ecc).
Con lei mi sono sentito davvero una schifezza, a tal punto che ho subito chiuso la relazione la sera stessa, chiudendo di fatto la relazione e cercando di evitarla, non ritenendomi meritevole di questo affetto, visto il mio comportamento (che però ho vergogna di esporre). Inoltre non capisco come possa sentirmi legato a una persona se poi faccio queste cose.
Tutto ciò mi fa davvero male e mi vedo in una veste pessima, mi preferivo nella mia veste precedente in cui tutto sommato la mia comfort zone mi faceva rispettare i miei valori. In particolare non riesco a capacitarmi del perché continuo ad essere così attratto fisicamente da C, ho cercato di documentarmi e trovare una spiegazione “logica” e mi ha colpito che una delle cause possa essere il non aver risolto ed elaborato pienamente la separazione, non avendo concepito una causa davvero giusta fino in fondo.
La mia psicologa, in attesa di una seduta abbastanza urgente, mi ha risposto questo: mi dispiace tanto saperti in questa situazione. Hai ricercato un piacere "moralmente approvato" ma momentaneo e che di conseguenza ti punisce e che ti ha portato a sabotare quello che avevi costruito ma che in realtà non hai mai sentito di meritare. Posso immaginare la confusione che stai vivendo, hai bisogno di fare chiarezza perché adesso sei in un vortice di negatività.
Capisco che si tratta di una situazione davvero particolare, in cui ognuno si farà un'idea più o meno giudicante (non mi interessa se positiva o negativa). Mi ritenevo una persona buona e di sani principi, ma tutto ciò, sommandolo al dover affrontare da solo (senza la mia famiglia con cui ho chiuso i rapporti) mi fa ricredere e fatico ad uscirne. Grazie a chi vorrà aiutarmi.
mi sono iscritto a questo forum solo per esporre la mia situazione e chiedere un parere. Premetto che sono seguito da una psicologa da ormai quasi due anni e che la mia storia parla di periodi di ansia, panico e anche depressione, in svariati momenti, la prima a 21 anni e poi a svariate riprese, bene o male sempre meno gravi. Sono un uomo di 37 anni, l'ultimo percorso psicologico intrapreso nel 2023, proprio in corrispondenza di un periodo di ulteriore crisi, ha scavato molto in me fino a portarmi ad interrompere il mio Matrimonio. Avevo una relazione di quasi 15 anni con C di cui 5 di matrimonio e stavo vivendo male l'assenza di figli, che non arrivarono per una impreparazione di mia moglie ad una gravidanza (anche accentuata da problemi di salute in età infantile (crisi convulsive) ma che sono emerse concretamente solo dopo il Matrimonio, creando una grave frattura tra di noi.
Ho cercato di "compensare" (non so se sia il giusto verbo) facendo molto sport, riattivando le mie più grandi passioni, spesso coinvolgendola ma con scarsi risultati (lei sempre molto pigra, poco coinvolta nelle mie cose, scarsa attività sociale di suo). Tutto ciò, facendola breve, mi ha portato a conoscere nuove ragazze, fino a che non mi sono imbattuto in S, una ragazza che ho iniziato a frequentare e di cui mi sono innamorato al punto da prendere la decisione di andare da un avvocato e chiudere il matrimonio. In pochi mesi abbiamo creato una sintonia, più mentale che fisica, davvero notevole e non avevo alcun dubbio sul fatto che sarebbe stata la donna del mio futuro, con cui poter finalmente costruire una famiglia...
Dopo qualche mese ho iniziato a mettere in discussione il tutto, cercando di salvare in un ultimo disperato tentativo il mio Matrimonio, ma così non è stato, finché non abbiamo divorziato e sono uscito allo scoperto con S, con gli amici.
Un punto fondamentale in questa storia lo rappresenta il rapporto davvero compromesso con la mia famiglia. Sin da piccolo sono stato abituato a dovermi rimboccare le maniche e mettere pezze alla cattiva gestione economico-finanziaria dei miei genitori. Sono cresciuto con enormi responsabilità che mi hanno da sempre generato tante preoccupazioni ed ansie e tutto ciò si è trasformato in una avversione verso i miei genitori. Inoltre in questa occasione, hanno deciso di prendere le parti della mia ex moglie, lavandosene completamente le mani, smettendo di chiedermi come stessi e rivolgendo sempre un pensiero di supporto a C, secondo i loro strumenti, il vero anello debole della vicenda. Ho sofferto tanto questa cosa, subendo tantissimo il giudizio anche se mai espresso, così come di mia sorella, amica di C, madre di una bambina, ma che invece è stata anche più chiara nello schierarsi con C.
Fatta questa ampia premessa, arriviamo ai giorni nostri (nel frattempo è passato quasi un anno dalla separazione fisica con C) ed il rapporto con S è stato di alti e bassi, mai dovuti ad incompatibilità tra di noi ma ad un mio stato di non essere pronto. Sentivo di non aver pienamente elaborato la mia separazione, dandomi colpa di tutto (lei è andata via di casa e seppur ho saldato economicamente il tutto, continuo a sentirmi colpevole della rottura, per via più che altro di come è maturata ovvero per la presenza di un'altra donna, dopo 15 anni di assoluto rispetto totale).
Nei mesi di distacco e che dovevano essere di effettiva separazione, spesso ho avuto modo di rivedere C e, anche se all'inizio provavo a resistere alle sue 'provocazioni', dopo ho ceduto di schianto. Più volte ci siamo visti per soddisfare il piacere fisico, e ogni volta mi sono sentito uno schifo.
Erano quasi 3 mesi che non ci ricascavo ma me la sognavo di notte, un pensiero fisso, nonostante la mia esperienza sessuale con S non stesse andando male, pur non raggiungendo lo stesso livello che con C (soprattutto il livello di queste "scappatelle").
Prima di Pasqua, questo sogno ricorrente è diventato quasi ossessivo a tal punto da scriverle di vederci (stavolta è partita da me) e lei, con neanche troppa resistenza, non ha esitato a raggiungermi. Purtroppo non sono riuscito a controllare questa cosa, se non utilizzando le opportune precauzioni come sempre, e devo dire che questa parte con lei è davvero piacevole e mi manca, a tal punto da non creare quasi più pentimenti (in un certo senso so già che succederà di nuovo). Lei stessa mi ha confessato che non riesce ad avere relazioni se non con me.
Dopodiché abbiamo passato il pomeriggio insieme, quasi come in passato, e devo dire che è stato piacevole., pur facendo cose normalissime come comprare l’acqua al supermercato. Tutto questo è accaduto a Pasquetta.
Il problema è che il giorno di Pasqua ero in famiglia con S e già in quel giorno stava maturando in me del malessere per essere in quella situazione, non so dirvi bene che emozione fosse ma sicuramente di “fuori luogo” in un contesto dove pensavo di non dovere esserci, avvolto da forse troppa accoglienza positiva (come regalo l’uovo di pasqua, attenzione al pranzo offertomi, ecc).
Con lei mi sono sentito davvero una schifezza, a tal punto che ho subito chiuso la relazione la sera stessa, chiudendo di fatto la relazione e cercando di evitarla, non ritenendomi meritevole di questo affetto, visto il mio comportamento (che però ho vergogna di esporre). Inoltre non capisco come possa sentirmi legato a una persona se poi faccio queste cose.
Tutto ciò mi fa davvero male e mi vedo in una veste pessima, mi preferivo nella mia veste precedente in cui tutto sommato la mia comfort zone mi faceva rispettare i miei valori. In particolare non riesco a capacitarmi del perché continuo ad essere così attratto fisicamente da C, ho cercato di documentarmi e trovare una spiegazione “logica” e mi ha colpito che una delle cause possa essere il non aver risolto ed elaborato pienamente la separazione, non avendo concepito una causa davvero giusta fino in fondo.
La mia psicologa, in attesa di una seduta abbastanza urgente, mi ha risposto questo: mi dispiace tanto saperti in questa situazione. Hai ricercato un piacere "moralmente approvato" ma momentaneo e che di conseguenza ti punisce e che ti ha portato a sabotare quello che avevi costruito ma che in realtà non hai mai sentito di meritare. Posso immaginare la confusione che stai vivendo, hai bisogno di fare chiarezza perché adesso sei in un vortice di negatività.
Capisco che si tratta di una situazione davvero particolare, in cui ognuno si farà un'idea più o meno giudicante (non mi interessa se positiva o negativa). Mi ritenevo una persona buona e di sani principi, ma tutto ciò, sommandolo al dover affrontare da solo (senza la mia famiglia con cui ho chiuso i rapporti) mi fa ricredere e fatico ad uscirne. Grazie a chi vorrà aiutarmi.